Che il lavoro “venga prima” non per forza è una brutta notizia. La questione forse sta nel contrapporre lo studio al lavoro? Oppure di che lavoro parliamo? Di qualità o meno? Più che alle famiglie e agli allievi forse tocca alle scuole e agli enti di formazione professionale fare in modo che al lavoro si arrivi con il massimo della cultura anche umanistica, scientifica e spirituale. Alle imprese tocca fare in modo che durante il lavoro una persona possa ceescere come persona e come professionista. Nulla vieta ad un “liceale” di imparare a cablare o di conoscere il funzionamento di una caldaia e ad un “professionale” di conoscere l’etimologia di alcune parole del mestiere o di farsi illuminare dalle pagine dei Promessi Sposi. La responsabilità ricade a mio avviso pertanto più sulle scuole che devono imparare a collaborare virtuosamente per innalzare il sapere a 360 gradi allargando il concetto di cultura. E sulle imprese che devono investire in una formazione continua differente che abbia al centro la persona. L’università a questo punto potrebbe sorridere veramente perché sarebbe frequentata non in alternativa al lavoro ma per proseguire e rafforzare nella propria crescita professionale e personale magari proprio mentre si lavora.
Post di Giuseppe Cavallaro
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La settimana scorsa sono stato invitato dal Prof Alberto Busnelli a portare la mia testimonianza alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia: un incontro davvero interessante con gli studenti della triennale. Fra i diversi temi trattati questi hanno suscitato maggiore attenzione e dibattito: ✔ L’#employability è un percorso che si inizia a costruire già nel corso degli studi. ✔ Le #softskills si possono iniziare ad allenare nelle aule universitarie, almeno come consapevolezza della loro importanza per una carriera lavorativa di successo. ✔ Bisogna trovare in fretta la propria strada professionale; siamo sempre più all’interno di un mercato del lavoro internazionale, la concorrenza è forte. ✔ Gli #errori sono permessi, ma forte attenzione ai #feedback ricevuti ed a cosa la realtà lavorativa richiede. ✔ È importante familiarizzare da subito con un corretto utilizzo dei social, in particolare #Linkedin. ✔ Questo è un momento, almeno in Italia, molto favorevole per i giovani che entrano in azienda; il post covid ha messo in discussione molti assunti organizzativi, offrendo così l’opportunità a chi si affaccia in azienda di offrire contributi originali. Mai come oggi c’è la possibilità di fare la differenza.
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Questa mattina vesto i panni del prof 🧑💻 - Oggi ho avuto il piacere di incontrare due classi quarte della Fondazione Luigi Clerici per una lezione dedicata alla comprensione delle regole fondamentali del mondo del lavoro. L’obiettivo principale dell'incontro è stato fornire agli studenti una panoramica chiara e accessibile delle principali normative lavorative, offrendo al tempo stesso un approccio pratico e concreto, utile per chi si sta preparando a entrare nel mondo professionale. La lezione si è sviluppata lungo due direttrici principali: da un lato, abbiamo esplorato il punto di vista del lavoratore, soffermandoci sui suoi diritti, doveri e le tutele previste dalle leggi italiane. Dall'altro, abbiamo considerato la prospettiva del datore di lavoro, analizzando le responsabilità e le aspettative che questo ruolo comporta. Questa doppia visione ha permesso agli studenti di comprendere non solo il funzionamento delle dinamiche lavorative, ma anche di mettersi nei panni sia di chi lavora che di chi gestisce il personale. Durante la prima parte della lezione, abbiamo trattato temi fondamentali come il contratto di lavoro, i diritti sindacali, il periodo di prova, e le diverse tipologie contrattuali. Ho voluto sottolineare come la conoscenza di queste regole sia cruciale per poter affrontare il mondo del lavoro in maniera consapevole, ponendo attenzione agli obblighi ma anche alle opportunità che un percorso lavorativo può offrire. Gli studenti hanno mostrato particolare interesse per il funzionamento della retribuzione, della previdenza sociale e delle principali norme in materia di sicurezza sul lavoro. Nella seconda parte, ho proposto un cambio di prospettiva, affrontando la lezione dal punto di vista del datore di lavoro. Qui abbiamo discusso di aspetti come la selezione del personale, la gestione delle risorse umane e l'importanza della motivazione dei dipendenti per il successo aziendale. In particolare, ho cercato di far capire agli studenti quanto sia importante, per un datore di lavoro, costruire un ambiente di lavoro sereno e produttivo, capace di valorizzare le competenze di ciascun dipendente. L'incontro si è concluso con un vivace dibattito, in cui gli studenti hanno posto domande e condiviso riflessioni personali su come immaginano il loro futuro nel mondo del lavoro. Mi ha colpito molto il livello di maturità dimostrato, segno che il loro percorso formativo sta gettando solide basi per il loro inserimento lavorativo. Credo fermamente che questi momenti di confronto siano essenziali per accompagnare i giovani nel loro percorso verso il mondo del lavoro, fornendo loro gli strumenti necessari per affrontarlo con consapevolezza e sicurezza.
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Un'importante occasione di confronto sulle sfide attuali e future nella gestione dello stress e del benessere all'interno delle realtà accademiche, con un focus particolare sulle risorse organizzative innovative per il supporto al personale universitario
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Lavoro, Istruzione e Spiaggia Cosa unisce la spiaggia, la formazione OF, l'università e il mondo del lavoro? Mentre ero steso al sole, ho fatto qualche riflessione sulla formazione professionale rivolta ai soggetti più fragili (OF), ma anche sull'insegnamento universitario. Temo che stiamo andando nella direzione sbagliata. Spesso infatti percepisco che il mondo del lavoro vuole guidare la didattica: "servono più data analyst" oppure "non ci sono abbastanza X". Ciò condanna i miei amatissimi studenti ad un eterno presente, impedendo la costruzione del futuro, loro e del sistema paese. La spiaggia quindi è il luogo dove vogliamo stare ad abbronzarci (replicando sistemi di lavoro tradizionali, forgiando competenze che presto saranno obsolete) oppure è un approdo temporaneo da cui salpare verso orizzonti che da lì non si vedono (formando menti che ragionano in modo diverso da quello attuale)? Io, in quanto docente posso fornire mappe, strumenti di navigazione, idee su come affrontare le onde con un’imbarcazione… Devo far odiare la spiaggia. Leggere Mark Fisher sia di stimolo per chi vuole viaggiare verso l’ignoto. Link dell'articolo nel primo commento. Grazie a chi vorrà leggerlo e condividere il suo punto di vista.
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È possibile parlare di mercato del lavoro in due ore ad un pubblico di studenti senza annoiare e riuscendo a collegare quei concetti alla loro esperienza quotidiana? Gli studenti fanno parte del corso “Diritto del mercato del lavoro“ tenuto da Franco Scarpelli nell’ambito della Laurea magistrale in Management e design dei servizi dell’Università Bicocca di Milano e quindi studiano diritto e organizzazione del lavoro. Al termine del biennio è naturale che maturino interrogativi sul che fare, sullo sbocco lavorativo. Quindi parlare di mercato del lavoro non può essere disgiunto da questi interrogativi. Anzi proprio lo sforzo di collegarli ai ragionamenti sugli attori del mercato del lavoro, sui servizi che favoriscono l'incontro tra domanda e offerta può produrre riflessione, esigenza di approfondire temi che hanno un carattere generale ma nel caso specifico riguardano situazioni di vita particolarmente vicine. E così parlando di immagini metaforiche che riguardano il mercato del lavoro emergono similitudini che dovrebbero essere ben chiare a chi fa le politiche del lavoro, a chi appunto disegna i servizi pubblici e privati. Tanto più se l'immagine del mercato del lavoro “ricorda un magazzino della logistica con qualche operaio in una dimensione molto statica e con un colore di fondo grigio” oppure “operai stilizzati i cui lineamenti non sono definiti perché la personalità del lavoratore è in secondo piano”. Interessante anche la metafora di “una stazione da cui ha inizio un viaggio di cui non si conosce la destinazione ma che modifica e cambia la persona”. Da queste immagini si è partiti per ragionare e approfondire cosa ha voluto dire sulla propria pelle vivere esperienze come l'alternanza scuola-lavoro, cosa ha comportato l'inserimento all'interno di organizzazioni del lavoro con lavori distanti dai propri studi, com’è facile cadere nel rischio di non rappresentare le proprie esperienze e competenze nel curriculum. Apprendere dalla propria esperienza diviene un metodo che può dare risultati interessanti, soprattutto per studenti che si laureano nel management e nel design dei servizi, per esempio può consentire di riflettere sul senso che dovrebbero avere i servizi per il lavoro, cui chiedere attenzione alla qualità della relazione con l'utenza e chiedere un supporto nella rielaborazione delle esperienze lavorative e nella definizione di progetti e percorsi professionali #mages #serviziperilavoro #politicheattive #incontrodomandaofferta #formazione #apprenderedallesperienza
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Un commento su questo: c'è una lentezza nel mercato del lavoro che altrove non ho visto. Io sono digital dal 2009, oramai una figura senior, ma da quando sono in Italia, pesa di più il titolo di studi - DA SENIOR - dell'esperienza professionale. Cioè non assumere un senior che comunque ha quasi due lauree per via dell'amore per il pezzo di carta, è altrettanto miope che lamentarsi. Le competenze ci sono, ma finché non ci si stacca dalla forma, non avrete mai la sostanza. In 4 anni che sono qui, e 3 in cui cerco lavoro, ho avuto la fortuna di conoscere due persone sole che hanno messo le mie competenze davanti alla carta: per una ci lavoro ancora, anche se un part-time abbastanza castrante, lo sanno, ci vogliamo bene, tanta gratitudine comunque, l'altro caso è stato un mismatch di comunicazione, con le figure di riferimento - ma parliamo già di imprenditoria estera, quindi ciccia. Ma sono gli unici due casi in cui hanno preferito quello che so fare a quello che dice un pezzo di carta di una vita e mezzo fa. Sarà un problema di difficoltà ad accettare le donne, a metterci tra i senior, a non avere per primi abbastanza strumenti per valutare un digital, o credere che lo san fare solo gli sbarbatelli (o preferirli perché costano meno?). Ma i problemi che ti fanno qui per un pezzo di carta sono inimmaginabili, in Svezia che avessi 122 crediti, più un'altra laurea, e risultati faceva un drop out di tutto rispetto, qui si tentenna per nulla. Forse per crescere più aziende dovrebbero prendere ispirazione dai visionari e meno dagli amanti del foglio di carta: il messaggio che arriva è non saper valutare la persona, quindi mi affido al certificato. Mica detto che il certificato sia garanzia di eccellenza.
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Alma Laurea ha presentato, per la prima volta a #Trieste, l’annuale rapporto sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati. Anche la Fondazione RUI ha analizzato il profilo dei suoi residenti che ogni anno si affacciano sul mondo del #lavoro. Emergono numeri importanti: il 60% dei residenti trova un lavoro in linea con i propri studi a un mese dalla laurea, percentuale che raggiunge il 93% ad un anno dal conseguimento del titolo. Carlo Tius, direttore della residenza triestina Rivalto, ai microfoni di Telefriuli ha illustrato questa ricerca che ha coinvolto il network di ex residenti dei 12 Collegi di Merito della Fondazione RUI. I dati confermano l’importanza di valorizzare il #merito, indipendentemente dal contesto socioeconomico da cui si proviene, con un occhio di riguardo allo sviluppo del #talento, alle iniziative di #orientamento al lavoro integrate in un progetto formativo personalizzato e all’apertura internazionale. Che ruolo ha avuto la residenza nella #formazione degli Alumni? Ancora una volta, la parola ai numeri: il 60% degli intervistati valuta “molto” o “estremamente” utile l’esperienza della vita in residenza per l’inserimento nel mondo del lavoro e il 90% la consiglia “molto” o “moltissimo”.
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Valutazione di un docente universitario rispetto alla nuova generazione che si affaccia al lavoro ripartendo dalle basi. Quindi maggiore consapevolezza e volontà di non vivere per lavorare ma lavorare per vivere. Quindi il lavoro diventa un mezzo e non più un fine. Rimane all'orizzonte il gap tra domanda e offerta di lavoro che continua ad essere un problema, nonostante un maggiore coinvolgimento delle imprese all'interno delle scuole. Sviluppare questo percorso diventa una necessità, cercando di allargare l'orizzonte di coloro che vi possono accedere. Solo un grande investimento in formazione potrà ridurre questo gap.
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22/11/24 : IPIA CESARE PESENTI – La scuola per il tuo FUTURO Oggi è stata una giornata davvero gratificante! Abbiamo organizzato una sessione di orientamento al lavoro con i ragazzi, dove abbiamo avuto l'opportunità di allenare e sviluppare le loro soft skills. Voglio sottolineare l'importanza delle caratteristiche personali di ognuno di noi nel mondo del lavoro. Le competenze tecniche sono sicuramente fondamentali, ma le soft skills – come la comunicazione, il problem solving, la capacità di lavorare in team e l'empatia – sono ciò che realmente ci distingue e ci permette di crescere professionalmente e personalmente. Investire nello sviluppo delle soft skills non solo aiuta a creare un ambiente di lavoro più produttivo, ma prepara anche i giovani a affrontare le sfide future con maggiore resilienza e adattabilità. Incoraggio tutti a riflettere su quali sono le proprie soft skills e a coltivarle quotidianamente. Insieme possiamo costruire un futuro professionale più completo e inclusivo! #SoftSkills #OrientamentoLavoro #SviluppoPersonale #Lavoro #GiovaniTalenti #Samsichr #Samsichrbergamo Un grazie speciale a: Elisa Longoni Beatrice Castelli Manel K.
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#orientamento #futuro #nextgeneration L'orientamento degli studenti su quello che sarà il loro percorso di istruzione e formazione nonché il percorso di vita futura è uno dei temi cruciali non solo per gli ITS Academy ma per il sistema Paese. Come ogni anno l’ ITS Academy di Lanciano ha incontrato gli alunni delle quinte classi delle scuole superiori per presentare l’offerta formativa dei nostri corsi, quest'anno, con il supporto di Rosanna Defilippis, Psicologa del lavoro ed esperta di Gestione Risorse Umane, al fine di supportare i ragazzi in uno dei momenti più delicati della loro crescita: tracciare il percorso del loro futuro professionale. Con il #declino demografico in atto, la scelta dei Licei come scuole elettive per il passaggio dalle medie alle superiori e con il problema della #dispersione scolastica, pongono la formazione tecnico-professionale al margine degli orizzonti possibili nelle vite dei nostri giovani. Questo rappresenta un vero problema per tutto il sistema #MadeinItaly, considerando anche che siamo gli ultimi in classifica europea per quanto riguarda gli iscritti a corsi di studi post-diploma (ITS ed Università) in materie #STEM e considerando le sfide che ci aspettano.
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