LE METRICHE CROLLANO? #STICAZZI
Sembra che ultimamente LinkedIn abbia deciso di farmi fare un po' di silenzio stampa. Sì, perché le visualizzazioni dei miei post sono crollate a picco, e sono ormai circa 2 settimane che la situazione è stazionaria. Per intenderci: prima di questo periodo avevo post che arrivavano agevolmente anche a 3000-5000 visualizzazioni, mentre invece ora è tanto se si arriva a 1000. E, diamine, se ci penso non è neanche la prima volta che succede.
Ora, per un content creator le cosiddette "vanity metrics" sono più o meno tutto, che ad esse sia associato o meno un qualche tipo di business, ma la verità è che a stare dietro a questa roba si finisce per impazzire, perché seguire le imprevedibili mareggiate social è impossibile, specie pensando che sono comunque loro ad avere il coltello dalla parte del manico.
E così, a tutti quelli che sono in questa situazione e mi chiedono come comportarsi, io dico l'unica cosa che, a mio avviso, conta: fottitene.
Voglio dire, che senso ha mettersi a inseguire algoritmi mutevoli, come se la nostra creatività dipendesse dalle "regole" del giorno? Viviamo già in un mondo in cui tutto sembra misurato a colpi di performance, numeri e grafici. Si corre continuamente, ci si sente con il fiato sul collo, e tutto è diventato soggetto alle "performance", come se la performance fosse un metro di giudizio universale o, peggio, una scure, sotto la quale dobbiamo cadere tutti.
"Quanti like hai preso?", "quante views hai avuto?" sono domande del tutto irrilevanti, che pretendono di identificarci come numeri, e non come idee, pensieri e, soprattutto, persone.
Quindi, anche se capisco la rilevanza dei social, ed anche se so quanto sia importante potersi vantare di aver incassato un +X% di like rispetto al mese precedente, l'invito vuole essere quello di viversi le vanity metrics con maggiore serenità perché, ecco, non è che chissà che cosa possiamo farci...
Qui, per altro, arriva anche un punto cruciale di cui ho parlato spesso: la passione. Evitate di creare contenuti per compiacere un algoritmo, ma createli invece perché avete qualcosa da dire, perché avete una storia o un'idea che volete portare fuori, anche se all'inizio la ascolteranno solo in 5.
Io, per esempio, ho sempre trovato sfogo nei miei hobby, che mi permettono di riconnettermi con ciò che mi piace davvero. E quando parlo di videogiochi, ad esempio (per altro forse una delle robe che tira di meno in assoluto su questo social), non è solo per condividerne sofismi o tecnicismi, ma per la sincera volontà di coinvolgere, chi mi legge, in un qualcosa che amo, e che penso possa essere interessante.
Le visualizzazioni? Fluttuano. Vanno e vengono. L'importante è continuare a fare quello che amiamo, non per i numeri, ma per il puro piacere di farlo.
Perché, alla fine, non si può vivere senza passioni. E non si può creare senza significato.
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