Post di Gruppo Excellence

La banca deve fare la banca e l'assicurazione deve fare l'assicurazione. Questo a volte mi sono sentito dire dai clienti . Di base non è sbagliato perchè per fare ogni cosa ci vogliono competenze sempre piu' specifiche. MA SE VI FOSSE UNA BANCA CHE E' ANCHE UN'ASSICURAZIONE?? Ebbene si, la ns banca per la sua storia e modello di business, coniuga l'esperienza dei family banker che conoscono il cliente ed i suoi flussi, con l'esperienza e preparazione dei family protection specialist! QUALE OCCASIONE MIGLIORE PER UNA CONSULENZA PATRIMONIALE ADEGUATA??

Rating Quando una sigla fa la differenza. Ormai quasi ogni anno tra banche ed assicurazioni arriva puntuale un default o quasi. La qualità /solidità della banca-assicurazione a cui consegnamo per la gestione i nostri risparmi, è l'elemento più importate da cui partire per decidere a chi affidarci. Invece no, questo purtroppo non accade quasi mai . Il rendimento governa le scelte di tanti risparmiatori e di chi si propone nel mercato e non solo. L'articolo mette in evidenza che la compagnia è tedesca ma, tedesco è il più grande Gruppo Assicurativo Finanziario del mondo. Allianz Group, che con la sua compagnia, le sue aziende di cui è proprietaria o ne ha il controllo ed in Italia tramite Allianz Bank, ha un Rating stabile dal 2007 con una classificazione AA. Affidarsi a chi nell'ultimo ventennio non ha mai avuto un problema nel mercato finanziario è l'unico metodo per scegliere a chi affidare i propri risparmi. PS Un'anomalia è presente in questo caso, gli investitori sono in prevalenza residenti tra Lombardia e Veneto e non certo la prima volta!! .

Info banche e assicurazioni Le nuove regole stanno quindi trasformando il business delle banche, portando vantaggi evidenti per gli istituti finanziari. Ma questi vantaggi si rifletteranno anche sui clienti che investono, spesso non per scelta, in polizze di risparmio, Unit linked, index linked e polizze vita legate a gestioni separate? Questi prodotti, tra i più venduti (e, in pochi casi, richiesti) in Italia dalle banche e dalle compagnie di assicurazione come alternativa ad azioni, obbligazioni o titoli di Stato, comportano costi significativi per i clienti. I costi per i clienti sono infatti strutturati su più livelli: c’è quasi sempre un caricamento iniziale, una commissione elevata, destinata alla compagnia di assicurazione, che riduce subito il capitale investito. A questo si aggiungono le commissioni di gestione del fondo interno, che variano a seconda del profilo di rischio, e talvolta anche commissioni di performance. Inoltre, se il cliente decide di riscattare il suo investimento nei primi anni, potrebbe dover pagare delle penali di uscita decrescenti nel tempo. Ora, se la banca non deve più remunerare la compagnia di assicurazione, il vantaggio per il cliente dovrebbe essere l’eliminazione o almeno una significativa riduzione dei caricamenti iniziali. Ma lo faranno davvero? La domanda è retorica. Nella prassi, nonostante tutte le (troppe) regole introdotte dai vari organismi di controllo, succedono ancora oggi numerosi casi in cui vengono proposti, a consumatori poco preparati ed informati, investimenti non adeguati. Che fare? Per tutelare i nostri diritti di consumatori possiamo affidarci con un class action al team FiDeAL ed ad una consulenza professionale ed indipendente al team Orizzonte Network, partner di Associazione BSI Business | Services | Innovation #italia #banche #assicurazioni #polizze #investimenti #servizi #consumatori #regole #legale #consulenza #professionisti #imprese #difesalegale #associazione #associazioneBSI

Condivido questo interessante post del collega. In momenti come questo appare più che mai importante affidare i propri risparmi a società che siano in grado di garantire solidità e stabilità ai risparmi dei propri clienti. Sapere di poter contare su un'azienda con rating AA stabile dal 2007 è un valore aggiunto alla consulenza.

A motivare la nuova strategia delle principali banche italiane sono ragioni di business ma anche, e forse soprattutto, le opportunità offerte in Europa dalla regolamentazione internazionale della nuova Basilea 3 e in particolare del cosiddetto Danish Compromise

Ormai tutte le principali banche italiane vogliono gestire in proprio il business delle polizze vita e fare concorrenza diretta in questo segmento di attività alle compagnie assicurative. L’ultimo annuncio di “internalizzazione” è quello arrivato ieri da UniCredit - che ha posto fine alle partnership bancassicurative a partire da quella con i tedeschi di Allianz, storico alleato e azionista fin dai tempi della privatizzazione dell’allora Credito Italiano. Una svolta annunciata, che fa seguito all’analoga scelta effettuata anni fa da Intesa Sanpaolo che ha fatto da apripista nell’ingresso diretto delle banche nell’arena assicurativa (non solo nel comparto Vita ma anche nel danni, escluso le polizze auto). Anche il Credem ha da tempo proprie fabbriche prodotto nel comparto e pure BancoBpm ha sciolto le partnership nel Vita per gestire internamente il business delle polizze vita. E Mps, stando alle cronache, ha trattative in corso per sciogliere in anticipo rispetto alla scadenza gli accordi con la compagnia francese Axa.

Le banche italiane hanno migliorato i loro conti negli ultimi dieci anni, riducendo il rischio di una nuova crisi dei crediti deteriorati. Tuttavia, Giuseppe Carteni, intervistato da Affari&Finanza, avverte che è necessario mantenere alta l'attenzione sulla qualità del credito, soprattutto sugli "stage 2", crediti ancora in bonis ma che manifestano un incremento significativo del rischio di credito. Per gestire questi crediti ed evitare peggioramenti, Carteni suggerisce di rivedere il quadro normativo, allentando i vincoli di svalutazione e migliorando le norme per il recupero crediti, inclusa una revisione del Codice della Crisi d'Impresa, per affrontare un fenomeno nuovo con regole adeguate. #Crediti #Banking #NPL #LawFirms

Il dato emerge dal rapporto Bankitalia-Ivass. Risultato ottenuto grazie anche allo scudo anti-minusvalenze usato da un terzo delle compagnie. Resta alta l’attenzione sulla liquidità. Raccolta netta ancora negativa per il canale bancario-ssicurativo

Le banche italiane hanno migliorato i loro conti negli ultimi dieci anni, riducendo il rischio di una nuova crisi dei crediti deteriorati. Tuttavia, Giuseppe Carteni, intervistato da Affari&Finanza, avverte che è necessario mantenere alta l'attenzione sulla qualità del credito, soprattutto sugli "stage 2", crediti ancora in bonis ma che manifestano un incremento significativo del rischio di credito. Per gestire questi crediti ed evitare peggioramenti, Carteni suggerisce di rivedere il quadro normativo, allentando i vincoli di svalutazione e migliorando le norme per il recupero crediti, inclusa una revisione del Codice della Crisi d'Impresa, per affrontare un fenomeno nuovo con regole adeguate. L'intervista completa qui sotto! #Crediti #Banking #NPL #LawFirms

Ci sono novità in tema di #gestionepatrimoniale 📢 La #Consob, insieme ad authority di Italia, Spagna, Francia e Austria, interviene sull'argomento per ridurre i rischi legati a "eccessiva #volatilità dei prezzi e stress di #liquidità" delle gestioni. Nuovi parametri in arrivo a tutela degli #investitori che si affidano a #intermediari non bancari. Scopri quali sono 👇 https://lnkd.in/dRQJnNFq