Nuovo appello di Mario Draghi all'Europa affinchè "lotti per conservare i propri valori" e non si adagi su una fase apparentemente confortevole di "declino" ma vari invece quelle riforme, in primis "del mercato unico europeo e dei capitali" che possano sbloccare, assieme al periodo di aggiustamento del patto di stabilità, gli investimenti su transizione, difesa e digitale. Solo successivamente si potrà andare avanti con il debito comune. Link in bio
Post di L'HuffPost
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Idee chiare quelle di Mario Draghi. Idee e capacità di cui c’è un gran bisogno. Così come della sua enorme esperienza. Un’Europa nella quale autonomia e integrazione per Difesa, Energia e Innovazione Digitale hanno un ruolo essenziale e per le quali il concetto di tutela della concorrenza va posto più fuori dell’Unione che al proprio interno. Perché in un mondo di blocchi e giganti non si può andare “disuniti alla meta”. E un passaggio non scontato sul Risparmio, asset prezioso non solo di noi italiani ma di noi europei, il cui potenziale effetto leva come acceleratore dello sviluppo, non solo economico, sfruttiamo assai poco. E pensare che qualche tempo fa il nostro Parlamento è riuscito a “mandarlo a casa”… #Europa
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La voce di Mario Draghi, prima avversato, ora invece pure le destre (da quella nostrana a quella di Orban) si accorgono che chi ha visione nitida di ciò che può servire, guardando al futuro dell’Europa è Lui…! Noi invece l’abbiamo sempre saputo…la sfida per il nostro futuro è complessa, articolata e necessita coralità. È un grande salto di qualità…e non possiamo più “sprecare” tempo…va ripreso il “sentiero interrotto “..!! Nella sua relazione sulla competitività, “non bisogna avere paura del mercato!” dice Draghi e non nasconde il tempo perso, è una importante presa di coscienza: “dobbiamo agire come Unione Europea, come non abbiamo mai fatto prima!”. Le nostre regole per gli investimenti sono costruite “su un mondo che non c’è più!” Pandemia e Guerre hanno radicalmente cambiato scenari e il mondo di “prima” è impensabile oggi : noi siamo rimasti agganciati a un mondo che non c’è più! Serve perciò un radicale cambio di paradigma tornando all’idea dei Padri Fondatori ( in effetti ci avevano visto lungo- e abbiamo fatto tanti errori noi!). Si cessi la concorrenza e rivalità interna tra stati perché la concorrenza e la sfida vera, al limite della nostra sopravvivenza, viene dall’esterno e noi al momento siamo in estremo ritardo, non siamo adeguatamente preparati. “ La Ue - in questi anni- si è concentrata su cose sbagliate!” Ora serve massima coesione ma la dove non fosse proprio possibile, allora è più che evidente che ci sarà una indispensabile acellerazione di un “nucleo” che potra’ procedere con un sottoinsieme di Stati membri! Questo è un punto importantissimo!…. 10 i macrosettori e 3 le direttrici prioritarie: 1)favorire le economie di scala : dalle comunicazioni ( assurdo che in Europa ci siano 34 gruppi di reti mobili) alla difesa; 2) agire insieme per la fornitura di beni pubblici in quei settori, come energia e computer ad alte prestazioni; 3) garantire l’approvvigionamento di risorse e input essenziali nel campo delle materie prime critiche, fondamentali per le transizioni verdi e digitali; La crisi sia di stimolo per uno scatto in avanti della costruzione europea!
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"L’obiettivo del 2% è molto ambizioso e non del tutto compatibile con la traiettoria di risanamento dei conti pubblici". Illustrando i contenuti della Manovra alla Camera, il ministro Giorgetti si è espresso in questo modo rispetto all'aumento delle spese militari richiesto dalla NATO. E che il governo sembra voler invece accontentare. Per provare a capire cosa stia accadendo, può essere utile scomodare il concetto di credit default swap. Uno strumento finanziario utilissimo per coprirsi dal rischio di controparte. Ma se utilizzato non avendo in portafoglio assets sottostanti a quel rischio, possiamo definirlo un'assicurazione contro l'incendio di casa. Altrui. Ovvero, potenzialmente un incentivo alla piromania dolosa. Come si sposano i due concetti? Semplice. Gli USA dal loro punto di vista fanno notare come l'Europa benefici dello scudo difensivo NATO, pur pagando un "affitto" ridicolo rispetto a quanto messo a bilancio da Regno Unito e Paesi dell'Est. Ma ecco l'altra faccia della medaglia. Se l'azionista di maggioranza di quell'architettura militare è, al tempo stesso, anche il più attivo piromane di case altrui nel mondo, il gioco del warfare quanto vale la candela? Il grafico principale ci mostra il trend comparato di spese militare, welfare e andamento del PIL di 12 Paesi europei membri NATO da prima del 1990. Il recouple fra welfare e warfare pare in atto, ancorché ancora decisamente distante. Gli USA vogliono accelerarlo. Vogliono che la freccia rossa delle spese per difesa salga più in fretta a danno di quella blu della spesa sociale. Sanità inclusa. Ora date un'occhiata al grafico nei commenti: quanto ha operato da incentivo in tal senso lo spauracchio russo cominciato con la crisi in Siria e poi deflagrato in grande stile proprio con la prima campagna elettorale di Donald Trump, quella vincente contro Hillary Clinton? Il "blame on Putin" è stato determinante per spingere i Paesi confinanti ed ex satelliti dell'URSS per spingere sull'acceleratore delle spese di difesa. L'esempio della Polonia è addirittura eclatante. Varsavia infatti deve molto del suo miracolo economico a quella paura. Altro che burocrazia favorevole, libertà di cambio sullo zloty e tassazione di favore per attrarre investimenti: temo che levando il babao del Cremlino e dei cosacchi alla porta dal PIL, parleremmo di altro. E l'Italia non è la Polonia. L'Italia ha altri numeri. Ha già sul suo territorio, in ossequio alla Cortina di Ferro, centinaia di basi NATO. E testate nucleari. Vogliamo forse riconvertire l'automotive ucciso dalle politiche green con il business della difesa? Può essere una soluzione. Persino vincente. Ma al netto di tempi di transizione che certamente non si conteranno in trimestri, siamo pronti a far diventare la paura una voce principale del PIL? Nei commenti c'è il link per sostenere questi post. Se non comparisse, segnalatemelo. Nel mio carrello ci sono una decina di libri, a mio avviso necessari per aggiornarsi. Immaginate da soli la spesa.
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Mario Draghi ha proposto di spendere più di 800 miliardi di euro all'anno per rilanciare la competitività dell'Unione europea ed evitare così una lenta agonia rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. In questa intervista riflettiano sul carattere utopistico di questa proposta.
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Politiche industriali, energia, ambiente, difesa costituiscono settori che Draghi mette in primo piano insieme con il debito comune. La competitività è solo la leva di Archimede per una generale riforma dell’Unione
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La complessità e le complementarietà del Piano Draghi. Una occasione epocale per l’Europa, che oggi è obbligata a riconsiderare il proprio modello energetico e di sicurezza (la prima complementarietà) ed il proprio modello di difesa (seconda complementarietà), che devono fare riferimento ad nuovo modello di cooperazione economica e finanziaria che tenga conto delle diversità, una ricchezza dell’Europa e del Mediterraneo (terza complementarietà).
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Le valutazioni economiche aiutano a comprendere meglio certi scenari geopolitico belle considerazioni politiche.
"L’obiettivo del 2% è molto ambizioso e non del tutto compatibile con la traiettoria di risanamento dei conti pubblici". Illustrando i contenuti della Manovra alla Camera, il ministro Giorgetti si è espresso in questo modo rispetto all'aumento delle spese militari richiesto dalla NATO. E che il governo sembra voler invece accontentare. Per provare a capire cosa stia accadendo, può essere utile scomodare il concetto di credit default swap. Uno strumento finanziario utilissimo per coprirsi dal rischio di controparte. Ma se utilizzato non avendo in portafoglio assets sottostanti a quel rischio, possiamo definirlo un'assicurazione contro l'incendio di casa. Altrui. Ovvero, potenzialmente un incentivo alla piromania dolosa. Come si sposano i due concetti? Semplice. Gli USA dal loro punto di vista fanno notare come l'Europa benefici dello scudo difensivo NATO, pur pagando un "affitto" ridicolo rispetto a quanto messo a bilancio da Regno Unito e Paesi dell'Est. Ma ecco l'altra faccia della medaglia. Se l'azionista di maggioranza di quell'architettura militare è, al tempo stesso, anche il più attivo piromane di case altrui nel mondo, il gioco del warfare quanto vale la candela? Il grafico principale ci mostra il trend comparato di spese militare, welfare e andamento del PIL di 12 Paesi europei membri NATO da prima del 1990. Il recouple fra welfare e warfare pare in atto, ancorché ancora decisamente distante. Gli USA vogliono accelerarlo. Vogliono che la freccia rossa delle spese per difesa salga più in fretta a danno di quella blu della spesa sociale. Sanità inclusa. Ora date un'occhiata al grafico nei commenti: quanto ha operato da incentivo in tal senso lo spauracchio russo cominciato con la crisi in Siria e poi deflagrato in grande stile proprio con la prima campagna elettorale di Donald Trump, quella vincente contro Hillary Clinton? Il "blame on Putin" è stato determinante per spingere i Paesi confinanti ed ex satelliti dell'URSS per spingere sull'acceleratore delle spese di difesa. L'esempio della Polonia è addirittura eclatante. Varsavia infatti deve molto del suo miracolo economico a quella paura. Altro che burocrazia favorevole, libertà di cambio sullo zloty e tassazione di favore per attrarre investimenti: temo che levando il babao del Cremlino e dei cosacchi alla porta dal PIL, parleremmo di altro. E l'Italia non è la Polonia. L'Italia ha altri numeri. Ha già sul suo territorio, in ossequio alla Cortina di Ferro, centinaia di basi NATO. E testate nucleari. Vogliamo forse riconvertire l'automotive ucciso dalle politiche green con il business della difesa? Può essere una soluzione. Persino vincente. Ma al netto di tempi di transizione che certamente non si conteranno in trimestri, siamo pronti a far diventare la paura una voce principale del PIL? Nei commenti c'è il link per sostenere questi post. Se non comparisse, segnalatemelo. Nel mio carrello ci sono una decina di libri, a mio avviso necessari per aggiornarsi. Immaginate da soli la spesa.
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Il piano di rilancio dell’economia e dell’industria in Europa passa, secondo Draghi, attraverso il debito, la difesa e il maggior potere della commissione europea. La ricetta non convince tutti quelli alla fermata del tram che esprimono pareri diversi e accesi. Se vuoi saperne di più scarica l’App Clamor o segui alle ore 10:00 di oggi la rubrica “due chiacchiere alla fermata del tram” su www.radiociak.it
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---> A CHI IL PREMIERATO? ITAGLIANI! DOPO IL VOTO EUROPEO CHI PUò SI METTA AL RIPARO LE CHIAPPE! L’immaginifica Italia della sòra sòla dove tutto va ben, a muso duro dovrà affrontare le reali condizioni economiche della Patria: ◘ l'impossibilità di mantenere il taglio del cuneo fiscale ◘ la nuova legge di bilancio lacrime, merda e sangue (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI) ◘ la sòra sòla nella sua 'irrilevantezza in europa' se crede di poter ridiscutere L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES. ◘ i 200 miliardi del PNRR invece di far volare il PIL sono sparsi come concime a beneficio degli amici degli amici e delle rotonde sul mar ◘ alla penuria di danaro, si aggiunge la crescente difficoltà a piazzare i titoli di stato, sempre meno appetibili con il prevedibile taglio dei tassi da parte della Bce. Nemmeno tirano più i fantomatici BTP VALORE, che il gobierno degli arditi illuminati da furor di Patria aveva trionfanti varato per rifilar il debito nelle tasche dei fratelli patrioti italiani. --->> il rimpastino identitario e sovrano al gobierno ET CON COTAL CONTI PUBBLICI E SERVIZI AL CITTADINO DISASTRATI - dopo le europee-referendum identitario del trio fasci d'itaglia, lega ladrona e cialtrona, farsa itaglia - a sostituire el giorgetti giancarlo abbiamo pronto e scalpitante el becero borghi claudio impaziente di risolvere una volta per tutte la situascion con il RITORNO ALLA LIRETTA A RICONQUISTAR SOVRANITà NASIONAL (sic). Inzomma, si torna alla sovranità monetaria creando una moneta di Stato, ovvero uno strumento di pagamento (vedi tasse imposte e balzelli) ufficialmente accettato in Italia, gestito dal ministero del Tesoro e non dalla Banca d’Italia (circa 800 mld anno di euro equivalenti). E quindi poter battere nuova moneta quando in difficoltà. Potrà così rispolverare il vecchio giuoco della SVALUTASCION d'altri tempi a parole per il Bene della Patria nel Mondo (made in itali compreso) ma soprattutto per il bene supremo dei suoi amichi di manifattura e di servizi nelle 196.855 piccole aziende, nelle 24.526 medie aziende e nelle 4.292 grandi aziende, agricoltori compresi ben s'intende. -->> L'orgoglio di noi popolo sovrano Una bella turgida minchia del premier invece si eleverà intro i milioni di fratelli villici e urbanizzati del Bel Paese a cui la sòra sòla del premierato chiederà con parole suadenti di offrire la loro SOFFERENZA alla Patria, come la più pura e vera etica identitaria e sovrana richiede. CHI NON E' CON NOI E' UN TRADITORE. iNFATTI. 2025 d.C. AD MAIORA SEMPER!
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