L'idrogeno potrebbe sì essere un combustibile per autotrasporto Ma il fatto che possa non significa automaticamente che abbia senso, né ambientale né economico Continuo a ribadire, prima ancora di leggere i costi o come questi vengono distribuiti, che almeno per il prossimo decennio, ovvero fino a quando l'idrogeno verde sarà comunque insufficiente a coprire i consumi dell'equivalente idrogeno grigio, la massima priorità (nonché il corrispondente investimento di soldi pubblici, non va dimenticato) deve essere proprio nella sostituzione dell'idrogeno grigio con quello verde Solo e soltanto quando saremo stati così bravi da completare questo processo (e beneficiare degli enormi vantaggi conseguenti in termini di emissioni e di consumo di gas di importazione per farci l'idrogeno), allora potremo pensare ad altri usi per quello che ci avanza Non è certo una scoperta che la maggior parte del costo dell'idrogeno nei trasporti derivi proprio dalla totale inesistenza di una rete di rifornimento, che ovviamente costituisce un costo di investimento iniziale enorme (si pensi allo sforzo fatto per le colonnine di ricarica, e quelle si appoggiano a una rete elettrica in larga parte già esistente) Non è solo una questione di costo, è una questione di buonsenso Con l'elettrificazione che fa passi da gigante quanto a densità e tempi di ricarica, i tempi di allestimento di una rete del genere sarebbero tali da renderla probabilmente obsoleta prima ancora di essere completata...non proprio l'investimento che personalmente sarei ansioso di sottoscrivere I costi di produzione si riducono puntando su filiere cortissime e utenti che ne consumano già oggi a milioni di tonnellate, ovvero le industrie Per quanto i trasporti abbiano emissioni più alte, la loro "polverizzazione" in miliardi di utilizzatori li rende ben più difficili da intercettare rispetto alle industrie Sostituire il gasolio non sarà certo facile. Ma resto convinto che questo compito non spetti all'idrogeno, che ha ben altro valore aggiunto da offrire Sarà l'elettrico, superate le certo non poche difficoltà che ancora ne ostacolano una più larga diffusione, a cambiare il paradigma nel settore dei trasporti, anche pesanti Sperare di affidare all'idrogeno questo ruolo con l'aspettativa che sia competitivo sui costi e sui tempi è a mio avviso una pericolosa illusione di massa
Post di Ilario Bonomi
Altri post rilevanti
-
L'industria delle fossili si interroga su quale futuro sia possibile per l'idrogeno, a fronte di costi ancora completamente fuori mercato e che non sarà facile ridurre Considerando che, in funzione del costo del gas utilizzato come materia prima, ad oggi l'idrogeno grigio si può produrre da 1 e 2 dollari al kg (3 euro/gs considerando gli ETS, che rimangono un fatto solo europeo per ora), e che i costi di quello verde sono circa 8 volte superiori, la domanda circa la prospettiva dell'idrogeno verde è assolutamente legittima Anche solo usando l'idrogeno blu (con la CCS) i costi raddoppiano Le industrie europee, e gli altri utilizzatori potenzialmente interessati all'idrogeno verde, che livello di costo sono disposti a sostenere? Già l'industria europea affronta grandissime sfide legate ai costi dell'energia molto più alti di quelli dei concorrenti. Aggiungere ulteriori oneri senza controbilanciare in qualche modo l'elevato impatto ambientale delle produzioni realizzate diversamente sarebbe ancora più critico Non si può neppure pensare a una sovvenzione pubblica a tempo indeterminato. Certo in una fase iniziale è indispensabile, ma deve essere mirata con molta precisione e con un chiaro piano strategico Nell'articolo il CEO intervistato sottolinea come senza il settore dei trasporti sia pressoché impossibile raggiungere le quantità necessarie per una sostanziale riduzione dei costi Eppure più e più volte io stesso ho sottolineato come l'idrogeno per i trasporti abbia veramente poco senso, salvo eccezioni puntualissime L'Europa ancora una volta si è posta obiettivi fuori da ogni logica oppure al contrario è lecito aspettarsi una discesa a precipizio dei prezzi come osservata per i pannelli FV e per le batterie? Quanto rifocalizzato deve essere l'obiettivo, a costo di ridurre le faraoniche prospettive inventate dalla UE, per renderlo efficace e poter avviare serie revisioni dei processi, sostituendo l'idrogeno grigio con quello verde? E cosa fare per proteggere i produttori che si lanceranno in questa scommessa, quando i loro concorrenti se ne guarderanno bene?
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Idrogeno verde: i conti non tornano per nulla Ho scritto a più riprese che l'idrogeno verde dovrebbe essere una soluzione esclusivamente industriale e con la distanza minima necessaria tra produzione e utilizzo Lo studio che riporto ribadisce questo punto, suffragandolo delle opportune analisi economiche (riferite al mercato USA nello specifico) L'idrogeno verde resta una soluzione dai costi proibitivi rispetto ad altri metodi per l'abbattimento delle emissioni di CO2 nelle utenze industriali (e nei trasporti, ma questo era fin troppo ovvio), con l'unica possibile eccezione della produzione di ammoniaca (ma solo se l'idrogeno verde scendesse a 2 $/kg...ad oggi siamo a più del triplo, mi risulta) Che soluzioni come la CCS siano di fatto delle non-soluzioni (le emissioni andrebbero evitate, non semplicemente nascoste altrove) non è oggetto dello studio, ma è un punto da tenere necessariamente presente A fare la differenza non è tanto il costo di produzione, che oggi resta ancora decisamente alto ma che è sperabile che scenda in modo significativo, quanto proprio i costi di stoccaggio e distribuzione, proprio quelli che si ridurrebbero in modo drastico accorciando le distanze tra produzione e utilizzo Altro che idrogeno verde prodotto dall'altra parte del mondo (dall'Australia al Sahara, ne ho lette di tutte)! Quantomeno se l'obiettivo è stare in piedi economicamente Se invece l'obiettivo è divorare incentivi finché ce ne sono, e poi quel che sarà sarà, allora prego, avanti pure così
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Idrogeno verde ancora troppo fuori mercato come prezzi rispetto ad altre soluzioni di decarbonizzazione Non basta infatti considerare i costi di produzione, ma trasporto e stoccaggio finiscono per pesare in maniera estremamente rilevante sui costi complessivi L'ennesima conferma che neppure l'idrogeno verde sarà la "bacchetta magica" che ci traghetterà senza sforzo (e cosa ancora più rilevante, senza spese) nell'era di un'economia a bassa intensità di carbonio Nella maggioranza degli scenari, per primo quello dei trasporti su cui non si smette di insistere, l'idrogeno verde è una soluzione clamorosamente più costosa di tutte le alternative (ovviamente volendo considerare tali anche la CCS, che a mio avviso non è una soluzione, visto che le emissioni vanno evitate e non semplicemente nascoste) E lo resterà anche qualora dovessero verificarsi le riduzioni di costo dettate da un significativo aumento della produzione L'idrogeno verde quindi non ha futuro? Tutt'altro. Ma va usato con raziocinio e considerando per bene le implicazioni sia ambientali che economiche Concentrare gli sforzi su filiere corte e destinate esclusivamente all'ambito industriale, rimpiazzando l'idrogeno grigio con quello verde, resta a mio avviso la soluzione più percorribile, anche economicamente, per cominciare a vedere nei fatti se l'economia dell'idrogeno ha davvero le caratteristiche per fare la differenza che ci aspettiamo che faccia
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
https://lnkd.in/eDkm4X3T Articoli che non hanno fondamento Ah, l'idrogeno! Ancora una volta osannato come salvatore energetico, eppure sempre incagliato nei soliti ostacoli. A leggere questo articolo sembra quasi che i costi alti e la complessità infrastrutturale siano una “scoperta” del settore, come se fossero sorprese dell'ultimo minuto. In realtà, di idrogeno verde si parla da decenni, insieme ai suoi problemi, sempre quelli, sempre irrisolti. Si comincia con l'Inflation Reduction Act (IRA), un incentivo che non crea valore ma prova a ridurre artificialmente i costi. Una soluzione di mercato ci direbbe che se una tecnologia non regge senza sussidi, forse non è ancora sostenibile. Ma no, ecco il cerotto sul braccio rotto! L'IRA ha attratto l'interesse per un po', senza però intaccare i costi strutturali. Una toppa su una falla che continua ad allargarsi. Poi, eccoci alle “incertezze economiche globali”. Come se i mercati fossero diventati volatili solo ieri! La realtà è che l'idrogeno dipende dal costo delle materie prime e senza condizioni perfette non regge. Parliamo chiaro: finché è così, nessun “valore marginale” giustificherà gli investimenti. Infine, gli elettrolizzatori, “ancora in fase di sviluppo”. Ma davvero? Esistono dagli anni '70 e, nonostante tanti anni di ricerca, non si è ancora trovato il modo di renderli economicamente sostenibili. Questa “fase di sviluppo” sembra un eufemismo per dire che nessuno è riuscito a farli funzionare bene senza prosciugare il portafoglio. E poi, ecco i numeri per dimostrare che il settore “si avvicina alla maturità”. Solito rapporto McKinsey! In Nord America, solo il 18% dei progetti ha raggiunto la decisione finale di investimento. E in Europa? Un misero 5%. Se nemmeno chi scrive quei report è convinto di fare il grande passo, forse dovremmo davvero chiederci se l'idrogeno sia pronto. Insomma, questo articolo tenta di dipingere l'idrogeno verde come la prossima rivoluzione, ma le teorie economiche raccontano altro. Ah, come faremo senza queste “scoperte” riciclate? Quindi, alla fine della fiera, forse non è l'idrogeno il problema. Forse siamo noi, con la nostra speranza disperata di risolvere tutto a colpi di 'rivoluzioni' annunciate.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
L'idrogeno verde ha davanti un brillante futuro, ma si scontra frontalmente con il prezzo per ora decisamente proibitivo (come diverse aziende hanno sottolineato anche di recente) Una delle possibili soluzioni è ovviamente quella di puntare a impianti di grande taglia, ma anche questo potrebbe non bastare se non si investe parimenti sulla standardizzazione degli impianti stessi, in modo da ridurre le incertezze e i tempi di progettazione e realizzazione Per certi versi una filosofia non dissimile dal quella dei reattori nucleari SMR, in cui si punta a una specie di produzione "in serie" contrapposta alla attuale progettazione e costruzione "ad hoc" che ovviamente rende decisamente difficili economie di scala e inevitabilmente allunga i tempi (e aumenta i costi) Nell'articolo e neppure nelle altre ricerche che ho fatto in rete è stato possibile capire quale sarebbe il livello di costo atteso per l'idrogeno verde prodotto da questo impianto, che ovviamente è il parametro determinante per il suo successo La buona notizia? Per una volta si tratta di tecnologia e know-how essenzialmente europei (per ora l'Europa resta infatti il primo produttore al mondo di elettrolizzatori) Sarebbe bene considerare anche questo aspetto nelle decisioni di finanziamento di questi progetti, visto che in passato siamo stati fin troppo svelti (e poco furbi) a puntare esclusivamente sul prezzo più basso offerto da altri, annientando in pochi anni interi settori industriali Mi piacerebbe vedere in azione uno o più di questi impianti asservito ad utenze industriali che già oggi usano idrogeno da fossili, in modo da capire se, a valle della normale fase di incentivazione iniziale, la tecnologia ha effettivamente i numeri per competere con l'idrogeno fossile oppure è una battaglia persa
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
🌍 Idrogeno: la chiave per una transizione energetica sostenibile? Un articolo pubblicato su Science sottolinea come l’idrogeno possa giocare un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico, ma a una condizione: il suo costo deve diminuire drasticamente. Oggi la produzione di idrogeno green è ancora limitata e costosa, ma la tecnologia offre soluzioni promettenti. Innovazioni come gli elettrolizzatori alcalini avanzati (AWE), le membrane a scambio protonico (PEM) e le membrane a scambio anionico (AEM) stanno ridefinendo l’efficienza e la sostenibilità del settore. Ad esempio, la startup Hysata ha sviluppato un design capillare che riduce significativamente il consumo energetico per la produzione di idrogeno, avvicinandosi agli ambiziosi obiettivi fissati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. 🔋 La sfida principale? Ridurre i costi, migliorare l’efficienza e garantire la scalabilità. Con una spinta decisa alla ricerca e sviluppo, il costo del green hydrogen potrebbe scendere a livelli competitivi entro il 2030. 📌 È indispensabile investire nell’innovazione tecnologica per sfruttare il potenziale dell’idrogeno come energia pulita e sostenibile. Solo così potremo avvicinarci agli obiettivi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C entro il 2050.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Ma alla fine, questo idrogeno verde che tutti vorrebbero a parole ma che pochissimi stanno concretamente sviluppando per via dei costi largamente fuori mercato, che vantaggi avrebbe in termini di emissioni? Se lo sono chiesto in tanti, e stavolta a provare a rispondere alla domanda è il JRC europeo, con uno studio che si focalizza appunto sulle emissioni associate alle varie strategie di approvvigionamento dell'idrogeno, senza minimamente mettere in campo gli aspetti economici connessi (che invece sono ovviamente del tutto rilevanti rispetto alla scelta) Il sogno di tanti è produrre idrogeno verde dove l'energia rinnovabile è tanta e costa poco e poi trasportarlo in qualche modo verso chi ne ha bisogno per decarbonizzare le proprie industrie Già tempo fa scrissi di uno studio che riportava come fosse decisamente più conveniente produrre direttamente in loro materie prime decarbonizzate (dall'acciaio al cemento ai prodotti chimici di base) sfruttando appunto l'idrogeno prodotto in loco, piuttosto che produrlo per esportarlo. Tuttavia questo manderebbe al macero un altro bel pezzo di industrie europee, come se ce ne fosse bisogno... L'impatto ambientale più basso legato al trasporto, non stupirà, ce l'ha il trasporto via tubo, che richiede infrastrutture dedicate (e i relativi ingenti costi) oppure di riutilizzare in qualche modo quelle esistenti per il metano, accettando di ridurre di parecchio l'energia trasportabile L'opzione di liquefarlo è pure ambientalmente sensata, ma energeticamente disastrosa per via delle inefficienze del processo La produzione via steam reforming del metano, non sfruttando acqua o suolo o minerali particolari, ottiene punteggi migliori in 12 delle 16 categorie considerate, ed è solo applicando i calcoli ponderati secondo i parametri della Commissione per la valutazione dell'impronta ambientale che l'idrogeno verde riprende quota. Giusto per ribadire che non è così facile far quadrare il cerchio... Lo studio non è conclusivo, ma a mio avviso evidenzia tra le righe un punto essenziale: l'idrogeno verde è molto meglio produrlo e sfruttarlo in loro piuttosto che cercare di trasportarlo. Prima ce ne rendiamo conto e focalizziamo in questo senso i nostri sforzi, prima ne potremo sfruttare il potenziale per decarbonizzare ulteriormente (se proprio siamo così convinti che serva) le industrie europee
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Hysata, un'azienda australiana che produce elettrolizzatori, ha annunciato che il suo ultimo innovativo sistema può generare idrogeno con un' efficienza del 95% e grazie ad un round di finanziamenti, si sta preparando a rendere disponibile l’idrogeno verde su larga scala in tutto il mondo. Mentre il mondo cerca di abbandonare i combustibili fossili che emettono carbonio, la ricerca di fonti alternative è ovviamente una priorità per tutti. L’idrogeno generato dalla scissione dell’acqua sembrerebbe una soluzione ideale in quanto può essere utilizzato in base alla domanda energetica e può anche essere prodotto in modo rispettoso dell'ambiente utilizzando l'energia eolica e solare. Questo è il motivo per cui l'Agenzia internazionale per l'energia (IEA) ha esortato i paesi a passare all'idrogeno come combustibile e ad ampliarne l'applicazione in settori come i trasporti a lunga distanza e l'industria pesante. Ma l'idrogeno ha qualche problema. Infatti, sebbene sembri la fonte di carburante ideale che può potenzialmente alimentare anche gli aeroplani generando solo acqua come sottoprodotto, la sua produzione non è molto efficiente. Sebbene la tecnologia esista da decenni, i miglioramenti nella sua efficienza si sono verificati solo con piccoli incrementi. Secondo il sito web di Hysata, la migliore efficienza offerta finora dagli attuali elettrolizzatori è di circa il 75%. In termini assoluti, generare un chilogrammo di idrogeno utilizzando questi elettrolizzatori richiede un dispendio di 52,5 kWh di energia. In condizioni ideali, questo chilogrammo di idrogeno fornirà 39,4 kWh di energia, e quindi difatto una produzione in perdita per l'intero sistema. Il recente risultato di Hysata è che il suo nuovissimo design dell’elettrolizzatore offre un’efficienza del 95%. In termini reali, ciò significherebbe spendere solo 41,5 kWh di energia per generare un chilogrammo di idrogeno. Sempre in perdita, ma con un netto miglioramento.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
L’idrogeno sta emergendo, da un po’ di anni, come una delle soluzioni più promettenti per guidare la transizione energetica globale e garantire la transizione energetica sopratutto per i settori “hard to abate”. 👉 Upstream: Produzione più pulita grazie a tecnologie come CCUS ed elettrolisi con energia rinnovabile. 👉 Midstream: Infrastrutture innovative per il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno. 👉 Downstream: Applicazioni che spaziano dall’industria pesante al riscaldamento domestico, fino ai trasporti. Ma le sfide non mancano: costi, infrastrutture limitate, normative in evoluzione e competizione crescente richiedono innovazione, collaborazione e visione a lungo termine. 🔑 Le opportunità sono enormi ma serve: ✔️ Creare partnership strategiche globali. ✔️ Adattare modelli di business per sfruttare incentivi come il Green Deal europeo. ✔️ Diversificare gli investimenti tra tecnologie emergenti e settori consolidati. #Sostenibilità #Idrogeno #Innovazione #TransizioneEnergetica
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi