Il nuovo fast fashion ha vantaggi indubitabili per il cliente: innanzitutto, la disponibilità di capi online, sempre a portata di clic. Poi, la possibilità di seguire sempre le nuove tendenze e averle recapitate a casa propria nel giro di pochi giorni. Non da ultimo, il fatto che tutto questo abbia un prezzo più che competitivo, addirittura fuori Mercato. Ma questi prodotti hanno anche dei difetti. Parecchi. 🧣 In primo luogo, la scarsa qualità. I materiali di produzione utilizzati sono quasi sempre scadenti. Per poter risparmiare sulla manodopera e i costi di manifattura, infatti, le aziende di fast fashion producono in aree con basso costo del lavoro, come l’Est Asiatico. Il problema è che, così facendo, si alzano i costi di trasporto, già alti in questo periodo per via degli shock internazionali e dell’alto prezzo del greggio. In sostanza, dunque, su un prezzo già molto basso, una quota minuscola è investita nella reale produzione del prodotto e nei materiali, mentre un’ampia maggioranza è data via in costi di trasporto, marketing e vendita. 🧪 Tra l’altro, il risparmio estremo sui materiali ha conseguenze ulteriori: in più casi è emerso che i capi di abbigliamento di aziende come Shein, Zaful o AliExpress potrebbero contenere livelli elevati di sostanze chimiche tossiche come piombo, Sostanze perfluoro alchiliche e ftalati. L’episodio più eclatante è avvenuto in Canada, dove un’inchiesta ha individuato 38 capi di abbigliamento per bambini, adulti e premaman contaminati. 🫰 La mediocrità del prodotto porta un’altra conseguenza indesiderata per l’acquirente: questi capi durano poco e sono usati ancora meno. È stato calcolato che il numero medio di utilizzi si ferma tra i 7 e i 10. Questo significa un costo per utilizzo relativamente elevato, rispetto a vestiti prodotti con standard qualitativi più elevati e materiali migliori. Una contraddizione non da poco, per un settore la cui forza è soprattutto il prezzo. E tu, cosa ne pensi? Scrivici la tua nei commenti! 📹 Marco Battistone #fastfashion #shein #temu
Post di il Bollettino
Altri post rilevanti
-
Trend 2025: Economia circolare nel fashion Il futuro della moda è circolare! L'ultimo report di Fashion for Good indica che il mercato del second-hand fashion crescerà tre volte più velocemente del fast fashion nei prossimi 5 anni. Una recente indagine rivela che il 78% dei consumatori italiani ha acquistato capi usati nell'ultimo anno, con una crescita del 45% rispetto al 2023. Il dato più interessante? Il 62% degli acquirenti appartiene a fasce di reddito medio-alte, sfatando il mito del second-hand come scelta di necessità. ♻️ #CircularFashion #Sustainability
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
🛍️ Fast Fashion: Riflessione sul modello che ha cambiato l'Industria della Moda Il fast fashion, ovvero il modello produttivo che trasforma le tendenze in abiti low-cost, ha conquistato il mercato con prezzi bassi e nuove collezioni ogni settimana. Un vero paradiso per lo shopping... o forse no? Spesso è una soluzione comoda e, a volte, necessaria per molti. In questo post, vogliamo riflettere su cosa rende questo fenomeno così popolare, sui suoi impatti e su come aziende e consumatori possano fare scelte più consapevoli. Se vuoi approfondire l'argomento, abbiamo scritto un articolo sul nostro blog! 👉 https://lnkd.in/di9qDQvg
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Quali sono le origini delle tendenze fast-fashion e ultra fast-fashion? Lo spiega un viaggio attraverso tre generazioni di aziende.💚🌿
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#FastFashion e #SecondHand - Nel mondo contemporaneo della moda convivono due fenomeni diametralmente opposti. Il primo è il già citato fast fashion, la moda usa e getta di Shein, Zara, H&M, Primark. Il secondo è l’abbigliamento di seconda mano. La Generazione Z si trova al centro di queste due tendenze. Da un lato continua a guidare il settore del fast fashion (come evidenziato dall’inchiesta su Shein) per la sua accessibilità a bassissimo costo, ma ad altissimo impatto ambientale; dall’altro è capofila nel mondo della moda second hand, per pratiche di consumo più sostenibili, a favore di un mercato che, secondo il rapporto annuale 2024 di thredUP, toccherà la vertiginosa cifra di 350 miliardi di dollari entro il 2028. Secondo i dati di traffico sull’e-commerce forniti da Similarweb, nel settore del second-hand #Poshmark primeggia negli Stati Uniti con una media di 51 milioni di visite al mese, per quanto riguarda il panorama europeo #Vinted si afferma come leader in Italia con 5,8 milioni di visite al mese e 25,8 milioni in Francia. Parallelamente, a livello globale, una nuova piattaforma online di ultra-fast fashion sta rapidamente guadagnando terreno: la cinese Temu, gemella di Shein, lanciata in Europa nel 2023. I dati di Similarweb indicano che la piattaforma ha una media di 104 milioni di visite mensili negli Stati Uniti, arrivando a superare persino piattaforme consolidate come Zalando, nonostante l’impegno di quest’ultima nell’attuare programmi di sostenibilità aziendale. Due tendenze che riflettono le contraddizioni e le potenzialità della generazione Z nel plasmare il futuro della moda e dell’ambiente. Con oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento prodotti globalmente ogni anno, la moda ha infatti un serio problema di sovrapproduzione. Nell'articolo linkato un ulteriore approfondimento riguardo un tema su cui occorre interessarsi sempre di più 💡
L’alternativa al fast fashion: come funzionano gli acquisti di seconda mano | Milena Gabanelli
corriere.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#FastFashion e #SecondHand - Nel mondo contemporaneo della moda convivono due fenomeni diametralmente opposti. Il primo è il già citato fast fashion, la moda usa e getta di Shein, Zara, H&M, Primark. Il secondo è l’abbigliamento di seconda mano. La Generazione Z si trova al centro di queste due tendenze. Da un lato continua a guidare il settore del fast fashion (come evidenziato dall’inchiesta su Shein) per la sua accessibilità a bassissimo costo, ma ad altissimo impatto ambientale; dall’altro è capofila nel mondo della moda second hand, per pratiche di consumo più sostenibili, a favore di un mercato che, secondo il rapporto annuale 2024 di thredUP, toccherà la vertiginosa cifra di 350 miliardi di dollari entro il 2028. Secondo i dati di traffico sull’e-commerce forniti da Similarweb, nel settore del second-hand #Poshmark primeggia negli Stati Uniti con una media di 51 milioni di visite al mese, per quanto riguarda il panorama europeo #Vinted si afferma come leader in Italia con 5,8 milioni di visite al mese e 25,8 milioni in Francia. Parallelamente, a livello globale, una nuova piattaforma online di ultra-fast fashion sta rapidamente guadagnando terreno: la cinese Temu, gemella di Shein, lanciata in Europa nel 2023. I dati di Similarweb indicano che la piattaforma ha una media di 104 milioni di visite mensili negli Stati Uniti, arrivando a superare persino piattaforme consolidate come Zalando, nonostante l’impegno di quest’ultima nell’attuare programmi di sostenibilità aziendale. Due tendenze che riflettono le contraddizioni e le potenzialità della generazione Z nel plasmare il futuro della moda e dell’ambiente. Con oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento prodotti globalmente ogni anno, la moda ha infatti un serio problema di sovrapproduzione. Nell'articolo linkato un ulteriore approfondimento riguardo un tema su cui occorre interessarsi sempre di più 💡
L’alternativa al fast fashion: come funzionano gli acquisti di seconda mano | Milena Gabanelli
corriere.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
5 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐩𝐢 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐝𝐮𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐚𝐧𝐧𝐨. Un dato che mette in evidenza l'importanza di strategie innovative per migliorare la redditività nel settore moda. Soluzioni come il passaporto digitale europeo e l'adozione di strumenti digitali possono ottimizzare la gestione degli inventari e ridurre la quota di vendite in saldo, aumentando i margini. L’aumento della quota media degli assortimenti in sconto e il divieto di distruzione di capi invenduti prossimo a venire definiscono uno scenario nel mondo del fashion che non lascia margine di interpretazione: marginalità e crescita vanno costruiti sul servizio e sul racconto del prodotto.
Il fashion raggiunge quota 5 miliardi di capi rimasti invenduti in un anno | MilanoFinanza News
milanofinanza.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
SHOPPERS: CARTA oppure TESSUTO? Mi occupo ormai da molto, molto tempo di vendite nel settore del #packaging personalizzato ed ho assistito alle varie tendenze negli anni… Quali sono le scelte dei #retail oggi? Qui in Lombardia, i negozi prediligono l’utilizzo di shoppers in #carta rispetto a quelle in #tessuto. Il motivo? In realtà ci sono alcuni fattori da considerare: ✅ la #sostenibilità e le normative vigenti ✅ l’immagine Green che trasmette la carta ✅ la preferenza di carte riciclate e riciclabili ✅ il rendimento della stampa ✅ i costi decisamente contenuti rispetto ad altre soluzioni Ma allora come si spiegano tutte le borse in tessuto che inondano gli stand fieristici o gli eventi? Ebbene, i #Brand che puntano sul riutilizzo scelgono le shoppers in tessuto, così come i negozi alla ricerca del fashion. La caratteristica principale delle bags in tessuto è quella di durare nel tempo e dunque essere riutilizzabili, senza trascurare un aspetto importante, ovvero la versatilità del prodotto, realizzabile in molteplici tessuti e con innumerevoli forme ( soprattutto se parliamo di prodotto “cucito” e non automatizzato). La carta tende comunque a dominare e viene scelta per costi e per l’immagine di sostenibilità; il tessuto ha un certo appeal per quei settori con clientela più giovane, alla ricerca di articoli più “modaioli”, se così si può dire, e del riutilizzo prolungato nel tempo. Tu cosa preferisci, shoppers in carta o tessuto? Per me non fa differenza: io li tratto entrambi, se ne hai bisogno 😜 👉🏻 Evobags Packaging Ti aspetto nei commenti ⬇️ #shoppers #tendenze #lombardia #negozi #evobagspackaging
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
1º SEMESTRE 2024 - CONSUMI ABBIGLIAMENTO IN CALO Il calo delle vendite del 20% nel primo semestre del 2024 evidenzia una situazione complessa. Ecco alcune possibili cause e considerazioni per questo calo: 1. Inflazione e crisi economica: L'aumento dell'inflazione e le difficoltà economiche globali potrebbero aver ridotto il potere d'acquisto dei consumatori. Le famiglie potrebbero essere più prudenti nelle loro spese, privilegiando beni essenziali rispetto all'abbigliamento. 2. Mutamenti nelle abitudini di consumo: La pandemia ha accelerato cambiamenti nelle abitudini di consumo, con una maggiore enfasi sull'abbigliamento casual e sportivo, e una riduzione nella domanda di abbigliamento formale o da ufficio, specialmente con l'aumento del lavoro da remoto. 3. Concorrenza internazionale: La concorrenza dei marchi internazionali e delle piattaforme di e-commerce straniere potrebbe aver intaccato le vendite dei marchi italiani, offrendo prezzi competitivi e una vasta gamma di prodotti. 4. Problemi di approvvigionamento: Le interruzioni nelle catene di fornitura globali, dovute a vari fattori come conflitti geopolitici o disastri naturali, possono aver influenzato negativamente la disponibilità di nuovi prodotti sul mercato. 5. Eccesso di offerta e sconti aggressivi: Il settore dell'abbigliamento potrebbe essere saturo, con molti marchi che competono per la stessa base di consumatori. Questo porta a una guerra dei prezzi e a sconti aggressivi, che potrebbero aver influito sui margini di profitto e sulle vendite complessive. 6. Modifiche nelle tendenze di moda: Le rapide fluttuazioni nelle tendenze della moda possono causare un disallineamento tra l'offerta dei brand e i gusti dei consumatori. Se i brand non riescono a prevedere e adattarsi rapidamente alle nuove tendenze, potrebbero vedere un calo delle vendite. 7. Preoccupazioni per la sostenibilità: La transizione verso pratiche sostenibili può comportare costi aggiuntivi che si riflettono sui prezzi dei prodotti. Questo potrebbe influenzare negativamente le vendite se i consumatori non sono disposti a pagare di più. 8. Fattori stagionali: Eventi climatici anomali o altre variabili stagionali possono influenzare le vendite. Ad esempio, un inverno più mite del solito potrebbe ridurre la domanda di capi invernali. 9. Aumento dei prezzi al dettaglio: Vari fattori (di cui alcuni riconducibili a mera speculazione), hanno portato degli aumenti siglificativi ai prezzi offerti dal dettaglante. Il consumatore, a prescindere dalla propria capacità economica, si domanda se il capo che deve acquistare valga il prezzo a cui viene offerto e spesso non lo acquista. In sintesi, il calo delle vendite del 20% nel primo semestre del 2024 riflette le sfide economiche e strutturali che il mercato sta affrontando. Un'analisi dettagliata e adattiva delle dinamiche di mercato sarà essenziale per i brand che vogliono navigare con successo questo periodo di turbolenza.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#ilmegliodiexportiamo - La #moda si reinventa: il #digitale e la #sostenibilità stanno ridefinendo l'esperienza d'acquisto, premiando le aziende più innovative e rispettose dell'ambiente.
Fashion Revolution: il Futuro della Moda è Digitale, Sostenibile e Omnicanale
exportiamo.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
### Il Controvalore negli Acquisti di Moda: Oggi Più Importante che Mai Viviamo in un'epoca in cui i consumatori sono diventati esperti nell'ottenere il massimo da ogni euro speso. Tutti oggi hanno almeno un app che tratta di investimenti,non c’è più l’ ignoranza di un tempo. Non si tratta più solo di acquistare un capo perché è alla moda o perché è firmato da un grande brand. Oggi, ciò che davvero conta è il *controvalore* di ogni acquisto: cosa ottengo realmente in cambio del mio denaro? **Cosa significa questo per i brand?** 1. **Qualità e Longevità:** I consumatori sono sempre più attenti alla durata dei capi che acquistano. Investire in qualità non è solo un trend, ma una necessità. Un capo che resiste nel tempo e mantiene il suo valore è percepito come un investimento, non un semplice acquisto. 2. **Sostenibilità:** Non è più possibile ignorare l'impatto ambientale ed etico della produzione. I clienti cercano marchi trasparenti e responsabili, che facciano scelte sostenibili in ogni fase della produzione. 3. **Innovazione e Unicità:** In un mercato saturo, la differenza la fa l’innovazione. Offrire prodotti che si distinguono per design, materiali o funzionalità aumenta il valore percepito. 4. **Esperienza d’Acquisto Personalizzata:** Oggi, l'acquisto di un capo non è solo una transazione, ma un’esperienza. I brand devono saper creare un percorso d'acquisto che rispecchi i bisogni e i desideri individuali, offrendo consigli personalizzati e un servizio eccellente. Questo non solo aumenta la soddisfazione, ma rafforza il legame con il cliente. **Conclusione:** Per i brand di moda, la chiave del successo è saper offrire un controvalore tangibile e percepito. Qualità, sostenibilità, innovazione e un'esperienza d'acquisto personalizzata sono gli elementi essenziali per conquistare consumatori sempre più attenti e consapevoli. Non si tratta solo di vendere abbigliamento, ma di offrire un investimento che ripaga nel tempo, garantendo fiducia e lealtà. In un mercato competitivo, è questa la strada per emergere e ottenere il riconoscimento che meriti.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
2.486 follower