Quali sono le origini delle tendenze fast-fashion e ultra fast-fashion? Lo spiega un viaggio attraverso tre generazioni di aziende.💚🌿
Post di Maria Ferraris
Altri post rilevanti
-
🛍️ Fast Fashion: Riflessione sul modello che ha cambiato l'Industria della Moda Il fast fashion, ovvero il modello produttivo che trasforma le tendenze in abiti low-cost, ha conquistato il mercato con prezzi bassi e nuove collezioni ogni settimana. Un vero paradiso per lo shopping... o forse no? Spesso è una soluzione comoda e, a volte, necessaria per molti. In questo post, vogliamo riflettere su cosa rende questo fenomeno così popolare, sui suoi impatti e su come aziende e consumatori possano fare scelte più consapevoli. Se vuoi approfondire l'argomento, abbiamo scritto un articolo sul nostro blog! 👉 https://lnkd.in/di9qDQvg
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Trend 2025: Economia circolare nel fashion Il futuro della moda è circolare! L'ultimo report di Fashion for Good indica che il mercato del second-hand fashion crescerà tre volte più velocemente del fast fashion nei prossimi 5 anni. Una recente indagine rivela che il 78% dei consumatori italiani ha acquistato capi usati nell'ultimo anno, con una crescita del 45% rispetto al 2023. Il dato più interessante? Il 62% degli acquirenti appartiene a fasce di reddito medio-alte, sfatando il mito del second-hand come scelta di necessità. ♻️ #CircularFashion #Sustainability
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
#FastFashion e #SecondHand - Nel mondo contemporaneo della moda convivono due fenomeni diametralmente opposti. Il primo è il già citato fast fashion, la moda usa e getta di Shein, Zara, H&M, Primark. Il secondo è l’abbigliamento di seconda mano. La Generazione Z si trova al centro di queste due tendenze. Da un lato continua a guidare il settore del fast fashion (come evidenziato dall’inchiesta su Shein) per la sua accessibilità a bassissimo costo, ma ad altissimo impatto ambientale; dall’altro è capofila nel mondo della moda second hand, per pratiche di consumo più sostenibili, a favore di un mercato che, secondo il rapporto annuale 2024 di thredUP, toccherà la vertiginosa cifra di 350 miliardi di dollari entro il 2028. Secondo i dati di traffico sull’e-commerce forniti da Similarweb, nel settore del second-hand #Poshmark primeggia negli Stati Uniti con una media di 51 milioni di visite al mese, per quanto riguarda il panorama europeo #Vinted si afferma come leader in Italia con 5,8 milioni di visite al mese e 25,8 milioni in Francia. Parallelamente, a livello globale, una nuova piattaforma online di ultra-fast fashion sta rapidamente guadagnando terreno: la cinese Temu, gemella di Shein, lanciata in Europa nel 2023. I dati di Similarweb indicano che la piattaforma ha una media di 104 milioni di visite mensili negli Stati Uniti, arrivando a superare persino piattaforme consolidate come Zalando, nonostante l’impegno di quest’ultima nell’attuare programmi di sostenibilità aziendale. Due tendenze che riflettono le contraddizioni e le potenzialità della generazione Z nel plasmare il futuro della moda e dell’ambiente. Con oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento prodotti globalmente ogni anno, la moda ha infatti un serio problema di sovrapproduzione. Nell'articolo linkato un ulteriore approfondimento riguardo un tema su cui occorre interessarsi sempre di più 💡
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#FastFashion e #SecondHand - Nel mondo contemporaneo della moda convivono due fenomeni diametralmente opposti. Il primo è il già citato fast fashion, la moda usa e getta di Shein, Zara, H&M, Primark. Il secondo è l’abbigliamento di seconda mano. La Generazione Z si trova al centro di queste due tendenze. Da un lato continua a guidare il settore del fast fashion (come evidenziato dall’inchiesta su Shein) per la sua accessibilità a bassissimo costo, ma ad altissimo impatto ambientale; dall’altro è capofila nel mondo della moda second hand, per pratiche di consumo più sostenibili, a favore di un mercato che, secondo il rapporto annuale 2024 di thredUP, toccherà la vertiginosa cifra di 350 miliardi di dollari entro il 2028. Secondo i dati di traffico sull’e-commerce forniti da Similarweb, nel settore del second-hand #Poshmark primeggia negli Stati Uniti con una media di 51 milioni di visite al mese, per quanto riguarda il panorama europeo #Vinted si afferma come leader in Italia con 5,8 milioni di visite al mese e 25,8 milioni in Francia. Parallelamente, a livello globale, una nuova piattaforma online di ultra-fast fashion sta rapidamente guadagnando terreno: la cinese Temu, gemella di Shein, lanciata in Europa nel 2023. I dati di Similarweb indicano che la piattaforma ha una media di 104 milioni di visite mensili negli Stati Uniti, arrivando a superare persino piattaforme consolidate come Zalando, nonostante l’impegno di quest’ultima nell’attuare programmi di sostenibilità aziendale. Due tendenze che riflettono le contraddizioni e le potenzialità della generazione Z nel plasmare il futuro della moda e dell’ambiente. Con oltre 100 miliardi di capi di abbigliamento prodotti globalmente ogni anno, la moda ha infatti un serio problema di sovrapproduzione. Nell'articolo linkato un ulteriore approfondimento riguardo un tema su cui occorre interessarsi sempre di più 💡
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Il nuovo fast fashion ha vantaggi indubitabili per il cliente: innanzitutto, la disponibilità di capi online, sempre a portata di clic. Poi, la possibilità di seguire sempre le nuove tendenze e averle recapitate a casa propria nel giro di pochi giorni. Non da ultimo, il fatto che tutto questo abbia un prezzo più che competitivo, addirittura fuori Mercato. Ma questi prodotti hanno anche dei difetti. Parecchi. 🧣 In primo luogo, la scarsa qualità. I materiali di produzione utilizzati sono quasi sempre scadenti. Per poter risparmiare sulla manodopera e i costi di manifattura, infatti, le aziende di fast fashion producono in aree con basso costo del lavoro, come l’Est Asiatico. Il problema è che, così facendo, si alzano i costi di trasporto, già alti in questo periodo per via degli shock internazionali e dell’alto prezzo del greggio. In sostanza, dunque, su un prezzo già molto basso, una quota minuscola è investita nella reale produzione del prodotto e nei materiali, mentre un’ampia maggioranza è data via in costi di trasporto, marketing e vendita. 🧪 Tra l’altro, il risparmio estremo sui materiali ha conseguenze ulteriori: in più casi è emerso che i capi di abbigliamento di aziende come Shein, Zaful o AliExpress potrebbero contenere livelli elevati di sostanze chimiche tossiche come piombo, Sostanze perfluoro alchiliche e ftalati. L’episodio più eclatante è avvenuto in Canada, dove un’inchiesta ha individuato 38 capi di abbigliamento per bambini, adulti e premaman contaminati. 🫰 La mediocrità del prodotto porta un’altra conseguenza indesiderata per l’acquirente: questi capi durano poco e sono usati ancora meno. È stato calcolato che il numero medio di utilizzi si ferma tra i 7 e i 10. Questo significa un costo per utilizzo relativamente elevato, rispetto a vestiti prodotti con standard qualitativi più elevati e materiali migliori. Una contraddizione non da poco, per un settore la cui forza è soprattutto il prezzo. E tu, cosa ne pensi? Scrivici la tua nei commenti! 📹 Marco Battistone #fastfashion #shein #temu
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Angelica Colonnato, Obsolescenza Riprogrammata (2023-2024) Ogni nuovo capo che acquistiamo diventa il nostro preferito per un breve periodo, poi finisce accatastato e dimenticato nell'armadio come tutti gli altri. Questo ciclo infinito è alimentato da brand come Shein, Zara, H&M, e tanti altri che hanno costruito un modello d’acquisto sul “sangue” dei lavoratori sfruttati, degli animali privati del loro habitat e sulla salute di noi tutti, minacciata dall’inquinamento. Partendo da questa riflessione è stato concepito Obsolescenza Riprogrammata, un progetto che svela e indaga le problematiche nascoste della moda in particolare del fast fashion system, per ipotizzare una soluzione possibile. Immagine: Angelica Colonnato, Midjourney #FastFashion #Sostenibilità #ModaEtica #sustainability #ecodesign #fashionrevolution
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
#ilmegliodiexportiamo - La #moda si reinventa: il #digitale e la #sostenibilità stanno ridefinendo l'esperienza d'acquisto, premiando le aziende più innovative e rispettose dell'ambiente.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Hai mai pensato a quanto può essere potente un vestito? Quando parliamo di #modasostenibile, non discutiamo solo di tessuti e colori. Stiamo parlando di una scelta consapevole che ha il potere di influenzare l'intera catena del valore della moda. Dai materiali riciclati alla produzione etica, ogni passo conta e fa la differenza. È giunto il momento di abbandonare il concetto sbagliato del compra, usa, getta. Dobbiamo farci sostenitori della moda lenta, quella che resiste al tempo e alle tendenze passeggere. Cosa farete voi per cambiare le vostre abitudini d'acquisto? Condividete le vostre idee nei commenti! #fastfashionno #sostenibilità #consumoconsapevole
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Mettiamoci dal lato di chi acquista un capo: essere consumatori consapevoli non è così semplice, non ci sono gli strumenti per orientare la scelta. Giusta la distinzione tra Fast Fashion e Ultra Fast Fashion che fa #FrancescaRulli. Speriamo che il #DigitalProductPassport sia la chiave di svolta. È la puntualità dei dati contenuti nel DPP che mi lascia perplessa🤔. Quanto saranno attendibili? C'è tanto lavoro da fare, soprattutto per coinvolgere le filiere, ma pensiamo positivo...il cambiamento è già qui e coinvolge tutti dal brand al consumatore finale.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
La #moda si reinventa: il #digitale e la #sostenibilità stanno ridefinendo l'esperienza d'acquisto, premiando le aziende più innovative e rispettose dell'ambiente.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi