❄️ I Paesi nordici hanno forse una marcia in più in tema di politiche di #welfare. 🇸🇪 In #Svezia, dove il tasso di #fecondità è di 1,6 per donna (ben sopra l'1,2 italiano), dalla scorsa estate è arrivata una legge che migliora il meccanismo del #congedoparentale, rendendolo ancora più flessibile. 👉 Come? Scoprilo nell'articolo: https://lnkd.in/dwAiw5fm ✍ Ilaria Mariotti
Post di il Bollettino
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«Congedo paritario retribuito al 100% di cinque mesi per mamme e papà». La proposta lanciata dalla segretaria del Pd Elly Schlein a Rep Idee potrebbe ridurre le discriminazioni nei confronti delle donne sul lavoro, tracciando forse una linea definitiva sull’odioso fenomeno delle dimissioni “volontarie” delle lavoratrici madri (che riguarda una neomamma su cinque). La misura avrebbe un costo sostenibile, considerate le difficoltà attuali dei conti pubblici e il difficile sentiero di rientro che l'Italia deve per forza imboccare con il nuovo patto di stabilità Ue? L’Inps calcola che per il 2023 si siano spesi 2,7 miliardi per i trattamenti obbligatori di maternità (cinque mesi con indennità pari all’80% della retribuzione) e 1,5 miliardi per i congedi parentali. La relazione tecnica della legge di Bilancio 2024 calcola che l’aumento dell’indennità per il congedo parentale costerà 138 milioni nel 2024, e man mano aumenterà fino a raggiungere i 194 milioni nel 2033. Va considerato anche che i padri di solito hanno stipendi più alti delle madri. La misura costerebbe sicuramente alcuni miliardi, non meno di 4. Ma l’aumento dell’occupazione femminile avrebbe un impatto positivo sul Pil, compensando in parte il calo in atto della popolazione in età da lavoro. Nel precedente Rapporto Annuale l'Istat ha calcolato che portare il tasso di occupazione femminile e giovanile ai livelli medi Ue assorbirebbe completamente l'evoluzione demografica negativa dei prossimi vent'anni. Vale la pena di rifletterci
Congedo di 5 mesi anche per i papà: l’obiettivo parità è ancora un miraggio
repubblica.it
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Si avvicina la #festadellamamma: un'occasione in più per rivendicare il diritto delle donne di lavorare e di avere una famiglia al tempo stesso. La consapevolezza è il primo strumento per farlo: oggi scrivo dei permessi per allattamento, come funzionano e a chi spettano 👇 #donne #lavoro #allattamento
Permessi orari per allattamento - Elisa Lupo
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In questo pezzo apparso su lavoce.info e su Menabò di etica ed economia, con Luca Sommario, analizziamo la crescita della quota di lavoratori che richiede permessi retribuiti per l’assistenza a familiari con disabilità, garantiti dalla Legge 104/92. Il fenomeno vede una prevalenza di richieste da parte delle donne, a testimonianza di come la responsabilità dell’assistenza gravi ancora in modo predominante sulle lavoratrici. Le differenze territoriali non seguono il tradizionale divario Nord-Sud, segnalando un bisogno trasversale di assistenza in tutta Italia. https://lnkd.in/dUnM7bjH
Con la popolazione che invecchia la 104 non basta più | M. De Paola e L. Sommario
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Su lavoce.info e Menabò EticaEconomia trovate un breve resoconto delle analisi, contenute nel Rapporto annuale INPS, che evidenziano il diverso impatto della genitorialità sulle carriere di uomini e donne. Mentre i percorsi lavorativi dei padri proseguono senza significativi ostacoli, le madri subiscono una penalizzazione, mitigata, anche se solo in parte, dalle tutele alla maternità previste dal nostro sistema di welfare. https://lnkd.in/dnFnp9wG https://lnkd.in/dcfxdmyd
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💬“I giovani devono affrontare precarietà lavorativa, mancanza di prospettive e un welfare in difficoltà, fattori che frenano la decisione di formare una famiglia e avere figli. La denatalità non è solo un fenomeno culturale, ma è legata a disuguaglianze economiche e sociali. È necessario agire per creare un futuro sostenibile, con politiche che rafforzino il welfare, introducano il quoziente familiare, estendano i congedi parentali e supportino le reti territoriali. Solo così si potrà evitare il rischio di un pericoloso "rassegnazionismo" e costruire un futuro migliore per tutti.” 📰 Il nostro Presidente, Adriano Bordignon, commenta l’articolo di Massimo Calvi su Avvenire, dedicato al tema della denatalità in Italia. 👉 L’articolo completo qui: https://lc.cx/RvjRaZ #Avvenire #ForumFamiglie #Denatalità #FuturoSostenibile #Welfare #GiovaniGenerazioni #SostegnoAlleFamiglie
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🌍 Nei Paesi nordici, le politiche di welfare per la genitorialità mettono davvero al centro il benessere delle famiglie. Ecco alcuni esempi: Congedo Parentale Equilibrato 👫 - Entrambi i genitori hanno accesso a lunghi periodi di congedo retribuito, con quote riservate a ciascun genitore, incentivando così la condivisione delle responsabilità familiari. Flessibilità per i Genitori ⏳ - Riduzione degli orari, possibilità di part-time, telelavoro e politiche di lavoro ibrido: il rientro al lavoro avviene in modo graduale e adattato alle esigenze dei neogenitori. Sostegno alla Cura dell’Infanzia 🧸 - Strutture di qualità e accessibili garantiscono un aiuto concreto, permettendo ai genitori di lavorare sapendo che i figli sono in un ambiente sicuro e stimolante. Parità di Genere 🚺🚹 - Le quote di congedo per i padri e l’attenzione all’equilibrio tra i ruoli lavorativi e familiari promuovono attivamente la parità di genere, avvantaggiando l’intera società. Questi modelli rappresentano esempi concreti di come politiche di welfare mirate possano trasformare la qualità della vita dei genitori e rendere l'ambiente di lavoro più inclusivo e produttivo. #Welfare #Conciliazione #Genitorialità #Lavoro #Inclusione #genitori
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Maternità: paesi all'avanguardia - per alcuni fin troppo - e l'attuale dibattito. Kemi Badenoch, candidata alla leadership del partito conservatore nel Regno Unito (per la cronaca: donna e di colore - prima che l'invasato di turno intervenga senza saperlo), ha recentemente dichiarato che la retribuzione per la maternità nel Regno Unito è "eccessiva" e ha affermato che queste politiche hanno "superato il limite" per quanto riguarda la regolamentazione aziendale. La sua affermazione è stata accolta con scetticismo, considerando che il Regno Unito è significativamente indietro rispetto a molti altri paesi in termini di benefici di maternità. A confronto, diversi paesi, principalmente scandinavi hanno politiche esemplari (e hanno i soldi per farlo) nel sostenere le madri lavoratrici. Ecco alcuni esempi: 🇳🇴 Norvegia: le madri possono scegliere tra 49 settimane di congedo retribuito al 100% o 59 settimane con l'80% dello stipendio. Inoltre, i padri possono usufruire di un congedo parentale condiviso. 🇧🇬 Bulgaria: il paese offre 410 giorni di congedo retribuito al 90% dello stipendio, partendo da 45 giorni prima della nascita. 🇸🇪 Svezia: sebbene il pagamento non sia al 100%, le madri hanno a disposizione 480 giorni di congedo, tutti retribuiti all'80%. 🇫🇮 Finlandia: le famiglie possono contare su 160 giorni di congedo, con opzioni di trasferimento tra i genitori e una retribuzione che varia in base al reddito. 🇳🇿 Nuova Zelanda: le mamme possono beneficiare di sei mesi di congedo retribuito al 100%. In Italia, il dibattito su questo tema è altrettanto rilevante. Le madri possono beneficiare di un congedo di maternità di cinque mesi, retribuito al 80% dello stipendio, non malissimo, ma ancora lontano dalle politiche più generose di altri paesi. Con il crescente costo della vita e le sfide quotidiane, è fondamentale che anche in Italia si prenda coscienza dell'importanza di sostenere le famiglie e le madri lavoratrici, garantendo loro il supporto necessario per bilanciare lavoro e responsabilità familiari. Il problema però è, molto sinceramente, un'altro. Con quali soldi dello Stato e con quale supporto per le imprese. Perché l'impresa non è estranea a queste politiche e talvolta potrebbe non avere competenze e risorse per andare incontro alle madri da sola. Cosa ne pensi? Una nota: io non ho figli. Non penso che questo, come in passato ha sostenuto qualcuno/a, possa escludermi dall'esprimere un giudizio a riguardo. Ma se per qualcuno è un'offesa... me ne farò una ragione. Qui l'articolo fonte: https://lnkd.in/eYQKRwYt - Sono Matteo Cerri. Su LinkedIn e dalle colonne di Millionaire e altre testate scrivo principalmente di esperienze imprenditoriali, storie di italiani all’estero e di rigenerazione dei piccoli comuni italiani - attività che seguo con ITS ITALY®. Per iscriverti alla newsletter ‘Esco quando voglio’: https://lnkd.in/enPRAK_B #maternità #maternityleave #uk #italia #politica
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In questo articolo si evidenziano le #disuguaglianzeterritoriali rilevate nel l’assistenza alle #personedisabili, soprattutto #anziane, che beneficiano dell’assistenza dei parenti grazie alla legge 104/1992. L’altra disuguaglianza deriva dalla tipologia di #contratto di chi usufruisce di questa importante norma. Ancora una volta la tutela è per i lavoratori #garantiti, mentre quelli discontinui ne possono fare un uso minore. La soluzione complessa di un problema legato all’invecchiamento della popolazione è ancora una volta da ricondurre alle reti di #assistenza territoriali. Servirebbero soldi e persone straniere visto che abbiamo pochissimi giovani. Che fare? #Aspettare o iniziare ad #occuparsene seriamente? L’impressione è che la classe dirigente abbia scelto la prima opzione … #prevenire #agire
Con la popolazione che invecchia la 104 non basta più | M. De Paola e L. Sommario
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Le lavoratrici madri sono quelle con contratti più stabili e con una retribuzione più alta rispetto alle donne senza figli, nonostante la maternità determini un calo di reddito del 16 per cento: i dati INPS ci suggeriscono esigenze che vanno ben oltre il bonus mamme
Sul lavoro la maternità pesa, ma le lavoratrici con figli sono le più stabili: cosa ci dicono i dati INPS?
informazionefiscale.it
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Save the children ha recentemente pubblicato il rapporto “Le equilibriste 2024” (https://bit.ly/3W14jON), una ricerca sulla maternità in Italia. Come si legge già nella premessa, ciò che emerge con più decisione è che l’Italia non è un Paese per madri. La differenza del tasso di occupazione tra uomini e donne (di quasi 18 punti percentuali nel 2023), il divario di genere nella cura dei figli, il gap salariale sono solo alcuni degli aspetti che vengono a galla. Si parla anche di benessere psicologico delle madri, lavoratrici e non (la maggior parte dichiara che fosse più elevato prima della maternità!), delle politiche messe in atto dagli altri Paesi europei a sostegno della natalità a paragone con quelle introdotte in Italia, che proprio non reggono il confronto. Tra spunti di riflessione e condizioni ormai tristemente note, mi piace aggiungere alcune esperienze reali, che ho ascoltato personalmente da genitori che conosco e dipingono situazioni all’insegna del disagio e della difficoltà. Cominciamo dallo stress dell’allattamento, che colpisce principalmente chi di latte non ne ha e per questo non si dà pace, fino a torturarsi fisicamente, come se nutrire un figlio col latte artificiale fosse indegno. E poi padri che non se la sentono di richiedere il congedo di paternità perché lo vivrebbero come uno smacco sul lavoro, oppure la chiusura delle scuole vissuta come un incubo perché i centri estivi hanno prezzi proibitivi e sono inavvicinabili ai più. Manca sostegno, informazione, cultura e una diversa narrazione. Ecco il ritratto di una società ancora schiacciata da retaggi passati, con pregiudizi ben saldi nella mente di uomini e donne, dove avere figli appare come un lusso riservato ai ricchi. E il cambiamento non sembra affatto a portata di mano.
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