La recente scoperta dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nelle bovine da latte statunitensi sottolinea la necessità cruciale di misure di protezione rafforzate. Per la salvaguardia degli animali da allevamento i protocolli di #biosicurezza sono ora più vitali che mai. Ai nostri clienti offriamo soluzioni innovative e protocolli di igiene che comprendono pulizia, disinfezione e misure di protezione. Scoprite di più sui nostri prodotti e sulle nostre soluzioni collaudate e affidabili 👉 https://lnkd.in/eDVFRryj #SaluteAnimale #Protezione #InfluenzaAviaria #igiene #benesseredeglianimali #disinfezione
Post di Kersia Italia
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L’importanza di essere correttamente informati 👇
🗞È notizia di #oggi che un gatto è risultato positivo all’infezione aviaria, in provincia di Bologna. L’aviaria è un’infezione virale che si verifica principalmente negli uccelli ed in particolar modo negli uccelli selvatici. 🏥 Non si può escludere un rischio di possibile infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti. È importante evitare, per quanto possibile, il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, soprattutto in aree in cui è stata riscontrata la presenza di virus aviari ed evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti (es. visceri) provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale. 🔎Per approfondire: https://lnkd.in/d_VfZXra . . . . #iss #istitutosuperioredisanità #ricerca #medicina #aviaria #news #17gennaio #pets #animali
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🗞È notizia di #oggi che un gatto è risultato positivo all’infezione aviaria, in provincia di Bologna. L’aviaria è un’infezione virale che si verifica principalmente negli uccelli ed in particolar modo negli uccelli selvatici. 🏥 Non si può escludere un rischio di possibile infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti. È importante evitare, per quanto possibile, il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, soprattutto in aree in cui è stata riscontrata la presenza di virus aviari ed evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti (es. visceri) provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale. 🔎Per approfondire: https://lnkd.in/d_VfZXra . . . . #iss #istitutosuperioredisanità #ricerca #medicina #aviaria #news #17gennaio #pets #animali
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4 settembre, secondo webinar PSA : materiali e registrazioni Nel secondo webinar sulla Peste suina africana il dott. F. Feliziani del CR per le pesti dell’IZSUM ha esposto la situazione europea sottolineando come nonostante le notevoli risorse impegnate per il controllo della malattia non si riesca ad evitare che ogni tanto insorgano nuovi focolai anche in zone dove la malattia sembrava sotto controllo. Gli elementi chiave sono la presenza eccessiva di cinghiali infetti a contatto con gli allevamenti e la scarsa attention nell’applicazione delle misure di biosicurezza da parte di quanti vengono a contatto con animali infetti anche tra i selvatici (cacciatori ad esempio). La dott. Bellini del Sorveglianza Epidemiologica IZSLER ha presentato poi un aggiornamento sull’andamento della malattia in Lombardia e ha riportato i fattori di rischio che hanno facilitato l’introduzione dell’infezione negli allevamenti. Entrambi gli esperti hanno sottolineato come non sia opportuno enfatizzare la possibilità di trasmissione tramite artopodi vettori che in base alle evidenze scientifiche attualmente disponibili al massimo potrebbero avere un ruolo nella trasmissione dell’infezione all’interno dell’allevamento e non fra gli allevamenti. Viene fatto inoltre presente che quando sono stati rinvenuti animali morti nei focolai (piccioni, ratti) sono stati esaminati e risultati negativi per la peste. In un focolaio sono stati esaminati anche insetti rinvenuti in allevamento con lo stesso esito. Nella situazione attuale conviene quindi concentrarci e correggere quegli elementi di rischio riconosciuti per la trasmissione della PSA e che hanno un ruolo chiave nella trasmissione dell’infezione nell’epidemia in corso (persone, veicoli). L’incontro ha visto anche la partecipazione del dott. L.Ruocco del Ministero della Salute che ha illustrato le misure di controllo adottate con diverse note emesse dall’ufficio nel mese di agosto. Dopo gli ultimi focolai è stato necessario però emettere una nuova ordinanza commissariale n. 3. del 29 agosto 2024 per richiamare le indicazioni già date, imponendo dei limiti aggiuntivi (art. 1) nelle zone di infezione con l’intenzione di ridurre globalmente gli animali sensibili nelle zone colpite sia impedendo la ricostituzione di allevamenti che favorendo la macellazione di quelli presenti. L’ordinanza scadrà il 20 settembre 2024 con la speranza che la malattia rallenti e si possa riprendere la normale circolazione degli animali. L’art. 2 accentra l’attenzione sulla biosicurezza nelle zone di restrizione in modo che gli allevamenti che non siano in grado di raggiungere un livello adeguato di biosicurezza saranno destinati alla depopolazione. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 11 settembre 2024 alle ore 14.00.
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VIRKON S PASSAPORTO PESTE SUINA AFRICANA Quello che vuoi conoscere, quando lo devi sapere… sempre a portata di click! https://lnkd.in/dh4vC-hY L’accesso in tempo reale a dati certi e informazioni validate è una delle prime regole del gioco in questi mesi di allerta sanitaria in cui lo spauracchio della Peste Suina Africana campeggia in prima pagina sulla stampa nazionale e agita i sonni di ogni Attore di Filiera. In anticipo su un futuro che già bussa alla porta anche della Salute Animale, BWEB illustra Virkon® S in formato passaporto digitale per l'impiego nei protocolli di contrasto nei confronti di PSA. Nell'istante dell’urgenza, un semplice click del mouse offre a tutti la possibilità di consultare le informazioni per cui le più accreditate Istituzioni Veterinarie del Mondo hanno eletto Virkon® S a prima scelta disinfettante per la prevenzione di focolai epidemici in allevamento, anche in presenza di animali. Biosicurezza è un abito mentale da indossare tutti i giorni anche quando a’ nuttata sembra passata, il pericolo scampato, la documentazione superflua e l’informazione scontata. #virkons #virkon #biosicurezza #disinfezione #pestesuinaafricana #PSA #biocidi #disinfettanti #virkonizzazione #OneHealth #biofilm #unitec #inpresenzaanimali #suini #allevamentosuino #veterinari #ASF #LanxessBiosecuritySolutions
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Negli Stati Uniti è stato rilevato un ceppo di influenza aviaria HPAI in alcuni allevamenti di bovini da latte. I ricercatori stanno cercando di capire le esatte dinamiche di diffusione di questo virus dai volatili ai bovini e tra i bovini. Oltre che negli animali, il virus è stato rinvenuto anche in campioni di latte crudo e ha contagiato anche un operatore venuto a contatto con i bovini infetti, causando una congiuntivite. Sebbene siano stati identificati cambiamenti minori nella sequenza del virus identificato nell’uomo rispetto a quelle riscontrate nei bovini, entrambe le sequenze mantengono le caratteristiche genetiche tipiche dei virus aviari e per la maggior parte mancano di mutazioni che li renderebbero più adatti a infettare i mammiferi. Date le caratteristiche genetiche di questo ceppo, l’attuale rischio per la popolazione umana rimane basso. #aviaria #bovini #spillover
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🦠 𝐕𝐢𝐫𝐮𝐬 𝐇𝟓𝐍𝟏: 𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 🌱 Il 2025 si apre con una sfida sanitaria che fa tremare la comunità scientifica 🌍. L'influenza aviaria, causata dal virus H5N1, sta facendo parlare di sé non solo per i suoi impatti sugli uccelli, ma anche per un salto di specie inatteso: dai volatili ai bovini. 💬 «Questo virus, che da anni cerca di adattarsi all’uomo, non è ancora riuscito a compiere il salto definitivo al contagio umano-umano. Ma l’attenzione deve rimanere alta», spiega il professor Nicola Decaro, presidente dell’European College of Veterinary Microbiology. 📍 Cosa è accaduto? Negli Stati Uniti, il virus ha contagiato oltre 700 allevamenti bovini e portato alla morte di un paziente con patologie pregresse in Louisiana. Sebbene non ci sia correlazione tra i due eventi, il caso ha acceso i riflettori sulla possibilità di un ulteriore adattamento del virus 🐄. 📊 Quali sono i rischi? Il contagio umano rimane raro e limitato a chi è esposto direttamente ad animali infetti: allevatori, macellatori, veterinari. Il rischio alimentare è inesistente nei prodotti sottoposti a trattamenti igienici adeguati. Tuttavia, il latte crudo non pastorizzato può rappresentare un veicolo per il virus. 🇮🇹 In Italia possiamo stare tranquilli? Per ora sì, ma con cautela. Il sistema sanitario veterinario italiano è tra i più avanzati in Europa e monitora attentamente i casi di aviaria nei selvatici e nel pollame. «Il virus arriva principalmente attraverso le rotte migratorie degli uccelli infetti», sottolinea Decaro. 🛡️ Pronti a ogni evenienza Nel malaugurato caso in cui H5N1 si adattasse all'uomo, esistono già tre vaccini prepandemici pronti all’uso. Per ora, però, il virus rimane “maladattato” alla specie umana, incapace di trasmettersi facilmente. 📢 La sfida degli allevamenti Strutture intensive e familiari presentano rischi diversi. Negli allevamenti intensivi la biosicurezza è maggiore, ma la densità degli animali facilita la diffusione del virus. Al contrario, negli allevamenti all’aperto il rischio di contagio da selvatici è più alto 🐓. 🔍 Conclusioni Il rischio per la salute umana resta basso, ma la vigilanza è fondamentale. Come ha detto Decaro: «Tenere gli occhi ben aperti è essenziale per prevenire danni sanitari ed economici». Fonte: https://lnkd.in/dHe8fM4A #InfluenzaAviaria #H5N1 #SanitàVeterinaria #Agroalimentare #Biosicurezza #SaluteGlobale #Sostenibilità #Vaccini #Zoonosi #SicurezzaAlimentare #TeaGroup #AirQino
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Peste suina, Scordamaglia: “Grande apprensione, subito interventi” https://ift.tt/KgkXma5 (Adnkronos) – “L’apprensione è ovviamente grande lungo tutta la filiera, in quanto se non si realizzeranno subito gli interventi indispensabili a contenere la diffusione del virus è l’intera filiera nazionale ad essere a rischio. Oggi le priorità sono: contenere le zone con circolazione virale utilizzando sia barriere naturali (come i tracciati autostradali) che recinzioni da realizzare senza alcun ulteriore ritardo; ridurre drasticamente la popolazione di cinghiali che, come dicevamo sin dall’inizio, è quella che ha consentito l’alta circolazione del virus a cui ha fatto seguito l’ingresso negli allevamenti domestici”. Ad affermarlo è l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia intervistato dall’Adnkronos sull’emergenza peste suina in alcuni allevamenti di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. “Tale popolazione va assolutamente azzerata nelle zone colpite e ridotta drasticamente al di fuori delle stesse, – spiega Scordamaglia – facendo nel resto del Paese quello che altri Paesi come la Germania hanno fatto e noi no; indennizzare immediatamente gli allevamenti interessati, non solo quelli colpiti dal virus ma quelli che si trovano in zona 1, 2 e 3, che pur non colpiti direttamente sono paralizzati nella loro attività dalle mancate movimentazioni, dai fermi biologici e dalla totale svalorizzazione del valore riconosciuto a tali animali. In caso contrario avremo magari sconfitto il virus, ma non avremo più allevatori, soprattutto giovani, messi in condizione di continuare la propria attività”. “Le misure adottate nella recente ordinanza del commissario straordinario Giovanni Filippini sono inevitabili per il contenimento della diffusione virale, ma dolorose, per cui se non accompagnate da forme di sostegno immediate e certe per tutti gli allevamenti, a qualsiasi titolo interessati direttamente ed indirettamente da queste misure restrittive, oltre al virus scompariranno definitivamente anche gli allevamenti e con essi tutta la salumeria italiana”. The post Peste suina, Scordamaglia: “Grande apprensione, subito interventi” appeared first on Il Giornale dell'Umbria - il Giornale on line dell'Umbria. via Il Giornale dell'Umbria – il Giornale on line dell'Umbria https://ift.tt/bIeocxK September 03, 2024 at 12:04AM
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La #pestesuina avanza. Dopo l’arrivo un mese fa alle porte di Langhirano, patria del #prosciuttodiParma, i ritrovamenti di carcasse di cinghiale positive al virus continuano a ritmo serrato (al 13/05 siamo a 2.027) e pochi si sbilanciano nelle previsioni. I progressivi avanzamenti dei cinghiali malati e la mancanza di una strategia adeguata non incrementano certo la fiducia verso le istituzioni, che per due anni hanno mostrato l’assoluta incapacità nella gestione della crisi. In questa situazione disastrosa per l’intero comparto suinicolo, fa notizia il progetto di impiegare 177 militari dell’esercito. Si tratta di uscite che fanno sorridere gli esperti. Il fallimento dei commissari straordinari era già evidente un anno fa, quando i funzionari europei hanno fatto un sopralluogo (dal 15 al 27 giugno 2023) per monitorare l’andamento della peste suina. Il report della Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare (Dg Sante), pubblicato il 22 aprile 2024 (accompagnato dai riscontri forniti dall’autorità nazionale a dicembre del 2023), fotografa la situazione a distanza di un anno e mezzo dalla comparsa della malattia in Italia (nel gennaio 2022). “Le autorità regionali non sono state in grado di attuare adeguatamente il piano d’azione nazionale per i suini selvatici, tra i cui obiettivi figurava la riduzione della popolazione di suini selvatici. L’abbondanza di suini selvatici compromette gli sforzi delle autorità e dei cacciatori volti a rallentare la diffusione dell’infezione. Inoltre l’impegno delle autorità volto a confinare la popolazione di suini selvatici infetti e limitare il loro contatto con animali sani nelle aree adiacenti (recinzione delle zone infette) non ha dato esito positivo. Nelle regioni visitate non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati; in Liguria, ad esempio, su una popolazione stimata di circa 60.000 suini selvatici e un obiettivo di abbattimento di 30.000 capi nel corso dell’ultima stagione venatoria, ne sono stati abbattuti solo 13.300.” Positivo il ruolo delle autorità veterinarie che “sono complessivamente riuscite in larga misura a tenere lontana la malattia dagli allevamenti di suini grazie a un sistema aggiornato e accurato di registrazione degli allevamenti di maiali”. Al contrario, le autorità regionali “non sono riuscite ad attuare adeguatamente il piano d’azione nazionale con l’obiettivo di ridurre il numero di suini selvatici“. La notevole popolazione di cinghiali mina gli sforzi delle autorità e dei cacciatori per rallentare la diffusione dell’infezione. Tant’è vero che in autunno la peste è entrata in alcuni allevamenti di Pavia e oltre 40mila suini sono stati abbattuti. L'articolo integrale di Roberto La Pira su Il Fatto Alimentare https://lnkd.in/dYc3KrDs
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Negli #Usa è allarme aviaria? Terregino: “Non ci sono dati che confermino focolaio umano” Scoperto a inizio settembre un caso di influenza aviaria nell’uomo in Missouri. Che cosa è successo? Abbiamo ricostruito la vicenda in un'intervista esclusiva su One Health con Calogero Terregino, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che fa parte della Rete degli Istituti Zooprofilattici Italiani, e Direttore del Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria. «Nelle scorse settimane c'è stato un caso di contagio del virus dell'influenza A(H5N1) da bovino all’uomo nel Missouri che, secondo quanto si apprende, non sembra aver avuto contatti con animali potenzialmente infetti. Un'anomalia che ha generato una serie di domande relative ad una possibile circolazione del virus non individuata nella popolazione umana. Prossimamente saranno eseguiti test sierologici per capire se ci sono gli anticorpi specifici verso il virus dell’aviaria ma, attualmente, sembra di essere di fronte a speculazioni giornalistiche, nel senso che non c'è nessuna evidenza che faccia pensare ad un focolaio umano perché non ci sono dati che possano confermare questa ipotesi. Negli Stati Uniti esiste ormai un contesto consolidato da diversi mesiche vede la circolazione del virus dell'aviaria nell'avifauna e nel pollame. Più di recente c'è stato un evento di spillover unico causato da virus circolanti negli uccelli selvatici ad un allevamento di bovini da latte e successivamente la trasmissione fra diversi allevamenti, legata perlopiù alla contaminazione delle attrezzature per la mungitura che ha determinato oltre 250 casi, in 14 stati nel giro di brevissimo tempo. Una diffusione dovuta anche al continuo spostamento degli animali da uno stato all'altro che non ha consentito di eradicare prontamente il fenomeno e che ha portato ad alcuni casi di infezione nell’uomo. Attualmente i casi documentati sono 4 per ciò che riguarda il passaggio dai bovini all'uomo e 9 quelli dal pollame all'uomo, per fortuna si è trattato di casi non gravi che hanno accusato forme di congiuntivite o sintomi lievi» https://lnkd.in/enPt2qzf
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