Il progetto di assistenza territoriale previsto dal Pnrr, con l'implementazione delle Centrali Operative Territoriali (Cot), presenta diversi punti di forza che promettono di migliorare significativamente l'accesso e la qualità dei servizi sanitari. Innanzitutto, l'assistenza integrata e centralizzata offerta dalle Cot rappresenta un importante passo avanti, poiché fornisce ai cittadini un punto di riferimento unico per l'accesso ai servizi sanitari, semplificando notevolmente le procedure attraverso una semplice telefonata. Questo è particolarmente vantaggioso per i cittadini più fragili, come gli anziani, che beneficeranno di un supporto diretto e costante. Un altro aspetto positivo è il sistema di "cartella a casa", che consente un aggiornamento continuo della storia clinica del paziente. Questo migliora la qualità delle cure e garantisce una continuità assistenziale senza interruzioni, poiché i dati sono sempre aggiornati e facilmente accessibili dagli operatori sanitari. La riduzione del ricorso alle strutture ospedaliere è un ulteriore punto di forza del progetto. Le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità offriranno un'assistenza intermedia, riducendo la pressione sui pronto soccorsi e migliorando la gestione delle cure per i pazienti cronici e fragili. Il coordinamento regionale svolge un ruolo cruciale nel successo del progetto, garantendo un approccio organico e strutturato. Il rispetto delle scadenze e l'integrazione dei servizi dimostrano un'efficace pianificazione e gestione delle risorse a livello territoriale. Tuttavia, non mancano i punti di debolezza che potrebbero ostacolare la piena realizzazione degli obiettivi del progetto. Uno dei principali problemi è la carenza di personale, una sfida significativa non solo per la Liguria ma per tutto il sistema sanitario nazionale. Gli orari limitati delle Cot, attive solo fino alle 17 nei giorni feriali e fino alle 14 nei festivi, rappresentano un altro problema. Questa limitazione potrebbe ridurre l'accessibilità dei servizi, soprattutto per i pazienti che necessitano di assistenza fuori dagli orari standard. I tempi di implementazione delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità, che si protrarranno fino al 2026, ritardano i benefici attesi. La dipendenza dai fondi del Pnrr è un altro punto critico. La gestione delle risorse finanziarie sarà determinante per il successo del progetto, e qualsiasi incertezza in questo ambito potrebbe mettere a rischio la continuità e la qualità dei servizi. Infine, c'è il rischio di un potenziale sovraccarico delle Cot, dovuto alla gestione di un elevato numero di pazienti cronici e fragili. Questo potrebbe mettere alla prova la capacità operativa delle strutture, richiedendo un'attenta gestione e un eventuale potenziamento delle risorse disponibili per garantire un servizio efficiente e sostenibile.
Concordo con il commento di Massimo Tacchini. Aggiungo che non è sempre questione di risorse, ma anche. Basti pensare all'ultima riforma dedicata alla non-autosufficienza: un testo scritto molto bene e valido che si conclude con "le fonti di finanziamento sono da rintracciare". Aggiungo che continua a essere dimenticata una dimensione importante: il ruolo che il Terzo settore potrebbe giocare non solo per fornire servizi ma anche per sgravare le casse pubbliche. Soffriamo ancora di una forma di neostatalismo che ci impedisce di fare un salto di qualità.
Caro Luca criticità non di poco conto che però nascono da lontano: immaginare la collettività come una "utenza" e non come "clienti" che pagano con tasse e ticket e che giustamente pretendono per ciò che sostengono economicamente. Una operatività che "chiude" alle ore 17:00 o alle ore 14:00 già la dice lunga. I bisogni non si riposano, purtroppo. Il personale è una carenza un po' voluta. Mancanza di previsione e programmazione del turn over, mancanza di formazione, mancanza di giusta remunerazione, mancanza di premi sui risultati (vale solo per i direttori sanitari, generali e amministrativi?), mancanza di riconoscimento del merito...(continuo?). Le Cot già nascono sottodimensionate alle reali necessità. Inevitabile il congestionamento. Sistemi tracciati sulla carta, senza chi quei sistemi dovrà far funzionare. Ancora una volta è la politica a scrivere ciò che è incapace di realizzare e soprattutto gestire. E non è sempre e solo una questione di risorse finanziarie, alibi oramai desueto, ma come queste vengono spese. Ora mi taccio 🤬
Utile!
Cos'è la "cartella a casa"? Non sarebbe meglio avere la cartella sul cloud così che ci sia continuità di disponibilità dei dati quando al paziente anziano e fragile succederà di necessitare di un ricovero? O qualcuno sta già progettando che i fragili, se si riacutizzano, debbano morire a casa o in una RSA?
Ottima spiegazione!
Siete sulla strada sbagliata, dovete parlare con i cittadini e non con chi è imprenditore di sanità privata!
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10 mesiScusate ma il rapporto medico/ paziente in tutto questo “ riordino” che fine fa? E si saluti bene quanto sia importante! Date forza e mezzi I medici di famiglia! Altro che case della salute che saranno In mano ai privati Diventeranno case di burocrazia