Sebbene la L. 22 maggio 1978, n. 194, consideri l'interruzione volontaria della gravidanza come reato, la stessa legge identifica tre fattispecie in cui l'aborto non è punibile. La prima fattispecie riguarda l'interruzione volontaria della gravidanza entro novanta giorni dal concepimento, quando la prosecuzione della gravidanza comporta un serio pericolo per la salute fisica o psichica della donna. La seconda fattispecie si applica dopo il novantesimo giorno, in presenza di un grave pericolo per la vita della donna o di processi patologici che minacciano la salute della gestante. La terza fattispecie si riferisce ai casi di imminente pericolo di vita della donna, permettendo l'aborto senza le procedure standard. La legge stabilisce che la richiesta di interruzione volontaria della gravidanza deve essere fatta personalmente dalla gestante, anche se minore, con specifiche condizioni e procedure per ottenere l'autorizzazione del Giudice Tutelare. Ne parlo nella mia nuiova guida su One Legale per Wolters Kluwer Italia.
Post di Maida Milàn
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Mentre si discute da tempo su di una proposta di legge, già approvata in prima seduta dalla Camera dei Deputati il 26 luglio 2023, e all’esame del Senato, finalizzata a normare la maternità surrogata come “reato universale”, è stato presentato nel frattempo, lo scorso marzo, il DDL n. 1087 finalizzato a disciplinare la c.d. gravidanza solidale e altruistica, già regolamentata in alcuni Paesi esteri come il Regno Unito, Canada e Grecia, nei quali è ammesso solo il riconoscimento, in favore della gestante, di un rimborso avente ad oggetto le spese sostenute durante la gravidanza e direttamente o indirettamente collegate alla stessa. Il DDL 28 marzo 2024 n. 1087 si compone di 11 articoli e prevede un articolato sistema di controllo da parte del Tribunale per poter accedere alla gravidanza per altri solidale. Infatti, occorre l’omologazione da parte del tribunale competente per il luogo in cui sono state effettuate le procedure mediche di fecondazione (art. 2 comma 7 e 11). L’autorizzazione viene emessa in camera di consiglio su relazione del presidente del tribunale dopo aver verificato che i genitori intenzionali (o il genitore intenzionale) abbiano stipulato una polizza assicurativa a favore della gestante e un conto corrente per il versamento di tutti i costi relativi a gravidanza, parto e post parto fino a sei mesi successivi, prorogabili. Il rimborso di questi costi considera anche la perdita di capacità reddituale, ma non può costituire una forma di arricchimento oltre al rimborso per il mancato guadagno (art. 2 comma 9 lettere a,b, comma 13 e art. 3 commi 3, 4). https://lnkd.in/dzAjyWuM
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Le donne in gravidanza hanno diritto ad un diverso termine di impugnazione del licenziamento? Con la sentenza emessa, il 27.06.2024, nella causa C-284/23, la Corte di Giustizia UE afferma che la lavoratrice in gravidanza deve avere a disposizione un tempo ragionevole, più lungo di quello ordinario, per impugnare il licenziamento intimatole. La lavoratrice scopre di essere rimasta incinta dopo essere stata licenziata ed impugna il recesso una volta spirato il termine ordinario di tre settimane (successive alla irrogazione del provvedimento) previsto dalla normativa interna in Germania. Il Tribunale tedesco investito della questione, mediante un rinvio pregiudiziale, chiede alla CGUE se una normativa come quella in esame - che prevede l’ammissione del ricorso tardivo, in caso di scoperta dello stato di gravidanza successiva al recesso, entro il termine supplementare di due settimane - sia conforme o meno al diritto comunitario. La Corte di Giustizia rileva che una lavoratrice che non abbia conoscenza – per un motivo a lei non imputabile – della sua gravidanza prima della scadenza del termine ordinario previsto per l’impugnazione del licenziamento non può disporre di solo di due settimane per chiedere di poter proporre un ricorso giudiziale avverso il recesso. Secondo i Giudici, infatti, un termine così breve appare non conforme al diritto comunitario. Invero, continua la sentenza, tenuto conto della situazione in cui si trova una donna all'inizio della gravidanza, un lasso temporale così ristretto rischia di rendere molto difficile la possibilità per la stessa di farsi utilmente consigliare e, eventualmente, di redigere una impugnazione giudiziale del provvedimento espulsivo. Fonte: Lavorosi #lavoro #impugnazionelicenziamento #gravidanza
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Il 16 ottobre 2024 il Senato ha approvato il decreto legislativo che ha esteso la pretesa punitiva italiana nei riguardi del cittadino che all’estero commette il reato di maternità surrogata. In Italia, il reato è reato previsto e punito dalla Legge 40/2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” secondo la quale, all’art. 12, comma 6, “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.” Il recente intervento normativo aggiunge un nuovo periodo alla fine del comma 6 dell’art. 12 della legge n. 40/2004, per sottoporre alla giurisdizione italiana le condotte poste in essere dal cittadino italiano, riferibili al delitto di surrogazione di maternità, pure se commesse in territorio estero. Cosa significa maternità surrogata, reato universale e quali diritti per i bambini nati, loro malgrado, da tale pratica? Approfondisce l’argomento, l’avv. Alice Di Lallo #maternitàsurrogata #italia #reato
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*Licenziamento della lavoratrice in stato di gravidanza per giusta causa* 📜La Cassazione con la sentena n. 30082 del 21 novembre 2024 conferma la legittimità del licenziamento per giusta causa di una lavoratrice in stato di gravidanza, in deroga al divieto previsto dall’art. 54 del D.Lgs. 151/2001. 🖊️Secondo la Corte, il licenziamento è giustificato qualora venga accertata una condotta di "colpa grave" della lavoratrice, caratterizzata da: ▪️Ruolo attivo e reiterato in attività di concorrenza sleale, non episodiche; ▪️Violazioni di norme inderogabili di ordine pubblico nelle procedure lavorative; ▪️Danno patrimoniale rilevante per l’azienda. 🔎 Il caso: la lavoratrice, impiegata in un ufficio postale, è stata accusata di collaborare irregolarmente con operatori concorrenti, favorendo l’emissione di SIM intestate a terzi senza rispettare le procedure previste. La sua condotta ha comportato gravi violazioni, come false attestazioni e la violazione della pubblica sicurezza, oltre a favorire imprese concorrenti. 📖 La Cassazione ha ribadito che lo stato di gravidanza non esclude automaticamente la gravità delle condotte sanzionabili. Tuttavia, è necessario verificare se eventuali condizioni psico-fisiche legate alla gestazione abbiano inciso sul comportamento della lavoratrice. Nel caso in esame, tali elementi sono stati esclusi. 👉 Una sentenza significativa che approfondisce il delicato equilibrio tra tutele della maternità e rispetto delle regole contrattuali e deontologiche. Avv.to Roberto Finocchiaro
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Il trattamento normativo delle lavoratrici in stato di gravidanza è un tema particolarmente delicato, in qualsiasi giurisdizione. Di recente, infatti, un caso verificatosi in un tale contesto ha reso necessario l’intervento della Corte di Giustizia dell’UE che, esprimendosi sulla normativa tedesca, ha condiviso un principio di diritto potenzialmente applicabile a ciascuno Stato membro. La questione è particolarmente interessante, e ne abbiamo parlato più approfonditamente qui: https://lnkd.in/dbUNduP3 #morrirossetti #labour #CGUE
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Leggi il mio articolo per L'Opinione Tempi Moderni Maternità surrogata: reato universale o gesto altruistico? Il 16 ottobre 2024 il Senato ha approvato con 84 voti favorevoli e 58 contrari la legge che rende la gestazione per altri (comunemente nota come maternità surrogata o, in termini dispregiativi, “utero in affitto”) un reato universale, rendendo di fatto la proposta una legge in vigore a tutti gli effetti. Per comprendere meglio di cosa si tratta, la gestazione per altri è una gravidanza in cui una donna accetta di portare a termine una gestazione per conto di una coppia terza, i cosiddetti “genitori intenzionali”, attraverso la fecondazione assistita. Questa pratica è già vietata in Italia dalla Legge 40/2004, che punisce con la reclusione da tre mesi a due anni, e con una multa da 600.000 a un milione di euro, chiunque realizzi o organizzi la gestazione per altri o il commercio di gameti o embrioni. (Link per articolo completo: https://lnkd.in/d9Hsf56A ) #maternitasurrogata #gestazioneperaltri #reatouniversale
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Nausea e vomito per il 66% delle donne in gravidanza, studio italiano indaga l’impatto. (Adnkronos) – La nausea e il vomito colpiscono in totale il 66% delle donne durante la gravidanza in Italia, un dato che evidenzia la rilevanza numerica di questo disturbo; solo il 25% delle donne con nausea e vomito ha ricevuto un trattamento per contrastare i sintomi. Sono i dati che emergono dallo studio PURITY che […] The post Nausea e vomito per il 66% delle donne in gravidanza, studio italiano indaga l’impatto appeared first on Tuttoggi.info. http://ow.ly/NMb7105wszi
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La Norvegia ha esteso il limite legale per l’interruzione volontaria di gravidanza da 12 a 18 settimane di gestazione con un testo, che sostituisce una vecchia legge del 1978, votato in parlamento da una larga maggioranza. La nuova normativa prevede inoltre la possibilità di abortire fino alla 22esima settimana di gravidanza con il parere favorevole di due medici. Anche in Svezia è possibile accedere all’aborto fino alla 18esima settimana e, nella stessa direzione, procede la Danimarca che di recente ha annunciato l’intenzione di estendere il limite legale a 18 settimane, secondo una nuova legge che potrebbe entrare in vigore il prossimo mese di giugno. 🔵 È ora che anche il nostro paese aggiorni la normativa ed estenda il limite legale di età gestazionale in cui è possibile ricorrere all’IVG. Senza ulteriori ritardi, è necessario che si garantisca l’adeguamento della legge e delle procedure in materia di interruzione volontaria di gravidanza con il recepimento delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contenute nelle linee guida sull’aborto, secondo cui un limite legale troppo restrittivo costituisce di per sé una barriera di accesso alle cure abortive. L’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto, che dev’essere garantito innanzitutto su un piano normativo. Approfondisci il nostro report ‘Aborto a ostacoli’ 👉 al link nei commenti. 📸 Reuters #MedicidelMondo #Aborto #IVG #Diritti #Curiamoanchelingiustizia
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🤰🏼La condotta illecita del danno da nascita indesiderata, offre numerosi spunti di riflessioni viste le sue varie criticità in ordine alla sussistenza del nesso causale e alla legittimazione risarcitoria. Esso si presta a rappresentare una delle tematiche, forse, più delicate, in quanto con tale danno risarcibile si tende a ristorare una possibile ed eventuale «mancanza di scelta» della gestante, che al contrario, dovrebbe sempre poter decidere in che modo consentire il mutamento del proprio quadro familiare, restando padrona delle proprie decisioni. 📌 Per la giurisprudenza è ormai ben chiaro che la nascita indesiderata di un bambino sia da considerare come un danno risarcibile in quanto, laddove ricorra un'omessa diagnosi prenatale di patologie o malformazioni di cui è affetto il feto, sussiste il diritto della gestante a interrompere la gravidanza, ma anche nel momento in cui tale diritto viene annullato da un'informazione scorretta o carente, che avrebbe comportato una lesione del bene vita. ✍🏼 per All-In Giuridica del Gruppo SEAC 🔗 https://lnkd.in/dJEr_e3d #nascitaindesiderata #risarcimentodeldanno #danno #condottaillecita #responsabilitácivile
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Chi attraversa un momento delicato come l'aborto volontario, sa quanto può essere importante sentirsi comprese e supportate. Nel mio post dal blog, rifletto sulle possibili implicazioni emotive e culturali di questa scelta e su come potere affiancare le donne che affrontano un'interruzione volontaria di gravidanza. Leggi l'articolo completo: https://lnkd.in/dUtnDnqh
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