Un gesto semplice. Quando entriamo in un ambiente buio, per vedere cosa abbiamo intorno accendiamo la luce. Traslate questo semplice atto quotidiano nella complessità impercettibile dei #neuroni, mescolate con le realtà dell’#optogenetica, aggiungete un pizzico di “ingrediente” capace di attivare il tutto. Probabilmente, in questo modo giungerete a farvi un’idea molto semplice di un procedimento complesso che potrebbe “accendere” le #cellulenervose di una determinata area cerebrale, diventando un potenziale strumento di cura futuro per #patologieneurodegenerative. L’ipotesi, descritta su NeuroImage, viene dagli studiosi dell’ University of Rochester guidati da Manuel Gomez-Ramirez, che lavora presso il Del Monte Institute for Neuroscience dell’ateneo. #Cervello, #neuroscienze con Federico Mereta su Fortune Italia Fortune Italia Health Care+Economics #innovazione #tech #ricerca #medicina
Post di Margherita Lopes
Altri post rilevanti
-
Il Collicolo Superiore (SC) è una piccola struttura composta da due "protuberanze" poste sul lato dorsale del mesencefalo (alla sommità del tronco encefalico, per capirci), ed è tradizionalmente associata alla visione binoculare e alla localizzazione spaziale di oggetti, suoni, e stimoli, nonché a semplici funzioni riflessive. In sostanza, ci permette, ad esempio, di reagire a stimoli improvvisi ritenuti rilevanti, come ad esempio dirigere gli occhi e la testa verso un suono. Ma, una recente ricerca condotta dall'Università di Chicago (Peysakhovich et al., 2024) ha scoperto che questa particolare regione cerebrale è in grado di svolgere anche un ruolo nell'elaborazione di compiti cognitivi più complessi, come la categorizzazione visiva e i processi decisionali. Gli scienziati hanno infatti analizzato i modelli di attività delle cellule neuronali di alcuni primati in diverse regioni del cervello coinvolte nelle decisioni legate alla categorizzazione visiva. Questa attività è stata quindi monitorata sia nel SC, sia nella corteccia parietale posteriore (PPC), quest’ultima cruciale per le decisioni visive categoriali. E, con sorpresa, hanno scoperto che l'attività nel SC risultava essere persino maggiore rispetto a quella della PPC nel guidare i processi decisionali, suggerendo che il SC svolga un ruolo anche nel coordinamento di alcune funzioni cognitive superiori, tradizionalmente attribuite esclusivamente alla neocorteccia. Questa scoperta è interessante non solo per la presenza di tale attività nel SC, ma anche per le possibili implicazioni susseguenti il coinvolgimento di questa specifica regione cerebrale nella gestione di attività funzionalmente complesse. Infatti, poiché il SC è presente in tutti i vertebrati, dagli squali agli esseri umani, e si è evoluto per elaborare input visivi e generare movimenti corrispondenti, queste osservazioni potrebbero indicare che anche l'elaborazione spaziale è in grado di offrire un contributo significativo alle funzioni cognitive complesse quali le capacità di risoluzione dei problemi. Link: https://lnkd.in/e-AawzDy
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Scoperto il centro dei ricordi nel cervello: nuove prospettive per combattere l’Alzheimer La corteccia entorinale laterale svolge un ruolo cruciale nella formazione e richiamo dei ricordi nel cervello umano. Questa regione del cervello è coinvolta nel processo di memorizzazione delle informazioni e nella creazione di connessioni sinaptiche che permettono il recupero dei ricordi. La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per la comprensione delle malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer, che colpiscono proprio questa area cerebrale. Recentemente, sono state sviluppate nuove metodologie di ricerca per indagare ulteriormente sulla funzione della corteccia entorinale laterale. Questo articolo esplorerà il ruolo di questa regione cerebrale nella memoria e le prospettive future nella neuroscienza. #Alzheimer, #apprendimento, #biomarcatori, #cervello, #corteccia, #entorinale, #formazione, #ippocampo, #malattie, #memoria, #neurali, #neurodegenerative, #optogenetica, #reti
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
E' possibile che esista una relazione tra impulsi nervosi e radiofrequenze? (repost) I neuroni, come è noto, sono cellule eccitabili elettricamente ovverosia capaci di trasmettere -e dunque propagare- un segnale elettrochimico a partire da uno specifico impulso, al fine di permettere all'organismo di reagire adeguatamente a quel dato stimolo. E' emerso però recentemente che i canali di trasmissione nervosa potrebbero essere addirittura due, ciascuno con caratteristiche differenti e complementari. I ricercatori dell'Università Statale di Milano in collaborazione con il Centro per le Neuroscienze (Cinac) di Madrid e con l'Università di Trieste (Averna et al., 2022), hanno infatti osservato che la rete neuronale è in grado di "trasmettere" -e quindi di essere "ascoltata"- in doppia frequenza (AM e FM), esattamente come avviene per le onde radio. Gli studiosi hanno registrato l'attività elettrica neurale di un campione di individui avvalendosi di un sistema di elettrodi impiantati chirurgicamente nelle aree profonde del cervello, in modo da poterne "ascoltare" l'attività sia in AM che in FM, scoprendo per altro che il segnale rilevato in modalità FM risulta essere molto più preciso e meno suscettibile alle interferenze e al ”rumore” di fondo, mentre la frequenza AM appare meno nitida, ma anche meno influenzata dalla distanza. Queste osservazioni potrebbero dunque aprire la strada ad un nuovo approccio di indagine dell’attività cerebrale, capace di sfruttare proprio i segnali AM e FM per comprendere più approfonditamente la natura e le caratteristiche delle alterazioni alla base di determinati disturbi neurologici, quali le epilessie e il morbo di Parkinson. Personalmente però mi domando se oltre a "trasmettere" sulle due diverse bande, i neuroni potrebbero essere anche in grado -magari a un livello subcosciente e in particolari condizioni (ad es. durante il sonno)- di "ricevere" autonomamente le onde radio ambientali? E, se si, che tipo di influenza potrebbe avere tale ricezione sull'attività neurale e, di conseguenza, su cognizione e comportamento? Link alla ricerca: https://lnkd.in/eAVVfMUK
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
I Gangli della Base, un insieme di “isolotti” di nuclei nervosi immersi nelle profondità del cervello, sono noti principalmente per il loro ruolo integrato nella regolazione del movimento, l'apprendimento procedurale e la gratificazione. Tuttavia, emergenti evidenze neuroscientifiche suggeriscono la partecipazione di queste strutture anche in funzioni cognitive più raffinate. Rockhill et al. (2024) ad es., hanno portato alla luce un inaspettato coinvolgimento da parte del Putamen (che insieme al nucleo Caudato costituisce lo Striato dorsale) nella cognizione numerica. Lo studio, condotto su pazienti sottoposti a interventi di neurochirurgia cui sono stati presentati degli stimoli numerici sotto forma di simboli, parole o concetti, ha infatti evidenziato una particolare attivazione del Putamen durante l’esecuzione di questi task, suggerendo che la capacità di comprendere e manipolare concetti numerici non sia di appannaggio esclusivo della corteccia cerebrale, riflettendo potenzialmente le origini evolutive di questa funzione cognitiva. Il coinvolgimento del Putamen ad esempio, potrebbe riflettere un meccanismo di supporto nel processamento rapido di rappresentazioni numeriche o simboliche, contribuendo alla fluidità del pensiero astratto. Ma, oltre al Putamen, lo studio ha rilevato una potente attivazione anche da parte delle reti neurali sottostanti le aree parietali, il cui ruolo di “centro di calcolo” cerebrale è stato già ampiamente documentato (es. Arrighi et al., 2014). I dati raccolti in questo lavoro, tuttavia, sottolineano ulteriormente il coinvolgimento di queste regioni nella creazione delle rappresentazioni spaziali e astratte dei numeri, e nella trasformazione delle informazioni sensoriali e simboliche in funzioni più “operative”. Sicché, mentre il lobo parietale contribuisce al calcolo e alla manipolazione simbolica dei numeri, il putamen potrebbe svolgere un ruolo di "supporto" nella traduzione e nella fluidità del processamento di tali informazioni, integrando segnali sensoriali e simbolici in tempo reale. Il che avvalora ancora una volta l’esistenza di una collaborazione multi-sistemica tra reti neurali profonde e superficiali nella gestione ed elaborazione di funzioni cognitive complesse, come quella numerica. Ciò non solo invita a una revisione dei modelli neuroscientifici classici, sottolineando l'importanza di un approccio multidimensionale nello studio del cervello, ma è anche utile sul piano pratico. Infatti, dal punto di vista clinico queste osservazioni potrebbero aiutare a migliorare la precisione degli interventi neurochirurgici, consentendo di preservare aree critiche per la cognizione numerica e ridurre il rischio di deficit post-operatori. Mentre, sul piano educativo aprono la strada alla possibilità di improntare nuovi e più efficaci approcci strategici per l'insegnamento, in particolare, delle materie matematiche. https://lnkd.in/diVWXCWT
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
#MedicinaQuantistica e #BenEssere Oggi ti parlo di una branca innovativa, importante e molto affascinante della Medicina. Una Medicina basata sulla #Frequenza. 👉🏼 La Medicina Quantistica. ➡️ Conosci la sua "storia"? ➡️ Sai quali sono i principi su cui si basa? Un grande Scienziato, #NikolaTesla diceva: "Se vuoi scoprire i segreti dell'universo devi pensare in termini di Energia, Frequenza e Risonanza". 👨⚕️Il Prof. #CarloVentura, direttore del laboratorio di biologia molecolare e bioingegneria delle cellule staminali presso l’istituto di cardiologia dell’università di Bologna, in stretta collaborazione con Università della California, afferma che le cellule, come tutto l’universo, vibrano e, facendo ascoltare le giuste frequenze alle cellule staminali, queste ultime possono essere istruite per divenire cellule specifiche dei nostri organi. La vibrazione può dunque innescare la guarigione. 🔬Ricercatori come Fabien Maman ritengono che le cellule cancerose e quelle sane conducano le frequenze sonore in modo differente e che queste le possano influenzare. 👨⚕️Il professor #PiergiorgioSpaggiari, fisico e medico chirurgo, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina, uno dei massimi pionieri italiani della cosiddetta medicina quantistica afferma: “Il benessere è una questione di oscillazioni elettromagnetiche “ordinate”. Al contrario, la malattia “nasce” all’origine, e può essere rilevata, come un disturbo della rete elettromagnetica di controllo del traffico molecolare e solo allo stadio finale, quando si manifesta con tutta la sua sequela di sintomi, dolori, diventa un’anomalia della struttura molecolare del corpo.” – e continua dicendo – “L’organismo si mantiene in equilibrio dinamico grazie ai messaggi che le cellule si scambiano costantemente tra loro sotto forma di segnali elettromagnetici estremamente deboli, a frequenza definita. E’ proprio di queste energie infinitamente piccole, che si occupa la medicina quantistica, forse la più futuristica tra le medicine complementari”. Nel tempo sono state messe a punto nel settore medico dei macchinari che producono queste oscillazioni ordinate di guarigione. Il Prof. Georges Lakhovsky nel 1926 affermò che le cellule, i tessuti e gli organi funzionano come dei piccoli radioriceventi che risuonano alle onde elettromagnetiche della loro frequenza di risonanza. Se le cellule sono malate, allora vibrano ad una frequenza diversa da quella naturale e per guarirle occorre sottoporle alla frequenza giusta per obbligarle a vibrare alla frequenza “sana” per un determinato periodo fino a quando non lo fanno spontaneamente, come dare una spinta per far partire un’auto. Lakhovsky progettò e costruì un oscillatore a lunghezze d’onde multiple che, emettendo innumerevoli armoniche, era in grado di entrare in risonanza con qualsiasi gruppo di cellule del corpo umano che usò per curare tantissime persone ed ancora oggi è in uso.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
All’interno del SNC i neuroni comunicano tra di loro attraverso due tipi di sinapsi: chimica ed elettrica. Il primo tipo, il più diffuso e rappresentato negli esseri umani e negli animali superiori, prevede la trasmutazione del segnale da elettrico a chimico sfruttando molecole chiamate neurotrasmettitori. Questo perché i neuroni non sono a diretto contatto tra di loro ma sono separati da un minuscolo spazio detto "fessura sinaptica". Il secondo prevede invece una comunicazione diretta “cellula-cellula” e ha la peculiarità -a differenza del precedente- di essere bidirezionale (il che consente di sincronizzare le risposte dei diversi neuroni coinvolti e ottenere un'attivazione massiva e molto rapida). Quindi: le sinapsi chimiche sono più lente ma robuste mentre quelle elettriche sono più veloci ma meno efficienti. Si ritiene che negli esseri umani l’evoluzione abbia favorito la sinapsi di tipo chimico perché più accurata e meno dispersiva. Eppure, negli ultimi anni diversi studi hanno osservato la presenza di un numero maggiore -rispetto a quanto si ritenesse- di sinapsi elettriche in diverse aree cerebrali, lungo le varie reti neurali di comunicazione, suggerendo un ruolo di maggiore rilievo, rispetto a quanto ritenuto sin ora, di tali sinapsi all’interno dei circuiti nervosi. A tal proposito, un team di ricercatori dell'Institute of Neuroscience (University of Oregon, Eugene) sta indagando proprio le caratteristiche delle sinapsi chimiche con l’intento di capirne meglio il ruolo e le modalità attraverso cui possono influenzare la funzionalità delle reti cerebrali. In uno dei loro ultimi lavori (Martin et al., 2023) i ricercatori si sono concentrati sullo studio di una proteina, la Neurobeachina, nota per il suo ruolo nella formazione e il corretto funzionamento delle sinapsi chimiche (Kilimann et al., 2000). Questo peptide, infatti, si comporta da “concierge”, dal momento che indirizza altre proteine (anch’esse necessarie per il corretto funzionamento della sinapsi) verso il sito di formazione della sinapsi stessa. La cosa interessante però è che la Neurobeachina sembrerebbe implicata anche nella formazione delle sinapsi elettriche. Il ché lascia supporre la possibilità che questi due tipi di comunicazione nervosa siano molto meno indipendenti l’uno dall’altro di quanto sin ora ritenuto. Attraverso lo studio di modelli animali, il team ha altresì notato la presenza di cambiamenti comportamentali negli esemplari portatori di mutazioni a carico dei geni responsabili della codifica della Neurobeachina. E, poiché studi precedenti (es. Patterson et al., 2014; Gray et al., 2017) hanno già collegato tali mutazioni alla presenza di disturbi quali l'autismo e l'epilessia, è chiaro che indagare con maggiore dettaglio le modalità attraverso cui la Neurobeachina influisce sulla comunicazione nervosa potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio la natura di queste condizioni patologiche. Link: https://lnkd.in/dyTudwaz
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
🔴 InfoNurse Studio MNESYS individua aree del cervello più adatte all’impianto di protesi motorie, possibili impianti più efficienti. Ma anche il corpo “parla” con il cervello, infiammazione del colon aumenta il rischio di Alzheimer: Napoli, sabato 22 giugno 2024 – Il cervello parla con il corpo e lo influenza. Comprendere la connessione tra il cervello e il resto del corpo è proprio lo scopo dello Spoke 4 di MNESYS dedicato a “Percezione e interazione cervello-corpo”. “Lo Spoke 4 si occupa di indagare il modo in cui il cervello interagisce con l’ambiente, cioè di […] L'articolo Studio MNESYS individua aree del cervello più adatte all’impianto di protesi motorie, possibili impianti più efficienti. Ma anche il corpo “parla” con il cervello, infiammazione del colon aumenta il rischio di Alzheimer scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times. Infermieri & OSS 👇
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
IL RUOLO DEL CERVELLO NELLA SINCRONIZZAZIONE DI CUORE E RESPIRO. Una nuova ricerca svela come il cervello interpreta i segnali cruciali provenienti dal cuore e dai polmoni, illuminando l'intricata danza della comunicazione interna che è alla base della nostra salute e delle nostre funzioni cognitive. Questo studio si concentra sul ruolo del talamo nell'intrecciare il costante input sensoriale del nostro sistema cardiovascolare e respiratorio nel nostro tessuto neurale. Attraverso dettagliate registrazioni di microelettrodi durante interventi chirurgici di stimolazione cerebrale profonda, i ricercatori hanno trovato una porzione sostanziale di neuroni sintonizzati sui ritmi dei nostri battiti cardiaci e respiri, evidenziando una complessa rete dedicata a mantenere l'armonia corporea. Questo lavoro pionieristico non solo approfondisce la nostra conoscenza dell'interazione cervello-corpo, ma preannuncia anche nuove direzioni per la ricerca medica attraverso le discipline, dalla psichiatria alla cardiologia, mostrando l'importanza fondamentale dei nostri ritmi interni nel benessere generale. A cura di Rino Mastromauro D.O. m.R.O.I. Original Research: “Single neurons in the thalamus and subthalamic nucleus process cardiac and respiratory signals in humans” by Vibhor Krishna et al. PNAS
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
NurseTimes InfoNurse Studio MNESYS individua aree del cervello più adatte all’impianto di protesi motorie, possibili impianti più efficienti. Ma anche il corpo “parla” con il cervello, infiammazione del colon aumenta il rischio di Alzheimer: Napoli, sabato 22 giugno 2024 – Il cervello parla con il corpo e lo influenza. Comprendere la connessione tra il cervello e il resto del corpo è proprio lo scopo dello Spoke 4 di MNESYS dedicato a “Percezione e interazione cervello-corpo”. “Lo Spoke 4 si occupa di indagare il modo in cui il cervello interagisce con l’ambiente, cioè di […] L'articolo Studio MNESYS individua aree del cervello più adatte all’impianto di protesi motorie, possibili impianti più efficienti. Ma anche il corpo “parla” con il cervello, infiammazione del colon aumenta il rischio di Alzheimer scritto da Redazione Nurse Times è online su Nurse Times. serio ed affidabile
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Circuito neuronale informa sul movimento oculare Costruito un modello di rete neurale basato direttamente sullo schema elettrico ricostruito che fa previsioni per la codifica a risoluzione cellulare della posizione degli occhi e della dinamica neurale Lavorando con larve di pesce zebra di una settimana, i ricercatori della Weill Cornell Medicine e colleghi hanno decodificato il modo in cui le connessioni formate da una rete di neuroni nel tronco cerebrale guidano lo sguardo dei pesci. Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, ha scoperto che un circuito artificiale semplificato, basato sull'architettura di questo sistema neuronale, può prevedere l'attività nella rete. Oltre a far luce sul modo in cui il cervello gestisce la memoria a breve termine, i risultati potrebbero portare a nuovi approcci per il trattamento dei disturbi del movimento oculare. https://lnkd.in/gBF4RQ2G
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
pensionato presso INPS
5 mesiInteressante