G di Ryan GANDER La presenza di un topo in una mostra, con la testa che sbuca da un foro della parete, è sorprendente. Ancor più quando si rivolge ai visitatori con una voce infantile, quella della figlia dell’artista Ryan Gander. Con malizia e ironia, Gander realizza lavori che mettono in discussione i meccanismi di percezione di un'opera d'arte all'interno del complesso rapporto tra realtà e finzione, invitando lo spettatore a una riflessione sull’immaginazione e il sogno. “The Trilogy”, 2018-2020, è la sua trilogia di topolini che, installati nelle sedi di Pinault Collection a Venezia e Parigi, animano discretamente ognuno dei tre spazi di Palazzo Grassi, Punta della Dogana e Bourse de Commerce - Pinault Collection filosofeggiando e attirando l’attenzione dei visitatori, invitati ad accovacciarsi per ascoltare da vicino le loro parole. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! Ryan GANDER © Adagp, Paris. Photo: Matteo De Fina
Post di Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection
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✨ Nuovo evento ✨ Ischia Film & Art Festival Luchino Visconti - VII edizione 2024 Collettiva di Pittura, Fotografia, Digital Art “Dimensioni Magiche del Cinema” In questo evento presento la mia opera “Paradosso di Libertà” 50x100 cm tecnica: foto d’autore su tela postprodotta lavorata con acrilico e tecnica mista Le giostre nel cinema non sono solo un’attrazione visiva, ma un potente simbolo che evoca una vasta gamma di emozioni e significati. Come nel quadro, la pellicola inizia a girare e lo spettatore sale a bordo, venendo trasportato in mondi straordinari e incantati. Questo viaggio rappresenta l’avventura e la fantasia che il cinema può offrire, portando gli spettatori in luoghi al di là della loro immaginazione. Tuttavia, le giostre vanno oltre il mero divertimento. Esse simboleggiano anche la nostalgia per il passato e l’instabilità della vita. Attraverso i loro movimenti circolari, le giostre rappresentano il ciclo della vita, con i suoi alti e bassi, riflettendo la natura mutevole dell’esistenza umana. Le giostre sono state raffigurate in molti film, ma diventano anche simbolo di avventura, nostalgia, rischio, infanzia, felicità, e fuga dal quotidiano. Esse sono il luogo dove i personaggi si confrontano con sé stessi e con il mondo che li circonda, trovando conforto, gioia o anche pericolo. Per me rappresenta un elemento iconico nel cinema, in grado di evocare emozioni profonde e coinvolgere l’immaginazione degli spettatori in un viaggio emotivo e psicologico.
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Marisa Settembrini e Patrizia Quadrelli in una scenica installazione fiorentina al Plus Florence, fra geometrie, moto e poesia. “Tutto si muove e ondeggia…”. E noi siamo qui con quel tutto. Partendo dagli scritti di Lucrezio sulle leggi della natura e sulla natura delle cose, sappiamo che il moto è principio che caratterizza ogni tipo di materia, da quella relativa allo spazio cosmico a quello dell’animo umano. In uno spazio al Plus Florence di Firenze ove alberga già il progetto “Scenari”, è ospitata la mostra “SPAZIO FORME E COLORI” con le installazioni delle artiste PATRIZIA QUADRELLI e MARISA SETTEMBRINI. L'esposizione da me curata è una sorta di termometro della spettacolarità e della storicità dell’arte nuova, di un'arte che si fa veicolo di novelle idee scolpite nella cultura occidentale, di un'arte capace di rigenerare mondi e uomini, e si fa anche bussola in un mare di proposizioni della cultura e delle arti internazionali. Ecco quanto scrivo nel merito dell’installazione fiorentina delle artiste Settembrini e Quadrelli: “Continua il lavoro installativo delle artiste Patrizia Quadrelli e Marisa Settembrini, che avviene per cicli e affonda e ruota attorno alle geometrie del mondo, uno scandaglio che oggi afferra e mostra la simbologia della pioggia, innestando così il loro discorso creativo sui grandi temi ambientali capaci di sconvolgere i paesaggi del mondo. Sono ancora chiare le “novelle frammentazioni”, tracce innervate nelle propaggini dello spazialismo di Lucio Fontana e ancor più sulle disseminazioni di Pino Pinelli. Forme geometriche, costruzioni, accumulazioni, estensioni, inserzioni, un linguaggio analitico eppure complesso che osserviamo nel nostro quotidiano. Mi sovvengono due affermazioni di Giovanni Keplero (XVII sec.) che dicono: “Dove vi è natura, lì vi è geometria”, e ancora “La geometria è l'archetipo della bellezza del mondo”. Affermazioni chiare ed esplicite. Come sintomatica è l’affermazione di Paul Klee: “Tutta l’arte è un ricordo all’origine, è nell’oscurità, i suoi frammenti vivono sempre nell’artista.” Ecco l'articolo a mia firma Prof. Carlo Franza uscito su IL GIORNALE phttps://lnkd.in/exT2HzHN.
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La sede milanese della galleria C N Gallery CANEPANERI Contemporary Art Gallery based in Milan and Genoa prosegue l’esplorazione della scena emergente internazionale con la seconda tappa, dopo quella genovese della scorsa estate, della collettiva The Name of The Rose. Step 2 (sino al 29 ottobre). Il progetto espositivo, a cura di #CharlesMoore, mette insieme 5 artiste diverse le cui opere in mostra sono legate dallo stesso filo conduttore del colore rosa, che declinato nelle sue diverse tonalità racconta il valore e il significato del loro fare artistico. L’articolo completo oggi nel mio #blog!
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- Arte per il Sabato - “Giovane che guarda Lorenzo Lotto” di Giulio Paolini (1967) “Controfigura (critica del punto di vista)” di Giulio Paolini (1981) Ormai due classici dell’arte concettuale, queste fotografie realizzate su tela emulsionata. Il primo, “Giovane che guarda Lorenzo Lotto” del 1967, è un lavoro che riflette sull’atto di guardare l’opera d’arte. Si riprende il “Ritratto di giovane uomo” di Lorenzo Lotto e si attua un ribaltamento del punto di vista ponendo l’attenzione su ciò che sta fuori dalla riproduzione fotografica. La scelta del titolo rafforza il disorientamento: chi sta guardando l’uomo ritratto? Circa quindici anni dopo in “Controfigura (critica del punto di vista)” Paolini, con un fotomontaggio, sostituisce gli occhi del giovane con l’immagine dei suoi stessi occhi. Il ribaltamento delle parti è ancor più accentuato, entra in gioco anche il ruolo dell’artista che diventa, al tempo stesso, esecutore e fruitore dell’opera: guarda se stesso e insieme propone al pubblico il suo punto di vista. Nessuna soluzione in questo labirinto. Giulio Paolini disse in un’intervista: “L’arte non si preoccupa dell’osservatore, l’arte non osserva, l’osservazione è a senso unico, è lo spettatore che la guarda. Nella mia idea l’arte non ha nessun obbligo, va per conto suo. L’arte è oltre quella porta, non ci ascolta né si interessa a noi”. Il riferimento a un capolavoro del passato a me sembra così tanto post moderno. #arte #art #arteconcettuale
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Ti aspetto alla prima visione del documentario che ho realizzato con Luca Cato' - Cinema Conca Verde di Bergamo - martedì 24 maggio ore 21:00 -
#abbecedarionaturale al Cinema Conca Verde venerdì 24 maggio ore 21:00 Nato come falegname nel laboratorio del nonno, Cesare Benaglia incontra, dapprima la pittura, e poi decide di abbandonare il lavoro d'artigiano per dedicarsi totalmente all'arte: Inizierà un percorso di ricerca che toccherà un po' tutte le dimensioni espressive dell'arte contemporanea. #abbecedarionaturale #parcodeicolli #film #cinema #documentario #people #naturalartwork #naturalart
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✒ Il van Gogh di Liz Taylor e l’ambiguo mercato delle opere rubate “Secondo alcune stime il mercato «nero» dell’arte, relativo cioè a opere di provenienza illecita, ha un valore di ben oltre sei miliardi di euro all’anno. Per avere un’idea delle dimensioni, si pensi che la Gioconda di Leonardo è assicurata dal Louvre per circa ottocento milioni di euro, il che significa che è come se sul mercato illegale dell’arte si vendessero ogni anno più di otto quadri di valore pari alla Monna Lisa. O, se si vuole, venti con un prezzo uguale a quello di Nafea Faa Ipoipo (Quando ti sposi?) di Paul Gauguin, tra i quadri più costosi venduti in tempi recenti, passato di mano per circa trecento milioni di euro in una transazione privata nel 2015. Sebbene le più celebri opere d’arte rubate siano state a volte ritrovate (anche per la difficoltà di rivenderle), si calcola che attualmente i capolavori illegittimamente sottratti e dei quali non si hanno più tracce siano nell’intorno dei duecentomila, rappresentando, come qualcuno ha osservato, il più grande museo d’arte del mondo”. Nel suo ultimo libro, Marco Ventoruzzo ci accompagna tra botteghe di pittori, gallerie di collezionisti e corti dei tribunali, in un viaggio alla scoperta del rapporto tra diritto e arti figurative scandito da aneddoti curiosi e retroscena clandestini. 📲 Un estratto del saggio, pubblicato su Linkiesta: https://lnkd.in/dSYfuexN 📖 E, per approfondire il tema, “Il van Gogh di Liz Taylor” 👉 https://lnkd.in/dET7w-W8 #libri #arte #diritto
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"Considerato l’evento mondano più esclusivo al mondo, con un red carpet che poco ha da invidiare a quello degli Oscar grazie a star del calibro di Rihanna, Beyoncé, Timothée Chalamet e Harry Styles, il Met Gala produce foto, video, aneddoti e gossip che, a partire dai social network, vivono ben oltre la sua durata. L’enorme portata della soirée è all’altezza della retrospettiva che, in teoria, dovrebbe essere la protagonista dell’intero progetto?" Leggi l'articolo completo su #pambianconews
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FUORI DA DENTRO FILIPPO MORONI AND GIULIA NELLI Curatori An Paenhuysen e Mengyin Wang Fuori da Dentro è la mostra bipersonale di Filippo Moroni e Giulia Nelli nell'ambito di Artra Projects, progetto dedicato a giovani artisti. Moroni e Nelli espongono sculture, installazioni site-specific e le loro ultime opere. Prendendo ispirazione dalla tragedia e dalla commedia, il dramma del lavoro di Moroni si manifesta in ogni sua piega. L'artista gioca con la materia, testandone i confini nell'interazione emotiva. Lo fa in un processo ripetitivo di distruzione e reinvenzione. Da un lato, Moroni vuole accelerare il potenziale in decomposizione del suo lavoro, e dall'altro, è desideroso di ripristinarlo. Questo porta ad uno stato di fluidità, che si muove verso l'interno o verso l'esterno, culminando nel fatto che dopo la distruzione immaginativa, qualcosa rimane. Nelli studia le relazioni umane nella società. Come esseri, siamo in uno stato di costante scambio reciproco, pertanto l'esistenza può essere immaginata come una casa dalle finestre aperte. Una finestra è un oggetto fisso attraverso il quale si guarda. Ci dà una vista dell'esterno, ponendo dei limiti alla vita brulicante. Nel lavoro di Nelli, il ruolo stabilizzante della finestra tra esterno e interno è meno preciso. È convertito invece in uno schermo quasi fluente e fugace. Piuttosto che alla visione dell’esterno, l'artista sembra interessata a come la finestra getta luce all'interno. Il nylon nero suggerisce che è notte, mentre la sua morbida e porosa qualità permette ombre e increspature di luce riflessa. Il tessuto sintetico è anche il materiale con cui lavora Moroni. Sulle superfici sontuose, potrebbe essere catastrofe e tragedia, se non fosse per la texture sensuale, i colori brillanti, e le morbide pieghe. Il surplus di queste tele sovrasature suggerisce un impulso più profondo, forse tanto emozionante e pericoloso quanto il desiderio. Artificio e spirito di stravaganza si sono trovati qui, non importa a quale costo. Se si dovessero cercare riferimenti letterari, il lavoro di Nelli rimanderebbe agli scritti di Virginia Woolf, i cui principali romanzi iniziano tutti con riferimenti alle finestre. Spesso queste finestre offrono una sorta di libertà per contemplare e meditare, per immaginare e fantasticare tra interni ed esterni, tra vita privata e pubblica, tra il conosciuto e l'ignoto. "Il futuro è buio, che è la cosa migliore che il futuro possa essere, penso," Woolf scrive nel suo diario il 18 gennaio 1915. Galleria Artra Via Gasparotto 4, 20124 Milano 05 novembre al 20 dicembre 2024. Inaugurazione 5 novembre ore 18.00 Aperto dal lunedì al venerdì dalle 14:30 alle 19:00, sabato su appuntamento www.artragalleria.it Matteo Masciulli: +39 3423579950 Marcella Stefanoni: +39 3333260984 artragalleria@tin.it Instagram: @artra.galleria.milano
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L'arte contemporanea è un viaggio tra gli stencil? Buona lettura.
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