Si chiude a quota 84,7 miliardi di euro il 2024 di LVMH. Un risultato che segna una flessione del 2% a cambi correnti (+1% a valuta costante) per il numero uno del lusso francese, in linea con la performance dei primi nove mesi del fiscal year (anch’essi archiviati a -2 per cento)
Post di Pambianconews
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Il settore del lusso è sotto pressione oggi sui mercati europei, dopo che la big francese LVMH ha pubblicato ieri sera i numeri preliminari del terzo trimestre. Le vendite si sono contratte del 2%, anche se il fatturato è rimasto saldo sopra la soglia dei 60 miliardi, un indicatore di una discreta tenuta del business a dispetto dell'atteso rallentamento del mercato cinese. Questa mattina però, un sentiment negativo è tornato a pesare sul comparto, che evidenzia consistenti perdite. LVMH a Parigi segna un calo prossimo al 3%, mentre Kering cede l'1,11%, L'Oreal l'1,12% ed Hermes lo 0,62%. A Londra si conferma in rosso anche Burberry che perde lo 0,22%, sopra i minimi dell'avvio. Non fanno meglio a Piazza Affari Moncler, che arretra dell'1%, e Brunello Cucinelli dello 0,5%, allineandosi a Salvatore Ferragamo, che perde l'1%, dopo aver chiuso i primi nove mesi dell'anno con un calo dei ricavi dell'11%. #lusso #trading #fashion https://lnkd.in/df-zWjzc
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Si sa che i risultati di LVMH sono un benchmark per il settore. E i numeri che il gruppo francese ha diffuso questa sera dicono che la situazione resta seria. Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato di Lvmh si è fermato a 60,8 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma, soprattutto, nel terzo trimestre dell’anno moda e pelletteria, che rappresentano il cuore delle attività del colosso di Parigi, sono in calo del 5%. Numeri che hanno sorpreso negativamente gli analisti, che stimavano invece una leggera crescita. L’articolo di TPF-ThePlatform nel primo commento.
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All’inizio di quest’anno Bernard Arnault aveva anticipato che il 2024 sarebbe stato un anno di “normalizzazione” del lusso dopo il boom seguito al Covid. Ma più che una normalizzazione forse è una messa in discussione del concetto stesso. Oggi LVMH, il gruppo che fa capo ad Arnault, ha diffuso i risultati del primo semestre: i ricavi sono stati pari a 41,7 miliardi di euro in calo dell’1% rispetto al primo semestre del 2023 e in aumento del 2% a livello organico. Con un secondo trimestre in cui la crescita organica dei ricavi è stata dell’1% (+3% nel primo trimestre). L’utile da operazioni ricorrenti del semestre è stato di 10,7 miliardi di euro (-8%), pari a un margine del 25,6% sui ricavi, “significativamente” superiore ai livelli pre-Covid. La quota di utile netto di gruppo è stata di 7,3 miliardi (-14%). I cambi hanno avuto un impatto negativo. Complessivamente sono dati leggermente inferiori alle attese e in questo momento gli Adr Lvmh sono in calo di oltre il 4%. L’articolo di TPF-ThePlatform nel primo commento
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Il quarto trimestre in lieve ripresa dell’1% non è stato sufficiente a far riguadagnare terreno al colosso del lusso di Bernard Arnault, che chiude l’esercizio con un fatturato in flessione del 2%. Sui risultati pesa la divisione fashion di cui fanno parte Louis Vuitton, Dior e Fendi, con entrate in calo del 3% a 41 miliardi. Utile netto a 12,5 miliardi (-17%)
Lvmh tira il freno, nel 2024 i ricavi scendono a 84,6 miliardi | MilanoFinanza News
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LVMH è il primo gruppo del lusso a dichiarare i risultati del primo trimestre 2024, dopo il profit warning di Kering. Secondo Reuters il rallentamento è causato dall’aumento dei prezzi che ha spinto più acquirenti aspirazionali a risparmiare anziché a spendere. La divisione Fashion & Leather Goods ha registrato un calo delle entrate (circa 10,5 miliardi di euro) del 2% a cambi attuali e una crescita del 2% a valori organici comparabili e cambi costanti. Anche questo dato, secondo Reuters, è in linea con le attese degli analisti.
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Lvmh chiude i primi nove mesi dell’anno con un giro d’affari pari a 60,7 miliardi di euro, in calo del 2% a cambi correnti (reported) e stabile a cambi costanti (organic) rispetto allo stesso periodo del 2023
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💎 Il settore del lusso è in difficoltà Dopo anni di espansione sostenuta, il settore del lusso sta attraversando un periodo di difficoltà. I segnali di debolezza sono evidenti nei risultati trimestrali di giganti come LVMH e Kering. Nel primo semestre del 2024, LVMH ha registrato una contrazione del 14% negli utili rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre Kering ha subito un crollo del 50%. Questo deterioramento si è riflesso anche in Borsa: dal picco di luglio 2023, il titolo LVMH ha perso circa il 30% del suo valore. L’intero comparto è in sofferenza e, da marzo 2024, ha visto evaporare oltre 240 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ma quali sono le cause di questa flessione? Prima di tutto, il rallentamento dell’economia cinese ha avuto un impatto notevole, dato che i consumatori cinesi rappresentano circa il 30% della spesa mondiale per beni di lusso. In secondo luogo, la fine dei lockdown ha scatenato un boom di acquisti che ora sta tornando a livelli più sostenibili, segnalando una “normalizzazione” della domanda. Infine, l’inflazione elevata ha colpito anche i consumatori americani, che hanno ridotto le spese in prodotti di lusso, aggiungendo pressione al comparto. Nonostante queste difficoltà, il mercato del lusso rimane gigantesco, con un valore stimato intorno ai 1.500 miliardi di dollari in termini di ricavi. Tra le principali aziende spiccano LVMH con una capitalizzazione di mercato di 341 miliardi di dollari, Hermès con 236 miliardi e Dior con 116 miliardi. Tuttavia, non tutte le aziende stanno soffrendo. Hermès, ad esempio, ha riportato una crescita del 6,4% dei profitti nel primo semestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Anche Ferrari ha brillato, con un incremento del 21% degli utili nello stesso periodo. Da inizio anno, il titolo Ferrari ha registrato un rialzo del 41%. Come si evolverà il settore nei prossimi anni? Dicci la tua nei commenti! Contenuto realizzato in collaborazione con Nabila Finanza. #lusso #ferrari #economia
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Industrial consultant -managing partner-senior associate
2 mesiPerò. Che business sensibile. A ricavi di fatto stabili utile meno 17.