ENTI LOCALI E STATALI. Il trend colpisce di più i Municipi e i loro Uffici tecnici. Lombardia: meno 13,3% di dipendenti rispetto alla media nazionale. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo in edicola lunedì 6 maggio.
Un tempo, difficilmente si rinunciava a un lavoro così. Il celebre posto fisso. Sicuro, di un certo prestigio, con le dovute garanzie. Il segno dei tempi si legge anche nella «fuga» dalla pubblica amministrazione, dai Comuni e in particolare dagli Uffici tecnici: pochi giovani ambiscono a quella posizione, ben più attratti da occupazioni nel privato meglio pagate, e intanto il pensionamento dei «veterani» rende il turnover un rebus quasi irrisolvibile.
Da un lato ci sono molti pensionamenti di dipendenti storici negli enti locali, dall’altro lato si fa fatica a trovare personale che abbia interesse a lavorare in questo settore, e la ricerca è ancora più difficile per il personale qualificato. Vale per più profili, sia tecnici sia finanziari, penso a quei ragionieri che rappresentavano figure storiche in tanti Comuni. Molti enti vivono situazioni di disagio, c’è scarsissimo interesse da parte dei giovani a partecipare a concorsi».
«I giovani ritengono gli enti locali poco attrattivi in particolare perché il trattamento economico non è rapportato al peso delle responsabilità che gravano su certe professionalità»
Il polso quotidiano di chi vive gli uffici pubblici restituisce particolare preoccupazione per gli Uffici tecnici, specie in un periodo ad alta intensità di lavoro: «È un periodo in cui c’è molto lavoro legato agli adempimenti del Piano nazionale di resistenza e resilienza, il Pnrr – rileva Serlenga –, e per questo servirebbe più personale. Si tratta di procedimenti spesso complessi, che richiedono elevate competenze: ma nonostante tutto i Comuni stanno riuscendo a portare avanti i progetti, nessuno rinuncia ai disagi, ma il disagio c’è.
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