𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 La riflessione filosofica sull’educazione, come suggerito dall’illuminante titolo del libro di don Luigi Giussani, “Il rischio educativo“, ci invita a considerare l’educazione non come un percorso predefinito o una formula garantita di successo, ma piuttosto come un’odissea ricca di incertezze, una sorta di alchimia del cuore e della mente. Questo concetto ci porta a riconoscere che educare non è un mero trasferimento di conoscenze o competenze, ma un’avventura umana profondamente radicata nella relazione tra l’educatore e l’educando. È un processo dinamico che si snoda attraverso esplorazioni e scoperte, a volte con risultati inaspettati. L’educazione diventa, in questo senso, un viaggio nel mistero dell’altro, un cammino imprevedibile dove ogni passo è un rischio e ogni interazione un’opportunità per una trasformazione reciproca. Sottrarsi al rischio, in un contesto educativo e di crescita personale, rappresenta il rifiuto di affrontare l’inesorabile incertezza e la complessità che caratterizzano il percorso dell’apprendimento e dello sviluppo umano. In questa prospettiva, l’educazione non si limita a essere un processo lineare che mira a un fine definito o a risultati misurabili. Al contrario, si configura come un processo organico e aperto, simile a una reazione alchemica in cui diversi elementi si combinano in modi talvolta incomprensibili, producendo risultati che possono sorprendere sia l’educatore sia l’educando. Come in un laboratorio alchemico, dove l’alchimista mescola ingredienti con la speranza di scoprire qualcosa di nuovo e prezioso, così l’educatore introduce idee, valori, esperienze nella vita dell’educando, senza la certezza di quale sarà il risultato finale. Questa incertezza e imprevedibilità rendono l’educazione una sfida continua, dove gli errori e i fallimenti non sono segni di difetto, ma parte integrante del processo di apprendimento. L’errore, in questo contesto, diventa un momento essenziale di crescita, un’opportunità per riflettere, per riconsiderare e per riadattarsi. L’educando, attraversando queste fasi, non solo acquisisce nuove conoscenze, ma sviluppa anche resilienza e flessibilità, imparando a navigare nel mare mutevole della vita. Questa visione filosofica dell’educazione, quindi, sottolinea l’importanza di un approccio pedagogico centrato sulla persona, che valorizza le esperienze di vita, le emozioni e la crescita interiore oltre alla pura acquisizione di conoscenze. È un invito a vedere l’educazione come un’arte, dove l’educatore è più simile a un artista piuttosto che a un tecnico che applica formule standardizzate. #teencoaching #educareadolescenti #rischioeducativo #crescitapersonale
Post di Pietro Riparbelli
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𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐥'𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨: 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 La vera essenza dell'educazione dovrebbe non solo trasmettere conoscenza, ma innescare il desiderio profondo di interrogare la realtà che ci circonda. Insegnare non significa riempire un vaso, ma piuttosto accendere un fuoco, come suggerisce Montaigne negli Essais. E che fuoco può essere più ardente dell’interrogativo filosofico? Il fuoco del desiderio che mai si realizza pienamente e per questo brucia in eterno, quale processo infinito di evoluzione. Il fuoco del desiderio che fa muovere l’uomo, passo dopo passo, verso la realizzazione e la trascendenza del sé. Insegnare ai giovani a formulare domande, e a convivere serenamente con l'assenza di risposte, è un atto di profonda rilevanza filosofica. È un invito a esplorare l'ignoto piuttosto che circoscrivere il noto. È un richiamo a valutare il viaggio intellettuale in sé, piuttosto che la destinazione. Questo approccio non solo nutre la mente, ma anche l'anima, insegnando che la vita stessa è un tessuto di misteri spesso indecifrabili. La filosofia, quindi, non dovrebbe essere insegnata come una serie di dottrine cristallizzate, ma come un metodo, un approccio al pensiero che abilita l'individuo a navigare attraverso la complessità del reale. Questo metodo, il filosofare, è un invito a non accontentarsi delle superfici, ma a sondare le profondità. Il filosofare, quindi, invita all'umiltà intellettuale, al riconoscimento che non tutto ciò che conta può essere misurato o risolto, e che molte delle nostre più profonde domande rimarranno forse senza risposta. Questa apertura all'incertezza è fondamentale per sviluppare non solo una mente critica, ma anche un cuore aperto alle molteplici possibilità dell'esistenza. Educare alla capacità di porsi domande, di meravigliarsi, e di riflettere criticamente, è uno dei doni più grandi che possiamo offrire alle nuove generazioni. È un invito a vivere pienamente, esplorando con coraggio l'infinito paesaggio dell'umano interrogare . "Gli studenti non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere” Plutarco #meraviglia #domandare #educare #adolescenza #teencoaching #coaching
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Il mutuo insegnamento, noto anche come “insegnamento reciproco” o “peer teaching”, è una metodologia didattica in cui gli studenti insegnano e apprendono reciprocamente. Questo approccio, che può essere formalizzato o più informale, si basa sull’idea che l’apprendimento può essere potenziato attraverso l’interazione tra pari. #pedagogia #mutuoinsegnamento #educare #danielenovara
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L'essenza di un'esperienza educativa autentica. L'educatore non è una figura superiore, ma un compagno di viaggio che si mette in gioco. Per educare efficacemente, dobbiamo comprendere a fondo le emozioni e le prospettive degli altri. Ogni interazione educativa può lasciare un segno profondo, quindi è fondamentale agire con cura. È necessario dare spazio alle voci e ai bisogni di ogni individuo; farlo sentire compreso e accettato, senza giudizio, adattare il linguaggio e lo stile comunicativo al contesto e all'interlocutore. L'educazione è un processo graduale che richiede tempo e dedizione. Essere educatore è molto più che trasmettere conoscenze. Significa coltivare relazioni, stimolare la crescita personale e creare un ambiente di apprendimento sicuro e accogliente.
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La Narrazione di Sé come Pratica Didattica dell'Orientamento Narrativo 📚✏️ Come formatrice professionista, desidero evidenziare l'importanza delle pratiche di sviluppo delle competenze narrative per orientare ed educare gli studenti, come emerso dallo studio allegato. L'orientamento narrativo è una pratica potente che coinvolge il processo di ricordare e raccontare le proprie storie, facilitando la crescita personale e la comprensione di sé. 📝Raccontare storie, soprattutto quelle personali, è uno dei modi più potenti che esistono per educare e creare comunità in classe o altrove. 👥 Condivisione ed ascolto: questa condivisione consente agli studenti di riconoscere la propria storia, confrontarla con quella degli altri e trovare punti di affinità, rafforzando il senso di appartenenza e riducendo l'isolamento. 🔍 Sperimentazione ed arricchimento: sperimentando diverse attività quali l'uso dei sensi, la stesura di liste, e l'osservazione di fotografie per allenare lo sguardo. Ogni passo può essere accompagnato dalla lettura di brani di letteratura, non come modelli da imitare, ma come fonti di ispirazione. Questo metodo permette agli studenti di comprendere il potere della narrazione nella scoperta di sé. ✍️ Diventare autori della propria storia: il percorso può terminare con gli studenti che diventano autori delle proprie storie, scegliendo i contenuti ed organizzandoli per narrare la propria vita. 🌱 L’orientamento narrativo non solo favorisce la crescita personale, ma prepara gli studenti a diventare cittadini consapevoli, in grado di navigare il complesso panorama della loro vita con una mentalità critica e riflessiva. Trovo essenziale promuovere questa pratica per costruire una società più sana e inclusiva, dove ogni individuo si sente visto e ascoltato. Tu cosa ne pensi? #Educazione #OrientamentoNarrativo #Formazione #CrescitaPersonale #Narrazione #CompetenzeNarrative #Inclusione #EducazioneConsapevole 📚✏️📖
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✍ Ho preso spunto da un aneddoto capitato qualche anno fa, durante una lezione che ho tenuto al perfezionamento presso l'Università degli Studi di Firenze, per raccontare nel Registro Nazionale Orientatori® promosso da L. Evangelista un tema secondo me importante. ❓ Si può formare senza orientare? Si può orientare senza formare? Sarà deformazione professionale ma ritengo che i due processi, quello formativo e quello orientativo, siano imprescindibilmente e intrinsecamente legati. 💡 Che ne pensate? Buona lettura 🙂 #Orientamento #CrescitaPersonale #Educazione
Anni fa fui invitato presso l’Università degli Studi di Firenze per tenere una lezione nel corso di perfezionamento in Psicologia dell’Orientamento. Condivisi con l’aula una frase che guida fortemente il mio agire professionale: "non si può orientare senza formare e non si può formare senza orientare". Questa frase è una chiave di lettura fondamentale per chi, come me, agisce come orientatore e formatore nella propria attività professionale. 🌱 Il processo di orientamento non è solo l’atto di indirizzare una persona verso una scelta specifica. È invece un percorso complesso che implica lo sviluppo di competenze, la comprensione di sé e del proprio contesto, e la capacità di prendere decisioni consapevoli. Questo processo non può avvenire senza una componente formativa solida. Formare significa fornire strumenti cognitivi, emotivi e pratici che permettano all'individuo di esplorare le proprie potenzialità, riconoscere le proprie inclinazioni e sviluppare strategie per il futuro. Senza formazione, l'orientamento rischia di essere superficiale, limitandosi a suggerimenti senza una vera comprensione delle capacità e degli interessi della persona. In orientamento, è necessario sedersi accanto al cliente e renderlo autonomo nei processi, mediante un apprendimento che è metacognitivo. 🧠 Ogni atto formativo deve avere un intento orientativo, guidando l'apprendimento verso obiettivi chiari e personalizzati, tenendo conto delle aspirazioni, interessi, valori e inclinazioni individuali. L'apprendimento deve essere un viaggio di scoperta di sé e delle proprie opportunità. Un approccio formativo orientativo aiuta a contestualizzare le conoscenze, riflettere sul percorso personale e fare scelte informate e coerenti con i propri valori e obiettivi. La formazione efficace è quella che orienta. 🔄 Orientamento e formazione sono due facce della stessa medaglia, creando un circolo virtuoso. L'orientamento efficace prepara le persone a ricevere apprendimenti consapevoli, mentre la formazione rende l'orientamento più consapevole e coerente con le inclinazioni personali, motivazioni, caratteristiche. Questo approccio supporta le persone non solo nelle scelte immediate, ma lungo tutto il loro percorso di crescita personale e professionale. 📢 In conclusione, come orientatori, dobbiamo guidare le persone in un percorso di crescita dove formazione e orientamento si intrecciano, garantendo interventi efficaci e significativi che fanno la differenza nelle loro vite. A cura di Duccio Bianchi Membro del Consiglio Direttivo Registro Nazionale Orientatori. 🎯 𝐑𝐞𝐪𝐮𝐢𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐨 🎯 👉 Puoi iscriverti gratuitamente se nell'ultimo triennio hai svolto almeno 800 ore di attività di orientamento retribuita. E’ inoltre possibile l’iscrizione gratuita anche se ti sei formato o ti stai formando come Orientatore con ☆ Leonardo Evangelista ☆ 🎯 😉 #Formazione #Orientamento #CrescitaPersonale #Educazione
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🧑🏫 Un aspetto che spesso viene sottovalutato riguarda la relazione tra insegnante e alunno. 💡Per quanto possa passare in secondo piano è in realtà la base dell’apprendimento educativo, in quanto l’apprendimento stesso non è più visto solo come un processo di acquisizione delle nozioni, ma è strettamente legato all’interazione umana e alla comunicazione. 📕 Oggi, nel rapporto docente-studente, l’insegnante occupa una nuova posizione di leadership che si fonda su comunicazione efficace e ascolto attivo. In questo articolo approfondiamo l’argomento 👇 #EMIblog #relazione #insegnante #alunno #interazioneumana #leadership https://lnkd.in/dfefUSCu
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METACOGNIZIONE E INSEGNAMENTO - Parte 2, di #mariobrunoautore. Secondo gli insegnanti di orientamento costruttivista, quando l’alunno costruisce ed elabora lui stesso la sua conoscenza, capisce più a fondo quanto impara ed è in grado di applicarlo in...
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Anni fa fui invitato presso l’Università degli Studi di Firenze per tenere una lezione nel corso di perfezionamento in Psicologia dell’Orientamento. Condivisi con l’aula una frase che guida fortemente il mio agire professionale: "non si può orientare senza formare e non si può formare senza orientare". Questa frase è una chiave di lettura fondamentale per chi, come me, agisce come orientatore e formatore nella propria attività professionale. 🌱 Il processo di orientamento non è solo l’atto di indirizzare una persona verso una scelta specifica. È invece un percorso complesso che implica lo sviluppo di competenze, la comprensione di sé e del proprio contesto, e la capacità di prendere decisioni consapevoli. Questo processo non può avvenire senza una componente formativa solida. Formare significa fornire strumenti cognitivi, emotivi e pratici che permettano all'individuo di esplorare le proprie potenzialità, riconoscere le proprie inclinazioni e sviluppare strategie per il futuro. Senza formazione, l'orientamento rischia di essere superficiale, limitandosi a suggerimenti senza una vera comprensione delle capacità e degli interessi della persona. In orientamento, è necessario sedersi accanto al cliente e renderlo autonomo nei processi, mediante un apprendimento che è metacognitivo. 🧠 Ogni atto formativo deve avere un intento orientativo, guidando l'apprendimento verso obiettivi chiari e personalizzati, tenendo conto delle aspirazioni, interessi, valori e inclinazioni individuali. L'apprendimento deve essere un viaggio di scoperta di sé e delle proprie opportunità. Un approccio formativo orientativo aiuta a contestualizzare le conoscenze, riflettere sul percorso personale e fare scelte informate e coerenti con i propri valori e obiettivi. La formazione efficace è quella che orienta. 🔄 Orientamento e formazione sono due facce della stessa medaglia, creando un circolo virtuoso. L'orientamento efficace prepara le persone a ricevere apprendimenti consapevoli, mentre la formazione rende l'orientamento più consapevole e coerente con le inclinazioni personali, motivazioni, caratteristiche. Questo approccio supporta le persone non solo nelle scelte immediate, ma lungo tutto il loro percorso di crescita personale e professionale. 📢 In conclusione, come orientatori, dobbiamo guidare le persone in un percorso di crescita dove formazione e orientamento si intrecciano, garantendo interventi efficaci e significativi che fanno la differenza nelle loro vite. A cura di Duccio Bianchi Membro del Consiglio Direttivo Registro Nazionale Orientatori. 🎯 𝐑𝐞𝐪𝐮𝐢𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐫𝐨 🎯 👉 Puoi iscriverti gratuitamente se nell'ultimo triennio hai svolto almeno 800 ore di attività di orientamento retribuita. E’ inoltre possibile l’iscrizione gratuita anche se ti sei formato o ti stai formando come Orientatore con ☆ Leonardo Evangelista ☆ 🎯 😉 #Formazione #Orientamento #CrescitaPersonale #Educazione
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Tra pochi giorni le scuole riapriranno, e come ogni anno mi prendo del tempo per riflettere profondamente sul mio ruolo di insegnante ed educatore. Insegnare non è solo un atto di trasmissione di conoscenza, non è il semplice accumulare nozioni e riempire menti con concetti predefiniti. Al contrario, educare è un processo più sottile, che richiede la capacità di togliere, di svuotare. Viviamo in un'epoca in cui si tende a credere che sapere significhi possedere sempre più informazioni, ma la vera sapienza emerge solo quando si fa spazio al vuoto, al silenzio, all'assenza di certezze. È in questo vuoto che si apre la possibilità autentica di esplorare, di vivere esperienze proprie, di costruire un sapere non imposto dall'esterno, ma nato dall'incontro tra il mondo e la propria interiorità. L’educatore, allora, diventa un abile artigiano del nulla, qualcuno che non sovraccarica di informazioni, ma che crea il vuoto fertile in cui può germogliare il pensiero autentico. In questo spazio, i giovani possono sviluppare non solo una conoscenza intellettuale, ma anche quella che proviene dall’intelligenza emotiva, dal contatto con le loro emozioni, intuizioni e vissuti. L’intelligenza emotiva, infatti, spesso supera quella razionale, perché è legata all’esperienza vissuta, alla capacità di sentire e comprendere l’altro e se stessi. È nel vuoto che la vera educazione accade: in quello spazio, i giovani non ricevono risposte preconfezionate, ma imparano a porsi domande, a cercare e a costruire significati in modo autonomo e consapevole. Il compito dell’educatore, dunque, non è solo insegnare, ma saper togliere, saper fare un passo indietro per lasciare spazio all'altro, affinché possa riempire quel vuoto con la sua verità. E in questo risiede la magia dell'educazione: non nel dare tutto, ma nel dare il nulla affinché quel nulla possa diventare un terreno fertile per la crescita autentica. #teencoching #educazione #adolescenza
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Caro Pietro, non posso naturalmente fare a meno di dire che queste parole sono incise nel mio DNA! Forse è proprio per questo che in tanti si sottraggono alla sfida educativa...perché significa mettersi profondamente in discussione!! Come disse Rolando Toro,antropologo e psicologo, l'atto creativo per eccellenza è generare se' stessi...per questo educatore e educando sono entrambe artisti...perché generano e rigenerano la propria vita continuamente! Grazie dello scambio!😉