Italiani stacanovisti. Ma non è motivo di vanto.
Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2023, il 9,6% dei lavoratori italiani ha lavorato almeno 49 ore a settimana, in pratica un giorno in più rispetto all’orario standard di 40 ore. La media generale è 9,6% (Ue 7,1%), uomini 12,9% (Ue 9,9%) e donne 5,1% (Ue 3,8%). La media dei lavoratori dipendenti è 3,8% (Ue 3,6%), uomini 5,1% (5%) e donne 2,3% (Ue 2,1%). La media degli autonomi senza dipendenti è 27,4% (Ue 23,6%), quella degli autonomi con dipendenti a carico 46% (Ue 41,7%), uomini 50,8% (Ue 50%) e donne 32,5% (Ue 29,6%). La media dei manager è 40,5% (Ue 21,9%), quella dei professionisti 10,3%. La media nei servizi e nelle vendite è 10,9% (Ue 6,5%), nell'agricoltura 36,3% (Ue 27,5%).
Tassi più elevati dell’Italia sono stati registrati solo in Grecia (11,6%), Cipro (10,4%) e Francia (10,1%). Quelli più bassi in Bulgaria (0,4%), Lituania, Lettonia (1,1%) ed Estonia (2%). In Finlandia la media è 5,7%, nella Germania 5,4%, in Norvegia 5,2%.
Guardando i dati sembra che la differenza tra la media dell’Italia e quella di altri paesi non stia tanto nel lavoro dipendente (e quindi nel maggior ricorso al lavoro straordinario) ma sia dovuto alla maggiore presenza del lavoro autonomo (la stessa cosa vale anche per la Grecia), tipologia che spesso ha orari più lunghi di quelli contrattuali, soprattutto in settori come i servizi, le vendite e l'agricoltura. Colpisce inoltre la differenza tra la media dei manager italiani e quelli europei, probabilmente dovuta all’attitudine italiana di supplire con un maggior numero di ore lavorate all'eccessivo numero di variabili fuori dal loro controllo e minor rispetto delle procedure e più confusa organizzazione delle attività lavorative.
Tuttavia lavorare molto non costituisce un motivo di vanto nazionale, perché come ricorda uno studio - dell’Università di New York Wen-Jui Han pubblicato sulla rivista Plos One - lavorare troppo non fa bene né al corpo né alla mente. Secondo la psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni, «Per quanto possa sembrare strano, generalmente i workaholic non si rendono neppure conto di esserlo. Quando tuttavia accettano di ridurre le ore da dedicare al lavoro avvertono la differenza, riuscendo a superare il problema. In quest’ottica contare su una vita sociale appagante può fare la differenza, anche in via preventiva».
Chief Executive Officer presso Alterego Innovation Ltd
3 mesiLavorare meno, lavorare meglio. Senza il pensiero americano si vive migliaia di anni