INFLUENZA AVIARIA H5N1: non solo bovini - Sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i dettagli sul caso gravissimo di aviaria H5N1 dell'adolescente canadese e dei primi 46 (invece tutti lievi) registrati negli Stati Uniti tra marzo e ottobre 2024. Al 31 dicembre quelli confermati erano già diventati 66, compreso uno grave in Louisiana, contratto nel pollaio di casa. La maggior parte (40 casi) si sono contagiati in allevamenti bovini, gli altri in allevamenti di polli e tacchini. - Il primo sintomo più caratteristico è una forte congiuntivite, insieme a un raffreddore che nella maggior parte dei casi guarisce da solo. Nella ragazza canadese, invece, dopo un paio di giorni la situazione è precipitata. Se è sopravvissuta è stato solo grazie a una serie di procedure estreme che non potrebbero essere messe in pratica ovunque, né su un numero più elevato di pazienti contemporaneamente. Eppure, a 13 anni, non aveva particolari fattori di rischio, se non l'obesità e una storia di asma lieve. Come abbia contratto il virus (nel suo caso il clado più diffuso negli uccelli, detto D1.1) ancora non si sa. - Se da un lato gli allevamenti intensivi rappresentano un noto fattore di rischio per le infezioni, in questo momento è importante prestare molta attenzione anche a quelli domestici, dove gli animali che stanno all'aperto potrebbero venire a contatto con uccelli selvatici portatori del virus. - Attenzione quindi se le galline tossiscono, hanno secrezioni nasali o diarrea, assumono una colorazione violacea alle zampe o alla cresta, sono letargiche o trovate morte improvvisamente senza chiare ragioni. Sui social si legge di gente che in questi casi se le porta in casa per accudirle meglio. Non fatelo! Consultate il veterinario, ma nel frattempo prestate attenzione. - In Italia, solo dal primo ottobre al 19 dicembre, si sono registrati 31 focolai di aviaria H5N1 nei pollai domestici, tutti al nord, e una sessantina negli uccelli selvatici, uno dei quali nelle Marche, numeri in netta crescita rispetto agli anni precedenti. - Da noi nessun caso nei bovini e nessun allarme particolare, ma tanta cautela anche rispetto a uccelli, anatre, cigni.
Post di Roberta Villa
Altri post rilevanti
-
Per poter individuare tempestivamente eventuali focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli e per attestare l’assenza della malattia, consentendo lo spostamento degli animali, la vaccinazione è fondamentale
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
🤒 L’influenza aviaria (H5N1) è una malattia infettiva e contagiosa normalmente associata agli uccelli selvatici. 🐦 🐮 Tuttavia, negli ultimi mesi negli Stati Uniti sono stati segnalati molti casi clinici di questa patologia in bovine da latte, una specie da sempre considerata resistente all’infezione da H5N1, che hanno creato notevoli problemi al comparto. 🇺🇸 L’esperienza drammatica che stanno vivendo negli Stati Uniti d’America può insegnarci molto su come potrebbe manifestarsi l’infezione da H5N1 nella specie bovina. 💊🐄 Leggi il nuovo articolo a cura del Dott. Marco Spagnolo per la rubrica Sanità di Ruminantia Mese per saperne di più 👇 #InfluenzaAviaria #H5N1 #Agricoltura #SaluteAnimale #Zootecnia #SicurezzaAlimentare
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
USA, PRIMO DECESSO UMANO DA INFLUENZA AVIARIA E’ stato registrato negli USA il primo decesso umano attribuito all'influenza aviaria, una notizia che accende i riflettori su una malattia spesso confinata al regno animale, ma con potenziali rischi per la salute umana. Che Cos'è l'Aviaria? L'#influenza #aviaria è una malattia virale causata da ceppi influenzali appartenenti al tipo A, che colpisce principalmente gli uccelli. Tra questi, il sottotipo #H5N1 è uno dei più noti per la sua alta patogenicità e la capacità di causare epidemie devastanti tra gli animali. Anche altri sottotipi, come H7N9 e H5N8, sono stati associati a focolai negli ultimi anni. Come si Trasmette? Il virus si diffonde tra gli uccelli attraverso il contatto diretto con secrezioni infette (saliva, feci o secrezioni nasali) o tramite contaminazione ambientale, ad esempio mangimi, acqua o superfici contaminate. Il passaggio all'uomo è raro ma può avvenire tramite contatto diretto con uccelli infetti o con le loro secrezioni, oppure manipolando carni crude o poco cotte di volatili infetti. Personale addetto alla #macellazione o alla gestione degli #allevamenti di pollame sono quindi più esposti al contagio, sebbene si ricordi che al momento i casi umani rimangono isolati: il rischio di trasmissione da uomo a uomo è comunque una delle principali preoccupazioni per gli esperti. Quali Sono i Rischi per l'Uomo? L’infezione da influenza aviaria nell'uomo può variare da forme lievi (febbre, tosse) a gravi (polmonite, insufficienza respiratoria e morte). Le Aree Più Colpite Negli ultimi anni, i focolai più gravi si sono verificati in Asia e in Africa: queste regioni, caratterizzate da allevamenti intensivi e stretto contatto tra uomo e animale, favoriscono la diffusione del virus. Tuttavia, l'Europa e le Americhe non sono immuni, con casi segnalati tra gli uccelli selvatici e da allevamento. Aviaria e alimenti, come gestire il pericolo? Finora non è emersa alcuna prova che qualcuno abbia contratto il virus attraverso il consumo di carne infetta cotta adeguatamente. La FAO e l'OMS hanno pertanto comunicato che le carni di pollame sono sicure per il consumo umano se cotte adeguatamente (raggiungendo almeno 70°C), anche nelle aree con focolai di influenza aviaria. Tuttavia, gli uccelli malati o morti non devono entrare nella catena alimentare. Le raccomandazioni principali per la gestione del virus negli alimenti includono: -Evitare di consumare carne, sangue o uova crude nelle aree con focolai. Mantenere rigorose pratiche igieniche, come separare carne cruda e cotta e lavare mani e utensili dopo la manipolazione. - Cuocere carne e uova completamente per eliminare il virus. La vaccinazione del pollame è indicata come misura di controllo strategico per limitare la diffusione del virus e ridurre i rischi per i consumatori.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
❗ LA CERTEZZA DELL’ EFFICACIA NEL CONTRASTO AL VIRUS DELL'INFLUENZA AVIARIA ❗ Una scelta razionale e il corretto impiego di un presidio ad elevata efficacia virucida sono fondamentali per ottimizzare ogni strategia di controllo di HPAI: sul territorio, nell’allevamento, nella disinfezione degli automezzi. Le chiavi di volta? Una concentrazione di impiego dimostrata e un tempo di contatto ottimale. Questo principio ispira le procedure di igiene e disinfezione suggerite dalle Autorità Veterinarie, che richiamano l'importanza di rispettare i tempi di contatto indicati dai produttori nell’applicazione di detergenti e biocidi (Decreto Legislativo n. 9 del 25 gennaio 2010, Allegato VI, 26). Virkon S (PMC Reg. MINSAL N. 15973) significa scegliere un’eccellenza virucida e biocida ad ampio spettro che - nei confronti del virus dell’influenza aviare ad alta patogenicità - si distingue per: a) elevata diluizione efficace b) ridotto tempo di contatto c) potere attivo comprovato a bassa temperatura ambientale, anche in caso di miscelazione con liquido anti-gelo. Scopri su BWEB le attestazioni di efficacia virucida, biocida e fungicida rilasciate da laboratori indipendenti certificati GLP. 👉 https://lnkd.in/eXTEBMVg #VirkonS #Disinfezione #Biosicurezza #InfluenzaAviaria #HPAI #Avicoli #Veterinaria #Veterinari #ASL #Classyfarm #SaluteAnimale #Prevenzione #OneHealth
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Negli Stati Uniti è stato rilevato un ceppo di influenza aviaria HPAI in alcuni allevamenti di bovini da latte. I ricercatori stanno cercando di capire le esatte dinamiche di diffusione di questo virus dai volatili ai bovini e tra i bovini. Oltre che negli animali, il virus è stato rinvenuto anche in campioni di latte crudo e ha contagiato anche un operatore venuto a contatto con i bovini infetti, causando una congiuntivite. Sebbene siano stati identificati cambiamenti minori nella sequenza del virus identificato nell’uomo rispetto a quelle riscontrate nei bovini, entrambe le sequenze mantengono le caratteristiche genetiche tipiche dei virus aviari e per la maggior parte mancano di mutazioni che li renderebbero più adatti a infettare i mammiferi. Date le caratteristiche genetiche di questo ceppo, l’attuale rischio per la popolazione umana rimane basso. #aviaria #bovini #spillover
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Uccelli selvatici, pollame, mucche da latte, influenza aviaria... ma che sta succedendo negli Stati Uniti? Nelle scorse ore sono accaduti due fatti molto importanti: 1) In Louisiana è stato documentato il primo caso grave di influenza aviaria (H5N1) in un uomo 2) La California ha dichiarato lo stato di emergenza per un'epidemia di influenza aviaria nei bovini da latte Proviamo a fare un po' di chiarezza: H5N1 è un virus che causa l'influenza aviaria negli volatili. Si tratta di un agente patogeno che conosciamo bene perché circola da oltre 30 anni Saltuariamente H5N1 può infettare l'uomo per contatto diretto con animali infetti. Quando però accade la gravità della malattia è notevole e la mortalità molto elevata Nel marzo 2024 H5N1 si è evoluto al punto tale da riuscire ad infettare i capi di allevamento bovino, in particolare le mucche da latte. In questi animali l'infezione è blanda ma il virus viene rilasciato nel latte (grazie alla pastorizzazione il virus viene eliminato). Come nel caso dei volatili, il contagio dalle mucche è possibile. Non a caso sono diversi gli allevatori che hanno sviluppato la malattia (51 i casi registrati ad oggi). Fortunatamente l'infezione ha portato solo a sintomi di lieve entità L'uomo che si trova oggi in condizioni critiche è un anziano, con pregresse patologie, presumibilmente si è infettato a causa del contatto con uccelli malati o morti nel proprio pollaio domestico Questi sono i fatti. Il rischio di infezione da H5N1 per la popolazione generale è attualmente considerato basso per l'incapacità del virus di passare da uomo a uomo. Oggi più che mai è però fondamentale il contenimento del virus nel bestiame. Le mutazioni osservate nel virus aumentano le preoccupazioni per un eventuale salto evolutivo che ne faciliti la trasmissione da uomo a uomo. Più che parlare di malattie misteriose del Congo (con tutta probabilità si è trattato di malaria, morbillo e malnutrizione), sono queste le notizie che bisognerebbe divulgare con chiarezza... #h5n1 #influenza #aviaria
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
4 settembre, secondo webinar PSA : materiali e registrazioni Nel secondo webinar sulla Peste suina africana il dott. F. Feliziani del CR per le pesti dell’IZSUM ha esposto la situazione europea sottolineando come nonostante le notevoli risorse impegnate per il controllo della malattia non si riesca ad evitare che ogni tanto insorgano nuovi focolai anche in zone dove la malattia sembrava sotto controllo. Gli elementi chiave sono la presenza eccessiva di cinghiali infetti a contatto con gli allevamenti e la scarsa attention nell’applicazione delle misure di biosicurezza da parte di quanti vengono a contatto con animali infetti anche tra i selvatici (cacciatori ad esempio). La dott. Bellini del Sorveglianza Epidemiologica IZSLER ha presentato poi un aggiornamento sull’andamento della malattia in Lombardia e ha riportato i fattori di rischio che hanno facilitato l’introduzione dell’infezione negli allevamenti. Entrambi gli esperti hanno sottolineato come non sia opportuno enfatizzare la possibilità di trasmissione tramite artopodi vettori che in base alle evidenze scientifiche attualmente disponibili al massimo potrebbero avere un ruolo nella trasmissione dell’infezione all’interno dell’allevamento e non fra gli allevamenti. Viene fatto inoltre presente che quando sono stati rinvenuti animali morti nei focolai (piccioni, ratti) sono stati esaminati e risultati negativi per la peste. In un focolaio sono stati esaminati anche insetti rinvenuti in allevamento con lo stesso esito. Nella situazione attuale conviene quindi concentrarci e correggere quegli elementi di rischio riconosciuti per la trasmissione della PSA e che hanno un ruolo chiave nella trasmissione dell’infezione nell’epidemia in corso (persone, veicoli). L’incontro ha visto anche la partecipazione del dott. L.Ruocco del Ministero della Salute che ha illustrato le misure di controllo adottate con diverse note emesse dall’ufficio nel mese di agosto. Dopo gli ultimi focolai è stato necessario però emettere una nuova ordinanza commissariale n. 3. del 29 agosto 2024 per richiamare le indicazioni già date, imponendo dei limiti aggiuntivi (art. 1) nelle zone di infezione con l’intenzione di ridurre globalmente gli animali sensibili nelle zone colpite sia impedendo la ricostituzione di allevamenti che favorendo la macellazione di quelli presenti. L’ordinanza scadrà il 20 settembre 2024 con la speranza che la malattia rallenti e si possa riprendere la normale circolazione degli animali. L’art. 2 accentra l’attenzione sulla biosicurezza nelle zone di restrizione in modo che gli allevamenti che non siano in grado di raggiungere un livello adeguato di biosicurezza saranno destinati alla depopolazione. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 11 settembre 2024 alle ore 14.00.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
La recente scoperta dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nelle bovine da latte statunitensi sottolinea la necessità cruciale di misure di protezione rafforzate. Per la salvaguardia degli animali da allevamento i protocolli di #biosicurezza sono ora più vitali che mai. Ai nostri clienti offriamo soluzioni innovative e protocolli di igiene che comprendono pulizia, disinfezione e misure di protezione. Scoprite di più sui nostri prodotti e sulle nostre soluzioni collaudate e affidabili 👉 https://lnkd.in/eDVFRryj #SaluteAnimale #Protezione #InfluenzaAviaria #igiene #benesseredeglianimali #disinfezione
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
L’importanza di essere correttamente informati 👇
🗞È notizia di #oggi che un gatto è risultato positivo all’infezione aviaria, in provincia di Bologna. L’aviaria è un’infezione virale che si verifica principalmente negli uccelli ed in particolar modo negli uccelli selvatici. 🏥 Non si può escludere un rischio di possibile infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti. È importante evitare, per quanto possibile, il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, soprattutto in aree in cui è stata riscontrata la presenza di virus aviari ed evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti (es. visceri) provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale. 🔎Per approfondire: https://lnkd.in/d_VfZXra . . . . #iss #istitutosuperioredisanità #ricerca #medicina #aviaria #news #17gennaio #pets #animali
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
🗞È notizia di #oggi che un gatto è risultato positivo all’infezione aviaria, in provincia di Bologna. L’aviaria è un’infezione virale che si verifica principalmente negli uccelli ed in particolar modo negli uccelli selvatici. 🏥 Non si può escludere un rischio di possibile infezione, se pur considerato basso, per gatti o cani, se, per esempio, vivono a contatto con uccelli infetti. È importante evitare, per quanto possibile, il contatto con uccelli selvatici, in vita o deceduti, soprattutto in aree in cui è stata riscontrata la presenza di virus aviari ed evitare di alimentarli con carne cruda o altri prodotti (es. visceri) provenienti da allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione virale. 🔎Per approfondire: https://lnkd.in/d_VfZXra . . . . #iss #istitutosuperioredisanità #ricerca #medicina #aviaria #news #17gennaio #pets #animali
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-