Meta dice addio ai filtri bellezza! 🤳 La notizia è stata raccontata ovunque da mille angolazioni, anche sul blog di SPRINT ITALIA Giorgia Tobia riporta le novità e si chiede giustamente: saranno pronti creator e aziende a questo cambio di paradigma? 🚨SPOILER: no non lo sono, perché non lo siamo neanche noi comuni mortali! C’è qualcuno che prima di postare una foto non controlla che ci sia qualcosina da migliorare? Io faccio mea culpa: mi trucco poco e male e i filtri hanno salvato la situazione in diverse occasioni. Poi c’è chi esagera ma la “pubblicità ingannevole” è facile da svelare quando incontri qualcuno dal social alla realtà (o quando qualcun altro condivide una tua foto senza restyling) ! Ora, Meta ha fatto il suo (per motivi probabilmente più economici che etici), chi vuole continuare ad usare il botox virtuale utilizzerà altre app prima della condivisione, ma forse dovremmo riabituarci tutti a vedere le cose in maniera diversa se non vogliamo che le nuove generazioni (ancora più di oggi) pensino che è bello ciò che è perfetto, levigato, turgido al punto giusto e luminoso quanto basta. Il che porta ad un disallineamento cognitivo sui social, ma anche, non me ne vogliano i chirurghi estetici, una vera e propria trasfigurazione nel mondo reale (se possiamo ancora definirlo così). 🌹Fascino, eleganza, carisma interessano ancora a qualcuno?
Post di Simona Volpe
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SENZA FILTRI, BELLEZZA A partire da ieri, sembra che Meta abbia eliminato alcuni "filtri bellezza" da Instagram, dopo aver vietato il loro uso agli utenti minorenni su TikTok. Segnale di attenzione per la salute mentale o mossa furba in attesa di nuovi rilasci? Propendo più per la seconda, ma vedremo. Nel frattempo, ci sono persone come Anthony Claxton, hairstylist di Trinidad de Tobago (@krewkutz, oltre 3 milioni di follower su IG) che dona alla sua clientela non solo un nuovo look, ma un'intera community che celebra un altro tipo di bellezza: quella della rinascita. Molte delle sue clienti infatti hanno alle spalle momenti di grande difficoltà, problemi di salute, lutti o situazioni che le hanno segnate profondamente. Nelle didascalie dei suoi reel non ci sono mai dettagli strappalacrime, ma solo un grande incoraggiamento per la protagonista di ogni video e un invito a sostenerla con altrettanta positività nei commenti. Quello che colpisce, più del cambio di acconciatura e del makeup (comunque eccezionali) è la luce che si accende negli occhi di chi si guarda allo specchio e, dopo i primi momenti di stupore, torna alla propria vita con la schiena più dritta e il sorriso più ampio. Una luce che resta, anche dopo aver struccato il viso e lavato via la messa in piega, perchè nasce dal ri-conoscere il proprio valore intrinseco. 🔻 Dato che passiamo in media quasi di 6 ore al giorno sui social*, forse potremmo almeno scegliere attivamente quali account seguire e quindi sostenere, invece di scrollare passivamente immagini distorte o farci risucchiare in bolle di pessimismo e negatività. Cosa ne pensi? Ti aspetto nei commenti! *fonte: Report Digital 2024 - dati italiani di We Are Social in collaborazione con Meltwater #liberǝdiessere è un'iniziativa che nasce su LinkedIn da un gruppo di professionistə che ha deciso, ogni mercoledì, di diffondere consapevolezza e stimolare riflessioni condivise su temi importanti e delicati negli ambiti Diversity, Equity & Inclusion. Puoi seguire l’hashtag per partecipare con le tue idee e leggere tutti i post.
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📅 Dal 𝟭𝟰 𝗴𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 𝘤𝘪𝘢𝘰𝘯𝘦 a milioni di beauty filter su #Instagram. Un mondo #digitale più autentico? NI! #Meta lascia in gioco solo i suoi 140 filtri proprietari. Sì... quelli che ti fanno sembrare una versione levigata di te stesso, ma col copyright. 😅 A parte gli scherzi, la questione etica è molto seria. I filtri (𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘭𝘰𝘳𝘰, 𝘦𝘩!) hanno spinto intere generazioni – 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪, 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘛𝘜𝘛𝘛𝘐 – ad inseguire standard di bellezza impossibili, tra ansia, dismorfia ed autostima colata a picco. 😖 Ma quindi? Proteggere le persone o mossa di mercato? Opinioni contrastanti, dita puntate… solite dinamiche. 🤷♂️ Sapete cosa penso? Qualsiasi sia il motivo: 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗼𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲! ❌ 𝗟𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗮𝘂𝘁𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮 𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗲, 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, 𝗶𝗻 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗶 𝗲𝗱 𝗶𝗿𝗿𝗶𝗽𝗲𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶. Che sia un filtro, un modello perfetto su Instagram, #Facebook, Tik Tok o chiunque ostenti irraggiungibilità: 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻’𝗮𝗹𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮. 😉 Amate come siete. Amate ciò che avete. AMATEVI!❣️ Imperfetti sì, ma incredibilmente unici. 💪 #SocialMedia #Authenticity #BodyPositivity #BeReal #DigitalWellness
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📢 Grandi novità su Instagram: la griglia cambia formato! Questa mattina abbiamo notato qualcosa di diverso sul nostro feed... e forse anche voi! 👀 I classici post quadrati che da sempre hanno definito Instagram sono diventati rettangolari. 📐 Meta sta introducendo una nuova griglia con il formato 4:5, che dona un aspetto più dinamico e moderno ai profili. 🎨 Per ora, il cambiamento è in fase di roll-out, quindi non tutti gli account lo vedranno subito. Ma preparatevi: presto sarà la nuova normalità! 🚀 📲 Che ne pensate di questo cambiamento? Fatecelo sapere nei commenti! 💬 #InstagramUpdate #NuovoFormato #SocialMediaNews #Innovazione
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Addio ai filtri bellezza su Instagram: bentornata autenticità! Da oggi, 14 gennaio, Instagram e Facebook fanno un grande passo verso un mondo più autentico: oltre due milioni di filtri estetici, creati da terze parti, non saranno più disponibili. Questi effetti di realtà aumentata, che promettevano visi perfettamente levigati e corpi da sogno, escono di scena, segnando la fine di un'era digitale che spesso ha contribuito a promuovere ideali di bellezza irraggiungibili. La decisione arriva da Meta Platforms, che ha comunicato la chiusura di Spark AR, la piattaforma che per sette anni ha permesso ai creatori di caricare effetti estetici amati da milioni di utenti. Rimangono invece disponibili circa 140 filtri creati direttamente da Meta, ma la portata del cambiamento è chiara: meno artifici, più realtà. In Imperfezione Creativa, accogliamo questa notizia con entusiasmo e un pizzico di sollievo. Da sempre crediamo che le nostre imperfezioni siano ciò che ci rende unici e che la bellezza risieda nella naturalezza di chi siamo, non in un riflesso digitale levigato al pixel. Siamo fermamente convinti che smettere di rincorrere canoni di bellezza irrealistici possa avere un impatto positivo non solo sul nostro modo di percepirci, ma anche sul nostro benessere mentale. Se tutti ci mostrassimo al mondo per ciò che siamo, con autenticità e senza filtri, ci sarebbero meno frustrazioni e più accettazione, sia di noi stessi che degli altri. In fondo, il vero fascino sta nell'unicità, nelle piccole imperfezioni che raccontano una storia diversa per ognuno di noi. #ImperfezioneCreativa #Imperfezione #SocialMedia #BeautyFilters
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Social media, cosa rimane di social? Ieri giornata di #BlueMonday, ma più che altro giornata di call urgenti per tutti i team che si occupano di pianificazione della comunicazione social. Perchè? Instagram ha lanciato un aggiornamento che ha scombinato tutti i feed e ora bisogna correre ai ripari. (Per tutte le info riguardo gli aggiornamenti IG rimando a Veronica Gentili che per me è la massima esponente del mondo Meta). Dopo le ultime dichiarazioni di Mark Zuckerberg riguardo l'utilizzo e la divulgazione di contenuti sulle sue piattaforme, i repentini aggiornamenti Instagram e la temporanea chiusura di Tik Tok in USA mi domando dove ci stanno portando i social media? L'obiettivo era la connessione attraverso strumenti di comunicazione immediati e con innumerevoli possibilità di connessione. Oggi siamo arrivati a dover discutere di quanto veramente stiano compromettendo la nostra salute mentale. Mentre leggo il libro di Nicoletta Boldrini, che parla di Studi di Futuro e mi confronto con Mariella Borghi, non possiamo che interrogarci su quali saranno gli scenari che si presenteranno davanti ai nostri occhi o alle nostre tastiere. Verso quale cambiamento stiamo andando? Lascio la domanda aperta per partire con un'analisi di confronto con la rete LinkedIn. --------------------------------------------------------------------- Ciao Sono Antonella Romanini, alias The Marketing Mom. Pellegrina della Comunicazione. Parlo, vivo e mangio comunicazione con #ComunicaConCura. Linguaggio aperto, parole, strumenti per arrivare al target giusto per il tuo business
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ADDIO AI FILTRI BEAUTY SU INSTAGRAM: SCELTA ETICA O DI CONVENIENZA? Da qualche giorno, non si parla d'altro: Instagram dice basta ai filtri beauty. Niente più volti ritoccati, nasi perfetti o pelle di porcellana generata dall’IA sulla piattaforma, come siamo abituati a vedere da un po' di anni a questa parte. Le motivazioni rilasciate ufficialmente dicono che l'obiettivo di Zuckerberg sia promuovere un’esperienza più autentica sui social, prodigandosi per contrastare gli effetti negativi che i filtri possono avere sull’autostima e sul benessere mentale, soprattutto dei più giovani. Una misura che, invero, TikTok ha adottato da tempo per i minorenni, impedendo appunto l'uso di filtri che modificano i connotati fisici. Tutto molto bello, dai, almeno sul piano etico. Che sui social ci sia un problema di rappresentazione di una vita ideale, bellissima, altissima e levissima si sa. Tutti vogliamo apparire migliori di quanto ci sentiamo. Vogliamo sentirci apprezzati e, perché no?, anche un po' invidiati. Per questo, gli utenti si sono divisi tra: - chi ritiene che la posizione di Meta sia una specie atto di responsabilità sociale; - chi (vedi i creator) si sono impanicati all'idea di vedere minata la strategia di promozione del proprio brand, magari basata proprio sulla promozione di un'ideale di perfezione che crei engagement; - chi si pone il problema della libertà di espressione: "Perché vietare alle persone che sono insicure del proprio aspetto di esporsi in modo più sereno con l'uso di qualche filtro?" - chi ci vede una strategia eminentemente di convenienza. A proposito di questi ultimi, infatti, va precisato che Instagram non dirà addio a TUTTI i filtri bellezza, ma soltanto a quelli generati da terze parti. Il che fa pensare che Mr Zuckerberg voglia in realtà il pieno controllo della produzione di filtri e di altre funzioni adottabili sulla piattaforma. Insomma, mirerebbe a internalizzare i servizi, anche a fronte degli investimenti che Meta ha recentemente fatto nell'AI. Sorge spontanea una domanda: questo come cambierà il modo di fare content creation? Parliamone nei commenti. Io sto ancora decidendo dove schierarmi. ~ Sono Erika Gulino, SEO copywriter e social media manager al tuo servizio. Se sei curioso di capire come sfruttare la Social Search Optimization per il tuo brand, scrivimi o fammi uno squillo o mandami un piccione viaggiatore. 🐦 #SocialMedia #Instagram #BeautyFilters #ai #ContentCreation
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Sulle piattaforme social potrebbero aumentare le opportunità per i brand di promuovere i propri prodotti e servizi. E di farlo in modo efficace. Questa volta a creare nuove possibilità è #Meta che in alcuni Paesi sta testando una funzionalità. Si chiama “#ad break” e prevede che in app ci sia un’interruzione pubblicitaria fissa. Gli utenti per continuare a scrollare dovranno prima finire di visualizzare l’annuncio. Da quanto emerge dagli screenshot che gli utenti stanno condividendo su Reddit e X, verrà visualizzata in sovraimpressione una rotellina con il countdown, per come accade su YouTube. Attualmente l’informativa che si accompagna recita "Stai vedendo un'interruzione pubblicitaria. Le interruzioni pubblicitarie sono un nuovo modo di vedere le inserzioni su Instagram. A volte potrebbe essere necessario visualizzare un annuncio prima di continuare a navigare”. In queste fasi iniziali Meta sta provando a somministrare degli #spot che durano dai 3 ai 5 secondi, ma non è escluso che i tempi aumentino. Le intenzioni dell'azienda vanno in una direzione chiara: trovare nuovi modi per rendere attrattiva per i brand la #pubblicità in app. Per farlo sta studiando strumenti che garantiscano la visibilità a fronte di un budget speso per la sponsorizzazione. Si tratta quindi di una buona notizia per i marchi che, in questo modo, potranno allineare meglio l’investimento ai KPI previsti dal loro progetto. Attenzione però. Quando e se arriverà la nuova funzione “ad break”, bisognerà capire la reazione e il sentiment degli utenti. Con l’obbligo di visualizzazione dell’inserzione #adv si rischia che il marchio sia associato a una percezione di fastidio. È una ragione per rimanere fedeli a una regola aurea: fare in modo che i nuovi strumenti si integrino al meglio con la strategia di comunicazione che inglobi anche il social listening. Questa abbinata può trasformarli davvero in opportunità.
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Le ultime novità dal mondo social che (forse) ti sono sfuggite 🚀 Meta sta esplorando nuove funzionalità, mentre TikTok sta stringendo partnership entusiasmanti per il settore degli eventi! E non mancano aggiornamenti sul chiacchierato caso Ferragni 👀 Commenta qui sotto la notizia che ti ha incuriosito di più 👇🏻 #socialmedia #news #socialnews
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Forse forse stiamo assistendo ad una piccola rivoluzione. 📺 La prima, la più grande, fu lo sbarco delle aziende nel mondo dei social. Se ne stavano lì, sul loro piedistallo, e trattavano i social come trattavano la pubblicità in TV: post pomposi, autoreferenziali, "quanto semo bravi noi" e cose così. ↕ Non ha funzionato; il che ha portato alla seconda piccola rivoluzione: le imprese sono scese dal piedistallo, hanno iniziato a comunicare sui social da pari a pari con gli utenti, stando sullo stesso livello. 🏖 Questa, iniziata con la GenZ mi sembra una nuova piccola rivoluzione: dopo un'era di falsità, di apparenza di "su instagram sembra che siano sempre tutti felici e in vacanza", sta arrivando il realismo, questo né è un esempio. 🤳 Semplifico moltissimo: il GenZ shake (https://lnkd.in/dSRsfYXp) è un piccolissimo esempio di realismo. Addirittura preparare il telefono prima è visto come "falso". _CHE SIGNIFICA QUESTO? 📹 Io faccio il videomaker, e abbassare la qualità dei video potrebbe essere vista come un controsenso, ne perde la mia professionalità. ❓ Davvero? E se invece a guadagnarne fosse la creatività? Le risorse ed il tempo sono limitati, quindi qualcosa va sacrificato. 💡 E se invece di perdere tempo a piazzare luci perfette su uno sfondo perfetto pensassimo di più al messaggio da comunicare usando luci accettabili ed uno sfondo accettabile (come la ragazza nel video che ho linkato)? _CHE NE PENSO - PARERE DA VIDEOMAKER Conoscendo il settore, i videomaker arriveranno a questo: impiegheranno tempo e risorse nel creare un prodotto perfetto che sembra reale. Come lo so? Spendiamo migliaia di euro in stabilizzatori per le fotocamere, per poi aggiungere l'effetto shake in post produzione: sembra vero, ma è controllabile 😉 Paranoie da videomaker a parte: più realismo, più creatività, migliore comunicazione 💪 #comunicazione #videomaker #digitalmarketing #social #branding
E se fare video di altissima qualità per i social fosse più un limite che un'opportunità? Se gli utenti stessi dimostrassero che, in realtà, preferiscono contenuti meno patinati, ma più genuini? Secondo una ricerca di Meta, i Millennials (nati tra 1981 e 1996) Generazione Z (nati tra 1997 e 2012) preferiscono video imperfetti, più umani e lo-fi. Sì, molto di più rispetto alle super produzioni di altissima qualità (con buona pace di molti che ancora non hanno capito che fare ottimi video non significa necessariamente fare video funzionali per l'ecosistema social, anzi!). Lo studio parla proprio di "un affaticamento da perfezione", di una preferenza spiccata per contenuti in cui risalta l'imperfezione, sono presenti persone e vengono usati strumenti nativi come gli sticker. Insomma, siamo di fronte a una nuova maturità dei social in cui la natività dei contenuti e la loro genuinità vince su tutto ed essere perfetti e troppo puliti non aiuta. Per creare contenuti social che funzionano non bastano le conoscenze tecniche, ma occorre sviluppare competenze relative all'ecosistema specifico, agli strumenti e alle dinamiche native. Non dobbiamo aver paura di toglierci quella patina "finta" che spesso allontana il nostro brand anziché avvicinarlo alle persone. E soprattutto, di mettere proprio le persone, con la loro umanità e imperfezione, al centro.
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Autenticità. Spesso le persone cercano questo sui social media, in primis nei canali dei personaggi pubblici ma molte volte anche dai brand. Ecco perché, con tutto il rispetto possibile per la loro professionalità e le loro competenze, i contenuti dei video maker che strizzano troppo l’occhio al linguaggio televisivo per ritmo e definizione dell’immagine poi funzionano molto poco sugli smartphone e sulle piattaforme social, soprattutto in termini di engagement. Tuttavia, più il cliente è importante e danaroso, più è difficile che accetti lucidamente questa realtà. Molto spesso, tuttora, le considerazioni degli stakeholder interni (il CEO, il marketing manager) contano più dei dati oggettivi.
E se fare video di altissima qualità per i social fosse più un limite che un'opportunità? Se gli utenti stessi dimostrassero che, in realtà, preferiscono contenuti meno patinati, ma più genuini? Secondo una ricerca di Meta, i Millennials (nati tra 1981 e 1996) Generazione Z (nati tra 1997 e 2012) preferiscono video imperfetti, più umani e lo-fi. Sì, molto di più rispetto alle super produzioni di altissima qualità (con buona pace di molti che ancora non hanno capito che fare ottimi video non significa necessariamente fare video funzionali per l'ecosistema social, anzi!). Lo studio parla proprio di "un affaticamento da perfezione", di una preferenza spiccata per contenuti in cui risalta l'imperfezione, sono presenti persone e vengono usati strumenti nativi come gli sticker. Insomma, siamo di fronte a una nuova maturità dei social in cui la natività dei contenuti e la loro genuinità vince su tutto ed essere perfetti e troppo puliti non aiuta. Per creare contenuti social che funzionano non bastano le conoscenze tecniche, ma occorre sviluppare competenze relative all'ecosistema specifico, agli strumenti e alle dinamiche native. Non dobbiamo aver paura di toglierci quella patina "finta" che spesso allontana il nostro brand anziché avvicinarlo alle persone. E soprattutto, di mettere proprio le persone, con la loro umanità e imperfezione, al centro.
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