«L’indagine conferma come un riequilibrio complessivo del prelievo non sia più oggi derogabile – commenta Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia – e quanto la potente suggestione di una riduzione generalizzata delle imposte, su cui si è incardinata la riforma fiscale dell’attuale Governo, non attecchisca in modo preponderante tra i cittadini. A concordare con il «meno imposte per tutti» è infatti solo il 25% degli italiani, una percentuale che scende al 20%, quando al calo indiscriminato delle imposte si associa il rischio di definanziamento e riduzione dei servizi pubblici. Per quasi due terzi degli italiani è preferibile invece una ridistribuzione dei carichi fiscali all’insegna di una maggiore equità impositiva». «L’ampio supporto pubblico di cui gode in Italia la proposta di un’imposta sui grandi patrimoni è un chiaro richiamo alla politica – conclude Maslennikov –. Sta ora ad essa agire nel solco di una maggiore equità fiscale e in linea con la volontà di chi è stanco di sentirsi dire che non ci sono abbastanza risorse per abbattere le liste d’attesa nelle strutture sanitarie pubbliche, per stabilizzare il personale precario nelle scuole dei propri figli, per l’edilizia residenziale popolare, gli alloggi universitari, per trasferimenti adeguati a chi è intrappolato o sprofonda nella povertà».
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Siamo un Paese di poveri: se solo 32,373 milioni di cittadini su 59,030 milioni di abitanti presentano per il 2022 una dichiarazione dei redditi positiva, significa che il 45,16% degli italiani non ha redditi e di conseguenza vive a carico di qualcuno; si tratta di una percentuale rilevante anche se in diminuzione rispetto al 2021 quando era il 47% e, pur considerando il calo della popolazione, è atipica per un Paese del G7. Tutti i numeri nel post:
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💸 È semplicemente assurdo e inaccettabile che questo Paese venga mantenuto a galla economicamente da un quarto della popolazione, che contribuisce pesantemente al gettito fiscale senza ricevere in cambio assolutamente nulla. Parafrasando una famosa frase: "le tasse sono bellissime per chi non le paga." 👏 Complimenti a tutti i "politici" (se così possiamo chiamarli) che negli ultimi 30 anni hanno agito come una macchina di prelievo forzato, priva di responsabilità verso chi effettivamente sostiene il sistema, per mantenere il loro reame. Poi, però, chiediamoci perché l’economia non decolla, mi raccomando. 📉🇮🇹 #GiustiziaFiscale #Tasse #EconomiaItaliane #PoliticaItaliana #SostenibilitàEconomica #RiformaFiscale #ResponsabilitàPolitica #SosEconomia #CittadiniAttivi #FuturoDellItalia
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Un articolo dell'ottimo Alberto Brambilla che spiega il disastro fiscale Italiano. Dove ad esempio, una relativa minoranza di contribuenti (il 13,94% della popolazione che dichiara redditi da 35 mila euro in su), versa il 62,5% dell’Irpef. Relative minoranza che si fa carico di pagare le spese per assistenza sociale, istruzione, e quant'altro per tutti gli altri che si dichiarano bisognosi o presunti tali e che finora sono stati sempre ignorati dai governi che invece di affrontare il problema preferiscono girarsi dall'altra parte e incassare i voti. Vedremo poi, se con le finanze già allo stremo e con l'entrata in vigore del nuovo patto di stabilità in autunno, dove vanno trovati 8 miliardi di Euro aggiuntivi, chi governa si deciderà a fare pagare le tasse agli evasori oppure aumenteranno le tasse ai soliti noti che non possono sottrarsi, e cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati.
Lo Stato spende 800 miliardi l’anno ma solo il 5% degli italiani paga le tasse per tutti
corriere.it
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L’85% degli italiani ritiene che il sistema fiscale del nostro Paese sia poco o per nulla equo perché non è effettivamente progressivo e crea disparità fra contribuenti nelle stesse condizioni economiche. Il 78% pensa che l’articolo 53 della Costituzione, in base al quale tutti sono chiamati a concorrere «alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» e secondo criteri di progressività, non sia per nulla rispettato o lo sia soltanto in parte.
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L’85% degli italiani ritiene che il sistema fiscale del nostro Paese sia poco o per nulla equo perché non è effettivamente progressivo e crea disparità fra contribuenti nelle stesse condizioni economiche. Il 78% pensa che l’articolo 53 della Costituzione, in base al quale tutti sono chiamati a concorrere «alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» e secondo criteri di progressività, non sia per nulla rispettato o lo sia soltanto in parte. https://lnkd.in/dtQDXQ9d
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Ed ecco nuovamente, perorata da persona che sicuramente è preparata sul tema e non ha mai peccato di parzialità, Alberto Brambilla, una proposta sul tema del conflitto di interessi come metodo per cercare di ridurre la strabordante evasione fiscale che attanaglia questo paese. Sapere che "il 22,15% degli italiani paga il 74,26% di tutta l’IRPEF, la stragrande parte di IRAP, IRES, ISOST e anche delle imposte indirette" non può che attivare "un gran giramento di cabasisi", usando una frase cara al fu Andrea Cammilleri. Soprattutto se fai parte di quel 22,15% che paga. E allora perchè non provarci? Dove è stata applicata qualche risultato pare averlo dato, vedi il Portogallo, lo Stato di San Paolo in Brasile, la Cina e la Svezia solo per citare alcune esperienze. Abbiamo buttato miliardi in reddito di cittadinanza, bonus 110 e svariate altre prebende elettorali, magari questa è la volta buona che qualcosa recuperiamo non solo in termini di denari ma anche di senso dello Stato. Se poi pensiamo che, fonte Monopoli dello Stato, "la spesa per il gioco d’azzardo in Italia nel 2022 è di oltre 136 miliardi di euro, cui occorre aggiungere almeno altri 20 miliardi per il gioco irregolare" magari ci convinciamo anche che parte delle elemosine che sono elargite potrebbero rimanere nel cassetto e abbattere il debito o essere investite nella Sanità o in un sistema scolastico più efficiente. Ma bisognerebbe avere un'idea del domani di questo paese che travalicasse la data delle prossime elezioni... #evasionefiscale #contrastodinteressi #albertobrambilla #itinerariprevidenziali
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I numeri appena resi noti sul sistema fiscale italiano offrono uno spaccato significativo sulla destinazione delle #imposte. #Pensioni, #sanità e #debito pubblico assorbono oltre il 50% delle risorse. #Istruzione, #cultura e #ambiente, invece, si accontentano delle briciole. Da un lato, è evidente l’impegno dello Stato nel sostenere un welfare robusto e inclusivo, un pilastro fondamentale per la coesione sociale. Dall’altro, emerge il peso di un debito pubblico che continua a vincolare il nostro futuro, drenando risorse che potrebbero essere investite in crescita e innovazione. Colpisce, però, come settori strategici per lo sviluppo a lungo termine, come istruzione e ricerca, ottengano meno attenzione rispetto alle necessità del presente. A mio avviso, occorre ripensare le priorità, senza dimenticare che dietro i numeri ci sono persone, servizi e opportunità. Dobbiamo tenere a mente che il sistema fiscale non è solo un meccanismo di raccolta, ma uno strumento per plasmare il futuro. La domanda è provocatoria ma necessaria: stiamo davvero utilizzando il potenziale delle risorse pubbliche per stimolare #crescita, #competitività e #benessere?
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Tagliare le tasse, ma a che costo? Per 2 italiani su 3, la vera soluzione è un fisco più equo. Nell’ascolto degli italiani, l’affermazione “meno tasse per tutti” trova un consenso di appena il 20% quando al calo indiscriminato delle imposte si associa il rischio di definanziamento e riduzione dei servizi pubblici. Per quasi due terzi degli italiani è preferibile invece una ridistribuzione dei carichi fiscali all’insegna di una maggiore equità impositiva. Oggi abbiamo l’opportunità di farlo accadere, chiedi un’imposta europea sui grandi patrimoni: insieme possiamo redistribuire questa grande ricchezza per il bene di tutt*! Hai ancora una settimana! Firma ORA 👉 oxfam.it/lagrandericchezza #LaGrandeRicchezza #TaxTheRich #giustiziaeconomica #stopdisuguaglianza
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💸 Nuovo record per il tesoretto incassato dai partiti grazie al due per mille, la quota dell’Irpef destinabile alle forze politiche che dal 2015 ha sostituito il finanziamento pubblico diretto. Secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Economia, nelle dichiarazioni dei redditi 2024 – relative quindi all’anno 2023 – a esercitare l’opzione sono stati 2.053.648 cittadini, circa trecentomila in più rispetto all’anno precedente, per un importo totale di quasi trenta milioni di euro (nel 2023 erano 24 milioni). Per quanto in crescita costante anno dopo anno, la percentuale di chi indica un destinatario è ancora bassissima: appena il 4,89% rispetto al totale dei contribuenti. Il più finanziato è sempre il Partito democratico, che raccoglie 10.286.158 euro da 628.782 dichiaranti: un boom di oltre due milioni rispetto alla somma incassata lo scorso anno (8.118.192 euro). Al secondo posto, ma con grande distacco, c’è Fratelli d’Italia con 5.658.481 euro (l’anno scorso erano 4.807.551) da 382.457 dichiaranti. 📖 Leggi l'articolo completo su Il Fatto Quotidiano
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👉 Come salvare questo paese di "poveri benestanti"? Si sta parlando tanto di tasse in questi giorni. Di base: - un 15% di contribuenti con redditi superiori a 35 mila euro paga il 64% del conto; - il 45% degli Italiani non dichiara alcun reddito; - 13 milioni di persone, pur avendo un reddito, di fatto non pagano nulla perché tra deduzioni e detrazioni non danno alcun contributo. A seconda di quello che si vuol comunicare e di quello che vogliamo sentirci dire le soluzioni paiono essere: - alzare le imposte, colpendo probabilmente quei pochi che le pagano; - contrastare seriamente l'evasione fiscale, dato quel 45% di Italiani senza reddito non è credibile; - fare entrambe le cose. Manca un ultimo punto, raramente affrontato, che riguarda la spesa pubblica, fattore mai messo in discussione. Ogni anno, infatti, aumenta in maniera incontrollata senza che venga mai analizzata nel merito. Vogliamo avere sempre di più ma senza intervenire sui problemi strutturali di cui sopra. Il che, chiaramente, è insostenibile perché: - in pochi pagano già tanto; - in molti non pagano; - tutti vogliono di più. Chest'è...come amo dire! 🤓
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