La base di Guantanamo accoglierà fino a 30 mila migranti entrati illegalmente negli Stati Uniti in attesa di definitiva sistemazione.
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Penso che la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti albanesi sollevi molti interrogativi sulla gestione dell'immigrazione in Italia. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una magistratura che sembra prendere decisioni in contrasto con le linee guida del governo, che sta cercando di rafforzare i controlli alle frontiere e garantire maggiore sicurezza ai cittadini. Questa sentenza rischia di essere un segnale di debolezza, che incentiva i flussi migratori irregolari anziché contrastarli, e mina gli sforzi di chi sta lavorando per proteggere il Paese. I cittadini italiani chiedono maggiore controllo e regole chiare sull'immigrazione, ma quando la giustizia sembra fare il contrario, è inevitabile che si crei un clima di sfiducia. Questa decisione rischia di aprire un precedente pericoloso, che potrebbe spingere altri a seguire lo stesso percorso, sapendo che alla fine potrebbero non essere trattenuti. Come possiamo parlare di sicurezza se le regole vengono continuamente messe in discussione? La questione dei migranti albanesi non è nuova, ma ignorare i problemi legati ai flussi migratori e continuare a sottovalutare l'impatto sull'ordine pubblico è un errore. La tutela dei diritti umani è fondamentale, ma così come lo è il rispetto per le leggi del nostro Paese e per la sicurezza dei cittadini. Questa sentenza apre la strada a un dibattito urgente su come bilanciare i diritti dei migranti con le legittime esigenze di sicurezza della comunità italiana. Perché, se è vero che l'Italia è un Paese accogliente, è altrettanto vero che non può permettersi di chiudere gli occhi davanti ai rischi. #Immigrazione #Sicurezza #PoliticheMigratorie #Migranti #Italia #Governo #Tribunale #FlussiMigratori #Politica #DirittiUmani #Albania #OrdinePubblico https://lnkd.in/dFWT4eY5
Arrivata in Albania la nave della Marina Militare con 16 migranti
tg.la7.it
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📢 Migranti e sicurezza: decisione del Tribunale di Catania scuote il dibattito 📢 Sentenza sull'Egitto: Il Tribunale di Catania non convalida il trattenimento di cinque migranti egiziani, dichiarando il Paese "non sicuro" per le violazioni dei diritti umani, in contrasto con la lista governativa. Scontro politico: Matteo Salvini critica duramente la magistratura e difende il “modello Albania” per il contenimento dei flussi migratori, puntando su nuove partnership estere. Lista Paesi Sicuri in discussione: Crescono i dubbi su alcuni Paesi inclusi nel decreto, come Egitto e Bangladesh, per questioni di diritti e instabilità. La questione rimane centrale nel dibattito politico italiano. #Migranti #Sicurezza #Egitto #DirittiUmani #PoliticheMigratorie https://lnkd.in/dv6aF5ug
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Accompagnati da furibonde polemiche - secondo lo stile a cui la politica ci ha condannato - i primi 16 migranti salvati nel Mediterraneo dalla nostra Marina Militare sono stati trasferiti nel nuovissimo centro di accoglienza e rimpatrio in Albania. In realtà solo 12, perché 4 sono stati dirottati in Italia in quanto minorenni o fragili (segno che le regole e i controlli funzionano o no?). Il progetto molto più politico che pratico voluto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per conquistare uno spazio di manovra nell’ordalia europea legata al fenomeno migratorio. Il numero stesso del primo nucleo di migranti approdati a Shengjin sembra fatto apposta per dar fiato alle trombe dell’opposizione. Il centro, in realtà, è strutturato in un primo di pura accoglienza nell’area portuale di Shengjin e in un secondo a Gjader - 20 km all’interno, in una zona decisamente più isolata - nell’hub vero e proprio dove i migranti dovranno essere identificati e attenderanno l’espletamento delle pratiche di richiesta d’asilo o di rimpatrio. La polemica è quella di sempre, i toni pure, come l’assoluta inutilità di questi scontri al calor bianco. Sul problema in sé non ha alcuna incidenza, favorendo solo qualche scontro parlamentare e i soliti teatrini televisivi. C’è poi l’inutilità, ed è molto peggio, rispetto all’unica soluzione che sembra prospettarsi per un problema di queste epocali dimensioni: sottrarre la giurisdizione sui migranti ai singoli Paesi e consegnarla all’Unione europea. Rendendola responsabile dell’identificazione, della concessione o meno del sacrosanto asilo politico a chi fugga da guerre o persecuzioni e dei rimpatri verso i Paesi considerati sicuri dall’Ue. Ecco perché la Commissione europea ha mostrato un prudente interesse per l’esperienza del centro d’accoglienza in Albania: perché potrebbe costituire un primo passo lungo questa strada impervia, purché si arrivi a un’extraterritorialità reale. I 16 approdati a Shengjin, come tutti quelli che seguiranno sino a un massimo di 3000 al mese, saranno soggetti alle nostre leggi e ai nostri tribunali, ricorsi inclusi. Come ovvio. Dunque, l’unica differenza fra l’Albania e gli spesso indecenti centri di accoglienza in Italia finirà per essere l’impossibilità di scappare e di montare su un treno diretto in Francia o Germania. Sullo sfondo di un’altra realtà che i polemisti cercano di mettere sotto il tappeto: di italiani ce ne saranno sempre meno e avremo bisogno di far entrare sempre più immigrati. Regolari, si intende, disposti a coprire quei lavori che noi non abbiamo più intenzione di svolgere o per i quali non troviamo più nessuno. Per far arrabbiare un po’ gli “umanitari” a giorni alterni, sarà altrettanto necessario scegliere gli immigrati in base alle diverse esigenze. Come fanno in Germania, dove peraltro hanno accolto 1 milione di siriani in fuga dalla guerra. Giusto per ricordare che l’umanità si esercita con azioni concrete e non a chiacchiere. La Ragione
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Accompagnati da furibonde polemiche - secondo lo stile a cui la politica ci ha condannato - i primi 16 migranti salvati nel Mediterraneo dalla nostra Marina Militare sono stati trasferiti nel nuovissimo centro di accoglienza e rimpatrio in #Albania. In realtà solo 12, perché 4 sono stati dirottati in Italia in quanto minorenni o fragili (segno che le regole e i controlli funzionano o no?). Il progetto molto più politico che pratico voluto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per conquistare uno spazio di manovra nell’ordalia europea legata al fenomeno migratorio. Il numero stesso del primo nucleo di migranti approdati a Shengjin sembra fatto apposta per dar fiato alle trombe dell’opposizione. Il centro, in realtà, è strutturato in un primo di pura accoglienza nell’area portuale di Shengjin e in un secondo a Gjader - 20 km all’interno, in una zona decisamente più isolata - nell’hub vero e proprio dove i migranti dovranno essere identificati e attenderanno l’espletamento delle pratiche di richiesta d’asilo o di rimpatrio. La polemica è quella di sempre, i toni pure, come l’assoluta inutilità di questi scontri al calor bianco. Sul problema in sé non ha alcuna incidenza, favorendo solo qualche scontro parlamentare e i soliti teatrini televisivi. C’è poi l’inutilità, ed è molto peggio, rispetto all’unica soluzione che sembra prospettarsi per un problema di queste epocali dimensioni: sottrarre la giurisdizione sui migranti ai singoli Paesi e consegnarla all’Unione europea. Rendendola responsabile dell’identificazione, della concessione o meno del sacrosanto asilo politico a chi fugga da guerre o persecuzioni e dei rimpatri verso i Paesi considerati sicuri dall’Ue. Ecco perché la Commissione europea ha mostrato un prudente interesse per l’esperienza del centro d’accoglienza in Albania: perché potrebbe costituire un primo passo lungo questa strada impervia, purché si arrivi a un’extraterritorialità reale. I 16 approdati a Shengjin, come tutti quelli che seguiranno sino a un massimo di 3000 al mese, saranno soggetti alle nostre leggi e ai nostri tribunali, ricorsi inclusi. Come ovvio. Dunque, l’unica differenza fra l’Albania e gli spesso indecenti centri di accoglienza in Italia finirà per essere l’impossibilità di scappare e di montare su un treno diretto in Francia o Germania. Sullo sfondo di un’altra realtà che i polemisti cercano di mettere sotto il tappeto: di italiani ce ne saranno sempre meno e avremo bisogno di far entrare sempre più immigrati. Regolari, si intende, disposti a coprire quei lavori che noi non abbiamo più intenzione di svolgere o per i quali non troviamo più nessuno. Per far arrabbiare un po’ gli “umanitari” a giorni alterni, sarà altrettanto necessario scegliere gli immigrati in base alle diverse esigenze. Come fanno in Germania, dove peraltro hanno accolto 1 milione di siriani in fuga dalla guerra. Giusto per ricordare che l’umanità si esercita con azioni concrete e non a chiacchiere. di Fulvio Giuliani #Italia
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🔴 Colombia e Stati Uniti superano la crisi tra l'accordo sui rimpatri dei migranti e la sospensione dei dazi. La crisi tra Stati Uniti e Colombia sui migranti si risolve con un compromesso. Dopo il blocco dei voli di rimpatrio, i due governi raggiungono un accordo evitando sanzioni e dazi. #USA #Colombia #dazi #sanzioni #Trump #Petro #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda ➡️ Leggi articolo completo su La Milano
Colombia e Stati Uniti superano la crisi tra l'accordo sui rimpatri dei migranti e la sospensione dei dazi
lamilano.it
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Così i fondi per aiutare l'Africa finiscono nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Un fondo apposito dell'Unione europea doveva aiutare l'Africa a rispondere efficacemente alla crisi migratoria, peccato che i soldi siano stati utilizzati (anche) in violazione dei diritti umani, finendo nelle mani di criminali. Questa la denuncia contenuta nel report pubblicato il 25 settembre dalla Corte dei conti Ue sull'utilizzo del Fondo fiduciario (Trust Fund) per l'Africa. I giudici accusano espressamente la Commissione europea di aver speso male i soldi messi a disposizione e di sopravvalutare i risultati raggiunti. L'accusa più grave riguarda però la responsabilità dei funzionari, che avrebbero chiuso gli occhi di fronte alle palesi violazioni contro i migranti portate avanti da quegli stessi trafficanti che l'Europa assicura di voler contrastare. Libia e Tunisia i Paesi più problematici. Gli stessi con cui l'Italia ha siglato importanti accordi di partenariato. Già nel 2018 i giudici avevano pubblicato un rapporto preliminare sull'utilizzo di questi fondi pari a 5 miliardi di euro di contributi, a sostegno di 27 paesi africani. Nonostante le ingenti risorse investite, ha sottolineato la Corte, "le cifre della migrazione irregolare verso l'Europa sono di nuovo in constante aumento, dopo un relativo rallentamento nel corso della pandemia. Gli accordi di finanziamento dell'Ue stabiliscono nelle condizioni generali che "l'azione deve essere sospesa se l'Ue rileva formalmente una violazione dei diritti umani". https://lnkd.in/dPm_dGrs
Così i fondi per aiutare l'Africa finiscono nelle mani dei trafficanti di esseri umani
europa.today.it
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STRUTTURE SOVRANAZIONALI Il quadro d'insieme delle vicende occorse in questi giorni intorno ai pochi migranti spediti in Albania all'interno di accordi tra l'Italia e l'Albania è sicuramente complesso. Numerose norme accettate e firmate in passato, nonché la cessione di supremazia sulle proprie politiche a vantaggio di un controllo mirato da parte dell'UE, hanno fatto sorgere un problema politico che si ripropone da decenni, ovverosia la capacità da parte di enti sovranazionali di stabilire le politiche interne (siano esse politiche o finanziarie) dei singoli stati membri. La necessità di vincolare le quote di partecipazione alla presa in carico dei migranti, il loro alloggiamento in strutture preposte, l'obbligo di non lasciarli in mare ma farli approdare al porto più vicino (regola spesso non mantenuta da Malta), la necessità di regolarne ogni passaggio e ogni trasporto, ha recato malumori in vari stati. È indubbio che i dibattiti in merito all'effettiva priorità del diritto europeo su quello nazionale pone quesiti e un'intrigante domanda: se sia effettivamente arrivato il momento di cambiare questi trattati ed eventuali passi della Costituzione. Le politiche finanziarie stesse sono soggette a limiti stringenti, da ben prima dell'epoca di austerity dei falchi del Nord.. Ogni conto e ogni bilancio dovevano passare sotto la lente della Corte dei Conti europea che li analizzava per evidenziare eventuali criticità o deviazioni dai paletti imposti nelle varie leggi di bilancio. Commissione che regola di fatto quanto uno stato può spendere o meno in relazione al proprio indebitamento e altri fattori tecnici. Va da sé che l'imbrigliare la politica nazionale ha comportato una riduzione nella possibilità di destinare eventuali finanziamenti o investimenti alla sanità, all'istruzione, alla politica sociale (welfare state), alle infrastrutture etc.. Un paese come l'Italia è quindi ostaggio, oltre che della corruzione, della burocrazia farraginosa, della criminalità e dell'incapacità ad alti livelli, di questi apparati UE che mettono una pietra ulteriore sul sarcofago. È chiaro che se le politiche non sono andate bene in questi anni non è colpa unicamente dell'Unione Europea e che anzi essa ricada sui politici che si sono avvicendati in questi decenni... La questione migratoria che tanti voti ha portato alle destre, costituzionali o estreme, ha importanti responsabilità europee, ree di aver sottostimato la rabbia sociale che avrebbe comportato l'ingresso indiscriminato di ogni tipologia di persone, non certamente illustri professori nè persone benemerite, bensì spesso criminali violenti e senza volontà di inserirsi nello strato sociale..Questo ha dato una spinta notevole ai partiti che ne hanno saputo approfittare, anche sulle spalle di una retorica spesso stucchevole a favore dei poveri migranti, salvati a favore di videocamera e poi lasciati a loro stessi a campeggiare nelle stazioni, a prostituirsi, spacciare droga e buttare la loro vita.
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E così in sordina il Governo ha portato in Albania le prime 16 persone migranti a bordo della nave Libra della Marina Militare che viaggiava con un equipaggio di 70+ persone. Matteo Villa ha dimostrato come questa operazione ci costerà 9 volte quello che costa l’accoglienza in Italia per una copertura massima di 12.000 persone all’anno ovvero il 16% degli arrivi in Italia negli ultimi 12 mesi (la capienza massima dei centri arriverebbe a 36.000 all’anno, ma non cambia il fatto che si tratta di un’operazione di dissuasione poco efficace e molto costosa). Giusto per darci una misura, la missione di ricerca e soccorso Mare Nostrum che ha salvato ben 150.000 vite in un solo anno è costata 114milioni di euro a fronte dei 130milioni all’anno che ci costano questi centri dove i diritti saranno più facilmente compressi che tutelati. Inoltre, sono moltissime le perplessità e i punti di incongruità col diritto internazionale, al di là del giudizio morale e politico. Questa forzatura del diritto e soprattutto la compressione di diritti umani fondamentali rendono il tutto estremamente pericoloso, oltre che economicamente dispendioso, numericamente inefficace e umanamente discutibile. Tra l’altro è di oggi la notizia che 4 delle 16 persone portate in Albania torneranno già in Italia perché 2 sono minorenni e 2 vulnerabili, a immediata riprova che il meccanismo di valutazione sommaria delle vulnerabilità non solo è discriminatorio ma non funziona, creando un danno a persone già vulnerabili in quanto naufraghi. Se vi state chiedendo qual è lo scopo ultimo di queste politiche, la risposta è sempre la stessa: farci propaganda politica per dividere l’opinione pubblica e raccogliere consensi facili. Tutto sempre sulla pelle delle persone. #CambiaPuntoDiVista #ItaliaAlbania
Da lunedì è diventato operativo il Protocollo Italia-Albania, sono infatti arrivati nei CPR di giurisdizione italiana in territorio albanese extra-UE le prime 16 persone migranti. Si tratta di un ulteriore tassello delle politiche ingiuste e discriminatorie che regolano i flussi migratori in Italia e nell’Unione Europea. SOS MEDITERRANEE Italia è estremamente preoccupata per le conseguenze che queste nuove norme avranno sulla vita dei naufraghi e per le potenziali gravi violazioni dei diritti umani che ciò potrebbe causare. Leggi la nostra dichiarazione qui: https://lnkd.in/e3utVdcD
Protocollo Italia-Albania, SOS MEDITERRANEE: «Estremamente preoccupati dalle potenziali violazioni dei diritti umani» - SOS Mediterranee
https://sosmediterranee.it
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“Italia e Albania oggi firmano un importante protocollo d’intesa che si pone gli obiettivi di contrastare il traffico di esseri umani e prevenire i flussi migratori irregolari. Uno storico accordo per il quale voglio ringraziare il Primo Ministro Edi Rama e l’intero governo albanese”, scriveva Giorgia Meloni lo scorso 6 novembre sul suo profilo X. Comincia così dunque la collaborazione tra Italia e Albania in tema di gestione dei flussi migratori, oggi (nuovamente) al vertice della cronaca nazionale. Ma andiamo per gradi, evitando di scadere nelle polemiche o nelle partigianerie di sorta, e proviamo a mettere in fila i fatti che dalla fine del 2023 si sono susseguiti fino a oggi. 📄 Che cosa prevede dunque il protocollo, approvato prima dalla Camera dei deputati e poi dal Senato italiano? L’accordo, della durata di cinque anni, ha portato alla costruzione di un centro di identificazione dei migranti a Gjader, in grado di accogliere fino a un massimo di tremila persone, e una struttura più piccola di primo approdo a Shengjin, sulla costa del “Paese delle aquile”. Sempre secondo il protocollo, i migranti, dopo essere stati messi in salvo dalle autorità italiane nel Mediterraneo, dovevano essere trasferiti in Albania per procedere alla distinzione tra chi aveva diritto alla protezione internazionale e chi, invece, doveva essere “respinto” nel proprio Paese di origine, in quanto non avente diritto. L’accordo precisava inoltre che la giurisdizione all’interno dei due centri fosse interamente in mano all’Italia, Stato che si sarebbe fatto carico della costruzione e della gestione delle strutture e dell’erogazione dei servizi all’interno degli stessi. E i costi? 🗞 Ne parliamo nella lunga analisi di Lorenzo Mantiglioni, che trovate completa sul nostro sito (link: https://lnkd.in/dM2XeX8u). Mettiamo in fila gli avvenimenti e gli sviluppi, partendo da alcune considerazioni giuridiche. 📸 Foto via: profilo X ufficiale di Giorgia Meloni #Italia #Albania #Migranti #Analisi
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Sono 192.411 le partenze di migranti verso le nostre coste bloccate dalle autorità libiche e tunisine tra il 2023 e il 2024. Numeri che testimoniano l’efficacia della collaborazione dell’Italia con i Paesi di origine e transito nel contrasto all’immigrazione irregolare.
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