Il confronto tra l'intelligenza naturale, come quella umana, e l'intelligenza artificiale su base di silicio si basa sul presupposto che l'intelligenza sia "informazione", ossia raccolta ed elaborazione di dati. Tuttavia, la nozione di informazione è influenzata dai livelli di conoscenza scientifica e, con la fisica quantistica, non può più essere confusa con processi deterministici. Nell'intelligenza umana, vi sono conoscenze intuitive profondamente legate alla sfera emotiva, che non si lasciano facilmente ridurre a dispositivi informatici. Questo aspetto rilevante evidenzia che il rapporto tra il supporto fisico indispensabile per l'intelligenza (cervello per la mente o hardware per il software) e il contatto con l'ambiente (naturale e sociale) è decisivo. Per l'intelligenza naturale, questo contatto è mediato dal corpo, mentre per l'intelligenza artificiale è il robot. Il robot, però, è costruito dal corpo umano e si basa su un processo evolutivo e di sviluppo (filogenesi e ontogenesi) che costituisce un limite non facilmente superabile. Si pensi all'emotività, alla socialità e alle dinamiche dell'inconscio, che sono caratteristiche intrinseche dell'intelligenza umana e difficilmente replicabili in un robot.
Post di Turi Di Bella
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🤩Condivido un’articolo interessante che esplora la distinzione tra forma e contenuto e l’evoluzione del pensiero umano nell’era dell’intelligenza artificiale. L’autore riprende un paper scientifico sull’ipotesi di un esistenza di un Sistema 0, un livello cognitivo che si colloca alla base dei Sistemi 1 e 2 teorizzati da Daniel Kahneman. Questo Sistema 0 potrebbe rappresentare una dimensione ancora più essenziale, che precede e sostiene sia il pensiero rapido ed emotivo che quello lento e razionale. 🧐Inoltre l’articolo sottolinea come l’intelligenza artificiale, come nuovo medium, non trasformi necessariamente le basi del nostro quotidiano, ma potrebbe riorganizzarle, proprio come fece l’orologio nel ridefinire la nostra percezione del tempo e della routine.
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L'intelligenza artificiale può realmente sostituire l'uomo? Le riflessioni di Federico Faggin a BolognaRecentemente, il celebre fisico, inventore e imprenditore Federico Faggin, noto come il "padre" del microprocessore e pioniere della tecnologia touch, ha affrontato una delle questioni più dibattute nel campo della tecnologia: "L'intelligenza artificiale sostituirà l'uomo?" Durante una lezione magistrale rivolta a mille studenti, sia in presenza che collegati da remoto, Faggin ha offerto una prospettiva illuminante e decisamente ottimistica. "Nemmeno la forma più evoluta di intelligenza artificiale potrà mai sostituire l'uomo", afferma Faggin. Secondo lui, ciò che rende l'essere umano unico è "la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio e i sentimenti" – qualità irriducibili al solo sapere delle macchine. Durante l'evento, Faggin ha esplorato le sfide e le opportunità portate dall'avanzamento dell'IA, sottolineando una narrativa comune ma criticabile: quella secondo cui l'intelligenza artificiale potrebbe un giorno superare quella umana. "Non è possibile," ha spiegato, "a meno che non lo si consenta in modo passivo." Per lui, la chiave per un futuro in cui l'IA è utilizzata per il bene comune risiede nella "consapevolezza critica" e in un "dialogo serrato attraverso la fisica quantistica". Il messaggio di Faggin è un invito a un approccio più consapevole e critico nei confronti delle tecnologie emergenti. Ci invita a riflettere sul ruolo dell'IA nella società e sulle misure necessarie per assicurare che essa operi come un'estensione delle capacità umane, piuttosto che una loro sostituzione. Un dibattito fondamentale per professionisti di ogni settore, da considerare seriamente nell'era digitale accelerata in cui viviamo. https://lnkd.in/dqqZbHPa Prendi La Tua Personale Sfida Miliardaria con L'AIScopri Di Più https://lnkd.in/d3e2Yrfk #SistemaMiliardario #SfidaMiliardaria #AI
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L'intelligenza artificiale sostituirà l'uomo? La risposta di Faggin, il "padre" del microchip "Nemmeno la forma più evoluta di intelligenza artificiale potrà mai sostituire l'uomo. Perché nell'essere umano esiste qualcosa di irriducibile al sapere delle macchine: la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio, i sentimenti". Parola di Federico Faggin fisico, inventore e imprenditore, "papà" del microprocessore e della tecnologia degli schermi "touch". A Bologna davanti a mille studenti, in presenza e collegati, Faggin ha tenuto una lezione magistrale di riflessione sulle sfide e le opportunità dell'intelligenza artificiale. "Ci viene raccontato che l'intelligenza artificiale potrà superare quella umana. Non è possibile - ha spiegato - a meno che non lo si acconsenta in modo passivo. Per evitare questo rischio e far sì che l'IA venga utilizzata per il bene comune e non per scopi di potere, occorre consapevolezza critica e, dunque, un dialogo ancora più serrato attraverso la fisica quantistica". https://lnkd.in/du4y66pv #Ai
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C'era una volta l'Intelligenza Artificiale 🤖 Partiamo da un semplice presupposto: L'impatto crescente dell'Intelligenza Artificiale sulla Vita Umana è ormai inevitabile. La questione è che né io, né tu, né i maggiori esperti di IA al mondo sanno effettivamente immaginare questo impatto. E questo fa paura. A maggior ragione se chi controlla l'IA non è così sicuro di essere in grado di controllarla. Anche perché c'è la questione della Coscienza. Può un'IA che opera tramite computer quantistici, ossia computer con una capacità di calcolo delle probabilità astronomicamente più potente di quella dei computer classici, sviluppare una Coscienza? La mia idea è: più sì che no. Per ragioni di carattere metafisico e cosmologico impossibili da comprimere in 1450 caratteri. Ed è proprio il computer quantistico che ci obbliga a impegnarci a sviluppare un'Etica del Futuro. Che trascenda il soggettivismo morale umano, per abbracciare una prospettiva più ampia, al di là delle categorie di "bene e male" concepite fino ad ora. L'Etica del Futuro dovrà muovere le mosse dalla consapevolezza che l'Etica del Passato e del Presente hanno fallito nel contenere la potenza del progresso tecnologico. E interrogarsi sul Perché di questo fallimento è la prima mossa necessaria per metterci tutti nelle condizioni di pensare un Futuro ancora più Umano 🌍
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Intelligenza Artificiale e Pensiero Umano L'era post-digitale e le sfide del postumanesimo puntano a sostituire l'umano con il cyborg, negando l'anima. Serve un'etica tecnologica e un'educazione umanizzante per integrare intelligenza artificiale e naturale, poiché solo l'uomo, con coscienza e libero arbitrio, dà senso alla realtà. https://lnkd.in/eWheRspx
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La posizione di Federico Faggin sull'intelligenza artificiale, riflette una profonda comprensione dei processi automatizzati. La coscienza umana, con la sua complessità e profondità, rimane un dominio inaccessibile per l'IA. Le macchine possono imitare, ma non possono sostituire la ricchezza dell'esperienza umana. Pertanto, mentre l'IA continuerà a evolversi e a offrire strumenti preziosi, è improbabile che possa mai superare l'uomo in termini di intelligenza generale e comprensione del mondo. https://lnkd.in/dqGTrC3h
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Qual è il più grande rischio che comporta l’intelligenza artificiale? Crippa e Girgenti, nel libro Umano, poco umano, spiegano che il rischio maggiore dell’IA non è che essa diventi come l’intelligenza umana ma semmai il contrario: che l’intelligenza umana smarrisca le sue caratteristiche peculiari e si appiattisca su quella artificiale, venendone travolta. Urge, allora, rendersi consapevoli di quelle che sono le qualità irriducibili dell’umano rispetto al tecnologico e riappropriarsi di esse, per contrastare e arginare l’avanzata inesorabile dell’intelligenza artificiale. Il confronto, dunque, proseguono gli autori del testo che ha ispirato questo articolo, non è uomo-macchina: il tema è piuttosto quanto diventa diversa l’intelligenza umana nel momento in cui viene potenziata e, nello stesso tempo, depotenziata dalla macchina. #curadisè #umanopocoumano #intelligenzaartificale #intelligenzaemotiva #artcoaching #metodoautobiograficocreativo
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AI e Autocoscienza. Penso alle riflessioni di Tommaso d'Aquino sulla genesi dell'Autocoscienza, della creazione del sé e della coscienza del sé. Entrambe per l'Aquinate sono risultato dell'attività razionale stessa, il pensiero razionale non può che condurre alla tappa in cui "intendiamo di intendere", che coincide con l'autocoscienza. Per definizione quindi l'attività dell'intelligenza artificiale è destinata a creare in maniera istantanea un sé autocosciente, trattandosi non di un semplice calcolatore ma di una forma potenziata di razionalità disegnata a partire dalla razionalità umana in tutte le sue funzioni (o almeno secondo la logica aristotelica adoperata anche da Tommaso d'Aquino). E' molto probabile che tutti i dispositivi di intelligenza artificiale siano destinati a sviluppare una Autocoscienza.
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ripropongo gli amici la lettura di questo mio articolo sul tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale con l’obiettivo di stimolare una riflessione attiva su una innovazione così pervasiva per la nostra vita. Intelligenza Artificiale e Transumanesimo: l'ambizione umana di sostituire Dio Presa da: https://lnkd.in/dUT6mUgn
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