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GIOCO IN RODAGGIO POCA VELOCITÀ MOTTA E VLAHOVIC ANCORA LONTANI di Sebastiano Vernazza - La Gazzetta dello Sport - 23 settembre 2024 Vedi anche il sito ilcorriereblog.it A Bologna l’allenatore aveva Calafiori e Zirkzee, figure che a Torino deve costruire. Il serbo è un 9 classico e va riprogrammato La Juve in campionato non segna più. Due vittorie per 3-0 contro Como e Verona, tre 0-0 consecutivi, contro Roma, Empoli e Napoli. Parliamo della nuova Juventus di Thiago Motta, annunciato e percepito come allenatore giochista, rivoluzionario e offensivista, e forse qui si annida un equivoco. Attaccare sì, ma... Thiago Motta allenava nelle giovanili del Psg quando Enrico Preziosi, nell’autunno del 2019, lo portò al Genoa per sostituire Andreazzoli. Esperienza bruciante. Motta chiedeva un calcio troppo ambizioso e alato per il Grifone, sconfitte in serie - un umiliante 4-0 a casa Inter - ed esonero. Nell’esperienza successiva allo Spezia, meno integralismo e salvezza. Al Bologna, la quadratura del cerchio: attaccare senza perdere di vista la fase difensiva, qualificazione alla Champions. Analogia interessante: nel settembre di un anno fa il Bologna infilò tre 0-0 di fila, contro Verona, Napoli e Monza. Poi il decollo, con risultati positivi, ma sempre abbastanza contenuti nel punteggio, e altri tre 0-0 sparsi a primavera. Il concetto è stato esasperato nell’approccio di Motta alla Juve: zero gol subiti nelle 5 giornate iniziali. Siamo nei dintorni del “primo non prenderle”, ma è una semplificazione sbagliata. In questa Juve si scorgono i principi del calcio mottiano, seppure in controluce: l’aggressività al recupero palla, il possesso e il palleggio, la ricerca delle verticalizzazioni. Tutti elementi che covano e che al momento non hanno prodotto un fatturato offensivo all’altezza delle aspettative. Perché? Avversari blindati. Nelle ultime tre giornate di Serie A, contro Roma, Empoli e Napoli, la Juve si è trovata davanti avversari blindati, votati alla chiusura di ogni spazio e a caccia dell’errore altrui per filare via in ripartenza. Motta e i suoi giocatori hanno avvertito il pericolo e hanno attaccato con prudenza, senza rischiare. Prova ne sia che in Champions League, contro un Psv Eindhoven aperto e giochista, le reti sono fioccate. E qui accettiamo la provocazione: allora Motta è bravo in contropiede? Le squadre di Motta sanno riempire gli spazi che vengono loro concessi e sono abili a crearne di propri, ma in questa fase alla Juve difetta proprio la capacità di produrre ampiezze e profondità da cavalcare. Mancano gli automatismi e la velocità negli scambi tra i giocatori. La trama c’è, però è sviluppata con lentezza o ad andature sostenibili dagli avversari (...) Continua la lettura sulla pagina facebook de Il giornale dei giornali

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