Secondo le stime #Istat più aggiornate, in #Italia ci sono 6 milioni di adulti che soffrono di #obesità, un dato in crescita costante che ha portato a un +38% in 20 anni. Tra i #bambini sono il 9,8% a soffrire di questa malattia, caratterizzata da eccessivo accumulo di grasso corporeo in relazione alla massa magra, in termini sia di quantità assoluta che di distribuzione in punti precisi del corpo. Nonostante la grande incidenza e la sua pericolosità, rispetto ad altre malattie l’obesità viene spesso percepita come una problematica di minore entità, sia dall’opinione pubblica che dalle istituzioni. Eppure, si tratta di una delle principali emergenze sanitarie al #mondo. La panoramica su #ultimabozza ⬇️
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🎯I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata "binge eating", sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza e oggetto di attenzione sanitaria e sociale sul piano scientifico e mediatico per la loro diffusione, per l’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione e per l’eziologia multifattoriale complessa. 👉Dal Ministero della Salute si apprende che in Italia anoressia e bulimia riguardano più di tre milioni di persone, di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. 😰Un problema sociale che si è diffuso nel tempo con ancora più forza 'grazie' alla rete, ai social e alle app di foto ritocco che esaltano corpi di fatto inarrivabili... 👉 #disturbi #alimentari #Ministero #salute #paginedipsicologiaepsicoterapia
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Sul Corriere della Sera ho letto un interessante approfondimento dedicato al tema dei disturbi alimentari, con dati che non possiamo ignorare: ad oggi, circa 3 milioni di italiani convivono con patologie come anoressia, bulimia e obesità, ma le strutture specializzate per il trattamento di questi disturbi restano insufficienti. Molti pazienti devono affrontare lunghi periodi di attesa, spesso mettendo a rischio la propria salute fisica e mentale. Leggere questo contenuto mi ha fatto riflettere sui sistemi di cura, ma anche sull'urgenza di garantire accesso a percorsi terapeutici completi, multidisciplinari e personalizzati. Un contributo importante offerto da Korian Italia per invertire la tendenza è dato dal Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare Villa Pia, il primo della regione Lazio. Qui, un’équipe multidisciplinare di medici, psicologi, dietisti e operatori sanitari lavora in sinergia per affrontare non solo gli aspetti fisici dei disturbi alimentari, ma anche quelli emotivi e relazionali, spesso alla base di queste patologie. Villa Pia rappresenta un modello di eccellenza nel panorama italiano. La struttura, situata in un contesto accogliente e protetto, è progettata per favorire il recupero e il reinserimento sociale, offrendo non solo cure mediche di alta qualità, ma anche un ambiente che sostiene il benessere psicologico. In un momento storico in cui i disturbi alimentari sono in forte crescita, mi preme sottolineare il nostro impegno a promuovere la salute e il benessere delle persone, offrendo risposte concrete all’interno di strutture all'avanguardia. Tuttavia, è necessario che la società intera collabori per incrementare il numero di centri specializzati e garantire a tutti i pazienti il diritto a cure adeguate e tempestive. Lavorare insieme per affrontare questa emergenza non è solo un dovere, ma un atto di responsabilità verso il futuro delle nuove generazioni.
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L'invecchiamento sano è un'aspirazione universale, che ha a che fare non solo con la longevità ma anche con la qualità della vita. Con l'avanzare dell'età, la suscettibilità a vari rischi per la salute aumenta, rendendo cruciali le misure preventive per mantenere il benessere. Tra queste sono fondamentali l’educazione ai corretti stili di vita e la prevenzione vaccinale, che svolge un ruolo cruciale nel proteggere dalle malattie infettive e dalle relative complicanze. La vaccinazione è un pilastro della sanità preventiva e offre protezione contro agenti infettivi che rappresentano significativi rischi per la salute, specialmente per gli adulti anziani, i quali spesso presentano un sistema immunitario indebolito, che li rende più suscettibili di contrarre infezioni come la malattia pneumococcica, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il COVID-19. Da queste premesse nasce e si sviluppa la campagna di comunicazione nazionale “Più Informati, Più Protetti”, promossa da Federcentri APS, con il contributo non condizionato di Pfizer, che ha come obiettivo principale sensibilizzare gli individui di età superiore ai 65 anni sull’importanza della prevenzione vaccinale per proteggere dalle malattie infettive e dalle relative complicanze e di adottare comportamenti corretti per l’invecchiamento attivo. #piùinformatipiùprotetti #centrianziani #prevenzione #cura #salute #invecchiamentoattivo
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ALCOL E RISCHIO DI MORTE PRECOCE:LA VERITÀ PER GLI OVER 60 In Italia,il consumo di alcol è radicato nella cultura e nella tradizione sociale, negli ultimi anni sta crescendo la preoccupazione per i suoi effetti negativi sulla salute.Il crescente numero di studi scientifici ha evidenziato i rischi legati all’assunzione regolare di alcol,tra cui malattie cardiovascolari,tumori e altre patologie croniche.Le statistiche mostrano che,sebbene l’Italia abbia un consumo relativamente moderato,i comportamenti di abuso stanno aumentando,rendendo necessario un rinnovato impegno nelle politiche di prevenzione e sensibilizzazione.Uno studio pubblicato su JAMA Network Open,evidenzia che le persone over 60 che consumano alcol con regolarità presentano un rischio aumentato di morte precoce,in particolare per malattie cardiovascolari e tumori. Lo studio,condotto in Spagna,ha analizzato i dati di 135103 persone di età pari o superiore ai 60 anni,residenti nel Regno Unito,utilizzando il database UK Biobank.L’età media all'inizio dell’analisi era di 64 anni. I ricercatori hanno confrontato i tassi di mortalità di chi beveva occasionalmente con quelli di chi consumava alcol quotidianamente. In base all'assunzione media di alcol in grammi al giorno,i modelli di consumo dei partecipanti sono stati classificati come occasionali(≤2,86 g/giorno),a basso rischio(uomini: >2,86-20,00 g/giorno; donne: >2,86-10,00 g/giorno),a rischio moderato(uomini: >20,00-40,00 g/giorno; donne: >10,00-20,00 g/giorno)e ad alto rischio(uomini: >40,00 g/giorno; donne: >20,00 g/giorno). Il consumo ad alto rischio ha mostrato incrementi del 33% del rischio di morte prematura,39% del rischio di morte per cancro e 21% del rischio di morte per malattie cardiovascolari.Tuttavia,anche i bevitori con un consumo a “basso rischio” presentavano un rischio maggiore di morte prematura,con un aumento dell'11% per il cancro.Invece l'attenuazione della mortalità(in altri studi,bere durante i pasti ha anche mostrato associazioni protettive con diversi esiti di salute)osservata per la preferenza del vino e il consumo solo durante i pasti richiede ulteriori indagini,poiché potrebbe riflettere principalmente l'effetto di stili di vita più sani,un assorbimento più lento dell'alcol o componenti antiossidanti presenti nel vino.Infine,un sondaggio Gallup ha rivelato che,mentre i giovani adulti americani sono sempre più consapevoli dei danni dell’alcol,solo il 39% degli over 55 riconosce gli effetti negativi per la salute legati al consumo di bevande alcoliche. Fonte:Ortolá Rosario,et al. Alcohol Consumption Patterns and Mortality Among Older Adults With Health-Related or Socioeconomic Risk Factors. JAMA Netw Open. 2024;7(8):e2424495. Brenan Megan.Alcohol Consumption Increasingly Viewed as Unhealthy in U.S. AUGUST 13,2024.news.gallup.com #alcol #vino #birra #alcolici #bere #bevande #longevità #anziani
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È una marea montante quella delle cronicità. Solo lo scorso anno le malattie croniche hanno interessato quasi il 40% della popolazione del Belpaese, cioè 24 milioni di italiani e di questi 12,5 milioni sono afflitti da multi-cronicità. Numeri importanti destinati a crescere, le proiezioni per il futuro indicano infatti che tra 10 anni, quindi nel 2028, il numero di malati cronici salirà a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni. LEGGI TUTTO: #prevenzioneprimaria #malattiecroniche #abitudini #eserciziofisico #longevityprogram #biohacking
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Il fenomeno della natimortalità, o nascita senza vita, rappresenta una delle tragedie più profonde e meno visibili nell'ambito della salute globale. Ogni anno, milioni di famiglie affrontano il dolore di perdere un bambino nel grembo materno, un evento che colpisce a livello personale, familiare e sociale, ma che riceve sorprendentemente poca attenzione. I dati globali sono eloquenti: nel 2021, si sono verificati 3,03 milioni di nati morti, equivalenti a circa uno ogni dieci secondi. Questo problema non riguarda solo i Paesi a basso e medio reddito, ma si manifesta anche nelle nazioni più sviluppate, dove sistemi sanitari avanzati non riescono a eliminare del tutto il rischio. In un panorama globale in cui altre sfide sanitarie – dalla mortalità neonatale a quella sotto i cinque anni – stanno ottenendo maggiore attenzione e risorse, la natimortalità continua a essere trattata come una questione marginale, nonostante l’enorme impatto emotivo, economico e sanitario che comporta. Un nuovo studio condotto dal gruppo di collaboratori dell’unità Stillbirths del Global Burden of Disease (Institute for Health Metrics and Evaluation) pubblicato su The Lancet, che ha analizzato una serie di dati lunga 30 anni ovvero dal 1990 al 2021, ha permesso di fare nuova luce sul problema. Leggete di più sul sito dell'Italian #GDB: https://lnkd.in/d5UmNpXQ
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#popolazioneAnziana #listeAttesa #AttesaProntoSoccorso #MortiAttese Ci si dovrebbe fermare a riflettere ed a studiare quali sono le relazioni tra questi valori. È abbastanza intuitivo che più è numerosa la popolazione anziana maggiore sarà la richiesta di visite ed esami diagnostici. Una maggiore richiesta di prestazioni mediche comporterà un protrarsi dei tempi per la loro esecuzione con conseguente allungamento delle liste d’attesa. I ritardi diagnostici e terapeutici che ne conseguono faranno crescere l’accesso ai pronto soccorso ed il numero di ricoveri ed il tempo di attesa negli stessi, il che provocherà un aumento dei decessi. L’incremento dei decessi riduce la popolazione anziana fino a raggiungere una situazione di equilibrio. Al 1° gennaio 2024 la popolazione tra i 70 ed i 79 anni era di 6.136.000 persone, quella tra i 60 ed i 69 di quasi 8 milioni e quella tra i 50 ed i 59 di 9 milioni e 600mila. E’ ragionevole ipotizzare, stimando una mortalità del 10% della popolazione attualmente nella settima decade e del 5% di quella nella 6° decade, che nei prossimi 10 anni vi sarà un aumento del 10-15% tanto della popolazione tra i 60 ed i 70 anni che di quella tra i 70 egli 80 con conseguente aumento dell’incidenza e della prevalenza di patologie. Il problema è comune a diversi paesi occidentali, come è comune la carenza di professionisti sanitari che si aggraverà nei prossimi anni. Per quanto detto inizialmente, o si riuscirà ad aumentare l'efficienza del sistema di tutela della salute, oppure avremo un aumento delle morti attese ed una riduzione dell'aspettativa di vita inversamente proporzionali rispetto all'efficienza del sistema.
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Saranno ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie le bestie nere dell'Italia del futuro, che metteranno pressione sulla sostenibilità economica del sistema sanitario e assistenziale... Gli stili di vita sono tanti e posso essere all’origine di salute e benessere o di molte malattie croniche. Possiamo senz’altro affermare che ciò che facciamo o non facciamo nella quotidianità sta alla base della qualità della vita e dello stato di salute o malattia. Se lo stile di vita è inappropriato diviene, presto o tardi, causa primaria o collaterale delle patologie croniche proprie del mondo moderno. https://lnkd.in/dQGUtZMV #prevenzioneprimaria #vivereinsalute #eserciziofisico #longevityprogram #biohacking
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È una marea montante quella delle cronicità. Solo lo scorso anno le malattie croniche hanno interessato quasi il 40% della popolazione del Belpaese, cioè 24 milioni di italiani e di questi 12,5 milioni sono afflitti da multi-cronicità. Numeri importanti destinati a crescere, le proiezioni per il futuro indicano infatti che tra 10 anni, quindi nel 2028, il numero di malati cronici salirà a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni. LEGGI TUTTO: https://lnkd.in/dc6Au7PG #prevenzioneprimaria #malattiecroniche #abitudini #eserciziofisico #longevityprogram #biohacking
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Se guardiamo gli ultimi 60 anni, dal 1961 al 2021, la vita media è aumentata di soli 12 anni. Questo perché siamo arrivati a una longevità malata, ovvero a vivere gli ultimi 20/30 anni di vita con patologie croniche e multiple. Le malattie croniche sono la conseguenza dell’invecchiamento, sono il tubo che perde, mentre l’invecchiamento è la vera malattia, che va affrontata all’origine per prevenire le malattie croniche. Quindi: cosa significa invecchiare ?
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