24 febbraio 2019
Presentazione del libro al Caffè Letterario a Roma
Ieri il volo degli aquiloni ha incontrato tanti ostacoli a cominciare dal vento che ha tormentato l'evento ancora prima che iniziasse. Un vento forte che c'é stato solo ieri e che ha procurato molti danni. Ieri ricorreva il 67° anniversario di matrimonio dei miei genitori e il mio pensiero è andato a loro che mi guardano dal cielo: i miei aquiloni speciali.
Il critico letterario Cinzia Baldazzi che mi accompagna in questo viaggio che terminerà il 2 marzo p.v. all'Enoteca Letteraria di Via San Giovanni in laterano, 81 - Roma ha scritto così su Facebook ieri:
"Mia nonna materna (ma forse anche la vostra), sentenziava: una lunga attesa rende più prelibato l’oggetto del desiderio. Veramente, quando me lo ripeteva, non ero molto convinta, e annoveravo la frase tra le tante piene di una rassegnazione verso le difficoltà della vita, pur minime, per me ingiustificate. Come tanti giovanissimi, volevo le cose fatte bene e al momento giusto.
Crescendo, sono rimasta dell’opinione di impegnarmi a realizzare obiettivi al meglio e in tempi ragionevoli, e ho in gran parte accettato il consiglio dei nostri avi: ho imparato ad aspettare con grande pazienza. Come ieri è accaduto al pubblico e agli ospiti del Caffè Letterario in via Ostiense, a Roma, per la presentazione di “Un volo d’aquiloni”, libro di racconti di Rosanna Sabatini (Thyrus editore). Ma il particolare curioso è stato quello che l’incontro, oltre a mettere in atto una scala di consigli tipica dei progenitori (con rispetto parlando), ha realizzato un evento dalle radici antropologiche ben più remote: alludo a uno spettacolo corale, dove è avvenuto uno scambio dialettico e continuo di ruoli e di posti tra spettatore e cantante, relatore e scrittore e il pubblico competente.
Si è cantato anche privi di accompagnamento, a memoria, senza un testo davanti. Del resto, “siamo una storia che si può cantare, / senza la musica e senza parole; / una canzone che dice piano / che siamo come siamo”, scrivevano più di vent’anni fa Stefano d’Orazio e Dodi Battaglia.
Abbiamo così dialogato da un capo all’altro del locale con Giampiero Del Buono, consegnato fogli a mano a Donatella Belli e Tony Fusaro, tentato proiezioni quasi impossibili con Roberta Murzilli e i suoi allievi de “Il palco delle gioie”. Il risultato è stato commovente, a volte spassoso, anche informativo. Di cosa? Naturalmente del messaggio trasmesso nei racconti della Sabatini, dove quattro donne (chissà, avremmo potuto essere Rosanna, io, Donatella e Roberta) affrontano problemi ben più gravi dei nostri, comunque sempre basandosi su buona volontà, competenza globale, inventiva, amore per la poesia e l’arte.
Momenti emozionanti, a volte da batticuore per la protagonista Rosanna, di sicuro circondata anche da uomini saggi, tra quadri (di Flavia Polverini, Donatella Calì, Maurizio Pochesci), poesie, letture in prosa, interviste, canzoni improvvisate o da scaletta, sonetti romaneschi di Mario Sista.
Alla fine, una torta con i fuochi d’artificio accompagnata da esibizioni – mi pare – per banjo e tamburi e da una bella ragazza che, come la mia cugina del cuore, anni orsono, sulla spiaggia di Castiglioncello intonava “Tintarella di luna”.
All’uscita, io, Rosanna e una spettatrice stringevamo in mano ciascuna tre rose, una bianca, una rossa, una gialla, dono gradito degli amici Ivano Baglioni e Carla Barlese. Sotto una mezzaluna effettivamente più grande del solito".