Dopo il 17 Aprile, innovazione e politica

Si parla tanto di innovazione nella società, nell'economica, nella tecnologia. Startup, remote working, BYOD, coworking e altre amenità e bestialità anglofone e italofobe. Di millennials e di dinosauri, di vivere fast e vivere slow. Ci si dimentica che tutte queste cose modificano e hanno già modificato il rapporto tra Stato e Cittadino, e come questo si svolge.

A prescindere dalle motivazioni politiche che ogni partito o movimento aveva, è su questo punto che occorre riflettere. Perché se non si innova come Stato e Cittadino comunicano, come vengono prese le decisioni, come si coinvolge l'individuo nel processo di analisi e di definizione delle risposte e delle proposte, e nella decisione finale, non si va lontano. O meglio, si va verso un mondo, una società, a due corsie: quella del Potere e quella del Cittadino. Ma una dicotomia del genere non puo' esistere, porta inevitabilmente ad un conflitto, potenzialmente violento.

E qui perdono tutti.

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