HR e l'arte di farsi ascoltare

HR e l'arte di farsi ascoltare

Le riflessioni che seguono sono frutto di un caffè preso con Serena Barbieri, terapeuta e speaker del Podcast "Le Basi". Puoi rivedere l'intera conversazione sulla nostra pagina LinkedIn.

A volte le Risorse Umane fanno fatica a comunicare al resto dell’azienda progetti, innovazioni, cambiamenti. Come fare per comunicare in modo diverso?

La prima cosa da fare è fare attenzione al linguaggio che usiamo. Spesso nel comunicare ci vestiamo di parole adatte al nostro ruolo, abusiamo di termini professionali e tecnici, dimenticandoci che questi sono adatti per comunicare solo con gli “addetti ai lavori”.

Focalizzarsi eccessivamente sul proprio ruolo e sulla propria abilità tecnica ci fa dimenticare di chi ascolta e di chi ha bisogno di quei contenuti;  che finisce per non ascoltarli, o per non comprenderne l’importanza.

Quando comunichiamo dobbiamo quindi cercare di non rivolgere l’attenzione comunicativa verso di noi, adottando uno stile che sottolinei il nostro essere professionisti abili e forbiti, e mantenendo il focus sul sul contenuto che vogliamo veicolare e su chi ci sta davanti

Vi siete mai trovati nella situazione di dover comunicare qualcosa ma non sapere come farlo?

SEMPLICITÀ, IRONIA…

In un contesto di stimoli continui e costanti – anche sul lavoro, tra mail, riunioni continue, messaggi e notifiche… – dobbiamo scegliere di uscire dalla norma, di non appiattirci sul linguaggio tecnico e aziendale. Un buon esempio può essere l’uso di immagini, schemi, metafore, ironia: se i contenuti sono validi riusciremo a usare questi mezzi senza rischiare di banalizzare.

Negli ultimi mesi molte aziende hanno promosso attività (webinar, sostegno psicologico, sportelli di couseling…) per aiutare le persone ad affrontare momenti difficili, come la pandemia e la guerra. Anche temi così complessi possono essere comunicati in modo semplice e senza banalizzazioni, con l’obiettivo primo di creare un clima in cui le persone si possano sentire libere e sicure di esprimere anche paure e insicurezze.

Nelle vostre aziende è successo? Raccontaci nei commenti la vostra esperienza.

… E UNA CERTA DOSE DI CORAGGIO!

Chi comunica deve avere il coraggio di usare un linguaggio fuori dagli schemi della professionalità: in poche parole, il comunicatore deve dare spazio alla propria inadeguatezza avendo a mente che l’obiettivo non è promuovere sé stesso, ma creare le condizioni perché i contenuti possano davvero arrivare a colleghi e colleghe.

E a voi capita di bloccarvi su un linguaggio “aziendalese”, e vedere messaggi anche importanti largamente ignorati? Ci volete raccontare di quando avete avuto il coraggio per comunicare in modo diverso?

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate