I gestionali documentali che usano l’AI: attenzione alla sicurezza
Ormai nelle multinazionali e nelle aziende più strutturate non è raro trovare gestionali documentali che utilizzano l’intelligenza artificiale.
Abbiamo quindi di fronte dei gestionali in cui è stata messa tutta la documentazione della fabbrica: le procedure, i manuali, le bolle, i DDT…
Questi documenti vengono depositati su un archivio di quel gestionale, archivio che di solito è localizzato in Italia. Quegli stessi contenuti vengono poi “riversati” su un motore di intelligenza artificiale. Ce ne sono vari: OpenAI, Gemini, Watson…
Il motore di AI aiuta a restituire dei risultati a seconda delle ricerche – query - che vengono inserite nel manuale. In pratica abbiamo un operatore, un manutentore o un RSPP che fa una domanda al software (magari quello che ha sempre usato dov’è stato però caricato il plugin dell’intelligenza artificiale).
Le domande possono essere diverse, a seconda del contesto e dell’esigenza, ad esempio:
· Come faccio ad aggiustare quella valvola in particolare?
· Come faccio ad entrare in quel macchinario?
· Il DDT corrisponde all’ordine?
Come vedi, alcune di queste domande riguardano l’ambito della sicurezza, ed è proprio su queste che vorrei concentrarmi.
Prendiamo l’esempio del manutentore che vuole sostituire una valvola. Se il software è fatto bene, il nostro uomo può chiedere al software come fare tramite comando scritto o comando vocale.
Cosa succede a questo punto?
Il motore di ricerca AI funziona per “ambiente semantico”. Detto in parole povere, non andrà semplicemente a cercare i documenti che contengono la parola valvola, ma troverà tutti i documenti che usano parole collegate a valvola dal punto di vista del significato, e li restituisce come anteprime di testo già nella lingua dell’operatore.
Qui arriviamo alla parte fondamentale: queste anteprime sono come dati grezzi, materiale in lavorazione. Non sono il prodotto finito, sono materie prime!
In altre parole, i dati che fornisce l’AI potrebbero essere sbagliati!
Come si fa, allora? Beh, se il gestionale è fatto bene dovrebbe fornire anche i link alle fonti, che saranno ovviamente in lingua originale.
Ne deduciamo che la persona che fa l’interrogazione deve avere tutte le competenze per poter comprendere e validare la fonte da cui l’IA ha tratto l’informazione. Se, ad esempio, l’operaio che pone la domanda è cingalese e non parla italiano, e il software gestionale fornisce i risultati e le fonti solo in italiano e francese, per dire, non possiamo certo dire che l’operaio ha le competenze per verificare la fonte e scegliere come procedere!
Insomma, i gestionali documentali arricchiti con l’IA hanno diversi vantaggi:
· Facilità di accesso alle informazioni;
· Maggiore semplicità di comprensione (per via della traduzione)
· Messa a disposizione costante di tutti i manuali e le procedure
Detto questo, bisogna sapere che i risultati non sono sempre giusti, che c’è una possibilità di errore – che, secondo le software house con cui ho parlato io, si aggira tra il 15 e il 18%. Sì, questo vuol dire che più dell’80% delle volte l’IA non sbaglia, ma gli errori ci sono.
Dobbiamo sempre ricordare che l’AI “sta imparando” il mestiere. Per ora, averci a che fare è come mettersi in relazione con un bimbo di 6 anni. Agiamo di conseguenza, controllando quello che fa!
Per approfondire questo argomento, leggi questo articolo:
Ingegnere meccanico presso IDM Technical Documentation srl
3 mesiUltimamente si fà troppo affidamento all'intelligenza artificiale. Credo che possa essere un aiuto, ma non la soluzione definitiva.....per ora. Ai posteri l'ardua sentenza
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3 mesiArticolo molto di valore, grazie mille. Appare chiaro come il tema delle competenze del personale é sempre più centrale. Anche gli aspetti di riservatezza delle informazione secondo me sono un punto importante