Il nuovo domani - L’emergenza digitale in sanità e il ruolo centrale delle Aziende Farmaceutiche per migliorare l’aderenza terapeutica

Il nuovo domani - L’emergenza digitale in sanità e il ruolo centrale delle Aziende Farmaceutiche per migliorare l’aderenza terapeutica

“L’uso di device digitali potrebbe supportare i governi e i provider di servizi in ambito healthcare nell’affrontare un incremento del fabbisogno di accesso alle cure o nel gestire un’epidemia”. Questa citazione, tratta da un report, pubblicato da iCom a febbraio, poco prima della diffusione della pandemia di Covid-19 in Italia, suona oggi tristemente profetica soprattutto in un Paese come il nostro che si posiziona tra gli ultimi posti in Europa nella classifica della sanità digitale. 

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Il grafico tratto dal report fotografa il sottodimensionamento del nostro Servizio sanitario nazionale che la pandemia ha ulteriormente evidenziato in modo inequivocabile, spingendo ad una corsa alla digitalizzazione da parte del servizio pubblico, come confermano i dati dell’ instant report n°6 curato dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica .

Lo studio, pubblicato lo scorso maggio, elenca 89 soluzioni digitali adottate dalle regioni e dalle singole aziende sanitarie italiane durante il lockdown non solo per tracciare i contagi, ma soprattutto per il monitoraggio e il supporto da remoto dei pazienti.

Sono così state implementate e rese disponibili in poco tempo nuove app e piattaforme tecnologiche, e sono state attivate in pochi giorni visite specialistiche online, equiparate in virtù della necessità alle visite in presenza, e il numero delle consulenze a distanza si è improvvisamente moltiplicato.

L’innovazione digitale in sanità è un processo non emergenziale

Solo 28 tra queste soluzioni sono rivolte alle persone affette da Covid-19. Nella maggior parte dei casi si tratta, invece, di strumenti indirizzati alla cura di malattie croniche o di patologie che, viste le evoluzioni tecnologiche e farmaceutiche, stanno assumendo la dimensione di cronicità come alcune forme di tumori.

È necessario sempre più che l’innovazione in sanità metta al centro il paziente e i suoi bisogni in una prospettiva a lungo termine non emergenziale. Deve quindi essere costruita sull’esperienza e il know-how acquisito negli anni e deve tener conto del sistema di relazioni umane su cui si basa qualsiasi percorso sanitario, per poter davvero incidere sulla salute delle persone.

L’innovazione digitale in sanità non è un processo solo tecnologico. Come riportato in un articolo pubblicato lo scorso gennaio su Lancet, “[…] Concentrarsi solo sulla tecnologia è facile, ma l’assistenza sanitaria non è un problema di software che può essere risolto solo tramite la tecnologia”.

Priorità all’empowerment dei medici e all’engagement dei pazienti

Per immaginare e progettare la sanità di domani, bisogna allora ripartire riportando al centro alcune priorità. Il già citato report di ICom elenca tra le priorità della sanità digitale europea il miglioramento dell’accesso alle informazioni per i pazienti e i medici: empowerment dei medici ed engagement dei pazienti sono da sempre tra gli obiettivi di un Programma di Supporto al Paziente (PSP) che ha come scopo il miglioramento del percorso di salute delle persone e dell’aderenza terapeutica.

Le aziende farmaceutiche al fianco dei centri clinici durante l’emergenza

Ed è stata proprio la decennale esperienza nella progettazione ed erogazione di questi servizi, nati oltre dieci anni fa per offrire continuità nella cura e nel supporto al paziente, a permettere a Italiassistenza di rispondere in modo appropriato, strutturato, efficiente e rapido alle esigenze delle aziende farmaceutiche, che hanno saputo accogliere le richieste di aiuto giunte dai centri di cura.

Basti pensare ai pazienti cronici più acuti o affetti da malattie rare per cogliere l’incremento immediato delle terapie domiciliari anche più complesse. Questo approccio ha permesso la prosecuzione della cura a domicilio e l’attivazione dei servizi da remoto per una platea di pazienti molto più ampia di quella pre-emergenza.

Durante la crisi è emersa la necessità del PSP provider di agire con velocità ed elasticità nella riorganizzazione in funzione delle richieste dei Clienti attuali e nuovi. Ci è stata richiesta una reattività al di fuori del consueto, una nuova capacità di essere snelli e di rendere flessibile l’organizzazione, garantendo la qualità e la professionalità che ci contraddistingue nell’assistenza alla persona.

La richiesta di integrare rapidamente nuove professionalità è stata la sfida più complessa: è più complesso formare ed attivare nuovo personale all'improvviso, indispensabile sia per la gestione del servizio che nel rapporto con il paziente e nell’utilizzo degli strumenti digitali. Ma la nostra esperienza ci ha consentito di rispondere con prontezza e di calare nel contesto del PSP soluzioni e servizi efficaci.

La capacità di ampliare rapidamente l’accesso ai servizi

In epoca di distanziamento sociale, la presenza fisica presso i Centri Ospedalieri oppure a Domicilio può essere colmata con nuovi strumenti. L’impossibilità di accesso ai centri da parte dei pazienti avrebbe potuto mettere a rischio sia il rapporto umano con medici e operatori sanitari che l’aderenza al percorso terapeutico.

I nostri clienti ci hanno chiesto di attivare e/o incrementare servizi di videoconference dei pazienti con i nostri infermieri e psicologi. Sono stati inoltre sviluppati servizi di consegna a domicilio del farmaco per assicurare l’aderenza terapeutica, rendendo l’attivazione del servizio più rapida e snella e l’erogazione più flessibile alla situazione contingente per limitare il disagio logistico del paziente nonché il rischio di infezione nel recarsi presso la farmacia del centro.

Abbiamo inoltre attivato un servizio di monitoraggio Covid-19 per supportare le aziende nella fase di riapertura successiva al lockdown e abbiamo predisposto dei questionari per raccogliere le esigenze dei pazienti in questo momento storico importante, con l'obiettivo di continuare a supportare l'aderenza terapeutica sia durante che dopo l’emergenza, nell’ottica di stabilire un nuovo approccio di caring nel contatto con le persone e nella modalità di monitoraggio continuo dell’aderenza al loro percorso terapeutico.

Un nuovo ruolo per le aziende farmaceutiche nel dopo COVID-19

Le aziende farmaceutiche hanno saputo rispondere con prontezza alle esigenze dei centri clinici perché sono sempre più abituate a supportare i medici nella progettazione dei percorsi di cura in base ai bisogni del paziente.

Sicuramente si è consolidato il concetto che lo spazio e l’attenzione dedicata al design ed alla progettazione dei servizi e percorsi di salute del Paziente non devono essere limitati ai confini di una struttura ospedaliera, ma devono essere declinati e calati sempre più sul territorio e adattati alla quotidianità della vita delle persone.

I Patient Support Program sono e saranno sempre più indispensabili per incrementare e monitorare l’aderenza al percorso terapeutico, soprattutto alla luce del loro grande contributo alla “tenuta del servizio sanitario nazionale” evidenziata durante l’emergenza COVID.

Sono servizi a valore aggiunto e, come tali, dovranno essere ufficialmente riconosciuti anche dalle istituzioni e dalle autorità competenti, con tutti gli impatti e le declinazioni del caso in termini di adeguamento in ambito regolatorio e di compliance.

I PSP possono anche contribuire a supportare la definizione di nuovi framework collaborativi, integrando processi e standard di comunicazione già esistenti e consolidati in ambito Healthcare per accrescere il livello e la qualità della digitalizzazione della nostra sanità pubblica, ma soprattutto per incrementare l’approccio collaborativo tra sanità pubblica e privata al servizio delle persone, contribuendo a rinnovare i processi organizzativi e incidendo positivamente sulla riduzione dei costi in carico al SSN.

L’azienda farmaceutica si configura sempre più come partner delle istituzioni pubbliche nel monitoraggio del percorso di salute della popolazione, riconoscendo il valore aggiunto dei Programmi di Supporto (PSP) nella gestione dei Pazienti cronici.

Un tema questo che merita una riflessione a parte, e che chiama a raccolta professionalità che operano oggi in diversi ambiti e con expertise specifiche all’interno dell’ecosistema sanitario nazionale pubblico e privato.

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