La mia idea sul vino naturale
Sempre più in voga, il vino naturale rinnega le convenzioni dell'enologia classica e propone un nuovo settore, ancora non ben delineato ma sicuramente in crescita esponenziale.
Ce n'era bisogno: una ventata di freschezza che tenta di stravolgere le regole di un modo di fare il vino a volte omogeneizzante e poco rispettoso del prodotto iniziale.
Il vino "enologicamente perfetto" scende spesso a compromessi:stabilità, brillantezza, colore e morbidezza vengono spesso ottenuti a scapito di corpo, complessità e intensità olfattiva.
Il vino naturale prevede un accordo tra produttore e cliente di evitare molti compromessi, questa è la sua grandezza!
Ma nella miriade di prodotti ci sono grandi differenze, molti stili diversi, che comprendono vini molto interessanti e vini, a mio avviso, non accettabili (gustibus non disputandum).
Nei casi peggiori la "licenza poetica" del vino naturale è mal riposta, e il vino presenta difetti che non sono il frutto di compromessi non accettati, bensì conseguenze di errori di vinificazione.
Così troviamo acidità volatili troppo elevate, riduzioni spinte, casse, ecc.
Cos'è non accettabile? Molte molecole volatili considerate responsabili di difetti olfattivi pur non volendole definire "difettose" in una visione del vino rinnovata hanno una caratteristica negativa inattaccabile: oltre una certa soglia di presenza rendono uguale qualsiasi vino.
Attenzione, quindi, a che la lotta contro l'omogeneizzazione non sfoci in un'omogeneizzazione ancora più marcata!
Io sono per un vino naturale che rispetti le caratteristiche di vitigni e terroir, senza compromessi, ma