Qual è il motivo dell'oppressione nei confronti delle donne?

Qual è il motivo dell'oppressione nei confronti delle donne?

Secondo Eugenia Roccella, attuale Ministra per le pari opportunità e la famiglia,

Il motivo dell’oppressione nei confronti delle donne è il corpo sessuato; infatti lo stupro, la violenza, parte da lì. Quindi le donne sono oppresse perchè hanno un corpo di donna è questo il punto fondamentale.

Lo ha dichiarato in prima serata su Rai 3 il 25 novembre all’interno del programma “Che sarà”.

Ma è davvero così?

Dal mio punto di vista no. Mi spiego:

L'aggressore, nel momento nel quale decide di agire violenza nei confronti di una persona, non decide di farlo sulla base di come la persona si identifica; bensì lo fa sulla base della percezione che l'aggressore ha della persona.

Se quella persona verrà percepita dall'aggressore come donna, indipendentemente da come quella persona si identifichi, quell'aggressore, verosimilmente un uomo, deciderà di agire violenza.

Diversamente, se la percezione dell'aggressore sarà che la persona non è una donna, l'aggressore, verosimilmente un uomo, deciderà di non agire la violenza o, se sceglierà di farlo, non la agirà con matrice di genere, ma con altri tipi di matrici di discriminazione.

Ma allora il motivo dell'oppressione nei confronti delle donne è il corpo sessuato o la percezione (con tutto ciò che ne consegue a livello socio-culturale) dell'identità della persona oggetto della futura aggressione da parte dell'aggressore?

Trovo la tesi esposta da Roccella fortemente sbagliata e dannosa per le donne stesse. Cercherò di portare qui un esempio molto semplice a sostegno del mio discorso.

Secondo la tesi esposta da Roccella, io sono una donna, in quanto sono nato biologicamente femmina e conservo, ad oggi, i caratteri sessuali femminili.

Seguendo il suo ragionamento, io dovrei, di conseguenza, essere motivo di oppressione, con matrice di genere, da parte (tendenzialmente) degli uomini.

Però questo non succede.

Provo a fare un elenco di cose che invece mi succedono da quando non sono più percepito come una donna, cosa che semplificherò con la locuzione "da quando ho la barba".

Da quando ho la barba se cammino da solo per la strada di notte non ho più paura di essere seguito per essere violentato.

Da quando ho la barba non cammino più con il telefono a portata di mano, così da poter far finta di chiamare mio padre se un uomo mi si avvicina in modo preoccupante.

Da quando ho la barba il mio salario è aumentato.

Da quando ho la barba se mi trovo a camminare in una strada deserta e c'è una donna davanti a me, quella donna aumenta il passo perchè dietro ci sono io.

Da quando ho la barba quello che dico viene valutato sulla base del contenuto del discorso che sto portando avanti e non sulla base di chi sta esponendo quel discorso.

Da quando ho la barba non ricevo più catcalling per strada.

Da quando ho la barba so di non poter rientrare in quel lunghissimo numero di vittime che è stato chiamato in piazza il 25 novembre.

Perché tutto questo succede?

Succede perché io non sono percepito come donna nella vita di tutti i giorni e, di conseguenza, non essendo percepito come donna nella vita di tutti i giorni non vivo più le discriminazioni che vivono le donne e che, un tempo, quando ero percepito come donna, vivevo anche io.

Pertanto, a mio parere, non è un tema di identificazione, è un tema di percezione. Basta che una persona venga percepita come donna per diventare oggetto di discriminazioni di genere. Questo, tra l'altro, penso renda ancora più chiaro il problema sistemico ai danni delle donne, meglio conosciuto come patriarcato.

Mi aspetto di più dalla persona che presiede il ministero che dovrebbe occuparsi di pari opportunità e di politiche di genere. Trovo triste dare una risposta così semplicistica a un tema così complesso, come quello della violenza di genere.


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