Truman Saviano si crede Capote e inventa un nuovo genere letterario: l'autodifesa per interposto scrittore
Per la serie ciclostile, Roberto Saviano parla del “nobel e del riscatto dei libri verità”. Perché per la prima volta “viene premiata la narrativa non fiction” e dunque il prossimo candidato per un volo letterario in Svezia, c’è da scommetterci, sarà lui. L’autostima non manca. Ma la cosa notevole, il passaggio impresso sul nobile (in)colonnato di Repubblica, quello che mostra in tutto il suo splendore l’ego smisurato di Saviano, arriva quando l’acclamato autore di "ZeroZeroZero" (titolo azzeccatissimo) parla di quello che lui chiaramente considera un suo pari, Truman Capote, autore di un paio di capolavori, tra cui "Colazione da Tiffany" e "A Sangue Freddo", la cronaca di un caso giudiziario che sconvolse l’America: il quadruplice omicidio della famiglia Clutter. La scena si svolge in Kansas, gli assassini si chiamano Perry Edward Smith e Richard Eugene Hickock. Lo scrittore si appassiona alla vicenda, con l’amica d’infanzia Harper Lee comincia una lunga indagine sul caso, assiste al processo, incontra gli assassini, ricostruisce i fatti e scrive il primo esempio di non-fiction novel della letteratura americana. "A Sangue Freddo" fu accolto da mille polemiche, ma non per una faccenda da copycat o drag and drop di testi wikipedianti. Continua a leggere l'articolo sul Foglio.