Un amore ritratto una vita

Un amore ritratto una vita

Se sei  un fan degli amori romantici, quelli che durano per la vita e che si alimentano di piccoli gesti, questa storia fa proprio al caso tuo!

I protagonisti della vicenda sono due ragazzi francesi (non a caso, terra d’amore e di passioni). Era infatti il 1865 quando Claude Monet conobbe Camille Doncieux, in una libreria di Parigi, dove la giovane lavorava come commessa. 

L’artista rimase subito colpito dai lineamenti dolci della fanciulla, innamorandosene immediatamente. 


Frédéric Bazille, pittore e buon amico dell’allora venticinquenne Monet, riesce a far in modo che i due giovani si presentino e introducono Camille al mondo dell’arte, proponendole di diventare loro modella.

Camille, di umili origini, non volle lasciarsi scappare l’occasione di racimolare qualche soldo in più e acconsentì alla richiesta. Monet ne fece presto la sua modella numero uno e ben presto i due divennero amanti. 

È così che l’8 agosto 1867 Camille Doncieux diede alla luce Jean, il suo primo figlio.

La coppia tuttavia non visse un amore tutto rose e fiori: la relazione era fortemente ostacolata da ambedue le famiglie e le scarse vendite dei quadri dell’artista non fecero che peggiorare la situazione, costringendo i giovani a vivere in una deprimente povertà.

Tuttavia, convolarono a nozze il 28 Giugno 1870, con una cerimonia civile svoltasi all’ottavo arrondissement di Parigi con il pittore Gustave Courbet testimone. 

Nonostante i numerosi problemi con i creditori, le malattie del secolo e la guerra franco-prussiana, la coppia si dimostrò solida e unita nel tempo, dando alla luce anche un’altra creatura il 17 marzo 1878: Michel.

La nascita del secondogenito segnò però un forte deterioramento della salute di Camille; gran parte del denaro che Monet guadagnava con la vendita dei suoi dipinti, veniva infatti utilizzato per pagare le cure mediche della sua sposa. Sul letto di morte, mentre le veniva impartita l'estrema unzione (era il 31 agosto 1879 - Camille morì 5 giorni dopo), i due sposi chiesero al prete presente in quella dolorosa situazione di sancire anche religiosamente il loro matrimonio. 

Monet, in tutto questo tempo, durante tutto l’arco della sua vita, ritrasse la sua donna. La ritrasse persino sul letto di morte.

Nelle opere la giovane è resa eterna dal compagno, mentre è irrorata dalla diafana luce pomeridiana con un libello tra le mani. Oppure mentre è distesa tra filari d’erba, confondendosi tra i minuscoli fiori che la circondano.

O ancora mentre, vicina al trapasso, osserva con i suoi occhi stinti la finestra circondata di fiori. Ma l’opera più struggente è certamente “Camille sul letto di morte”, in cui stringe una rosa bianca tra le mani avvolta da un velo di trasparente organza.

Tutte opere volte a rimarcare il suo amore, la sua devozione, create per lasciare ai posteri il suo fiammeggiante ricordo imperituro.

La loro storia d’amore ispirò le generazioni successive, tanto che un resoconto romanzato della relazione tra Camille Doncieux e Claude Monet venne scritto dalla newyorkese Stephanie Cowell, “Claude and Camille: A novel on Monet”, che nella versione italiana prese il titolo “La donna con il vestito verde”, citazione al celebre quadro del 1866.


Sono affetto da romanticismo !! Non sono un pittore, ma credo che occorra ritrarre sempre la persona amata, averne cura e prestare attenzione !! Sarà forse una patologia, ma è il mio modus vivendi, nonostante attualmente sia solo !! Basta anche solo un piccolo pensiero, una carezza, un atto di affetto per far sentire che non è sola !! Una parola di conforto, un aiuto !! Non occorrono sforzi. Tutto deve essere spontaneo, questa è la malattia !! Patologia dettata da spontaneità !!

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