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AIDAF-EY Chair in Strategic Management in Family Business

AIDAF-EY Chair in Strategic Management in Family Business

Think tank

milano, Italia 3.985 follower

Family business and corporate governance

Chi siamo

La Cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari in memoria di Alberto Falck nasce nel 2014 dall'esperienza della precedente "Cattedra-AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari", istituita nel 2004 dall'Università Bocconi con l'obiettivo di porre in evidenza il ruolo rilevante che il modello dell’impresa familiare riveste in Italia e a livello internazionale, nonché di studiarne le sue specificità. Prima del suo genere in Italia, è sostenuta da AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), da EY (Ernst&Young) e da un pool di imprese familiari italiane, e si dedica allo sviluppo della ricerca, dell'insegnamento e della partecipazione ad attività istituzionali collegate alle imprese familiari.

Sito Web
http://www.aidaf-ey.unibocconi.it/
Settore
Think tank
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
milano, Italia
Data di fondazione
2014

Aggiornamenti

  • Le operazioni di #aperturadelcapitale hanno interessato in misura superiore le #aziendefamiliari del Manifatturiero e le aziende familiari del Nord Italia. Da un punto di vista settoriale, le operazioni di apertura del capitale hanno coinvolto in misura superiore le aziende che operano nei settori del #Manifatturiero. Nello specifico le aziende manifatturiere sono: 📍il 54,2% delle operazioni di minoranza 📍il 57,7% delle quotazioni 📍il 58,9% delle cessioni del controllo (contro una media nazionale pari al 43,5%). All’interno del Manifatturiero, le operazioni di minoranza e le operazioni di maggioranza hanno coinvolto in misura superiore il settore della #Meccanica, mentre il #Sistemamoda è stato quello maggiormente interessato dalle operazioni di quotazione in Borsa. Da un punto di vista geografico, le operazioni di apertura del capitale hanno interessato in misura superiore alcune regioni del #NordItalia (in primis Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna).

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  • «A #Brescia l’82,7% delle imprese con fatturato sopra i 20 milioni di euro è familiare». Ad affermarlo Carlo Salvato in occasione della presentazione dell’ottava edizione del report «Le 1000 Pmi che fanno grande Brescia» realizzato dall’Università degli Studi di Brescia, con il coordinamento del prof. Claudio Teodori, in collaborazione con il Giornale di Brescia (Erminio Bissolotti). «A partire dal 2020 - continua Salvato - le #aziendefamiliari di Brescia registrano tassi di crescita superiori rispetto a quelle non familiari. Stesso discorso per la redditività. I modelli di leadership più diffusi sono quelli collegiali, ovvero più AD insieme». Il focus su Brescia è stato realizzato dell'Osservatorio AUB curato da FABIO QUARATO. Articolo e foto del Giornale di Brescia👇🏻 https://lnkd.in/dTdcRJhB

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  • La XVI edizione dell’Osservatorio AUB ha voluto dedicare un approfondimento al tema dell’apertura del #capitale delle #aziendefamiliari italiane. Dall’analisi emerge come circa l’8,1% delle aziende familiari presenti nell’Osservatorio ha aperto il capitale in una delle seguenti tre modalità: 📍con una operazione di cessione di una quota di minoranza del capitale (1,7% dei casi) 📍attraverso la quotazione in Borsa, conservando il controllo della società (0,9% dei casi) 📍con una operazione di cessione del controllo (5,5% dei casi). Prevalgono dunque le aziende che hanno aperto il capitale tramite una operazione di cessione del controllo, avvenuta in larga parte nel corso dell’ultimo decennio. ➡️I partner industriali rappresentano la tipologia di acquirente più frequente (pari al 62,1% nelle operazioni di cessione del controllo e al 48,4% nelle operazioni di minoranza).

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  • Progredisce, anche sul versante del #passaggiogenerazionale, la situazione del #familybusiness a Nord Est. Dietro questi buoni risultati emerge una "new wave" di imprenditori più preparata,istruita, competente. Lo mette in evidenza l'ultimo Osservatorio AUB (AIDAF - Italian Family Business, UniCredit, Università Bocconi). Nel #NordEst le aziende di famiglia rappresentano il 70%, 4 punti in più sulla media italiana di categoria. A conferma del Dna imprenditoriale delle regioni che guardano al confine orientale. Inoltre il nostro family business ha performance migliori praticamente in tutte le comparazioni, sia societarie sia territoriali. Buone notizie per il passaggio del testimone. I modelli di #leadership familiare risultano sempre quelli più diffusi, ma si sono ridotti di quasi 10 punti nell'ultimo decennio sia nelle imprese di maggiori dimensioni sia nelle Pmi: «Anche se gli ultrasettantenni sulla tolda di comando sono ancora parecchi - osserva FABIO QUARATO della Bocconi - negli ultimi tempi è iniziato il processo di inserimento dei #giovani e la "#nextgen" sta dimostrando di avere le carte in regola». L’articolo di franco vergnano

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  • I #NextGen donna hanno un livello di istruzione mediamente più elevato rispetto ai NextGen uomini. Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio AUB, l’84% delle #donne ha almeno un titolo di studio di I livello contro il 65,3%. Così come se quasi uno su due, il 46%, ha un titolo di studio in ambito economico, il dato sale a quasi due su tre per le donne. Resta molto lontano il dato quando si guarda alle materie #Stem, con lauree in ingegneria tra chi ha preso le redini che vede un 6% di donne contro un 13,8% di uomini. “Il dato che più colpisce è quello dell’#esperienza”, sottolinea FABIO QUARATO. Meno di due imprenditori su dieci della nuova generazione (16,6%) hanno svolto prima dell’ingresso in azienda una significativa esperienza lavorativa esterna alla famiglia, contro 7 su 10 tra i manager chiamati a far parte della squadra ai vertici. Ma se è vero che solo il 13,8% degli uomini subentrati alla generazione precedente ha lavorato anche altrove, lo ha fatto ben il 25% delle donne.

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  • Frédéric Arnault sarà il ceo di Loro Piana. Il 26 marzo subentrerà a Damien Bertrand (nominato a sua volta deputy ceo di Louis Vuitton). Quartogenito del magnate del lusso Bernard Arnault, aveva già ricoperto diversi ruoli nell’#aziendafamiliare. Dal 2020 era ceo di Lvmh Watches che comprende brand come Hublot, Tag Heuer e Zenith, diventando così il più giovane amministratore delegato nel settore degli orologi di #lusso. Non si tratta di semplici cambi ai vertici ma di una strategia avviata da tempo da Bernard Arnault per dare maggiore spazio ai suoi figli e a rafforzare ulteriormente la divisione moda del gruppo. Già lo scorso aprile era stato dato l’annuncio dell’ingresso nel CdA dei due figli, Alexandre e Frédéric, nati insieme al più giovane Jean, dal secondo matrimonio con la pianista canadese Hélène Mercier. Affiancando così i fratelli maggiori Delphine e Antoine, nati dalla prima moglie, Anne Dewavrin. Ma Bernard Arnault, 76 anni, non ha intenzione di mollare la presa. Potrebbe infatti rimanere al timone di Lvmh fino all’età di 85 anni, se gli azionisti appoggeranno la proposta in occasione dell’assemblea annuale del prossimo 17 aprile. Già nel 2022, la richiesta era stata di passare da 75 a 80 anni. Il #passaggiogenerazionale rimane quindi un tema fondamentale anche per il colosso del lusso francese.

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  • AIDAF-EY Chair in Strategic Management in Family Business ha diffuso questo post

    Ieri abbiamo ospitato nella nostra sede di #Milano le studentesse e gli studenti di CBS Global Family Enterprise Program, guidati dalla professoressa Gaia Marchisio e dal suo team, per un pomeriggio di approfondimento e scambio #ItaliaUSA. Grazie di cuore al professor Paolo Morosetti della AIDAF-EY Chair in Strategic Management in Family Business per l'intervento e gli insight e a Edoardo Boroli per aver portato la propria testimonianza preziosa. La promessa è di ricambiare presto la visita a #NewYork! #familybusiness #NextGen #internationaleducation

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  • Come stanno cambiando le #impresefamiliari italiane? Come gestiscono il #passaggiogenerazionale e come è organizzata la #governance? Ne discutono FABIO QUARATO, Managing director della Cattedra Aidaf-EY in Strategic management delle imprese familiari all’Università Bocconi, Camilla Lunelli, Vice Presidente Ferrari Trento e Direttrice Comunicazione e Sostenibilità Gruppo Lunelli, Chiara Coricelli, AD e Presidente Coricelli s.p.a., Lello Naso inviato de Il Sole 24 Ore ed esperto in imprese. Guarda il video👇🏻

  • Un #profilo della #NextGen non è molto differente - sia per tipo che per ambito di preparazione - da quello dei #manageresterni. La XVI edizione dell’Osservatorio ha voluto esaminare il profilo dei NextGen coinvolti nei processi di transizione generazionale sia in termini di esperienze lavorative che di tipo di istruzione ricevuta. A tale fine, partendo dalle circa 1.500 aziende familiari coinvolte in un #passaggiogenerazionale nel periodo 2013-2022, sono stati raccolti dati completi sui successori di 446 imprese (397 con un passaggio generazionale che ha coinvolto un NextGen familiare e con un «passaggio del testimone» ad un manager esterno). Dall’analisi dei profili analizzati emergono le seguenti evidenze: ISTRUZIONE 📍circa 7 successori su 10 hanno almeno una laurea di I livello (bachelor) 📍quasi 1 su 10 (7,4%) ha conseguito un MBA o un PhD. Se si confrontano i profili dei NextGen familiari con quelli dei manager esterni, si osserva che: 📍i manager esterni hanno un livello di istruzione un po' più elevato (solo il 22,4% non ha un titolo di studio superiore al Diploma, contro il 30% tra i membri della NextGen 📍il 61,2% ha conseguito una laurea magistrale, contro il 52,9% dei membri della NextGen. TITOLO DI STUDIO 📍circa 1 successore su 2 ha conseguito un titolo di studio in ambito economico 📍tra i manager esterni, l’incidenza dei titoli di studio in ambito economico è inferiore (36,7% vs 47,1% dei NextGen familiari) 📍tra i manager esterni, l’incidenza dei titoli di studio in ambito STEM è superiore (il 22,5% ha un titolo di studio nell’ambito Engineering, Industry & Technology, contro l’11,8% della NextGen). ESPERIENZA LAVORATIVA 📍meno di 2 componenti su 10 della NextGen familiare hanno svolto (prima dell’ingresso in azienda) una significativa esperienza lavorativa esterna (contro 7 su 10 tra i manager esterni) 📍soltanto 1 componente su 20 della NextGen ha svolto (prima dell’ingresso in azienda) una esperienza lavorativa all’estero della durata di almeno 6 mesi (contro 1 su 10 tra i manager esterni) 📍poco più di 2 successori della NextGen su 10 hanno svolto (almeno) una esperienza lavorativa nella stessa industry dell’azienda di famiglia (contro circa 3 su 10 tra i manager esterni).

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  • C’è chi ha l’imprenditoria nel sangue. Specialmente in Italia dove le #impresefamiliari rappresentano una componente fondamentale del tessuto produttivo contribuendo in maniera significativa alla crescita economica, all’occupazione e alla competitività del Paese. Lo sappiamo da sempre ma i numeri dell’ultima edizione dell’Osservatorio AUB (AIDAF - Italian Family Business, UniCredit, Università Bocconi) non fanno che confermarlo. Inoltre il #passaggiogenerazionale e l'adozione di modelli di #governance moderni stanno favorendo la crescita, l'internazionalizzazione e l'innovazione nelle imprese familiari. Il numero medio di passaggi generazionali annui è passato da 127 prima del 2019 a 181 nel periodo 2020-2022. Continua a leggere👇🏻

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