Criptovalute, sponsorizzazioni, produzioni televisive, aziende della Difesa… più che alla storia, Donald #Trump sembra voler passare alla cassa Andrea Cangini su HuffPost https://lnkd.in/daBCQMv4
Fondazione Luigi Einaudi
Think tank
Roma, Lazio 13.055 follower
Diffondiamo l’interesse per lo studio dei problemi politici, economici e culturali, riferiti al pensiero liberale
Chi siamo
La Fondazione Luigi Einaudi è il centro di ricerca che promuove la conoscenza e la diffusione del pensiero politico Liberale. E’ stata costituita nel 1962 da Giovanni Malagodi. Si impegna perché ogni cittadino sia in condizione di vivere, di crescere, di rapportarsi con gli altri e di prosperare in pace, attraverso il riconoscimento delle diversità, la difesa delle libertà individuali e della dignità umana, la promozione del confronto libero e costruttivo sui fatti e le idee. Promuove il liberalismo per elaborare risposte originali alla complessità dei problemi contemporanei legati alla globalizzazione e alla rapida evoluzione tecnologica, al fine di favorire le libertà individuali e la prosperità economica.
- Sito Web
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https://www.fondazioneluigieinaudi.it/
Link esterno per Fondazione Luigi Einaudi
- Settore
- Think tank
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Roma, Lazio
- Tipo
- Non profit
- Data di fondazione
- 1962
- Settori di competenza
- Liberalismo, Politica, Storia, Economia, Politiche Pubbliche, Giustizia, Ricerca scientifica, Finanza, Cultura e Progetti europei
Località
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Principale
Via della Conciliazione, 10
Roma, Lazio 00193, IT
Dipendenti presso Fondazione Luigi Einaudi
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Fabio Tomassini
Chief Executive | Direttore centro competenza Strategy e Leadership H-Farm | Esperto in progetti di trasformazione aziendale - Crescita, IPO, M&A…
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Gabor David Friedenthal
Partner @ Kearney | Banking & Finance, Management Consulting
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Michele Gerace
Alle prese con il diritto, la tecnologia e le politiche pubbliche.
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Gianluca Sgueo
Digital Transformation, Democracy, Global Affairs
Aggiornamenti
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Questa sera il Segretario generale Andrea Cangini sarà ospite di Monica Giandotti negli studi di #LineaNotte a partire dalle 00:00. Non mancate!📺👇
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Perché nonostante l'ottima posizione delle nostre università nelle graduatorie, non riusciamo ad attrarre giovani studenti dal mondo? Ce lo spiega il Direttore Davide Giacalone!👇
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Ce lo chiede la storia, non abbiamo più tempo. È ora degli Stati Uniti d’Europa! #PensieriLiberali
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Il #15marzo del 1738 nasce Cesare #Beccaria. Consigliamo un ripasso a tutti coloro che pensano di raccogliere consensi mettendo mano al Codice penale. Non servono nuovi reati, non servono sanzioni più severe: servono processi celeri e pene effettive! #PensieriLiberali
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Filosofo e maestro dell'ironia: #Voltaire, la voce inarrestabile dell’Illuminismo. ▶️Ora disponibile il nuovo episodio di #Libsophia, il podcast di Ermanno Ferretti prodotto dalla Fondazione Luigi Einaudi: https://lnkd.in/dNyCMtk8 Progetto realizzato con il contributo di Trieste Campus
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Viva le contestate, da chi non le ha capite, linee guida alle scuole elementari e medie del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. E viva Mattia Feltri, che mi onora di una citazione sulla prima pagina della Stampa in coppia con Luciano Canfora. I tempi sono sufficientemente confusi, diamo vita ad un partito liberal-marxista che abbia come primo punto del proprio programma l’Istruzione?
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LATINO, OCCIDENTE, BIBBIA, MEMORIA E SCRITTURA A MANO: LE INECCEPIBILI LINEE GUIDA DEL MINISTRO VALDITARA (Pubblicato su huffingtonpost.it) Bisogna essere piuttosto ignoranti o piuttosto insicuri della propria identità politico-culturale per considerare reazionarie le linee guida che il ministro dell’Istruzione Valditara ha impartito alle scuole un tempo dette elementari e medie. Non è un caso che un uomo dalla cultura enciclopedica e dalla coscienza politica granitica (ancorché marxista) come Luciano Canfora ne abbia detto bene. Una mosca bianca, a sinistra. Cominciamo dal latino. Canfora ricorda che la conoscenza del latino è propedeutica alla conoscenza delle lingue italiana, francese o spagnola e a chi dice che anticiparne lo studio sia una scelta “di destra” risponde citando Gramsci: “Si studia il latino non per imparare a parlare latino, ma per imparare a studiare”. Lapidario. A chi, poi, nello studio della Bibbia ha voluto scorgere lo spirito codino di una classe politica “Dio, Patria e famiglia”, Canfora ricorda che la Bibbia è il risultato della collezione di innumerevoli “testi di enorme rilievo storico che sono stati accorpati nel corso del tempo, mettendo insieme la tradizione ebraica e quella cristiana”. Insomma, non occorre avere il dono della fede per capire che rappresenta una delle radici culturali d’Occidente. Ohibò, abbiamo scritto “Occidente”. Brutta parola per chi, avvinto da nobili sentimenti terzomondisti, ama rimarcarne le “colpe”. Ma l’Occidente siamo noi. Conoscere la cultura e la storia occidentali significa acquisire i canoni della propria identità. E come il patriottismo è il miglior antidoto al nazionalismo, una solida identità culturale è il miglior antidoto al razzismo. Ma questo Canfora non l’ha detto. Ha invece detto un gran bene dell’idea ministeriale di rivalutare l’antica pratica del mandare le poesie a memoria. Lo ha fatto citando Leopardi: “Io so quello che so a memoria”. E basterebbe questo per chiudere il discorso. Volendolo, invece, tenere aperto, è difficile non osservare come la memoria sia un bene primario in via di esaurimento soprattutto nei giovani. È una delle conseguenze dell’abuso di smartphone. I neuroscienziati la chiamano “brain rot”, distruzione cerebrale: é il processo di deperimento delle facoltà intellettuali determinato da un uso eccessivo degli smartphone. Si perdono la memoria, lo spirito critico e soprattutto la capacità di attenzione. Secondo le neuroscienze, cure naturali a questa malattia epocale sono la scrittura a mano in corsivo e la lettura su carta, pratiche che sollecitano il cervello incoraggiandone lo sviluppo. Anche per questa ragione le “Indicazioni 2025, Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione” del ministero meritano un plauso. Perché rivalutano l’uso di carta e penna. La parola “scrittura” compare ben 68 volte, la parola “lettura” 89. E pazienza se c’è stato chi, non avendo mai parlato con neurologi o grafologi, l’ha interpretato come antimodernismo.