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La Ragione - leAli alla libertà è un quotidiano d'opinione di ispirazione liberaldemocratica ed europeista diretto da Fulvio Giuliani in qualità di Direttore Responsabile e Davide Giacalone come Direttore Editoriale. Ogni giorno idee, approfondimenti, proposte e analisi. In edicola dal martedì al sabato a 50 cent, gratis online su sito e App #LaRagione

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Aggiornamenti

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    Donald Trump ha stravinto le elezioni americane ed è il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d'America. Torna così alla Casa Bianca e già questo ha per certi aspetti dell'incredibile, considerato soprattutto come vi era uscito. Kamala Harris ha straperso perché, se c'è una vittoria schiacciante del fronte repubblicano e di Trump, c'è per forza di cose una sconfitta totale e totalizzante del fronte avversario.   Il commento del direttore Fulvio Giuliani #usa #trump

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    Elon Musk, che si è comprato non a prezzo di saldo un social network, perdendo anche milioni di utenti, trasformandolo poi in un megafono per la campagna elettorale vincente di Trump. Poi il resto dell’esercito a sostegno del (prossimo) nuovo presidente degli Stati Uniti: dal controverso - a dir poco - Joe Rogan, mente e braccio di un podcast negli Stati Uniti, famoso anche per le sue posizioni estremamente conservatrici e per un diffuso sentimento anti Vax ai tempi della pandemia da Covid-19 e poi Hulk Hogan, l’eroe del wrestling degli anni ‘80 e ‘90, che sino a qualche giorno fa si è strappato la maglietta - come per decenni sul ring - a favore dell’amico Trump. Le presidenziali che consegnano la Casa Bianca a Trump dicono chiaramente che sono i personaggi contraddittori, che tendono a dividere, anche a lasciare di stucco per le proprie posizioni, ad emergere rispetto agli artisti e personaggi dello sport che si sono schierati al fianco di Kamala Harris. Da Bruce Springsteen a Beyoncé, poi Oprah Winfrey a Jennifer Lopez, sino a LeBron James, che una settimana fa su X esortava i suoi accoliti a votare per la candidata dem, lui che in passato ha avuto diversi battibecchi con Trump, quando il candidato Rep era alla White House per le politiche sulle minoranze etniche. Se il pacchetto di appelli anti Trump è servito per l’elezione di Joe Biden nel 2020 a discapito dello stesso Trump, ora il tempo del “politically correct” e dei messaggi inclusivi sembra essere passato, si vota ormai per contrapposizione, non contano i modelli positivi piuttosto quelli polarizzanti, piuttosto quelli che lasciano il segno, soprattutto attraverso i social network, qualunque sia il segno. Lo ha compreso un altro miliardario dalle posizioni controverse come Mark Cuban, che congratulandosi con Donald Trump via X, attribuisce buona parte del successo di Trump a Elon Musk. di Nicola Sellitti #DonaldTrump #Trump #KamalaHarris #Harris #Usa #Election2024

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    La vittoria che si sta profilando per Donald Trump è una vittoria schiacciante, indiscutibile. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America si appresta a tornare nello Studio Ovale della Casa Bianca dopo aver sostanzialmente travolto la candidata democratica Kamala Harris. Inutile girare intorno alla realtà dei numeri, indorare la pillola, cercare letture più o meno fantasiose: l’America ha scelto in modo nettissimo la visione di se stessa proposta da Donald Trump (e dal grandissimo elettore Elon Musk…), quella del ritorno alla “potenza americana“ senza se e senza ma. Poi i grandi temi, a cominciare da uno che noi europei abbiamo considerato relativamente durante la campagna elettorale: la chiusura delle frontiere agli immigrati senza spaventarsi di usare termini che da noi sarebbero esplosivi quali “deportazione“. L’ha promessa Trump per un’ulteriore evoluzione della tolleranza zero della sua prima presidenza. A seguire, l’economia: i democratici - incredibile a dirsi - pagano anche su questo fronte e in particolare noi italiani proprio non riusciamo a capire: se avessimo i fondamentali economici statunitensi metteremmo le bandiere le finestre e l’amministrazione uscente non è riuscita a capitalizzarli, anzi è stata punita nelle urne. Nonostante tassi di crescita impensabili da queste parti e una disoccupazione ai minimi, un piccolo balzo dell’inflazione o una crescita minore del previsto degli occupati negli ultimi mesi è stata letta come un’incapacità di Biden (e Harris) di rispondere alle esigenze economiche e soprattutto alle paure degli americani. Quella paura che ha giocato un ruolo decisivo e sembra proprio aver trionfato la paura incarnata da Donald Trump e non di Donald Trump. Per le cancellerie europee, con la sola esclusione (di peso molto relativo) dell’Ungheria, si apre una fase di incredibile delicatezza e incertezza. Cosa accadrà adesso con l’Ucraina, quale sarà l’atteggiamento di Trump con Vladimir Putin e la sua folle guerra di aggressione, come si rivolgerà alla Cina, quali saranno i primi messaggi rivolti agli alleati europei, mai considerati nella sua prima presidenza e tantomeno durante la campagna elettorale? Sono domande, temi, valutazioni e timori che ci attendono nelle ore e nei giorni avvenire, ma questo è il momento dell’analisi di una sconfitta oltre le più fosche previsioni e di una vittoria molto più larga di come fosse lecito attendersi. Pazienza per i sondaggisti, che ci avevano garantito una corsa all’ultima scheda, ma il vero tema non è solo il tracollo di una candidatura che non è riuscita a tamponare la gigantesca falla apertasi nel fronte democratico con il decadimento di Joe Biden, ma una visione dell’America e del mondo che si scopre drammaticamente minoritaria, con conseguenze che peseranno su tutti noi. di Fulvio Giuliani #DonaldTrump #Trump #KamalaHarris #Harris #Usa #Election2024

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    Stati Uniti - è il grande giorno delle elezioni. Secondo Associated Press, ci sarebbe un margine di quattro milioni di voti a favore di Donald Trump nel voto popolare e sarebbe matematica la maggioranza al Senato. Intanto, i rappresentanti più alti del partito repubblicano sarebbero pronti a recarsi a Palm Springs, nel quartier generale di Donald Trump. "Abbiamo un importante settimana davanti a noi, due giorni dopo le elezioni ospitiamo lo European Political Community Summit, allacciate le cinture!”. Lo scrive su X il primo ministro ungherese, Viktor Orbán. Secondo il New York Times, Donald Trump ha il 90% di possibilità di vincere le elezioni presidenziali. Lo scenario negli swing state: Trump avanti in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin. Elezioni Usa 2024 - Trovate tutti gli aggiornamenti in diretta cliccando sul seguente link: https://lnkd.in/d7Kz_hEP #DonaldTrump #Trump #KamalaHarris #Harris #Usa #Election2024

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    Sulle presidenziali 2024 negli Usa si dice che possa essere decisivo il voto delle donne, in particolare bianche, alle quali ha puntato la candidata democratica, Kamala Harris, soprattutto negli ultimi giorni di campagna elettorale. Non è un caso, quindi che Julia Roberts si sia rivolta implicitamente a loro, esortandole a “tradire i mariti nel segreto dell’urna”, riferendosi all’attacco di Donald Trump a Liz Cheney, la figlia dell’ex vice presidente Dick Cheney. Dopo le parole su Puerto Rico e l’isola di spazzatura, pronunciate dal tycoon, invece, Kamala Harris ha incassato l’endorsement di Jennifer Lopez, salita sul palco in uno degli ultimi comizi elettorali della vice Presidente. Ma è lungo l’elenco delle star (donne) pro Harris, che comprende anche Gwyneth Paltrow, Lizzo e Selena Gomez. Quest’ultima lo ha fatto in modo molto plateale, indossando uno scintillante abito rosso e postando foto in cui imbuca la scheda elettorale nell’early voting, il voto anticipato. Nel campo musicale non è passato inosservato neppure il duetto Barack Obama-Eminem, a sostegno della candidata democratica. Non si è certo trattato di Bruce Springsteen, che in passato si era speso organizzando un concerto a supporto di Hillary Clinton, ma Harris ha portato a casa anche l’appoggio indiretto di Beyoncé, che ha concesso di utilizzare la sua canzone Freedom in un video della campagna elettorale. Un inossidabile elettore dem si è poi confermato Robert de Niro, insieme a George Clooney, primo fundraiser del partito, vicinissimo a Barack Obama e tra coloro che pubblicamente si sono spesi per un passo indietro di Biden. Silenzio, invece, dalla moglie, Amal Alamuddin. Tra i dichiaratamente pro-Harris ci sono anche il regista Spike Lee e l’attrice Barbra Streisand, insieme a Nick Offerman, Jane Fonda e Ben Stiller, insieme ad Arnold Schwarzenegger, già attore e governatore della California, nonostante sui social abbia affermato “I hate politics more than ever”. [...] Chi sono, invece, i pro Trump? [...] Clicca sul seguente link per leggere l’articolo completo “Trump-Harris, per chi votano i vip” di Eleonora Lorusso: https://lnkd.in/dDUe2_t5 #Usa #America #StatiUniti #Vip

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