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Chi siamo

Torcha è un progetto editoriale di informazione sui social media. Il nostro obiettivo è informare i giovani sull’attualità, la politica e l’economia, con contenuti pensati e creati per essere consumati dove passano il loro tempo. Se sei un brand, scrivici a partners@torcha.it Se ti piace l’idea di lavorare con noi, verifica se ci sono posizioni aperte sul nostro sito

Sito Web
http://torcha.it
Settore
Contenuti audio e video online
Dimensioni dell’azienda
11-50 dipendenti
Sede principale
Milano
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
2020
Settori di competenza
editoria, social media, informazione, news media e news

Località

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Aggiornamenti

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    In Svezia è nata una app che permette di segnalare auto in sosta vietata, senza autorizzazione o senza disco orario, ricevendo in cambio una ricompensa in denaro, circa 4,30 euro. La ricompensa ovviamente si riceve solo nel caso in cui la segnalazione venga inviata con una fotografia che mostri l’illecito commesso dal veicolo, con la targa ben visibile, così che possa essere verificata e confermata   Secondo alcuni è un’ottima idea per contrastare il problema del cosiddetto “parcheggio selvaggio”, ad esempio, si stima che a Milano, ogni giorno, ci siano circa 64mila auto in sosta vietata e naturalmente le autorità non hanno forze e tempo sufficienti per segnalarle tutte. La ricompensa che si riceve, inoltre, incentiverebbe un comportamento già di per sé corretto e si risparmierebbe parte del lavoro delle autorità   Secondo altri, invece, l’app solleva problemi etici e pratici: si verrebbe pagati per “fare la spia”, si incentiverebbero segnalazioni false e si creerebbe un clima di sfiducia tra i cittadini, per non parlare delle possibili liti tra automobilisti. Inoltre, molti sostengono che non sarebbe giusto trasformare i cittadini in una forza di polizia: sarebbe giusto che certi compiti rimangano affidati chi ha l’autorità e la competenza per farli, o che, quantomeno, non si riceva una ricompensa in denaro   Abbiamo riportato alcuni esempi di dottrine filosofiche ed etiche così che ognuno possa farsi la propria idea a riguardo, immaginando che cosa avrebbero potuto pensare alcuni filosofi, consci del fatto che non è possibile sapere, effettivamente, che cosa avrebbero pensato Kant, Hobbes o addirittura Aristotele su questo sistema, e che, se si vuole approfondire il pensiero di un filosofo, il modo corretto sarebbe leggere le sue opere o approfondirle su un manuale autorevole #SecondoTe è giusto segnalare un’auto in divieto di sosta in cambio di soldi? Faccelo sapere nei commenti! #società #filosofia #parcheggioselvaggio #tecnologia #linkedin #torcha

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    Se ci pensi, passiamo metà della nostra giornata seduti: lavoriamo da seduti, mangiamo da seduti, ci rilassiamo da seduti. Il nostro corpo però non è fatto per stare fermo così a lungo. Uno studio del MIT e di Harvard ha monitorato, per 8 anni, 90mila persone, ha scoperto che chi resta seduto per più di 10 ore al giorno ha un rischio più alto di insufficienza cardiaca (40%) e di morte per cause cardiovascolari (45%) rispetto a chi ha una vita meno sedentaria. PubMedCentral riporta che, su un campione di adulti statunitensi, il tempo medio trascorso stando seduti varia tra le  9,5 alle 9,7 ore al giorno. Fare attività fisica non è sufficiente, perché da sola non basta a contrastare gli effetti negativi della sedentarietà.Quindi, mi sa che ti conviene alzarti e fare una bella passeggiata. Tu quante ore passi stando seduto? #salute #lavoro #stareseduti #passeggiare #linkedin #torcha

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    Ci piacerebbe raccogliere le vostre opinioni riguardo un tema: gli stipendi Secondo l'ISTAT, nel 2024 gli stipendi in Italia sono aumentati in media del 3,2%, superando l’inflazione dell’1%. Nonostante questo, tanti lavoratori continuano a sentirsi sottopagati. Ore lavorate, retribuzione e percezione del proprio stipendio sono fattori chiave per valutare la soddisfazione di ogni lavoratore. Per questo, vogliamo conoscere la tua esperienza personale: In base alla tua esperienza, ti senti adeguatamente retribuito? Sì 👍 No 👎

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    Lei è Raworth, ma per gli amici Kate. Kate ha un’idea ben precisa: l’economia dovrebbe creare uno spazio ideale tra esseri umani e pianeta. Ma in che senso, Kate? L’economia tradizionale si fissa sul PIL come unica misura del progresso, senza badare troppo alla crescita dei bisogni fondamentali delle persone. Kate, invece, non è d’accordo. Secondo lei, l’economia dovrebbe trovarsi in un punto di equilibrio tra ciò che è giusto per l’umanità e ciò che è sostenibile per il pianeta. Eh beh, detta così sembra facile. Per spiegare questa visione, Kate ha elaborato una teoria chiamata Doughnut Economics o chi preferisce principio della Ciambella. Facciamo un piccolo salto indietro (ma neanche troppo): nel 2012, l’economista inglese Kate Raworth ha proposto un modo completamente nuovo di guardare l’economia. Dopo anni di modelli poco costruttivi, ha deciso di inventarne uno suo. Un modello in cui i diritti umani e quelli del pianeta sono finalmente rispettati e diventano la base su cui costruire il nostro sistema economico. Ma perché si chiama teoria della ciambella? Semplice, il modello ha proprio quella forma. Nel centro della ciambella troviamo tutto ciò che è essenziale per l’essere umano: acqua, energia, cibo, salute, giustizia, equità e così via. All’esterno, invece, ci sono i limiti ecologici, come il cambiamento climatico, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità. E lo spazio tra questi due confini? Ecco, è lì che l’umanità dovrebbe stare: un equilibrio perfetto tra benessere sociale e sostenibilità ambientale. Quindi, in sintesi, Kate ci dice che l’economia dipende dal benessere delle persone, che a sua volta dipende dalla salute del pianeta. Kate dopo tutto non la pensa così male. #attualità #DoughnutEconomics #economia #crescita #linkedin #torcha

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    Contenuto realizzato in collaborazione con Ploom Ita Al Festival di Sanremo esistono persone dietro le quinte e fuori dal teatro Ariston che rende possibile la realizzazione di un evento musicale di queste dimensioni. Con la nuova edizione del nostro format “Talenti Accesi-Sanremo Edition” realizzato grazie al supporto di Ploom ne abbia conosciuti 5. Quando un cantante arriva sul palco, spesso i primi commenti riguardano il suo outfit mentre scende la famosa scalinata. Un look ben studiato può compromettere o migliorare una performance? Ne abbiamo con yleniapuglia, stylist per diversi artisti a Sanremo e non solo Il video completo è sul canale YouTube di Torcha Prodotto destinato esclusivamente a fumatori adulti. È previsto l’uso di sticks di tabacco contenenti nicotina, una sostanza che crea dipendenza

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    Contenuto realizzato in collaborazione con Ploom Ita Vi siete mai chiesti come gli artisti “si allenino” prima di salire sul palco dell’Ariston? La loro preparazione è resa possibile da una serie professionisti che lavorano lontano dal palco, ma con la nuova edizione del nostro format “Talenti Accesi-Sanremo Edition” realizzato grazie al supporto di Ploom abbiamo dato visibilità a 5 di loro. Proprio sulla voce c’è un grande lavoro di affinamento, che viene realizzato grazie all’uso di diverse discipline che uniscono il lato tecnico della performance alla gestione dell’emotività on stage. Ne abbiamo parlato con pachy_vocalcoach_, che lavora con diversi artisti cin gara a Sanremo 2025 Il video completo è sul canale YouTube di Torcha Prodotto destinato esclusivamente a fumatori adulti. È previsto l’uso di sticks di tabacco contenenti nicotina, una sostanza che crea dipendenza

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    Contenuto realizzato in collaborazione con Ploom Ita Il Festival di Sanremo esiste grazie a un mondo che lavora fuori dal teatro Ariston. Spesso non si parla dei professionisti che lavorano lontano dal palco, ma con la nuova edizione del nostro format “Talenti Accesi-Sanremo Edition” realizzato grazie al supporto di Ploom abbiamo dato visibilità a 5 di loro. Una delle cose che condividiamo più spesso sui social sono le immagini di un evento o di un artista che ci piace particolarmente. Dietro uno scatto c’è un lavoro di precisione e di organizzazione, fatto in modo da cogliere la vera essenza del momento. Ne abbiamo parlato con Jacopo Rossini Il video completo è sul canale YouTube di Torcha Prodotto destinato esclusivamente a fumatori adulti. È previsto l’uso di sticks di tabacco contenenti nicotina, una sostanza che crea dipendenza

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    Contenuto realizzato in collaborazione con Ploom Ita Al Festival di Sanremo esiste un mondo dietro le quinte e fuori dal teatro Ariston che rende possibile la realizzazione di un evento musicale di queste dimensioni. Ci sono tanti professionisti che lavorano lontano dal palco e con la nuova edizione del nostro format “Talenti Accesi-Sanremo Edition” realizzato grazie al supporto di Ploom ne abbia conosciuti 5. L’artista sale sul palco e una delle prime cose che guardiamo è il suo impatto estetico. Ci sono dei “glam team” che lavorano sull’immagine del cantante, in modo che la performance si sposi con il look e l’acconciatura. Ne abbiamo parlato con Andrea Soriga, hair stylist Il video completo è sul canale YouTube di Torcha Prodotto destinato esclusivamente a fumatori adulti. È previsto l’uso di sticks di tabacco contenenti nicotina, una sostanza che crea dipendenza

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    Gli uffici open space esistono da oltre un secolo, ma da altrettanto tempo esiste un dibattito sulla loro efficacia. Da una parte, c’è chi li apprezza perché favoriscono collaborazione e dinamismo. Dall’altra, chi li disprezza per il caos e la mancanza di privacy che si vengono a creare. Partiamo da un po’ più lontano. Tutto è iniziato con Frank Taylor nel XX secolo, che immaginò spazi aperti per migliorare la produttività (ma soprattutto per controllare meglio i dipendenti). Poi arrivò Frank Lloyd Wright, che rivoluzionò il concetto con ambienti più armoniosi e un’acustica migliore. Negli anni ‘60, Robert Propst lanciò l’Action Office, un sistema di arredi flessibili pensati per bilanciare lavoro ed equilibrio psicofisico. Gli studi fatti sul tema riportano pareri opposti. Uno studio pubblicato su Occupational and Environmental Medicine ha monitorato 231 impiegati con sensori di stress e ha scoperto che chi lavora in open space è il 32% più attivo fisicamente rispetto a chi ha un ufficio privato. In contraddizione invece c’è la ricerca del Politecnico di Bari (La Medicina del Lavoro), gli open space sono poco adatti per la concentrazione per via delle voci dei colleghi, seguite da telefoni che squillano, aria condizionata rumorosa e suoni vari da ufficio. L’Università di Harvard ha osservato che il passaggio agli open space ha ridotto del 70% le interazioni faccia a faccia tra i dipendenti, aumentando invece l’uso delle email. Uno studio su ResearchGate conferma che gli uffici privati garantiscono maggiore qualità ambientale, soprattutto in termini di privacy e acustica. Tu invece da che parte stai?

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