Mancano 24 ore al voto. Questa è la fase finale in cui, i dati dicono, la maggior parte delle persone si fa un'idea chiara sulle proprie intenzioni di voto. Bene. Abbiamo per voi lo strumento per capire se siamo un buon match e se vale la pena votarci e soprattutto, chi votare dove. Si chiama PerchèNos, e si trova qui! https://lnkd.in/dJ_MqMVS Buon voto
Chi siamo
La piattaforma per una società a prova di futuro. Abbiamo lanciato da Napoli la nostra sfida alla politica tradizionale per un metodo nuovo e che responsabilizza chi governa. L'Unione Europea in primis e poi l'Italia sono su piani inclinati rapidissimi: il cambiamento demografico, la maggiore conflittualità tra gli Stati, la sicurezza e sostenibilità alimentare, l'emergenza climatica, il nuovo lavoro e la fine della globalizzazione come l'abbiamo conosciuta. Solo una nuova visione del mondo potrà consentirci di gestire davvero queste sfide e trasformarle in convenienti opportunità di cambiamento.
- Settore
- Organizzazioni civiche e sociali
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Milano
- Tipo
- Non profit
- Data di fondazione
- 2023
Località
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Principale
Milano, IT
Dipendenti presso NOS
Aggiornamenti
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Spesso, l'affitto di un monolocale in una grande città costa più del canone medio da versare per una #concessione balneare. In Italia, le #spiagge fanno parte del demanio pubblico e il loro utilizzo può essere concesso a soggetti privati tramite una concessione. Le concessioni vengono prorogate regolarmente dopo la loro scadenza, in contrasto con la #direttiva Bolkenstein che impone agli stati membri l'assegnazione tramite gare. La direttiva prevede che dove il numero di concessioni è limitato serve una gara senza rinnovo automatico né preferenze per il precedente concessionario. Dopo le proroghe dei governi Berlusconi, Monti e Conte, il governo Meloni ha prorogato le concessioni fino al 31 dicembre 2024 nonostante la procedura di infrazione dell'Unione europea in atto. Inoltre, lo stato italiano incassa dalle concessioni balneari molto poco: una cifra che varia dai 43 milioni di euro ai 93 milioni all'anno, a seconda delle stime. A fronte di un #canone medio annuo versato di 6500 euro, le imprese balneari hanno un fatturato medio di 260mila euro all'anno. Un altro problema è rappresentato dalla scarsa presenza di spiagge libere, infatti circa il 43% delle spiagge accessibili sono occupate da concessioni balneari. In alcune regioni, come Liguria, Emilia Romagna o Campania, si supera il 70% con picchi di oltre il 90% in alcuni comuni. Le concessioni balneari devono essere regolarmente assegnate tramite gare trasparenti e bisogna stabilire, a livello nazionale, una percentuale massima di costa sabbiosa che può essere occupata da stabilimenti balneari.
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L'economia europea non riesce a tenere il passo di quella americana. Nel 2008 il #PIL dei paesi dell'Unione europea era pari a $16,2 trilioni mentre quello degli #USA era di $14,7 trilioni. Nel 2022 invece, il PIL americano ha superato i $25 miliardi, mentre quello europeo, includendo il Regno Unito, non supera i $20 miliardi. Questo si riflette anche sui #salari: il potere d'acquisto di un cittadino americano è superiore del 20% rispetto a quello di un cittadino dell'eurozona. È evidente che l'Europa abbia un enorme problema di #competitività. Non riusciamo più a competere a livello economico, tecnologico e geopolitico con le altre superpotenze globali. L'Europa, se non reagisce, è condannata all'irrilevanza. Serve una #Europa più forte e più unita, capace di competere realmente con le altre superpotenze globali. Una difesa e una politica estera europea, un mercato unico veramente integrato e una politica industriale ed energetica europea sono le risposte a queste sfide.
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Queste sono le nostre #proposte per rendere l'Italia un paese più attrattivo per #talenti stranieri. L'Italia, infatti, oggi non è né un paese attrattivo, né di prima scelta per chi emigra. Tuttavia, il capitale umano ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e la #crescita di un Paese. Dobbiamo essere in grado di sfruttare l'accesso ai talenti globali, assicurando un processo di accoglienza efficiente e umano per costruire un Paese basato su produttività, innovazione e prosperità. Dobbiamo adattare le nostre politiche relative all'immigrazione alle attuali sfide che il cambiamento demografico ci sta ponendo, attraendo #lavoratori altamente qualificati, imprenditori e studenti universitari all'estero. Questo ragionamento vale sia per lavoratori altamente qualificati, imprenditori internazionali e studenti universitari, sia per chi cerca lavoro in #Italia e ha competenze in linea con le esigenze del mercato del lavoro. In un contesto di crisi demografica, l'Italia deve essere in grado di valorizzare e attrarre le #competenze degli immigrati. Infatti, una gestione programmata dell'immigrazione deve essere in grado di soddisfare le esigenze del mercato del #lavoro di oggi e del domani, promuovere l’innovazione, sostenere il sistema assistenziale e arricchire il tessuto socio-culturale italiano.
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Oggi alle 16:30 parleremo di #PNRR e futuro della #mobilità insieme carmine pacente, Marco Mazzei e Alessandro Tommasi. Sarà un momento per discutere di investimenti e innovazione per una nuova mobilità. Ci vediamo alle 16:30 presso COMBO, Ripa di Porta Ticinese, 83 a Milano. Link di registrazione nel primo commento.
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Uno dei punti principali del #PNRR doveva essere la trasparenza dei dati e delle informazioni per permettere a chiunque di verificare l'andamento del piano e misurare le performance delle varie amministrazioni pubbliche. Purtroppo non è stato cosi. Diversi istituti di ricerca, tra cui openpolis, lamentano una grave di carenza di dati che non permette un monitoraggio puntuale dello stato di avanzamento del piano. Dai pochi dati che abbiamo, aggiornati al 31 dicembre 2023, sappiamo che le amministrazioni pubbliche hanno speso appena 43 miliardi di euro su un totale di 194 miliardi di euro disponibili. Questo vuol dire che a due anni e mezzo dalla fine del piano, che dovrebbe concludersi entro il 2026, solo il 22% dei #fondi sono stati spesi. Di conseguenza, nei prossimi 30 mesi le amministrazioni dovrebbero spendere oltre 150 miliardi di euro. Tra i vari #ministeri, il più indietro risulta essere quello delle #infrastrutture, con 33,8 miliardi di euro ancora da spendere.
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Gli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) offrono #formazione tecnica avanzata post-diploma in collaborazione con le imprese. I programmi, della durata di due anni, preparano gli studenti per ruoli specializzati nei settori chiave dell'economia, garantendo una formazione pratica allineata alle esigenze aziendali. In Italia ci sono 146 #ITS attivi. Questi hanno un tasso di occupazione dell'87%, superiore di oltre dieci punti rispetto alle lauree magistrali (77,1%). Tuttavia, il sistema produce solo 7mila diplomati ogni anno, rispetto ai 56mila richiesti dalle imprese. Gli ITS possono aiutare a contrastare il tasso di abbandono universitario (circa 26mila studenti all'anno) e il problema dei #NEET, che sono circa 1,7 milioni in Italia. Il PNRR stanzia oltre un miliardo di euro e mira a raddoppiare il numero di #studenti ITS, ma mancano le strutture per ospitare un tale numero di studenti. Inoltre, non prevede fondi per l'aumento di spesa corrente. Infatti il fondo nazionale per gli ITS è di soli 48 milioni di euro all'anno e non è sufficiente: le regioni devono finanziare circa il 70% delle spese totali, come avviene in Lombardia. Gli ITS devono assumere un ruolo centrale nel sistema formativo italiano, colmando la carenza di competenze nell'industria manifatturiera e offrendo percorsi pratici con rapido accesso al #lavoro. Proponiamo la costruzione di nuove #infrastrutture incentivando l'unione di più ITS in campus condivisi per creare economie di scala. Bisogna poi promuovere gli ITS nelle politiche attive per il lavoro, soprattutto per i NEET, valorizzandone l'importanza per percorsi di upskilling e reskilling. Serve anche una campagna di comunicazione per affrontare lo stigma culturale che relega gli ITS a formazione di livello inferiore. L'obiettivo è triplicare il numero di diplomati entro 5 anni arrivando a 21 mila l'anno. Per raggiungere questo risultato, saranno necessari 302 milioni di euro all'anno per aumentare il fondo nazionale da 48 a 350 milioni di euro. Questo servirà per finanziare l'aumento di spesa corrente. Inoltre, ci sarà bisogno di investire circa 500 milioni di euro per costruire nuovi campus ITS, triplicando il numero di studenti (costi una tantum).
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L’attuale configurazione dei congedi parentali obbligatori penalizza la condizione femminile sia all’interno del mercato del lavoro che nell’ambito famigliare. I padri dispongono di un congedo pari a 10 giorni mentre quello delle madri è di 5 mesi. Esiste poi il congedo parentale facoltativo che prevede ulteriori 10 mesi da suddividere tra i genitori. Un recente studio ha però rilevato che il 24% dei padri non sia a conoscenza della possibilità di usufruire del congedo di paternità. Attualmente in Italia, infatti, una donna su cinque lascia il lavoro dopo essere diventata madre. Questa condizione rende necessario un intervento legislativo che contribuisca a parificare la condizione di uomini e donne sul mercato del lavoro e non faccia cadere il peso di una nuova nascita solo sulla parte femminile delle coppie eterogenitoriali. Questa è la nostra proposta per riformare il congedo di paternità obbligatorio. #paternità #genitori #nascite #lavoro #festadellamamma
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L'Italia attualmente investe solo 2 miliardi di dollari all'anno nelle startup, una cifra molto inferiore rispetto ai 15,9 miliardi della Francia e agli 11,8 miliardi della Germania. Inoltre, la spesa in #ricerca e sviluppo (R&S) rappresenta l'1,5% del PIL, un numero inferiore alla media UE (2,3%) e all'obiettivo europeo del 3%. Crediamo che l'Italia possa diventare uno dei principali poli per le #startup e l'innovazione in Europa. Per raggiungere questo risultato, proponiamo cinque misure. La prima è consentire alle startup di vendere il proprio credito d'imposta di ricerca e sviluppo alle grandi imprese, per permettere alle prime di avere liquidità e alle seconde di usufruire di un credito d'imposta. Questo favorirebbe anche la nascita di partnership tra startup e grandi aziende. In secondo luogo, proponiamo di introdurre un incentivo fiscale per gli investitori nelle prime fasi (early-stage), limitando la rivalutazione delle quote solo per i primi due aumenti di capitale. La terza proposta è l'Iniziativa Olivetti, ispirata all'Iniziativa Tibi francese. Si tratta di creare un accordo tra #investitori istituzionali, grandi imprese e il governo per sbloccare miliardi di capitali privati e finanziare le startup tecnologiche. È inoltre importante portare avanti una riforma delle società di gestione risparmi (SGR) sotto soglia, cioè che gestiscono meno di 500 milioni di euro, riducendone gli oneri burocratici. La quarta misura mira a costruire ecosistemi di #innovazione attorno alle #università e agli istituti di ricerca, rafforzando gli uffici di trasferimento tecnologico e i programmi di incubazione e accelerazione. Vogliamo favorire la cooperazione tra i diversi programmi di incubazione delle università per garantire migliori economie di scala. Infine, proponiamo di ridurre il cuneo fiscale per i primi cinque dipendenti full-time assunti da una startup o #PMI innovativa, al fine di attrarre talenti e ridurre il burn rate delle startup. Con queste misure, puntiamo a raddoppiare gli investimenti nelle startup in tre anni, portando l'Italia al terzo posto nell'Unione Europea e riducendo il divario con Francia e Germania.