#GuardaConNoi “After work” di Erik Gandini Facciamo un lavoro che ci mette costantemente in contatto con le storie: di aziende e di persone. Sarà per questo che tutte e tre Pamela Serena Nerattini Roberta Zantedeschi Fabiana Palù amiamo cinema e serie tv? Da oggi, periodicamente, condivideremo con voi quelle che ci sono sembrate più curiose, interessanti, provocatorie, rivelatrici … Abbiamo scelto di iniziare da “After work” un documentario dello scorso anno che - attraverso storie di lavoratori-e-non raccolte nel mondo - ci accompagna proprio nella riflessione sulla cultura del lavoro che si sta trasformando cosi profondamente. Lo fa con la forza che arriva sempre dalle testimonianze dirette e dalle storie raccontate dalle persone con la loro voce. Riesce a dare in meno di un'ora e mezza una bella overview su quanto simili possano essere le letture che, nel mondo, vengono date del lavoro. Ma evidenzia anche come le soluzioni risolutive in alcuni luoghi, in altri luoghi stiano generando effetti collaterali e criticità importanti. Riuscendo ad innescare domande rilevanti e generative • Lavoriamo tutti perché dobbiamo sopravvivere? • Quanta è la “giusta misura” del lavoro? • Il lavoro può essere divertente? O non è necessario che lo sia? • Cosa significa “etica del lavoro”? • Perché lavoriamo? • Che senso vogliamo dare alla nostra esistenza? CONSIGLIATO - a chi si interroga sul valore del lavoro - a chi pensa al lavoro come un mezzo per vivere - a chi pensa con timore che le macchine ruberanno il lavoro agli umani - a chi invidia chi non ha bisogno di lavorare - a chi crede che il futuro sarà senza lavoro A noi di PurpleDot è piaciuto perché non ha l'obiettivo di mettere d'accordo tutti, ma di ampliare il pensiero e le prospettive da cui guardiamo ad un tema che - volenti o nolenti- assume un peso “esistenziale”. Se sceglierete di guardarlo ( o lo avete già visto)…vi aspettiamo nei commenti!
Purple Dot
Consulenza e servizi aziendali
Italia, Italy 554 follower
Connettiamo persone, processi e strategie
Chi siamo
Supportiamo la transizione aziendale: dal luogo di lavoro che sei, al luogo di lavoro che vuoi essere! Lavoriamo con quelle aziende e persone che vedono nelle transizioni la possibilità di crescere, di generare un impatto positivo e di apprendere. Supportiamo le aziende che vogliono: - migliorare la loro architettura organizzativa - prendersi cura del loro ecosistema relazionale - progettare esperienze che valorizzano le persone e la reputazione aziendale Lavoriamo attraverso: - consulenza e supporto HR - facilitazione e progettazione di percorsi d’aula con focus sulle - competenze trasversali e comunicative - coaching manageriale - design thinking e co-design Qui troverai un mix di: dietro le quinte, eventi a cui partecipiamo, case study, riflessioni e spunti di confronto che condividiamo per nutrire uno scambio generativo.
- Settore
- Consulenza e servizi aziendali
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Italia, Italy
- Tipo
- Società privata non quotata
- Data di fondazione
- 2024
- Settori di competenza
- Consulenza HR, Consulenza Organizzativa, Facilitazione, Coaching, Mentoring, Training, Relazione Consapevole, Benessere delle Persone, Strategia HR, Attraction, Retention, Comunicazione, Relazione Capo Collaboratore, Regolamento interno, Branding, Processi, Futuro del lavoro, Codice etico, Affiancamento nuove risorse e Change Management
Località
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Principale
Italia, Italy, IT
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Vicenza
Vicenza, IT
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Venezia
Venezia, IT
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Torino
Torino, IT
Dipendenti presso Purple Dot
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Pamela Serena Nerattini ★
🔹Consulente e Formatrice LinkedIn® Certificata 🔹Speaker, Podcaster e Autrice 🔹Consulente Comunicazione e soft skill🔹 Coach ACSTH 🔹Facilitatrice…
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Roberta Zantedeschi
Roberta Zantedeschi è un influencer Mi occupo di Comunicazione Efficace e Relazione Consapevole come consulente HR, formatrice e coach manageriale - Promuovo il linguaggio chiaro e…
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Fabiana Palù
🌀Aiuto Persone e Aziende a diventare ciò che vogliono essere 🗺️Design Your Life Coach 🪴Consulenza HR 💥Learning Coach 📈Business & Career…
Aggiornamenti
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Reputazione aziendale: se non curi quella interna, quella esterna è a rischio Quando si parla di reputazione aziendale, pensiamo subito all'esterno: clienti, partner, mercato. E dentro? La reputazione interna (o internal branding) è quella che si costruisce ogni giorno, nella quotidianità, non attraverso post e campagne di comunicazione ad hoc. Si costruisce e si radica anche se non ci fai caso. La rintracci nei dettagli. 💣 Quanto le persone che lavorano in azienda ne parlano bene a cena con gli amici? 💣 Quanto si sentono valorizzate o, al contrario, hanno la percezione di essere "numeri"? 💣 C’è coerenza tra i valori dichiarati e quelli vissuti da chi lavora in azienda? La verità? Una reputazione interna forte non si costruisce con lo stipendio e nemmeno con una newsletter interna. Si costruisce creando e coltivando un ecosistema dove le persone possono crescere, sentirsi parte di qualcosa, e dare il meglio. Relazioni, processi, organizzazione, valori. E c'è di più: la reputazione esterna è lo specchio di quella interna. Un’azienda che davvero si prende cura delle sue persone e delle loro condizioni di lavoro facilmente avrà la stessa cura verso i clienti e otterrà la loro fiducia. Al contrario, un disallineamento tra l’esperienza di chi lavora (employee experience) e l’immagine che vuole dare di sé l’azienda all’esterno prima o poi, emergerà e a quel punto, addio reputazione.I danni saranno elevati. Ecco la domanda su cui riflettere: chi si sta prendendo cura della reputazione interna nella tua azienda? Se la risposta è "nessuno", forse è il momento di ripensarci. Di pensare a “𝐂𝐡𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐢? 𝐞 𝐂𝐡𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐯𝐮𝐨𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞?” Se ti servono più informazioni scrivici*, citofonaci, mandaci un piccione viaggiatore (ma di quelli bravi), così ne parliamo meglio. 🟣 🟣 🟣 *Siamo Roberta Zantedeschi, Fabiana Palù e Pamela Serena Nerattini ★. Con Purple Dot occupiamo di processi e organizzazione HR, comunicazione interna e reputazione aziendale e aiutiamo le aziende a creare ambienti di lavoro sani e generativi.
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#StorieDiCoaching Iniziamo oggi una rubrica dedicata a condividere parte del nostro lavoro: il coaching manageriale. Il coaching è un processo che aiuta una persona o un gruppo di persone ad acquisire più consapevolezza e responsabilità personali, ad allenare competenze e/o a riconoscere e attraversare quelle resistenze che ostacolano la crescita o la performance. Il coach o, come nel nostro caso la coach, agisce nel processo con un approccio maieutico: - facilita l’apprendimento - attiva e aiuta a orientare l’energia e le motivazioni della persona - innesca il cambiamento. Condivideremo alcune storie di coaching anonimizzate con due obiettivi: - raccontarti il nostro lavoro - condividere alcune riflessioni che potrebbero esserti utili, magari perché stai vivendo una situazione simile o l’hai vissuta. Iniziamo con la storia di Riccardo: da manager a direttore generale, da esperto a leader ispiratore. Quando lo abbiamo conosciuto, Riccardo era un manager con oltre 30 anni di esperienza nel settore della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che aveva appena cambiato lavoro ed era passato alla Direzione Generale di un’azienda commerciale. Avrebbe dovuto guidare un nuovo team in un'organizzazione diversa, con persone di età, provenienza geografica ed esperienze molto eterogenee. 🔹 La sfida Riccardo nella nuova realtà ha trovato un gruppo di lavoro (la sua prima linea) abituato a una gestione diversa dalla sua per approccio e cultura, basata sul micromanagement. Ha capito subito che per ottenere risultati e creare coesione non sarebbe bastato orientare e guidare, era necessario prima introdurre una prospettiva differente. 🔹 Il percorso intrapreso Abbiamo lavorato su due livelli. Coaching individuale: sessioni dedicate alla messa a punto e condivisione di uno stile di leadership capace di adattarsi alle nuove dinamiche e valorizzare le differenze. Incontri di gruppo: momenti di confronto, facilitazione e co-design con la sua prima linea, volti a far emergere aspettative, problematiche e opportunità di crescita condivisa. 🔹 Il risultato È stato un lavoro graduale quello con Ricardo e il suo gruppo di lavoro, ha richiesto da parte di tutti la disponibilità a incontrare e non giudicare modalità di lavoro differenti da quelle a cui erano abituati e che ciascuno trovava più funzionali. Oggi Riccardo non è più solo un manager esperto: è diventato un punto di riferimento per il suo team e ricopre con soddisfazione il ruolo di Direttore Generale. È tutto facile? No, ma oggi ci sono le condizioni per affrontare tutto ciò che accade con maggior consapevolezza e centratura e l’approccio sviluppato durante il nostro percorso è diventato patrimonio interno all’organizzazione. 🟣 🟣 🟣 Siamo Purple Dot. Ci occupiamo di processi e organizzazione HR, comunicazione interna e reputazione aziendale. Aiutiamo le aziende a creare ambienti di lavoro generativi. Fabiana Palù Pamela Serena Nerattini ★ Roberta Zantedeschi
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Iniziamo dalle basi: - quali comportamenti porti nel 2025? >>> tutto ciò che ha funzionato finora - quali comportamenti lasci nel 2024? >>> tutto ciò che non ha funzionato - quali comportamenti incrementi nel 2025? >>> tutto ciò che ha funzionato abbastanza bene, ma che ha ancora margine di fioritura - quali comportamenti riduci nel 2025? >>> è un ottimo passo per iniziare a lasciar andare ciò che funziona così così e fare spazio ad altro E ora andiamo oltre: - quali confini metti nel 2025 per evitare le invasioni che finora hai subito - a cosa ti rendi permeabile nel 2025 per sperimentare e arricchirti - che soglia vuoi attraversare nel 2025 per sconfinare e andare oltre Il pezzo forte: - ricordati di ringraziare il 2024, con generosità, perché la gratitudine muove quell'energia di cui avrai bisogno e desiderio anche nel 2025 Che sia un anno luminoso, coraggioso e oltre la soglia. Buon capodanno da noi Pamela Serena Nerattini ★ Fabiana Palù Roberta Zantedeschi
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Il più autentico significato del Natale è che tutti noi non siamo mai soli. Taylor Caldwell Auguri da noi, siamo Fabiana Palù Pamela Serena Nerattini ★ e Roberta Zantedeschi Buon Natale #PurpleDot
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Lavoriamo anche con te se… La tua azienda sta affrontando una transizione? Forse è un’operazione societaria, un passaggio generazionale, una riorganizzazione interna o una svolta nella cultura organizzativa. O magari sta "solo" crescendo e si sta strutturando. Qualunque sia, noi sappiamo due cose: 1. c'è sempre almeno una transizione in atto all'interno di ogni organizzazione, perché cambiare, crescere, strutturarsi, evolvere, non è più l’eccezione, ma una costante delle imprese che funzionano. 2. non è mai solo questione di processi o strategie, ogni transizione è un’occasione per ripensare l’identità dell’azienda, dove sta andando e come arrivarci. In questi momenti potresti sentire il peso di decisioni importanti: - come guidare il cambiamento senza perdere di vista l’identità della tua organizzazione? - come trasformare l’incertezza in una nuova leva di crescita? - come coinvolgere e motivare (ma anche rassicurare) le persone? - come fare della partecipazione un valore e un processo concreto? - come lavorare sull'architettura organizzativa in modo sostenibile e integrato? È con aziende in transizione, con le transizioni delle aziende e con persone come te, che si fanno queste domande, che lavoriamo e costruiamo progetti. Che tu sia HR manager o imprenditrice/tore, sappiamo che il tuo lavoro vive di complessità e di sfide su più livelli: ci sono i processi, ma ci sono anche le persone e poi c’è la cultura interna, la reputazione, il business ma anche il purpose e una responsabilità sociale, e sappiamo che non sono piani separati, bensì elementi di un ecosistema. E abbiamo anche capito che attraversare un cambiamento non è solo una necessità: è il cuore dell’identità aziendale. Magari è proprio quello che anche tu stai attraversando o ti accingi ad affrontare…
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Di che cosa si occupa Purple Dot? È la domanda che ci viene fatta più spesso Purple Dot lavora con le aziende in transizione e con le transizioni delle aziende e, attraverso consulenza, design thinking, facilitazione e coaching, supporta le persone e le organizzazioni ad attraversare i cambiamenti sul piano dei processi, delle relazioni e dell’identità interna ed esterna. Questo in generale, ma ci torneremo e lo spiegheremo per benino con tanti esempi e case study. Ci sono inoltre dei temi che ci stanno particolarmente a cuore. Due li abbiamo affrontati durante il LearningMoreFestival dove abbiamo condotto due workshop all’interno di uno dei più importanti eventi dedicati all’apprendimento in Italia. Il primo riguarda il #LINGUAGGIO che per noi è un indicatore della cultura aziendale. Le parole – ma non solo le parole – sono un veicolo potentissimo non solo di informazioni e collaborazione, ma anche di relazioni, percezioni, fiducia, visione, valori, identità… Al learning more festival, in combo con Matteo Socciarelli di Future Education Modena, abbiamo esplorato la potenza del linguaggio e la sua capacità di veicolare meta-messaggi in modo pervasivo. Del resto, come diciamo sempre: le parole che usi dicono che azienda sei, le parole che scegli raccontano che azienda vuoi essere. Il secondo tema riguarda l’#APPRENDIMENTO: le aziende, dal nostro punto di vista, devono diventare luoghi di apprendimento, non posti dove viene erogata della formazione e bon fait. La differenza è sostanziale e anche le conseguenze/impatto. L’apprendimento può essere intenzionale e incidentale: ogni azienda è chiamata a diventare un ecosistema che sostiene entrambe le tipologie di apprendimento. Come diventarlo è quello che abbiamo esplorato durante il workshop, insieme alle persone che vi hanno partecipato. Di questo – ma non solo – ci occupiamo con le aziende con cui lavoriamo. Seguici qui e sui nostri profili personali per saperne di più Siamo Fabiana Palù Pamela Serena Nerattini ★ e Roberta Zantedeschi #PurpleDot #DesignThinkig #CoDesign #CulturaAziendale
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Smau, il nostro primo evento come Purple Dot. Pamela Serena Nerattini e Roberta Zantedeschi finalmente in duo sul palco di Smau, hanno portato uno dei temi che appassionano di più: l'#EmployerBranding. L'employer branding è la strategia per rendere un'azienda attraente agli occhi di talenti e dipendenti. Comunica valori, cultura e vantaggi, creando un'immagine positiva per attrarre e trattenere persone di talento. Chi era presente si è messo in gioco affrontando tante domande e metafore utili a riflettere su quanto sia attrattivo all’esterno il loro luogo di lavoro. E se vuoi metterti in gioco anche tu, ecco alcune domande per iniziare a lavorare sull’employer branding e verificare se lo stai considerando davvero da ogni prospettiva. - Hai definito la tua EVP (Employee Value Proposition)? - Hai identificato i tratti distintivi che rendono la tua azienda unica rispetto ai concorrenti? - Come stai costruendo una cultura aziendale che attrae e trattiene i talenti? - In che modo stai raccogliendo feedback dai dipendenti per migliorare l'esperienza lavorativa? - Hai una strategia di comunicazione interna che rafforza il tuo employer branding? - Come misuri il successo delle tue iniziative di employer branding? Se ancora non hai le risposte, è ora di iniziare a lavorarci! A completare il trio di Purple Dot, c’è Fabiana Palù. Crediamo che imparare divertendosi sia il modo migliore per fare sul serio e tenersi strette nuove consapevolezze. #PurpleDot
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Ora che ci siamo presentate singolarmente …è arrivato il momento di presentare Purple Dot! A partire dal nome. Cosa c’è dentro il nome che abbiamo scelto? - c’è un colore: perché proprio non siamo 3 persone neutre. Anzi, per essere precise, il porpora non è UN colore ma una “gamma di tonalità” che va dal rosso al blu-viola. - c’è un significato: il colore che abbiamo scelto richiama l’azione generativa e un pensiero non-ordinario. E noi abbiamo scelto di lavorare in questo modo. Esplorando le questioni che stanno sulla #soglia tra persone e organizzazione. Perché i confini sono divisivi solo se li trattiamo come tali. - c’è un punto: che indica la posizione (di partenza e/o d’arrivo) perché quando scegliamo di accompagnare i nostri clienti nel loro viaggio di cambiamento una bussola bisogna costruirla insieme. Quante idee possono contenere due parole! Fortunatamente noi di Purple Dot, Fabiana Palù, Roberta Zantedeschi e Pamela Serena Nerattini siamo state supportate e ispirate dalle Slide Queen che ringraziamo a voce alta e con gli occhi che luccicano!
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Ci presentiamo - puntata 3 Sono Fabiana Palù la terza che mancava all’appello. MI PIACE - l’arte: l’espressione del pensiero creativo e la bellezza che si incarna in linguaggi e materiali differenti è una delle cose che più mi affascina. Tra tutte quella che più emoziona è senz’altro la pittura. - imparare : da sempre amo leggere e studiare ma soprattutto “mettere le mani in pasta” e sperimentare in pratica le teorie o le intuizioni - le persone e le loro storie: mi piace ascoltarle, farmi coinvolgere, esplorarle. E credo che questa sia una delle ragioni per cui ho scelto il lavoro che faccio - le parole: ne uso tantissime (anche troppe!) e mi piace sceglierle con cura - il cinema perché mette insieme tutto quello che ho scritto prima - i piedi nudi nella sabbia, il mare, il naso in su per guardare il cielo NEL TRIO SONO Quella che esplora confini e sovrapposizioni: i punti di contatto tra architettura organizzativa e relazioni; le intersezioni tra business, struttura e persone. Quella che ama capovolgere i punti di vista e costruire equilibri armoniosi, che tengano insieme quello che c’è e quello che ancora non si può toccare. Sono quella che si occupa in particolare di Design applicato all’HR, di benessere al lavoro, della relazione capo-collaboratore (anche se non mi piace chiamarla così) INFORMAZIONI SPARSE Sono una coach con diverse sfacettature e certificazioni (Business, Leadership, Design your life, Agile HR) Preferisco facilitare che “insegnare” perché penso che le persone abbiano dentro molto più di quello che pensano. Sono mamma di un figlio maschio e questa dimensione rappresenta l’avventura più arricchente e coinvolgente che potessi vivere. Credo negli sguardi profondi, nella comunicazione sincera e diretta, nella possibilità di costruire meraviglie insieme agli altri, rispettando le autonomie e le unicità di ciascuno. LUOGHI PREFERITI - Venezia: la città in cui vivo fatta di arte, acqua e bellezza. - L’Africa e l’India perché rappresentano l’essenza umana fatta di terra e anima. NON SOPPORTO La prepotenza, l’ambiguità e la fuga dalle responsabilità. UNA COSA DI ME CHE NON SI VEDE Sono una timida e non amo stare al centro dell’attenzione. Finito. 💫 Ora che ci hai conosciute tutte e tre, ti faccio una domanda: non siamo un team esplosivo?