Post di Alessandro Siragusa

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Responsabile Servizio Marketing e Comunicazione

L’ennesima tragedia sul lavoro! Le parole di cordoglio e la retorica pelosa di dirigenti e amministratori sembrano ormai quasi un ciclostile. Credo piuttosto si imponga una seria e critica riflessione sulla recente riforma del Codice appalti che ha dato via libera al subappalto a cascata, vietato dal vecchio codice D. Lgs. 50/2016. Come noto, il subappalto a cascata si verifica quando l'esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto è oggetto di ulteriore subappalto. Non bisogna dimenticare, però, che dal contratto di subappalto dipendono i rapporti tra appaltatore e subappaltatore e quindi spesso la sorte dei lavoratori, a partire da una più frequente approssimazione sui temi della sicurezza…

Il subappalto a cascato non è altro che una forma di caporalato al contrario. Impresa appaltatrice che lucra su quella subappaltante e così a cascata appunto l'uno sull'altra. È chiaro ed evidente che il margine di lucro è ottenuto con il continuo ribasso perseguibile unicamente per chi si propone solo contraendo i costi. E i primi sono quelli sulla sicurezza e sulle retribuzioni dei lavoratori. Spesso la forma societaria della subappaltante è quella cooperativistica, totalmente stravolta nella sua essenza fondativa e improntata alla volontà di compressione fiscale o contenimento cisti salariali. Insomma il solito delirio del profitto a scapito di tutto.

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