Post di Andrea De Filippis

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Dipartimento dell’economia

La riorganizzazione della sanità territoriale mira a dotare l’Italia di una rete capillare e organizzata, con un approccio integrato e digitale, capace di rispondere ai bisogni sanitari della popolazione senza che questa debba per forza ricorrere al pronto soccorso o agli ospedali. Per questo, entro il 2026 è prevista la creazione di 1.038 case di comunità. Tuttavia i numeri mostrano un forte ritardo. A giugno 2024 ne erano attive solo 413, concentrate in sole 11 regioni del paese. Inoltre, attive non significa funzionanti: in 120 non è presente neanche un medico. Mentre in altre 58 c’è per meno di 30 ore settimanali. Una condizione di carenza di organico che rischia di trasformarle in “cattedrali nel deserto”, non in grado di erogare le prestazioni.

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