Uno studio di Greenpeace Italia ha portato alla luce dati allarmanti sulla contaminazione da PFAS delle acque potabili. 🚰 I #PFAS sono composti chimici altamente fluorurati caratterizzati da una struttura chimica molto stabile che li rende particolarmente resistenti ai processi naturali di #degradazione, a causa della loro elevata persistenza ambientale, tanto da essere nominati “forever chemicals”. Tali composti sono #pericolosi per l’ambiente e per la salute umana. 🌳👨🏻 Dai dati forniti da Greenpeace in #Puglia su 13 campionamenti, effettuati nelle principali della regione, ben 7 sono risultati positivi alla presenza di PFAS. Fortunatamente, laddove rilevati, le concentrazioni degli inquinanti sono al di sotto del valore limite (che a partire dal gennaio 2026, con l’attuazione in Italia della direttiva europea 2020/2184, sarà di 100 ng/l). Molti Stati europei hanno però adottato limiti più bassi.
Post di Arianna Conte
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📌 Un approfondimento doveroso sugli PFAS nelle acque potabili dopo il clamore sollevato dal rapporto di Greenpeace Italia. In sintesi? ❌ No, le acque che beviamo NON sono avvelenate. ✅ Si, il tema esiste, alcuni PFAS sono cancerogeni e i meccanismi di bioaccumulo devono essere approfonditi. 🔎 Per ulteriori considerazioni ... buona lettura. https://lnkd.in/drPeUui3
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Info Rischio PFAS e Ambiente-Salute Mai sentito parlare di PFAS? Sono un ampio gruppo di sostanze chimiche sintetiche usate da molte industrie per le loro proprietà oleo e idrorepellenti. Sempre più studi, però, stanno riscontrando tracce più o meno consistenti di PFAS nell'ambiente. Queste sostanze, infatti, hanno due problemi principali. Il primo è che sono dette anche “forever chemicals” perché non si degradano e rimangono nell’ambiente per anni. Mentre il secondo è che stanno emergendo sempre più prove del legame probabile tra queste sostanze e problemi alla salute. PFAS inquinanti eterni: la situazione è drammatica e tragica per tutti. Ne siamo consapevoli? Qui alcuni spunti per riflettere e cambiare: https://lnkd.in/gD4TNA2C https://lnkd.in/gSv2-M8B https://lnkd.in/gEW36UBy https://lnkd.in/gx5ERBYP Il 70% dei campioni analizzati sono stati raccolti in quattro regioni del Nord Italia: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, con le ultime tre considerate tra le aree più problematiche (il Veneto ospita una cosiddetta "zona rossa" situata tra le province di Padova, Verona e Vicenza). I risultati rivelano che anche in aree non fortemente industrializzate è stata rilevata la presenza di Pfas. Caso emblematico è la Val di Susa, in Piemonte, dove le sostanze sintetiche sono state rinvenute in una fonte d’acqua situata a 1200 metri di altitudine. #italia #pfas #danniambientali #salute #ambiente #contenziosi #giustizia #società #inquinamento
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PFAS NELL’ACQUA POTABILE: COSA CI DICONO I DATI? Ospite di Radio Roma Television, ho commentato il recente report di Greenpeace Italia, "Acque senza veleni": i PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) sono composti chimici utilizzati in numerosi settori industriali per le loro proprietà idrorepellenti e antiaderenti. Il problema è che sono estremamente persistenti nell’ambiente e possono accumularsi nel nostro organismo, con possibili effetti negativi su fegato, sistema endocrino, immunitario e un potenziale legame con alcune forme di cancro. Il recente report di Greenpeace ha analizzato campioni di acqua potabile in 235 città italiane, rilevando PFAS nel 79% dei casi. In alcune aree, i livelli di PFOA e PFOS superano i 30 ng/L, soglia considerata sicura dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ma risultano generalmente inferiori ai limiti previsti dalle future normative europee. L’Italia, in attesa di una regolamentazione nazionale, ha già introdotto limiti precauzionali. L’ISS ha proposto valori più restrittivi rispetto alla direttiva UE 2020/2184, che dal gennaio 2026 stabilirà soglie di 100 ng/L per la somma di 24 PFAS e 500 ng/L per il totale dei PFAS. Dobbiamo preoccuparci? I livelli rilevati non rappresentano un’emergenza uniforme, ma il dato emerso in questo studio conferma una contaminazione diffusa. Per garantire la sicurezza dell’acqua potabile, sarà fondamentale adottare normative più stringenti e strategie di riduzione dell’inquinamento. Come #SIMA monitoriamo da vicino gli sviluppi normativi e scientifici per un’acqua più sicura. Guarda il servizio: https://lnkd.in/eWK2kj4w Leggi l'articolo: https://lnkd.in/ecEqNQ4u #PFAS #acquapotabile #salute #normativeeuropee #ambiente
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Contaminazione da PFAS? Le recenti rivelazioni sulle contaminazioni da PFAS nelle acque minerali europee ci costringono a fare i conti con una realtà scomoda: quella che l'acqua che scorre dai nostri rubinetti e che compriamo al supermercato potrebbe non essere affatto così pura come crediamo. #PFAS #acqua #acquaminerale https://lnkd.in/d3A2fdgZ
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PFAS, Greenpeace presenta la prima mappa della contaminazione relativa alle acque potabili italiane: Greenpeace Italia con il rapporto Acque Senza Veleni ha rivelato che i PFAS sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati un po' in tutta Italia. Livelli elevati di PFAS si registrano in Lombardia (in quasi tutti i campioni prelevati a Milano) e in numerosi comuni del Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sardegna.
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Dedica 1 minuto e leggi bene questo art. 23/01/25 Acqua del rubinetto: dove è più contaminata L’indagine di Greenpeace sulle concentrazioni di PFAS. Tra le regioni in condizioni più critiche ci sono Lombardia e Calabria. Tra le città Arezzo, Milano e Perugia Non sono buone notizie quelle che arrivano a proposito della contaminazione delle acque del rubinetto, L’associazione ambientalista Greenpeace ha fatto la prima indagine a tappeto, in tutta Italia, sulla contaminazione da PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili. L’indagine ha monitorato per la prima volta anche i livelli di contaminazione da composti ultracorti come il TFA, ovvero alcuni PFAS che preoccupano la comunità scientifica e su cui non sono disponibili i dati pubblici nel nostro Paese. I risultati, purtroppo, non sono confortanti: su 260 campioni analizzati in 235 comuni, da Nord a Sud, il 79% è risultato positivo alla presenza di queste sostanze pericolose per la salute umana e per l’ambiente. Tra le sostanze più diffuse, il cancerogeno PFOA, il composto a catena ultracorta TFA e il possibile cancerogeno PFOS. Rilasciati nell’ambiente, i PFAS si accumulano nell’acqua, nel suolo e negli organismi viventi, con conseguenze potenzialmente devastanti. Le situazioni più critiche si registrano in Liguria, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta , Veneto , Emilia Romagna, Calabria, Piemonte , Sardegna , Marche e Toscana. Le regioni dove invece i campioni risultano meno contaminati sono, nell’ordine, Abruzzo, Sicilia e Puglia. Quanto alle città, la situazione è fotografata da questa tabella: A Milano, Torino, Novara, Vicenza, Ferrara, Genova, Arezzo e in molti altri comuni, i livelli di PFAS superano i limiti di sicurezza adottati da diverse nazioni europee e dagli Stati Uniti. Le città con le concentrazioni più elevate di PFAS sono risultate Arezzo, Milano e Perugia, ma nella lista nera ci sono anche Reggio Emilia, Ferrara, Vicenza e Padova. Cosa possiamo fare da cittadini e consumatori per essere informati direttamente dai comuni e dalle società che erogano l’acqua sulle contaminazioni da PFAS? vedi il gestore dell’acqua del proprio comune o della ASL di riferimento siano pubblicate le analisi periodiche delle acque potabili, e se, tra i parametri monitorati, siano presenti anche i PFAS. Grazie a una direttiva europea gli enti pubblici avranno l’obbligo di monitorare la presenza di PFAS nelle acque potabili a partire da gennaio 2026. Inoltre, secondo la legge, i cittadini hanno il diritto di richiedere dati e documenti, così da svolgere un ruolo attivo di controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni. Molti enti pubblici mettono a disposizione dei form online da compilare e spedire per ottenere le informazioni richieste. Se anche il Responsabile della Trasparenza rifiuta l’accesso, è possibile fare ricorso al TAR ai sensi dell’art. 116 c.p.a; tuttavia, questo ricorso non è gratuito, come è a pagamento l’ultimo grado di giudizio presso il Consiglio di Stato.
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PFAS, Greenpeace presenta la prima mappa della contaminazione relativa alle acque potabili italiane: Greenpeace Italia con il rapporto Acque Senza Veleni ha rivelato che i PFAS sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati un po' in tutta Italia. Livelli elevati di PFAS si registrano in Lombardia (in quasi tutti i campioni prelevati a Milano) e in numerosi comuni del Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sardegna.
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[ITA] Il Problema dei PFAS: un’emergenza ambientale da affrontare I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono un gruppo di composti chimici artificiali ampiamente utilizzati in una varietà di prodotti industriali e di consumo per le loro proprietà idrorepellenti e resistenti al calore. Tuttavia, la loro estrema persistenza nell'ambiente e la capacità di accumularsi negli organismi viventi li rendono una seria minaccia per gli ecosistemi. Le aree maggiormente colpite sono quelle prossime agli impianti industriali che utilizzano o smaltiscono PFAS, ma la loro diffusione nell'acqua potabile e nel suolo sta diventando una preoccupazione globale. Molti paesi stanno prendendo misure per ridurre l'uso dei PFAS e migliorare la gestione dei rifiuti tossici. In Europa, l’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) sta valutando l’introduzione di regolamentazioni più severe, inclusa una proposta di messa al bando di alcuni PFAS non essenziali. Sul fronte tecnologico, sono in fase di sviluppo nuove tecniche di bonifica del suolo e dell’acqua, come l’utilizzo di filtri avanzati e tecnologie a ossidazione avanzata. Tuttavia, la sfida è complessa: queste sostanze chimiche sono estremamente difficili da rimuovere completamente e richiedono soluzioni innovative e sostenibili nel lungo termine. Fondazione Capellino chiede con forza che le istituzioni affrontino con urgenza il problema dei PFAS. È necessario un impegno concreto e immediato da parte dei governi per regolamentare l’uso di questi composti e per implementare soluzioni efficaci per la bonifica delle aree già contaminate. Solo attraverso una collaborazione tra istituzioni, aziende e ricerca scientifica possiamo proteggere le nostre risorse naturali e garantire un futuro più sostenibile per le generazioni a venire. Nell’immagine: un esempio di bioaccumulo dei PFAS, di Yanishevsky - Own work, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons #fondazionecapellino #reintegrationeconomy #pfas #sostenibilità #ambiente #inquinamento #bioaccumulo #almonature
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✏️Di recente, l’opinione pubblica sta analizzando sempre più una minaccia in tema di acqua potabile che nel tempo è forse stata erroneamente trascurata, ovvero i PFAS; il rapporto 2023 di Greenpeace sulle concentrazioni di PFAS in Lombardia ha infatti riacceso i riflettori su questo inquinante, presente in circa il 20% delle falde acquifere della Regione in base ai campioni testati. Un dato che si va aggiungere alla già delicata situazione del Veneto, dove si registrano tra le più alte concentrazioni di PFAS nel mondo. Ma cosa sono i PFAS? Ne abbiamo parlato nel nostro approfondimento! 👇 #acqua #ambiente #acquapotabile #salute #pfas
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Secondo quanto denuncia un rapporto pubblicato da Greenpeace Italia, nel nostro Paese non esistono dati pubblici sulla possibile contaminazione da TFA, la molecola del gruppo dei PFAS più diffusa globalmente. Il TFA è una sostanza persistente e indistruttibile che, per le sue stesse caratteristiche, non può essere rimossa dai più comuni trattamenti delle acque potabili. Servono interventi urgenti per limitare le emissioni in natura prima che gli impatti sugli esseri umani e sull’ambiente diventino ancora più evidenti e irreversibili. Nel corso degli ultimi anni numerose ricerche hanno evidenziato come il TFA sia trovato ovunque venga cercato: dalle acque potabili, alla polvere domestica fino al sangue umano. Di recente ne è stata accertata la presenza in dieci marchi di acqua minerale e di sorgente venduti in Europa. Ma anche in succhi di frutta, puree di frutta e verdura, nella birra, nel tè, in numerose specie vegetali tra cui il mais, nella polvere domestica, nelle urine e anche nel sangue umano, con concentrazioni paragonabili a quelle dei PFAS a catena lunga più studiati e noti per essere bioaccumulabili. Francesco Romizi Vincenzo Cordiano Giuseppe Onufrio liliana cori https://lnkd.in/dtsQzpei
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Impiegato tecnico presso Leardi Srl (progettazione reti gas)
2 mesiSegnalo che purtroppo questo problema è presente anche in provincia di Alessandria (in particolare nella zona di Spinetta Marengo). Ci sono parecchie notizie in rete al riguardo.