Rapporto Istat. L'Italia cresce più della media Ue, ma è anche più povera Il presidente Chelli: prospettive moderatamente positive. L'occupazione corre, le retribuzioni no. Crollo delle nascite mentre torna ad aumentare l'immigrazione
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Secondo i dati Ocse, l’Italia è tra le grandi economie il Paese in cui i salari reali sono diminuiti di più. Meno 7,3% solo nel 2022 rispetto al 2021, anno in cui la crescita dei prezzi trainata dal rincaro dell’energia ha ridotto pesantemente il potere d’acquisto delle famiglie. Poi ci si domanda perché i giovani emigrano all'estero e in Italia nascono pochi bambini....! https://lnkd.in/dDuzEC47
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Da una recente rilevazione Eurostat, dal 1990 al 2020, l’Italia è l’unica nazione in cui è diminuito lo #stipendio_medio (-2,9%). Certamente l'#inflazione erode il potere di acquisto delle buste paga, ma non dimentichiamo gli altri innumerevoli e annosi problemi che aggravano la situazione: - la #precarietà dei posti di lavoro ai massimi storici - i #salari_minimi non regolamentati e attualmente al di sotto della soglia di povertà - la necessità di una #riforma_pensionistica sostenibile Italia maglia nera, siamo i nuovi poveri d'Europa... e senza prospettive ottimistiche all'orizzonte. Avete qualche idea per 'sbloccare' la situazione?🤔
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📈 Cresce l’occupazione ma anche il lavoro povero e i salari rimangono ancora indietro. Questa è la fotografia consegnata dal rapporto ISTAT Maggio 2024 che ci ricorda che “non è oro tutto quello che luccica” 📉 Il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde italiane è diminuito del 4,5% mentre negli altri paesi dell’Ue è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania. La quota di occupati a rischio di povertà in Italia è all’11,5% (in crescita) mentre nell’Ue è l’8,5% del totale. 👩💼 Il 54,8% dei part time è involontario e in prevalenza femminile, cioè dichiara di voler lavorare di più. 😱 La produttività del lavoro rimane stagnante.
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[tempo di lettura: 55 secondi] Negli ultimi decenni, l'Italia ha affrontato una sfida significativa riguardo alla stagnazione e alla diminuzione dei salari medi reali. Secondo i dati dell'OCSE, dal 1990 ad oggi, i salari medi reali nel paese sono diminuiti del 2,9%. Questo calo rappresenta non solo una stagnazione del potere d'acquisto dei lavoratori italiani, ma anche un fenomeno che ha influenzato profondamente il tessuto sociale ed economico della nazione. Ci sono diversi fattori che hanno contribuito a questa tendenza negativa. Tra essi, si possono citare la crescita economica modesta o intermittente, che non è riuscita a generare sufficienti opportunità di aumento dei redditi per i lavoratori, oltre alle politiche fiscali e alle riforme del mercato del lavoro. Inoltre, il settore manifatturiero italiano, tradizionalmente forte, ha subito una pressione competitiva crescente a livello globale, portando talvolta a ristrutturazioni e riduzioni di personale che hanno influito sui salari. A livello strutturale, la demografia in cambiamento e l'aumento della disoccupazione giovanile hanno contribuito a creare pressioni aggiuntive sul mercato del lavoro, influenzando le dinamiche salariali. Questi fattori combinati rendono necessaria una riflessione critica sulle politiche economiche e sulle strategie per invertire la tendenza alla diminuzione dei salari reali. #ocse #salariomedio #ue
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l’Italia è tra le grandi economie il Paese in cui i salari reali sono diminuiti di più. Meno 7,3% solo nel 2022 rispetto al 2021, anno in cui la crescita dei prezzi trainata dal rincaro dell’energia ha ridotto pesantemente il potere d’acquisto ✅️👇
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Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha visto un peggioramento delle condizioni economiche e un incremento del divario generazionale: ecco cos’è accaduto. #divariogenerazionale #peggioramentoeconomia #Benessereconomico ⚠
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L’Ocse: “L’Italia è il Paese con il maggior calo dei salari reali tra le grandi economie”. E richiama il governo sull’Assegno di inclusione: “Estendere l’accesso all’Adi a tutta la popolazione a rischio di povertà e con limitate prospettive di lavoro permetterebbe di proteggere i più vulnerabili concentrando le limitate risorse per la formazione sulle persone più vicine al mercato del lavoro" https://lnkd.in/dEhffdZ6
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"L’Italia è stata l’unica tra le economie avanzate ad avere registrato un calo degli #stipendi reali tra il 1990 e il 2020: -2,9%. Successivamente, le cose sono andate di male in peggio: alla fine del 2022, un altro -7,5% rispetto a prima della #pandemia. I lavoratori italiani perdono #poterediacquisto da diversi decenni e non s’intravede all’orizzonte alcuna svolta positiva, malgrado l’aumento della #occupazione ai massimi storici. Il calo degli stipendi è stato sempre spiegato perlopiù dalla bassa crescita della #produttività del #lavoro. E’ vero fino ad un certo punto. E’ vero anche il contrario. Per dirla con una battuta inglese, 'paga noccioline e avrai scimmie a lavorare per te'. La bassa #occupazione, specie al Sud, si deve anche all’incapacità delle imprese di pagare i #lavoratori con #retribuzioni eque. Il lavoro non è appetibile; in particolare, molte donne non trovano conveniente rinunciare ad occuparsi della #famiglia per prendere quattro lire al mese. Alzate gli stipendi! E così che funziona il #mercato. I #prezzi determinano l’equilibrio tra #domanda e #offerta. Fa parte della mentalità italiana pensare che debbano adeguarsi solamente i lavoratori alle condizioni del #mercato, non anche gli imprenditori. In altre parole, si punta solo al calo degli stipendi per assumere. Quando c’è carenza di lavoratori, invece, non si suppone che debba accadere il contrario. E anche questo #pregiudizio è figlio delle basse dimensioni aziendali. Manca una #mentalità dinamica e si frigna anche troppo. Non stupiamoci se restiamo in fondo alle classifiche internazionali per tasso di #occupazione, #innovazione e #crescita."
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L’occupazione in Italia cresce a livelli record. Ma il grande problema restano i salari. Nonostante il rallentamento della spinta inflazionistica, il nostro Paese è quello che ha registrato il maggior calo dei salari reali – quelli parametrati al costo della vita – tra le maggiori economie dell’Ocse. Che vuol dire, in pratica, perdita del potere d’acquisto per i lavoratori italiani.
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CRESCITA E SALARI: IL DIVARIO. Il divario tra la #crescita degli #stipendi e l’aumento del #costodellavita continua a essere una questione critica per l’#Italia. Secondo i dati dell’#Ocse, i #salari reali nel nostro Paese sono rimasti quasi invariati negli ultimi due decenni, mentre il costo della vita è aumentato, erodendo il #potere d’acquisto dei #lavoratori italiani. La base è la #protezione: solo così è possibile garantire la #sicurezzafinanziaria di #famiglie e #imprese #consulenza #futuro #risparmi #investimenti #tutele #protection #pianificazionefinanziaria
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