Il 72% degli italiani ritiene che il datore di lavoro, attraverso il welfare aziendale, possa svolgere un ruolo importante nel supportare i dipendenti che si trovano a gestire la condizione di non autosufficienza di un familiare. Lo evidenzia l’ultima indagine del Blue Assistance Monitor, che ha approfondito il concetto di caring company e la sua capacità di produrre valore per la collettività. Il dato sottolinea l’emergere nella società di una consapevolezza, e di forte bisogno di tutela, rispetto a una condizione che riguarda quasi 4 milioni di persone in Italia e che impatta sia sulla qualità della vita di chi ne soffre sia sulle famiglie e sulla necessità di conciliare le responsabilità di cura con il lavoro. In linea con le evidenze emerse nella precedente indagine sulla work-life balance, inoltre, la forbice ancora una volta si allarga nella componente di genere, mostrando come la richiesta di servizi per la gestione della non autosufficienza arrivi anche in questo caso soprattutto dalle donne. Scopri di più nella grafica.
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Più benessere psicofisico e tempo per sé: è ciò che chiedono i lavoratori secondo il settimo #RapportoCensisEudaimon. Sanità, previdenza e scuola dei figli sono alcune delle aree su cui si concentra l’attenzione: «Il 72,4% apprezzerebbe un consulente di welfare che li supportasse nell’affrontare eventuali problemi», si legge nel documento di qualche mese fa. «È il welfare coach, consulente con il compito di individuare le soluzioni migliori per rispondere alle esigenze dei lavoratori – spiega Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, partner della ricerca –. Questo renderebbe possibile personalizzare ancora più attentamente l’offerta di welfare aziendale disegnandola su misura per ogni singolo lavoratore». Che sia interno (come ha fatto Leonardo) o esterno la sostanza non cambia: i lavoratori vogliono più attenzioni ✔ #RASSEGNALAVOROIT #MBAPOWER #ADV #LEADERSHIP
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😊Grazie Filippo Poletti 😊Grazie Eudaimon e a chi si occupa di welfare aziendale e wellbeing … 📈📉interessante sintesi del report che porta l’attenzione al tempo per se’ e al benessere psicofisico … delega un coach a disegnare una offerta Taylor Made individuale! 🔎Vorrei portare l’attenzione a un tema … nelle nostre aziende si registra l’85% di #demotivazione e il 90% lascia il #capo non l’azienda Più semplice per i dirigenti e l’hr comprare una piattaforma welfare o delegare la soluzione del benessere dei dipendenti a un’unico salvatore che presti attenzione alla lista di servizi utili al singolo … sicuri che questa #iniziativa sia la soluzione più efficace nel medio termine? Come lo Smart working non risolve da solo i problemi e i conflitti relazionali, non dissolve confusione e disorientamento … rischia di spostare e mascherare i problemi a casa! ⚠️Credo si rischi come accade spesso di dare una #soluzione immediata ad un problema molto più complesso dimenticando la dimensione sistemica relazionale manageriale del benessere al lavoro e del #benessereorganizzativo … e sociale! 📉📈Peraltro molte altre ricerche e osservatori fanno emergere il tema urgente di dare #senso e significato ad una vita felice rigenerando nuovi #modelliculturali 🌿🕸️🌿Credo che le nostre aziende possano portare l’impatto sociale di cui sono responsabili affrontando il tema del benessere tenendo sempre presente l’approccio olistico integrato delle #5B dell’OMS Fisico mentale emotivo sociale spirituale! 🎬💫🎬Trascorriamo più del 50% del tempo di vita al lavoro e credo prioritario ed urgente occuparsi di ✅Far stare bene in quel contesto ✅sviluppare una nuova cultura per vivere un clima positivo ✅essere guidati da leader che si prendono cura dei collaboratori ✅poter esprimere il proprio potenziale ✅essere sostenuti da processi funzionali e buone pratiche inclusive …. ☀️Partirei da qui integrando naturalmente politiche di welfare individuale! Un abbraccio e felice giornata 🌸
Top Voice, Executive MBA | Corporate Consultant | Journalist Messaggero | Teacher UniPV | Speaker & Author | Communication Manager xFieraMilano
Più benessere psicofisico e tempo per sé: è ciò che chiedono i lavoratori secondo il settimo #RapportoCensisEudaimon. Sanità, previdenza e scuola dei figli sono alcune delle aree su cui si concentra l’attenzione: «Il 72,4% apprezzerebbe un consulente di welfare che li supportasse nell’affrontare eventuali problemi», si legge nel documento di qualche mese fa. «È il welfare coach, consulente con il compito di individuare le soluzioni migliori per rispondere alle esigenze dei lavoratori – spiega Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, partner della ricerca –. Questo renderebbe possibile personalizzare ancora più attentamente l’offerta di welfare aziendale disegnandola su misura per ogni singolo lavoratore». Che sia interno (come ha fatto Leonardo) o esterno la sostanza non cambia: i lavoratori vogliono più attenzioni ✔ #RASSEGNALAVOROIT #MBAPOWER #ADV #LEADERSHIP
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🧬 𝗣𝗘𝗥 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘 𝟲 𝗗𝗜𝗣𝗘𝗡𝗗𝗘𝗡𝗧𝗜 𝗦𝗨 𝟭𝟬 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗔𝗭𝗜𝗘𝗡𝗗𝗘 𝗡𝗢𝗡 𝗜𝗠𝗣𝗢𝗥𝗧𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗟𝗢𝗥𝗢 𝗦𝗔𝗟𝗨𝗧𝗘 🧬 Le #aziende non sono abbastanza attente al #benessere dei #lavoratori. L’allarme arriva direttamente dai dipendenti e la percentuale di chi si lamenta è davvero allarmante. Secondo i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon, infatti, il 61,7% dei lavoratori dichiara che l’azienda in cui lavora non è attenta al benessere psicofisico dei propri dipendenti. Entrando più nel dettaglio, a sostenere questa tesi sono il 62,3% degli impiegati, il 68,4% degli operai e il 39,2% dei dirigenti. “Il welfare aziendale ha la caratteristica forse unica di permettere al datore di lavoro di intervenire in maniera mirata in base alla tipologia di popolazione presente in azienda – dichiara Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, prima Società a occuparsi di #Welfare in Italia. ✍🏼 𝘭𝘢 𝘙𝘦𝘥𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦
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Welfare Aziendale: meno #beneficiari nel 2025. Un passo avanti o un’occasione persa? La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un cambiamento importante nel Welfare Aziendale, riducendo il numero di familiari che possono beneficiare delle misure previste dall’art. 51 del TUIR. Fino al 2024, il credito Welfare poteva essere utilizzato anche per suoceri, generi, nuore, fratelli e sorelle. Dal 2025, invece, i benefici si limiteranno solo a: ✅ Coniuge non separato e partner in unione civile ✅ Figli (anche adottivi, affidati o affiliati) ✅ Ascendenti (genitori, nonni, bisnonni) 🔹 Questo #cambiamento rappresenta una semplificazione normativa o una limitazione che penalizza i lavoratori? 🔹 Le aziende dovrebbero adottare nuove strategie per mantenere un Welfare più #inclusivo? 🔹 Cosa ne pensi? Leggi l'articolo completo nel primo commento #WelfareAziendale #LeggeDiBilancio2025 #Familiari #Lavoro #Dipendenti
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Welfare sostenibile e lotta al lavoro nero per un impatto sociale positivo!🌍 Come Società Benefit, Family+Happy si impegna a combattere il lavoro in nero nel caregiving, promuovendo un modello di welfare che combina benessere, diritti e sostenibilità sociale. Con la nostra tecnologia proprietaria, certifichiamo i caregiver su oltre 100 parametri, garantendo loro supporto per la contrattualizzazione e condizioni di lavoro dignitose. Questo approccio non solo migliora la qualità dei servizi alle famiglie, ma valorizza i lavoratori e i loro diritti. Il nostro impegno per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell'Agenda 2030: 🩵Salute e benessere (SDG 3): creiamo ambienti di lavoro salutari e supportiamo il benessere dei caregiver e delle famiglie. 🩵Educazione di qualità (SDG 4): offriamo formazione continua e sviluppo professionale per garantire servizi qualificati e rispettosi. 🩵Lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8): forniamo contratti regolari, compensi equi e combattiamo il lavoro sommerso nel settore. 🩵Riduzione delle disuguaglianze (SDG 10): promuoviamo l’accesso a servizi di caregiving di alta qualità, indipendentemente dalle possibilità economiche. Con partnership corporate, integriamo i servizi di caregiving nei pacchetti di welfare aziendale, promuovendo una società più equa e inclusiva. Per noi, investire nella professionalizzazione del caregiving è una scelta di responsabilità sociale e un contributo concreto per un futuro più sostenibile. #FamilyHappy #ImpattoSociale #welfareaziendale #agenda2030 #worklifebalance
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#LAVORATORI_CAREGIVER: I LIMITI DEL WELFARE AZIENDALE NON INTEGRATO Uno dei nostri partner più importanti - Welfare Come Te - in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna ha realizzato un’indagine quantitativa sul crescente fenomeno dei lavoratori e (soprattutto) delle lavoratrici #caregiver. Il 70% degli intervistati ha almeno un carico di cura: per il 36% è rappresentato dai figli minori, per il 46% da un familiare anziano o fragile e per il 30% da un minore della famiglia (es: nipoti). La #Generazione_sandwich (quella di cui si parla pochissimo perché sembra contino solo X, Y, Z, Millennial, ecc.) è quella stretta tra figli minori e genitori anziani non autosufficienti o comunque necessitanti di assistenza: è il 18% del totale del campione intervistato (quasi un lavoratore su cinque). Dal sondaggio emerge anche un diffuso grado d’insoddisfazione per i servizi di #Welfare_Aziendale (ritenuti carenti dal 41% dei rispondenti) mentre nel fronteggiamento delle necessità familiari si annida un calo del benessere psicofisico e nel 19% dei casi si registrano anche impatti negativi sulla propria performance lavorativa. I “vuoti” del Welfare Aziendale, come sottolinea l’articolo di VITA che qui rilanciamo, nascono anche dal fatto che le imprese seguono una pratica di convenienza (fiscale) piuttosto che di convinzione, ossia orientandosi verso ciò che può farsi in concreto rispetto ai più pressanti bisogni dei lavoratori. Dal nostro angolo visuale, una prospettiva maggiormente sociale del Welfare Aziendale può essere adottata associando alla convenienza (Fringe&Flexible Benefit) anche la convinzione che, anzitutto, per dare risposta ai bisogni più rilevanti per i lavoratori e le loro famiglie occorre #integrare le iniziative aziendali con quelle già esistenti in ambito nazionale, regionale e comunale (#Public_Benefit). Nella nostra piattaforma sono mappati #oltre_700 misure pubbliche (#bonus e #agevolazioni anche di natura fiscale) che costituiscono un giacimento di risorse imprescindibile rispetto a numerosi ambiti di intervento, tra i quali proprio la #famiglia alle cui tante necessità, tra poche settimane, dedicheremo una serie di servizi di supporto #gratuiti per i beneficiari dei nostri servizi che saranno proprio gli amici di Welfare Come Te a coordinare. Leggi l’articolo: https://lnkd.in/dtj83f83
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Progressivo invecchiamento della popolazione, innalzamento della speranza di vita, aumento dell’età media, calo delle nascite. In questo contesto, il Welfare aziendale si pone come utile strumento di sussidiarietà a complemento delle prestazioni del Welfare State e come leva per favorire il benessere dei dipendenti, stimolare la produttività e la modernizzazione dei sistemi di relazioni industriali. In questo panorama, assume allora particolare valenza “Welfare for People, Rapporto annuale sul welfare occupazionale e aziendale” giunto ormai alla settima edizione e realizzato dalla Scuola di Alta Formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT In collaborazione con Intesa Sanpaolo. L’edizione di quest’ anno propone in primo luogo l’analisi del comparto agricolo, mentre l’approfondimento territoriale riguarda la diffusione del welfare aziendale nel territorio della Regione Puglia. L’’articolo a cura di giuseppe rocco e Tiziana Lamberti https://lnkd.in/dE9pSYtT
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Il 7° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale rende chiaro che siamo nel bel mezzo di una transizione demografica che le aziende devono tenere conto, adottando misure innovative per rispondere alle esigenze dei lavoratori. Ma cosa sta succedendo secondo questo rapporto? 🔍 👉 La cultura collettiva sta cambiando, oggi il lavoro non è più l’identità delle persone. Le retribuzioni sono stagnanti da ormai quasi 30 anni e iniziano a tradire la promessa che il lavoro garantisca prosperità economica. 👉 Non c’è più garanzia di futuro, e quindi il tempo, scarso ed esauribile, diventa sempre più il valore principale: le persone vogliono investire nel proprio benessere. 👉 Il quiet quitting prende piede; i lavoratori tendono a fare il minimo indispensabile per mantenere il posto, dando priorità a famiglia e tempo libero. Quali consigli per un’azienda? 💡 👫 È necessario un upgrade culturale: un welfare aziendale su misura si rivela estremamente utile per le aziende che cercano di trattenere ed attrarre lavoratori. Oggi più che mai nell’offerta gioca un ruolo fondamentale la promozione del benessere per il lavoratore. 📊 I dati parlano chiaro: dal rapporto Censis-Eudaimon emerge che l’89,2% degli occupati vorrebbe la personalizzazione del welfare aziendale, con offerte modulate sulle singole esigenze di ciascuno e il 72,4% apprezzerebbe un consulente di welfare che li supporti nell’affrontare eventuali problemi. Oggi si sottolinea più che mai l'importanza di un approccio proattivo e innovativo al welfare aziendale, essenziale per costruire ambienti di lavoro attrattivi e sostenibili. È tempo per le aziende di rafforzare il proprio impegno verso il benessere dei lavoratori, adottando strategie di welfare che rispecchino le esigenze e le aspettative di una forza lavoro in evoluzione. Cosa fate attivamente per le vostre risorse? #pachinorisparmio #pachino #welfare #welfareaziendale #strategiehr #innovazione #censiseudaimon #finanza #risparmio #risparmiogestito
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𝗜𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 Quando parliamo di fragilità, non ci limitiamo solo alle necessità pratiche. La vera innovazione sta nel creare un welfare inclusivo, capace di coniugare qualità dei servizi e impatto sociale. In Family+Happy, non combattiamo solo il lavoro in nero, ma costruiamo un futuro migliore attraverso un sistema di welfare che assicuri: ·contrattualizzazione e dignità per oltre 52.000 caregiver, che ricevono formazione continua e certificazione. ·un supporto costante e professionale alle famiglie, attraverso i nostri Family Tutor. Promuoviamo un cambiamento sociale reale, allineandoci agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, puntando a garantire benessere, equità e inclusività. Per me, innovare significa dare valore alle persone e creare un sistema sostenibile, dove il benessere non è un privilegio, ma un diritto. 💙🩷Il cambiamento inizia da noi. Cinzia Tessarolo Segui Family+Happy SB | Soluzioni di Employee Retention & Engagement #FamilyHappy #Caregiving #WeImpact #TalentRetention #ImpattoSociale #WorkLifeBalance
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In Italia, il lavoro di cura non retribuito rappresenta una componente fondamentale dell'economia e della società, ma spesso rimane invisibile e non riconosciuto. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), le donne italiane dedicano in media 5 ore e 5 minuti al giorno a queste attività, mentre gli uomini solo 1 ora e 48 minuti, con le donne che si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura. Questo squilibrio ha un impatto significativo sulle prospettive occupazionali delle donne, limitando la loro partecipazione al mercato del lavoro e contribuendo a disuguaglianze salariali. Inoltre, il "doppio turno"—l'impegno sia nel lavoro retribuito che in quello di cura—può portare a stress fisico e mentale, con conseguenze negative sul benessere generale. Per affrontare queste sfide, è essenziale che le aziende riconoscano l'importanza del lavoro di cura e implementino politiche di welfare aziendale che supportino i dipendenti caregiver. Misure come flessibilità oraria, smart working, servizi di assistenza e supporto psicologico possono fare una differenza significativa. Inoltre, l'adozione di politiche aziendali inclusive e sensibili alle esigenze dei caregiver non solo migliora il benessere dei dipendenti, ma contribuisce anche a una maggiore equità di genere e a una società più giusta. Gianmaria Rizzetto Ludovica De Stefani Luca Gatto Roberta Lorenzato Camilla Osto Jessica Moro Brigida De Biasi Dario Zorzi
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