I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario mettono a rischio il futuro delle #università marchigiane. Denunciamo ancora una volta l'insufficienza degli investimenti pubblici nel sistema universitario, già segnalata questa estate. Le risorse per i rinnovi contrattuali del personale sono scarse e il futuro del settore è incerto. Chiediamo alla Regione Marche e ai parlamentari interventi urgenti per difendere il sistema universitario marchigiano. #istruzione #governo #spesapubblica #universitàpubblica #lavoro #personaleuniversitario #regionemarche
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Tagli all'università, un grave errore per il futuro del Paese. L'istruzione dovrebbe essere il primo settore su cui investire per far ripartire il Paese. Va, invece, nella direzione opposta la bozza del decreto di riparto del Fondo di finanziamento ordinario delle università italiane inviata dal Ministero dell'Università e della Ricerca. Il taglio previsto di 173 milioni di euro, sommato ad altre riduzioni, porterebbe ad avere oltre mezzo miliardo in meno a disposizione dell'università pubblica. La Conferenza dei Rettori lancia l'allarme, sostenendo che questi tagli rischiano non solo di arrestare l'evoluzione virtuosa del nostro sistema universitario, ma addirittura di metterne a rischio la sopravvivenza. In un momento cruciale come quello che stiamo vivendo, investire nell'istruzione e nella formazione, in particolare nell'università, dovrebbe essere la priorità. I tagli vanno invece a minare il futuro del nostro Paese. L'università pubblica svolge un ruolo fondamentale nella crescita culturale, economica e sociale dell'Italia, formando i giovani. Indebolirla con così consistenti riduzioni di fondi comprometterà seriamente le nostre prospettive. Auspico un ripensamento di questa decisione folle.
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Taglio di fondi per le Università italiane: i rettori lanciano l’allarme Il governo ha annunciato un taglio nominale di 173 milioni di euro dal Fondo di finanziamento ordinario, che, sommato ai finanziamenti dei piani straordinari e alla dinamica salariale, rappresenta una riduzione di oltre mezzo miliardo di euro per le università italiane. #Rettori: la Conferenza dei rettori italiani (Crui), riunita a Roma, ha lanciato l'allarme. Secondo i rettori, infatti, il provvedimento rischia di arrestare l'evoluzione del sistema universitario e mettere a rischio la sopravvivenza delle università statali italiane. Inoltre, esprimono preoccupazione per la mancanza di prospettive per le giovani ricercatrici e ricercatori. #Ministra: la ministra Anna Maria Bernini, informata della nota Crui, ha criticato la diffusione di cifre allarmistiche e infondate riguardo ai presunti tagli agli atenei, accusando i rettori di pregiudizio e polemica pubblica. L'incontro previsto è stato annullato, mentre i rettori hanno diffuso le loro valutazioni. #Studenti: il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu) ha espresso un parere fortemente contrario, sottolineando il rischio di aggravare le disuguaglianze tra le università italiane. L'Unione degli Universitari (Udu) critica la decisione, affermando: “Chiediamo al governo di rivedere questa decisione. Un taglio così corposo danneggia gravemente il diritto allo studio”
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#universitàlibere #iscrizionigratuite Titolo(ne) dal Corriere della sera: <<In Lombardia mancano 2.500 infermieri e 700 medici (solo nel pubblico). Bertolaso: "A dicembre assunzioni dal Sudamerica">> [https://lnkd.in/e-ZFQTkK] Ma togliere i TEST DI AMMISSIONE dalle Università, no??? Nello studio della Banca d'Italia "I rendimenti dell’istruzione" di Federico Cingano e Piero Cipollone, viene chiaramente illustrato come INVESTIRE NELL'ISTRUZIONE abbia un rendimento paragonabile soltanto agli INVESTIMENTI NELLE INFRASTRUTTURE. Se pensassimo davvero al futuro, potremmo investire in un piano di iscrizioni gratuite in tutte le università pubbliche italiane per i prossimi 5 anni, per riportare medici, infermieri, ingegneri al centro del programma lavorativo/professionale italiano. Soltanto così si ricostruisce uno Stato. E probabilmente ci costerebbe meno di "un ponte". E' evidente però che, poi, un programma del genere va sostenuto da una vera meritocrazia.
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Il Fondo di finanziamento ordinario delle università italiane per il 2024 subirà un taglio di circa mezzo miliardo di euro: il provvedimento potrebbe mettere a rischio la crescita e la sopravvivenza delle università statali italiane, nonostante il progresso registrato tra il 2019 e il 2023. Il Piano Amaldi-Maiani propone di integrare i fondi del PNRR con 6,4 miliardi di euro aggiuntivi dal 2024 al 2027 per mantenere gli investimenti nella ricerca pubblica al livello attuale, pari a circa lo 0,7% del PIL. Senza queste risorse aggiuntive, terminato il PNRR, molti ricercatori si troverebbero senza lavoro e costretti come molti loro colleghi a prendere la via dell’emigrazione. https://lnkd.in/dVEQQNea
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Le riduzioni nel Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) limitano gli investimenti essenziali per università e ricerca di base: è una situazione che rischia di spingere i giovani ricercatori a cercare opportunità all'estero, penalizzando ulteriormente il sistema accademico e la competitività scientifica del paese.
Il soffocamento delle università e l’impoverimento del Paese continuano
scienzainrete.it
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#Tagli pesanti nei #finanziamenti alle università italiane. Rocco De Nicola, rettore della Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Giovanni Dosi, professore di Economia presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa in un articolo pubblicato oggi su Scienza in rete fanno chiarezza sui numeri, che mostrano il dissanguamento delle università italiane negli ultimi anni, e lanciano l’allarme sugli effetti che la riduzione potrà avere sui nostri atenei, ma anche sul Paese in generale. I tagli ai fondi di ricerca, sottolineano, in generale penalizzano soprattutto la #ricerca di base, che nella storia è sempre stata una fonte - spesso non compresa - di innovazione. Inoltre, a causa dei tagli previsti, non riusciremo a trattenere i giovani sui quali abbiamo investito i fondi PNRR e regaleremo i frutti dei nostri investimenti ad altri Paesi, che da sempre apprezzano la qualità dei nostri studenti e ricercatori. Sussidieremo così la formazione dei migliori ricercatori di altri paesi. Ai danni del nostro. https://lnkd.in/ggVcZQhS
Il soffocamento delle università e l’impoverimento del Paese continuano
scienzainrete.it
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Oltre 500 milioni di euro in meno alle università italiane nel 2024, un taglio contenuto nella bozza del decreto ministeriale per il Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) denunciato dalla Conferenza dei rettori (Crui) e che fa scoppiare la polemica con il Mur di Anna Maria Bernini. Per la precisione si tratterebbe di un taglio di 513.264.188 euro che secondo i rettori non permetterebbe neanche di coprire i costi del personale. Una fase discendente tragica che però non è percepita come tale dalla titolare del ministero dell’Università e della Ricerca che parla di toni allarmistici da parte dei rettori e cifre infondate.
Università, tagli ai fondi per 500 milioni di euro: ecco cosa sta succedendo
money.it
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Negli ultimi mesi, le #università italiane sono state colpite da politiche governative che hanno sia ridotto significativamente i #finanziamenti sia introdotto nuovi meccanismi di #reclutamento, che rischiano di non tutelare in maniera sufficiente la qualità della #ricerca e aggravare la fuga verso l’estero di giovani scienziati. Pubblichiamo il "Documento di 39 società scientifiche italiane" che esprimono la loro preoccupazione per la ricerca e l'insegnamento accademico colpiti dai #tagli. Di fronte alla riduzione di circa 500 milioni del finanziamento all'università, alle assegnazioni che hanno ridotto i fondi per quasi tutte le università statali, alle preoccupanti proposte sul reclutamento dei ricercatori, il documento dichiara che queste misure “sollevano serie preoccupazioni sul ridimensionamento dell’università e della ricerca pubblica. Come Presidenti di Società scientifiche italiane, che rappresentano migliaia di docenti universitari e ricercatori del Paese, non possiamo condividere la deriva che si prospetta per la nostra università" e chiede che "la Legge di Bilancio 2025 assicuri un aumento delle risorse per l’università e la ricerca". L'obiettivo dell'iniziativa è attirare l'attenzione sui problemi dell'università e contribuire a un dibattito documentato. Altre società scientifiche stanno aderendo all'appello. AIFM Associazione Italiana Fisica Medica e Sanitaria AIS Associazione Italiana di Sociologia CVPL - Associazione Italiana per la ricerca in Computer Vision, Pattern recognition e machine Learning (CVPL- ex-GIRPR) Consulta Universitaria del Cinema Economists for Peace and Security Federazione Italiana Scienze della Vita Società Italiana di Econometria - Italian Econometric Association Società Italiana di Fisica Società Italiana di Statistica Società Italiana di Studi sul Medio Oriente https://lnkd.in/d3qwDSg2
I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca: una lettera delle società scientifiche
scienzainrete.it
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In queste settimane, sul tema del #finanziamento delle #università e della #ricerca, assistiamo a un rimpallo di numeri nei comunicati della Conferenza dei Rettori delle università Italiane e del ministero della Università e della ricerca. Rocco De Nicola, rettore della Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Giovanni Dosi, professore di Economia presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa fanno chiarezza sui numeri, che mostrano il dissanguamento delle università italiane negli ultimi anni, e lanciano l’allarme sugli effetti che la riduzione potrà avere sui nostri atenei, ma anche sul Paese in generale. I #tagli ai fondi di ricerca, sottolineano, in generale penalizzano soprattutto la ricerca di base, che nella storia è sempre stata una fonte - spesso non compresa - di innovazione. Inoltre, a causa dei tagli previsti, non riusciremo a trattenere i giovani sui quali abbiamo investito i fondi PNRR e regaleremo i frutti dei nostri investimenti ad altri Paesi, che da sempre apprezzano la qualità dei nostri studenti e ricercatori. Sussidieremo così la formazione dei migliori ricercatori di altri paesi. Ai danni del nostro. https://lnkd.in/gQn7TPZQ
Il soffocamento delle università e l’impoverimento del Paese continuano
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La drastica riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per le università italiane sta provocando un allarme crescente nel sistema accademico, in particolare nelle regioni del Centro Italia. Le università di Marche, Abruzzo e Umbria, che costituiscono un punto di riferimento per la formazione e la ricerca a livello regionale e nazionale, si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti: per far fronte a questi drastici tagli alle Università, i rettori degli atenei del Centro Italia hanno denunciato i danni che questi tagli comporterebbero. La diminuzione dei finanziamenti, associata all’aumento dei costi, sta mettendo a rischio la stabilità finanziaria di queste istituzioni, minacciando non solo l’offerta educativa ma anche il futuro delle comunità locali che dipendono fortemente dall’attività accademica. Allarme dagli atenei del Centro Italia I rettori degli otto atenei delle Marche, Abruzzo e Umbria, riuniti nella rete Hamu, hanno lanciato un grido d’allarme per la situazione economica delle loro istituzioni, provocata dai tagli alle Università che dirigono. Gli atenei di Camerino, Chieti e Pescara, L’Aquila, Macerata, Perugia, Politecnica delle Marche, Teramo e Urbino Carlo Bo devono fronteggiare una perdita complessiva di oltre 41 milioni e 700 mila euro, che rappresenta un taglio complessivo di quasi l’8% rispetto all’anno precedente. La riduzione dell’FFO è aggravata dall’aumento dei costi, in particolare quello del personale, che ha visto un incremento del 4,8% a causa degli adeguamenti Istat. Questo ha portato molte università ad avvicinarsi pericolosamente alla soglia dell’80% del bilancio dedicato al personale, limite oltre il quale gli atenei rischiano di trovarsi in uno stato di squilibrio economico. Con i tagli alle Università, gli atenei del Centro Italia, già sotto pressione per la gestione dei fondi limitati, rischiano di non riuscire a coprire nemmeno i costi del personale già in servizio, creando una situazione insostenibile. I Rettori delle Università menzionate, riunitisi in un Consiglio, hanno quindi chiesto al Governo Meloni il più rapido ripristino di tutti i fondi, necessari e sufficienti, per garantire un’istruzione pubblica adeguata. Rivendicando il diritto all’istruzione pubblica e l’importanza del sapere, i Rettori hanno anche sottolineato l’importante funzione che le Università ricoprono nella società, in quanto laboratorio di sperimentazioni e di ricerche, scientifiche e umanistiche, locali e nazionali. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); I tagli alle Università potrebbero infatti avere ripercussioni dirette sulla qualità dell’istruzione e dei servizi forniti agli studenti. Gli atenei potrebbero essere costretti a tagliare risorse fondamentali per la ricerca e l’innovazione, nonché a ridurre i servizi agli studenti, che verrebbero penalizzati da un sistema in affanno. Inoltre, l’incapacità di garantire un’istruzione
Tagli alle Università di 41 milioni di euro: l'allarme degli atenei
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