Ci sono persone sorde segnanti e persone sorde oraliste. Qual è la differenza? Ce la spiega, insieme ad altre nozioni, il nostro Gruppo LGBT Sordi Lombardia in questa video pillola. Le persone sorde segnanti sono coloro che utilizzano principalmente la lingua dei segni per comunicare, mentre le persone oraliste si avvalgono del labiale. Il Gruppo, attivo al CIG dal 2016, vuole affermare la presenza della comunità sorda, diffondere informazioni sul proprio universo e parlare di accessibilità. Vuoi saperne di più? Puoi imparare grazie ai corsi organizzati dal Gruppo. Questo il contatto: lgbt-sordi@arcigaymilano.org
Post di CIG Arcigay Milano
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📢 CampaignMonday 📢 Ogni lunedì portiamo sul palco politici e responsabili di associazioni che si battono per un accesso senza barriere alla politica. Il sipario si alza per Marianne Plüss, impiegata di commercio e parlamentare sessione delle persone con disabilità. Lei sottolinea l'importanza di un accesso senza barriere alla partecipazione politica: lavoriamo insieme per una democrazia inclusiva. Attualmente, le dirette streaming sui siti web parlamentari offrono un accesso scarso o nullo alle persone sorde e ipoudenti: Mancano sia i sottotitoli in diretta che le traduzioni in lingua dei segni. Per saperne di più sulla campagna e su come sostenere una politica più inclusiva, potete consultare i commenti. Combattiamo insieme per #unapoliticaudibile! #AccessiblePolitics #SWISSTXT #Inclusione #Accessibilità
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📢 CampaignMonday 📢 Ogni lunedì portiamo sul palco politici e responsabili di associazioni che si battono per un accesso senza barriere alla politica. Il sipario si alza per la gran consigliera del Canton Zurigo e Membro del comitato della Conferenza zurighese delle persone con disabilità Sonja Rueff-Frenkel. La gran consigliera lancia un segnale forte: Le barriere non hanno posto nella nostra società e certamente non nella democrazia. Attualmente, le dirette streaming sui siti web parlamentari offrono un accesso scarso o nullo alle persone sorde e ipoudenti: Mancano sia i sottotitoli in diretta che le traduzioni in lingua dei segni. Per saperne di più sulla campagna e su come sostenere una politica più inclusiva, potete consultare i commenti. Combattiamo insieme per #unapoliticaudibile! #AccessiblePolitics #SWISSTXT #Inclusione #Accessibilità
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LE NOSTRE DIFFERENZE E I RISCHI DI DISINTEGRAZIONE Intervista sui futuri delle famiglie LGBTQI
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Molte persone chiedono: LO SPORT NON PUÒ FARE UNA CATEGORIA PER LE PERSONE TRANSGENDER E INTERSEX? L'idea è stata proposta in diversi lavori scientifici ma ha un ostacolo: LA RARITÀ DELLE PEESONE INTERSEX È TRANSGENDER E poi sarebbe Apartheid se lo applicassimo alle persone Afrodiscendenti, o no? Esistono ostacoli secondari, come la creazione di una quarta categoria per Maschi transgender e Intersex ed una quinta per Persone Non Binarie. Questi tre nuovi gruppi anche messi insieme fanno un numero inferiore al 1% della popolazione. Inoltre tra queste la maggioranza è esclusa socialmente quando non abbandonata dalle famiglie. Sono pertanto RARE e non si può fare una categoria a parte. Si potrebbe, usciti dalla ISTERIA COLLETTIVA OMO-TRANSFOBICA, fare competere insieme con Donne o Uomini secondo il genere percepito e dare per Genere ed Etnia... a questo punto... svantaggiate una medaglia in più. La Carini non riceverebbe nessuna medaglia, perche la Khelif non è detto che arrivi a vincerla e probabilmente anche contro un'altra donna avrebbe perso ugualmente, ma con minore clamore mediatico e minore odio verso le donne transgender e Intersex. Come ribadito esiste un lieve vantaggio biologico per le donne Intersex e Transgender, ed un grande svantaggio biologico per maschi transgender o Intersex, in ambito sportivo. Mentre nessuno si preoccupa dei maschi Intersex e Transgender, tutti pensano solo ad escludere violentemente le donne transgender e Intersex. Di fatto il loro vantaggio è lieve come dimostrano le sconfitte sul campo della stessa Khelif mentre il vantaggio etnico è molto maggiore tra Afrodiscendenti e Indiani... che hanno uno svantaggio incommensurabile... ma sarebbe razzismo pensare categorie separate o esclusioni, giusto? #khelif #amigay #Intersex #olimpiadi #pugilato
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Oggi vogliamo parlare di un tema estremamente importante, che tocca in parte anche le bambine inserite nel programma di Alice for Children, ma che è molto più diffuso. 🎗️Oggi è la giornata internazionale contro la #mutilazionegenitalefemminile🎗️ Una pratica riscontrabile maggiormente in molti paesi dell'Africa, del Medio Oriente e del Sud Est Asiatico.🌍 Seppur per la maggior parte di questi paesi queste mutilazioni siano diventate illegali, vengono ancora riscontrate in singole comunità e gruppi etnici specifici. Le #mfg sono un problema enorme per la salute delle bambine, poichè arrecano gravi danni psicofisici di breve e lungo termine 👧🏿 Per questo, grazie alla collaborazione di strutture ospedaliere, come il Neema Hospital di #Nairobi, ed il loro personale qualificato, abbiamo creato un corso di #educazionesessuale che insegni a bambini e bambine temi fondamentali come le malattie sessualmente trasmissibili, la violenza di genere e la lotta contro lo stigma legato al corpo femminile. Solo attraverso l' #educazione possiamo sperare di innescare un cambiamento in grado di spezzare il ciclo di violenza, di difendere i diritti delle bambine più vulnerabili e di vivere in un contesto in cui l’uguaglianza di genere non sia soltanto un sogno, ma la realtà quotidiana. Lontane da mutilazioni, abusi e violenze.
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Troppo spesso la voce delle donne con disabilità vittima di discriminazione non trova ascolto. Per questo motivo abbiamo lanciato la nostra nuova campagna "Voci invisibili", di cui riportiamo il testo dello spot radiofonico che viene trasmesso in questi giorni sulle frequenze di Radio Lombardia e Radio Marconi: "Se nella vita o sui social sei vittima di molestie Se troppo spesso non ti credono (ti sarai sbagliata…) Se una come te non ottiene l’affidamento dei figli (non puoi farcela da sola!) Se per te una mammografia è quasi impossibile (anche tu vuoi fare prevenzione?) Quando la tua voce non viene ascoltata qualcuno sta calpestando i tuoi diritti. Se sei una donna con disabilità e hai subito un’ingiustizia, contatta il servizio legale gratuito del Centro Antidiscriminazione di LEDHA" Attraverso la radio, alziamo il volume sulle discriminazioni di cui sono vittime le donne con disabilità, insieme. Clicca su questo link per approfondire i contenuti della campagna "Voci invisibili" e ascoltare lo spot: https://lnkd.in/diJxM999 #ledha #donne #genere #discriminazione #disabilità #diritti
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Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea in ricordo del giorno, di 14 anni prima, in cui l’Organizzazione mondiale della sanità definì per la prima volta l’omosessualità come “una variante naturale del comportamento umano”, eliminandola dalla lista delle malattie mentali. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi passi in avanti contro ogni forma di intolleranza e discriminazione basata sull’identità di genere (nel 2024 sono diventati 36 i Paesi in cui è legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso), ma gli sforzi per raggiungere una piena uguaglianza per la comunità Lgbtqia+ sono ancora molti. Nel mondo le persone omosessuali subiscono ancora spesso discriminazioni, violenze e molestie e l’omosessualità è criminalizzata in 62 Paesi: in 12 Stati è addirittura punita con la morte. Anche nella società italiana la comunità Lgbtqia+ risente ancora oggi dei luoghi comuni del passato che marginalizzavano gli omosessuali. Molti dei diritti conquistati, infatti, sono recenti. Ad esempio, fino a 23 anni fa le persone omosessuali non potevano donare il sangue, perché dagli anni ‘80 si credeva che l’Hiv fosse un virus che riguardasse solo la comunità Lgbtqia+. Dal 2001, però, l’allora ministro della Salute Umberto Veronesi ha eliminato il divieto imposto alle persone omosessuali, introducendo prima della donazione del sangue un questionario in cui non sono più presenti domande legate all’orientamento sessuale ma alle abitudini sessuali. Nonostante questo, l’Italia non può ancora definirsi un Paese completamente inclusivo: ad esempio, il nostro Paese non riconosce il matrimonio egualitario; non ha una legge che faccia riferimento ai crimini d’odio la comunità Lgbtqia+, e non ha una norma che regolamenta il riconoscimento del genitore non biologico nelle coppie omogenitoriali con figli nati all’estero tramite la procreazione assistita. Quanti altri anni dovranno passare prima che questi diritti vengano finalmente riconosciuti?
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Oggi si celebra la ventesima Giornata Internazionale Contro l'OmoTransfobia. Molto è stato fatto e molto ancora deve essere fatto per garantire pienamente #diritti e #inclusione. Factanza è riuscita, ancora una volta, nella perfetta sintesi di un percorso. Voltarsi e ricordare cosa accadeva pochi anni fa, aiuta a capire quanto lontani siamo partiti. Oggi le aziende hanno un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione su temi sociali e ambientali, una sensibilizzazione necessaria per #ScardinareBias che ingabbiano il potenziale,il talento ma che, prima di tutto, limitano la creazioni di un #ambiente più giusto ed #inclusivo. La valorizzazione della #diversità e lavorare per l'#inclusione non è un trend ma parte della naturale evoluzione di una società moderna che guarda al futuro.
Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea in ricordo del giorno, di 14 anni prima, in cui l’Organizzazione mondiale della sanità definì per la prima volta l’omosessualità come “una variante naturale del comportamento umano”, eliminandola dalla lista delle malattie mentali. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi passi in avanti contro ogni forma di intolleranza e discriminazione basata sull’identità di genere (nel 2024 sono diventati 36 i Paesi in cui è legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso), ma gli sforzi per raggiungere una piena uguaglianza per la comunità Lgbtqia+ sono ancora molti. Nel mondo le persone omosessuali subiscono ancora spesso discriminazioni, violenze e molestie e l’omosessualità è criminalizzata in 62 Paesi: in 12 Stati è addirittura punita con la morte. Anche nella società italiana la comunità Lgbtqia+ risente ancora oggi dei luoghi comuni del passato che marginalizzavano gli omosessuali. Molti dei diritti conquistati, infatti, sono recenti. Ad esempio, fino a 23 anni fa le persone omosessuali non potevano donare il sangue, perché dagli anni ‘80 si credeva che l’Hiv fosse un virus che riguardasse solo la comunità Lgbtqia+. Dal 2001, però, l’allora ministro della Salute Umberto Veronesi ha eliminato il divieto imposto alle persone omosessuali, introducendo prima della donazione del sangue un questionario in cui non sono più presenti domande legate all’orientamento sessuale ma alle abitudini sessuali. Nonostante questo, l’Italia non può ancora definirsi un Paese completamente inclusivo: ad esempio, il nostro Paese non riconosce il matrimonio egualitario; non ha una legge che faccia riferimento ai crimini d’odio la comunità Lgbtqia+, e non ha una norma che regolamenta il riconoscimento del genitore non biologico nelle coppie omogenitoriali con figli nati all’estero tramite la procreazione assistita. Quanti altri anni dovranno passare prima che questi diritti vengano finalmente riconosciuti?
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Che cos’è «Futuro inclusivo»? Il video «Vielfalt verbindet» 🎞 🎥 La trentaseienne Yveline Mabillard lavora al mARTigny Boutique-Hôtel (Fovahm ). Molte persone con disabilità cognitive vorrebbero poter partecipare a votazioni ed elezioni e rappresentare direttamente i propri interessi. Ma cozzano contro barriere difficili da superare. A Yveline mancano soprattutto informazioni accessibili. Senza locali di voto accessibili e procedure e documentazione adeguate e facili da capire, partecipare non è possibile. Per farsi un’opinione propria sono indispensabili informazioni comprensibili sul sistema politico, i progetti in votazione e i programmi dei partiti. Queste informazioni sono per altro utili a gran parte della popolazione, non soltanto alle persone con disabilità. Oltre alla versione francese del video «Vielfalt verbindet», sono stati girati altri tre video per LinkedIn e le altre reti sociali. Per ragioni di spazio, questi video non sono provvisti di una traduzione in lingua dei segni, ma sono pur sempre sottotitolati. Un grazie di cuore a Yveline Mabillard, che ci ha offerto uno squarcio della sua quotidianità di persona con disabilità cognitive. Speriamo vivamente che anche lei possa presto esprimere il proprio voto. https://lnkd.in/dXdsPTCb https ://youtu.be/V9LLj70DYlw Avenir Inclusif – Canton du Valais (avenir-inclusif.ch) #partecipazionepolitica #zukunftinklusion #avenirinclusif #futuroinclusivo #futurinclusiun #disabilità #dirittidellepersonedisabili #personecondisabilità #inclusione
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