In questi giorni si è giustamente molto parlato dei nuovi #LEA visto che si tratta di aggiornamenti storici (ricorda il #MinisterodellaSalute che abbiamo dovuto attendere 28 anni per l'aggiornamento del nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e 25 anni per quello dell’assistenza protesica). Ciò che colpisce è come in moltissimi abbiano dato per operativo qualcosa di cui nella documentazione approvata non c'è traccia ovvero l'estensione dello #ScreeningNeonatale Attenzione!!! Come riporta il comunicato del Ministero "l’adozione del nuovo nomenclatore tariffario, oltre a garantire, l’accesso ai nuovi LEA permette di procedere con l’aggiornamento dei LEA contenuto in due decreti (un DM e un dPCM) già predisposti dal Ministero della Salute". Saranno questi - se e quando approvati - che assicureranno l’estensione degli screening neonatali. https://lnkd.in/dNQNUUvq Osservatorio Malattie Rare Fondazione Buzzi per l'Ospedale dei Bambini Regione Lombardia OBM Ospedale dei Bambini Buzzi Milano ets #MalattieRare #LifeScience #RareDiseases
Post di Cristina Cereda
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📑 Il Ministero della salute aggiorna i nomenclatori per la specialistica ambulatoriale e la protesica. In attesa della pubblicazione del testo nella Gazzetta Ufficiale, il Ministero della salute dà notizia sul proprio sito del nuovo Decreto ministeriale con cui vengono ampliati i nomenclatori per la specialistica ambulatoriale e la protesica. ⚕ Il provvedimento, che entrerà in vigore dal 30 dicembre 2024, aggiorna 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35% del totale. L’adozione del nuovo nomenclatore avrà un impatto di 147,3 milioni di euro per la finanza pubblica che si tradurrà in rimborsi più congrui riconosciuti a tutti gli operatori, pubblici e privati. Il Ministero della Salute ha elaborato il nuovo nomenclatore adeguando le tariffe sulla base di una metodologia che ha considerato i valori tariffari attualmente vigenti nelle 21 Regioni e Province Autonome nonché il costo pieno delle prestazioni grazie alla collaborazione di strutture pubbliche e private sul territorio nazionale. 🔹Tra le novità per la specialistica ambulatoriale: l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita incluse nei LEA; prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare; prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell'ambito della diagnostica per immagini in grado di consentire diagnosi più rapide ed affidabili; enteroscopia con microcamera ingeribile, screening neonatali. 🔹Viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico e si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico. 🔹Tra le prestazioni previste per l’assistenza protesica: ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti; arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo. Il Ministero della Salute, inoltre, ha proposto l’inserimento in Legge di Bilancio di un provvedimento che dovrebbe permettere di aggiornare le tariffe già nel corso del 2025. La stessa norma contiene la revisione della metodologia per l’aggiornamento continuo delle tariffe riferite alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, di assistenza ospedaliera per acuti e per il post-acuto da basare sull’analisi dei costi rilevati in un panel di strutture sanitarie pubbliche e private su tutto il territorio nazionale. #LEA #sanità
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I contenuti principali del Decreto-legge sui “tempi di attesa” delle visite specialistiche erano già noti. Le ultime modifiche – afferma il dr. ANDREA FRASOLDATI, Presidente Eletto AME e Direttore Struttura Complessa Endocrinologia AUSL Reggio Emilia – riguardano elementi giuridico-amministrativi, in particolare il ruolo dei governi regionali. "Apprezzo l'incremento della spesa per il personale, ma le difficoltà nel reclutamento di #medici e #infermieri restano un problema serio. Come Presidente Eletto di un’associazione con oltre 2500 endocrinologi, vorrei evidenziare che le liste di attesa non si risolvono solo con nuove visite. Serve un governo della domanda secondo il principio dell’appropriatezza clinica. Molte visite sono ridondanti e potrebbero essere sostituite da teleconsulti o protocolli condivisi. Dobbiamo promuovere un’alleanza medico-paziente per un utilizzo corretto delle risorse, rifacendoci ai principi della campagna Choosing Wisely. Ogni indagine o visita prescritta sottrae risorse ad altri pazienti. In conclusione, spero che le #aziendesanitarie trovino il giusto equilibrio in questa fase di carenza di personale. Risolvere i tempi di attesa richiede un intervento sulla domanda, distinguendo tra visite necessarie e quelle sostituibili con contatti alternativi. Il diritto alla salute ci unisce tutti”.
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Alcuni referenti di AIMO - Associazione Italiana Medici Oculisti hanno partecipato al tavolo di lavoro per la realizzazione del #Manuale #RAO e ora ne suggeriscono l’uso da parte dei #medici prescrittori. Il Manuale RAO è uno #strumento che può aiutare a razionalizzare e snellire le #listediattesa, in particolare per le #prestazioni ambulatoriali in ambito #oculistico. Grazie alle indicazioni contenute nel Manuale, è possibile migliorare l’appropriatezza prescrittiva, monitorare i tempi di attesa e favorire il confronto tra medici prescrittori e specialisti. La #collaborazione tra cittadini, medici e strutture #sanitarie è fondamentale per ottenere #risultati concreti e migliorare l’accesso alle prestazioni oculistiche. Umberto Nocco | Corinna Montana Lampo | Cristina Suzzani | Alessia Rapuano | Tommaso La Vecchia | Tecniche Nuove Healthcare | Tecniche Nuove Spa
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L’entrata in vigore del decreto tariffe è essenziale perché assicura su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei nuovi LEA (Dpcm 2017), superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini che potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le innovazioni medico scientifiche per la specialistica ambulatoriale e per la protesica.
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Roma, 21 ottobre - La riforma in itinere della professione infermieristica, che prevede la creazione di tre nuove aree di specializzazione (Cure primarie e Sanità pubblica, Cure pediatriche e neonatali e Cure intensive e nell’emergenza), con la possibilità per gli infermieri di prescrivere trattamenti assistenziali e tecnologie specifiche, come presidi sanitari e ausili...Continua a leggere #anelli #farmaci #fnomceo #Fnopi #lanzarin #medici #prescrizione #professioneinfermieristica #protesta #riforma #schillaci #sindacati #tecnologiespecifiche #trattamentiassistenziali
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Tempi d'attesa per visite ed esami diagnostici: arrivano le "Domeniche della Specialistica" Si parte il 7 luglio Nell’ambito delle iniziative finalizzate a ridurre i tempi d’attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, le Aziende Sanitarie mettono in campo un ulteriore strumento per andare incontro ai cittadini. Si tratta delle “Domeniche della specialistica”: prestazioni che si aggiungono a quelle già presenti nel sistema, e che verranno erogate di domenica grazie alla disponibilità e all’impegno dei professionisti delle due Aziende. Si parte domenica 7 e si proseguirà anche nelle domeniche successive con specialità che verranno volta a volta comunicate. Domenica 7 luglio le prestazioni saranno le seguenti: - Visita cardiologica più ECG; - Visita dermatologica; - Visita fisiatrica; - Visita ginecologica; - Visita pneumologica con spirometria; - Visita di chirurgia vascolare. Si tratta complessivamente di circa 200 prestazioni che saranno prenotabili fino ad esaurimento a partire da lunedì prossimo (primo luglio) alle ore 8. Le prestazioni saranno prenotabili tramite FSE e con gli altri consueti canali prenotativi, anche da parte di coloro che hanno già un appuntamento e vogliono anticiparlo. Le strutture sanitarie che svolgeranno attività di specialistica nelle varie Domeniche della Specialistica saranno gli Ospedali di Cona, Cento, Lagosanto e Argenta e la Casa della Comunità Cittadella S. Rocco (settore 19, con accesso da Corso Giovecca-Guardiania). Le “Domeniche della specialistica” si aggiungono alle le linee di intervento già messe in campo per contenere i tempi d’attesa: - l’aumento delle prestazioni in orari serali ed il sabato; - l’acquisto di prestazioni aggiuntive in libera professione intramoenia e da privato accreditato; - l’assunzione di personale, in particolare nelle branche in maggiore sofferenza, con la previsione di circa 40 nuove assunzioni fino al 31 dicembre 2024; - la spinta sulla telemedicina, in grado di produrre vantaggi sia per i pazienti rispetto alla prossimità delle cure, sia per i professionisti che spostandosi meno potranno ottimizzare il tempo lavoro.
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Spunti di riflessione interessanti “trasversalmente”
E' oramai da alcuni anni che noi internisti parliamo di aumento della complessita' dei pazienti ricoverati nei nostri reparti, di multimorbidita', di instabilita' clinica. Il riferimento che regola l'accreditamento delle strutture ospedaliere internistiche e' ancora la legge Donat-Cattin del 1988, che considera i reparti di medicina Interna "a bassa intensita' clinica". Negli ultimi 40 anni i pazienti si sono completamente trasformati e i 60enni di allora sono i 90enni di oggi, con svariate patologie e fragilita'sia cliniche che sociali. Quindi e' chiaro che il personale infermieristico (soprattutto) e medico dei nostri Reparti sia sottodimensionato rispetto alle necessita' dei pazienti. Lo studio COCARED, della rete internistica lombarda SIMI-FADOI, pubblicato recentemente sula rivista Internal & Emergency Medicine, ha finalmente permesso di quantificare queste evidenze. La raccolta dei dati e' stata fatta nelle Medidine Interne di 12 ospedali lombardi, una volta al mese per un anno, raccogliendo cosi' di dati di oltre 4.000 pazienti. Dai risultati emerge che: - oltre la meta' dei pazienti ricoverati in Medicina Interna avevano una complessita' clinico-assistenziale intermedio-elevata, - un 15% di questi pazienti aveva una elevato grado d'instabilita' clinica, con necessita' di monitoraggio - piu' della meta' dei pazienti necessitava di terapia IV e non era autosufficiente. Questo dimostra che i reparti di Medicina Interna, NON SONO REPARTI A BASSA INTENSITA' CLINICA. Inoltre, tutti i reparti avevano una media del 20-22% di cosiddetti "bed-blockers", cioe' pazienti che avevano terminato il ciclo di terapia in acuta ma non potevano essere dimessi per problemi di attesa di posto letto in strutture esterne post-acute, oppure per problemtiche sociali/familiari. Fin quando non si affrontera' questo problema in maniera strutturale e sistematica, questa difficolta' alle dimissioni rimarra' una delle cause principali del BOARDING in PS. Da ultimo, interessante notare che sulla mortalita' intraospedaliera, i fattori sociali pesavano quanto quelli clinici. Ora sta a noi internisti utilizzare questi dati per convincere gli enti regolatori ad adeguare i criteri di accreditamento, strutturali e di personale, dei nostri Reparti. SIMI Società Italiana Medicina Interna FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna Agenas
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I reparti di Medicina Interna rappresentano il cuore pulsante del sistema ospedaliero, un crocevia di competenze cliniche e gestionali dove si affrontano le sfide più complesse dell’assistenza sanitaria. Gestire pazienti fragili, multimorbidi e spesso instabili richiede un approccio olistico che solo la Medicina Interna sa garantire, unendo conoscenze approfondite di patologie sistemiche a una visione d’insieme centrata sulla persona. Lo studio COCARED non solo conferma l’elevata complessità clinico-assistenziale di questi reparti, ma mette in luce quanto siano cruciali nel garantire continuità e qualità delle cure. La capacità di integrare monitoraggio avanzato, terapia intensiva non invasiva e sostegno umano è ciò che distingue la Medicina Interna da altre discipline. Non sono semplicemente “reparti di transito”, ma luoghi di diagnosi, trattamento e recupero che spesso cambiano il destino clinico dei pazienti. Eppure, il riconoscimento di questa centralità manca nelle politiche sanitarie attuali. Definire i reparti di Medicina Interna come “a bassa intensità” non è solo anacronistico, ma rischia di minare la loro efficacia, sottovalutando la necessità di risorse adeguate e personale qualificato. Gli internisti si trovano spesso a supplire alle carenze del sistema con dedizione e resilienza, ma ciò non può essere una soluzione permanente. Riconoscere e potenziare i reparti di Medicina Interna non è solo una questione di giustizia per i professionisti che vi operano, ma un passo cruciale per affrontare le sfide dell’invecchiamento della popolazione, della multimorbilità e della continuità assistenziale. La Medicina Interna è il perno su cui ruota l’intero sistema ospedaliero, e trascurarla significa mettere a rischio la sostenibilità e l’efficienza dell’intero sistema sanitario. Questi reparti devono essere valorizzati per il loro insostituibile ruolo di integrazione tra tecnologia, scienza medica e umanità: è lì che ogni paziente trova la cura di cui ha bisogno, indipendentemente dalla complessità della sua condizione.
E' oramai da alcuni anni che noi internisti parliamo di aumento della complessita' dei pazienti ricoverati nei nostri reparti, di multimorbidita', di instabilita' clinica. Il riferimento che regola l'accreditamento delle strutture ospedaliere internistiche e' ancora la legge Donat-Cattin del 1988, che considera i reparti di medicina Interna "a bassa intensita' clinica". Negli ultimi 40 anni i pazienti si sono completamente trasformati e i 60enni di allora sono i 90enni di oggi, con svariate patologie e fragilita'sia cliniche che sociali. Quindi e' chiaro che il personale infermieristico (soprattutto) e medico dei nostri Reparti sia sottodimensionato rispetto alle necessita' dei pazienti. Lo studio COCARED, della rete internistica lombarda SIMI-FADOI, pubblicato recentemente sula rivista Internal & Emergency Medicine, ha finalmente permesso di quantificare queste evidenze. La raccolta dei dati e' stata fatta nelle Medidine Interne di 12 ospedali lombardi, una volta al mese per un anno, raccogliendo cosi' di dati di oltre 4.000 pazienti. Dai risultati emerge che: - oltre la meta' dei pazienti ricoverati in Medicina Interna avevano una complessita' clinico-assistenziale intermedio-elevata, - un 15% di questi pazienti aveva una elevato grado d'instabilita' clinica, con necessita' di monitoraggio - piu' della meta' dei pazienti necessitava di terapia IV e non era autosufficiente. Questo dimostra che i reparti di Medicina Interna, NON SONO REPARTI A BASSA INTENSITA' CLINICA. Inoltre, tutti i reparti avevano una media del 20-22% di cosiddetti "bed-blockers", cioe' pazienti che avevano terminato il ciclo di terapia in acuta ma non potevano essere dimessi per problemi di attesa di posto letto in strutture esterne post-acute, oppure per problemtiche sociali/familiari. Fin quando non si affrontera' questo problema in maniera strutturale e sistematica, questa difficolta' alle dimissioni rimarra' una delle cause principali del BOARDING in PS. Da ultimo, interessante notare che sulla mortalita' intraospedaliera, i fattori sociali pesavano quanto quelli clinici. Ora sta a noi internisti utilizzare questi dati per convincere gli enti regolatori ad adeguare i criteri di accreditamento, strutturali e di personale, dei nostri Reparti. SIMI Società Italiana Medicina Interna FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna Agenas
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Ottimo spunto di osservazione che tutte le #direzionistrategiche dovrebbero leggere. La #medicina #ospedaliera è cambiata. Dobbiamo assolutamente rivedere i #parametri #ministeriali con i quali sono classificati i #reparti di Medicina in #italia
E' oramai da alcuni anni che noi internisti parliamo di aumento della complessita' dei pazienti ricoverati nei nostri reparti, di multimorbidita', di instabilita' clinica. Il riferimento che regola l'accreditamento delle strutture ospedaliere internistiche e' ancora la legge Donat-Cattin del 1988, che considera i reparti di medicina Interna "a bassa intensita' clinica". Negli ultimi 40 anni i pazienti si sono completamente trasformati e i 60enni di allora sono i 90enni di oggi, con svariate patologie e fragilita'sia cliniche che sociali. Quindi e' chiaro che il personale infermieristico (soprattutto) e medico dei nostri Reparti sia sottodimensionato rispetto alle necessita' dei pazienti. Lo studio COCARED, della rete internistica lombarda SIMI-FADOI, pubblicato recentemente sula rivista Internal & Emergency Medicine, ha finalmente permesso di quantificare queste evidenze. La raccolta dei dati e' stata fatta nelle Medidine Interne di 12 ospedali lombardi, una volta al mese per un anno, raccogliendo cosi' di dati di oltre 4.000 pazienti. Dai risultati emerge che: - oltre la meta' dei pazienti ricoverati in Medicina Interna avevano una complessita' clinico-assistenziale intermedio-elevata, - un 15% di questi pazienti aveva una elevato grado d'instabilita' clinica, con necessita' di monitoraggio - piu' della meta' dei pazienti necessitava di terapia IV e non era autosufficiente. Questo dimostra che i reparti di Medicina Interna, NON SONO REPARTI A BASSA INTENSITA' CLINICA. Inoltre, tutti i reparti avevano una media del 20-22% di cosiddetti "bed-blockers", cioe' pazienti che avevano terminato il ciclo di terapia in acuta ma non potevano essere dimessi per problemi di attesa di posto letto in strutture esterne post-acute, oppure per problemtiche sociali/familiari. Fin quando non si affrontera' questo problema in maniera strutturale e sistematica, questa difficolta' alle dimissioni rimarra' una delle cause principali del BOARDING in PS. Da ultimo, interessante notare che sulla mortalita' intraospedaliera, i fattori sociali pesavano quanto quelli clinici. Ora sta a noi internisti utilizzare questi dati per convincere gli enti regolatori ad adeguare i criteri di accreditamento, strutturali e di personale, dei nostri Reparti. SIMI Società Italiana Medicina Interna FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna Agenas
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Il nostro Amministratore Unico, Dr. Luca Marino, è intervenuto, in qualità di Vicepresidente della sezione Sanità di Unindustria Roma - Frosinone - Latina - Rieti - Viterbo, alla conferenza stampa indetta da U.A.P. presso l'Università degli Studi "Guglielmo Marconi" per ribadire che le nuove tariffe stabilite dal Ministero della Salute per le prestazioni del Ssn rischiano di essere insostenibili. Potete approfondire la sua analisi nel post qui sotto. #ssn #salute #sanità
In qualità di Vicepresidente della sezione Sanità di Unindustria Roma - Frosinone - Latina - Rieti - Viterbo, desidero porre l’attenzione sulle nuove tariffe emanate dal Ministero della Salute per le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Intervenendo alla conferenza stampa indetta da U.A.P. presso l'Università degli Studi "Guglielmo Marconi" ho voluto ribadire un punto essenziale: le nuove tariffe stabilite dal Ministero della Salute per le prestazioni del SSN rischiano di essere insostenibili. Queste tariffe infatti, se applicate senza adeguati correttivi, rischiano di diventare insostenibili per le strutture sanitarie e di compromettere la qualità delle cure erogate ai cittadini italiani per l'ulteriore aggravamento delle liste d’attesa. Inoltre, potrebbe slittare l’entrata in vigore di nuove prestazioni molto attese dagli italiani, come la procreazione assistita, nuovi test genetici e terapie oncologiche avanzate. Anche i #LEA, cure fondamentali che il #SSN deve garantire ai cittadini italiani, sono a rischio per la stessa problematica. Credevamo che dopo sette anni in cui oltre 3.000 prestazioni ambulatoriali sono rimaste in attesa di essere aggiornate, fosse finalmente giunto il momento. Tariffe troppo basse rischiano di aggravare non solo la sanità privata ma anche ospedali pubblici e ASL e i deficit economici di entrambe le realtà, compromettendo la sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso. La tariffa delle visite specialistiche è fissata a 25 euro cifra che non può coprire i costi necessari come compenso del medico, assistenza infermieristica, materiali, tecnologia e infrastrutture. Unindustria invita pertanto il Ministero della Salute a rivedere urgentemente le nuove tariffe per evitare che siano i cittadini a pagarne le conseguenze. https://lnkd.in/dpmJZ8U4 #tariffe #MinisterodellaSalute #nomenclatore #esamispecialistici
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