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Post di Dolceamaro srl
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Nella rubrica degli "Esercizi spirituali per bevitori di vino" che tengo due volte al mese su Linkiesta Gastronomika, oggi affronto il tema della negligenza. Rammentando la lezione di Bruno Munari.
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Simbolica per gli egiziani, incorruttibile per gli ebrei, se ne trovano i sentori in molti bianchi secchi e nel cacao pregiato Su #Vendemmie la puntata della nostra rubrica Fiori & Vini a cura di Irma D'Alessandro dedicata all’acacia.
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Celebrato in poesia e prosa, declinato in nome di uomo e di donna, questo fiore dal profumo inconfondibile, ha origini antichissime e ha ispirato miti e leggende. Una vuole che un giardinierie lo rubò alla famiglia dei Medici per regalarlo alla fidanzata. Ecco in quali bottiglie se ne trova l’aroma. Su #Vendemmie la seconda puntata della nostra rubrica Fiori & Vini a cura di Irma D'Alessandro
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Ho fatto una lunga ricerca ma non sono stata in grado di trovare una data, un epoca se pur vaga per stabilire la nascita de Su Coccoi pintau (o pani pintau), pane decorato. Questo perché le sue origini si perdono realmente nella notte dei tempi e sono con molta probabilità legate all'evoluzione, alla trasformazione della Pintedera sarda. La Pintedera è una matrice, un disco di terra cotta decorato in basso rilievo con motivi geometrici utilizzato nei villaggi nuragici (ca IX sec aC - ca VIII sec a C.) come timbro da apporre sul pane ancora crudo prima d'essere cotto in forni pubblici ad uso degli abitanti, al fine di poter distinguere la proprietà dello stesso. Accanto a questa necessità di "distinguere" le geometrie impresse nella Pintedera assumono valore sacro, quando lo stesso pane, nella stressa epoca diviene offerta per le divinità, supplica o ringraziamento. Su Pani pintau potrebbe essere considerato l'evoluzione di una necessità che assume presto funzioni sacre capaci di persistere e di evolversi col passare del tempo nella forma e nel significato mantendo inalterati "simboli pagani, e elementi di un cristianesimo primordiale, arricchendosi di motivi fitomorfi, come rami fioriti e boccioli di rosa, o zoomorfi, come gallinelle, pulcini, uccellini accanto a motivi più misteriosi" che tutt'oggi persistono nella nostra tradizione. Il termine coccòi deriva forse dal latino "coclea", (chiocciola o cerchio), poiché la forma più comune è una corona circolare decorata con punte o cornetti, dette "pitzicorrus". Il cornetto croccante di pane è il boccone di pane preferito dagli amanti della pasta dura. Tutt'oggi in molti paesi della Sardegna questo pane ha funzione di vero e proprio calendario nel periodo pasquale. A tre settimane dalla Pasqua si confeziona su Pisci (il pesce) mentre due settimane prima di Pasqua si dona su Lazzaru, Lazzaro resuscitato da Gesù coperto di bende. La Domenica delle Palme si cuoce un pane a forma di palma, sa "pramma". A Pasqua in tutta la Sardegna si realizza su coccoi con s’ou, il pane con uovo incastonato che oggi è un amarcord, mentre un tempo era il dono prezioso quando non esistevano colombe e uova di cioccolato. "Fu per porre rimedio a quello sgarbo del tempo che tornò a chinarsi sul cesto ai suoi piedi, nuovamente attratta dal pane degli sposi; non era ignara del fatto che quel cerchio di pasta cotta fosse più importante ancora dei loro anelli, destinato all’offertorio e poi all’eternità di un vetro, appeso al muro dopo essere stato spruzzato di lucido per il legno che lo risparmiasse dai tarli e dalla muffa." Accabadora, Michela Murgia Alle parole di Michela Murgia lascio la descrizione dell'importanza che questo pane assumeva ed assume ancora in un'altra occasione di festa, mentre all'immagine qui sotto, solo la sua bellezza. Ho portato tante volte alla mia bocca, piccoli morsi d'arte pura. Siete stati come sempre bravissimi! Grazie di cuore! #Sardegna Immagini web
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Chi ne ama e frequenta la cucina, e anche la produzione cinematografica, non può non conoscerlo, perché il kimchi è uno dei grandi e onnipresenti protagonisti della cultura nazionale coreana. Si tratta di una preparazione relativamente semplice di verdure fermentate, salate o stagionate, condite con spezie – peperoncino in polvere, scalogno, aglio e zenzero – con un’aggiunta di jeotgal, una conserva di pesce sotto sale a base di gamberi, ostriche, vongole, pesce o uova di pesce, che viene servita per lo più come contorno, ma è anche la base di piatti popolarissimi come il kimchi jjigae e il kimchi bokkeumbap. Esistono tantissimi tipi di kimchi, ciascuno con una verdura diversa come ingrediente principale, anche se comunemente vengono usati il cavolo napa, o cavolo cinese, e i ravanelli coreani, o daikon. È una pietanza multiforme e il suo sapore può cambiare in base alla regione, alla stagione, alla tradizione familiare. Ciascun tipo, infatti, veniva tradizionalmente preparato in momenti diversi dell’anno, in base alla reperibilità delle verdure. Per questo ne esistono oltre 180 varietà riconosciute, anche se il periodo ideale per la sua preparazione, il Kimjang (cura del kimchi), sono i mesi invernali, quando riunirsi per scambiarsi ricette e mettere a fermentare le verdure diventa anche un’occasione sociale. Articolo di carla reschia #kimchi #cucinacoreana #etnika #linkiesta #gastronomika
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🕯️ Tradizione e memoria: come cambia la Festa dei Morti in Sicilia Nel mio ultimo articolo per SiHD.it, esploro l'evoluzione di una delle celebrazioni più autentiche della cultura siciliana. Un viaggio tra passato e presente che racconta come le nostre radici resistono di fronte alla globalizzazione, tra dolci, rituali e significati profondi. Articolo disponibile in italiano e in siciliano su SiHD.it 👇
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È uno dei mercati più antichi della storia, se vogliamo uno dei primi a livello globale; All'epoca molte colonizzazioni sono state spinte proprio per accaparrarsi una posizione strategica in questo mercato che coinvolgeva: l'antica via della seta, le Americhe, l'Europa ecc ecc. In Italia dall' VIII al XV secolo era la repubblica di Venezia ad avere il controllo di tutto il mercato, nominata anche "città costruita sulle spezie", gran parte del pepe nero destinato all'Europa passava per Venezia. Ma ritroviamo anche Genova, che grazie a questo commercio diventò una potente città-stato e Roma che era il punto d'arrivo dell'antica via della seta. Il mercato delle spezie era uno dei più fruttiferi a livello economico, oltre a parmettere lo sviluppo di una nuova cucina, ma non solo, visto che le spezie possono essere utilizzate in diversi modi: dalle tisane, agli infusi o anche come insetticidi naturali (gli aromi sono sostanze che la pianta produce per difendersi); Oltre tutto questo, le spezie sottolineano l'importanza della chimica in cucina, creare una miscela non è semplice, oltre poi ad avere innumerevoli vantaggi per il nostro organismo; Il metodo migliore di conservazione rimane tenere la spezia intera, per conservarne più a lungo l'aroma. Consiglio questo libro ad ogni professionista, è molto utile; Il sale può essere sostituito completamente da esse, perchè, avendo gli stessi composti chimici degli alimenti, sono loro ad esaltarne il sapore (con abbinamenti giusti ovviamente, a seconda dei composti). Ormai siamo abituati ad associare il gusto alla presenza del sale, in realtà è solo un fattore esterno all'alimento, di fatto la parola "sciapo", non ha molto senso se viene riferita solo alla presenza o meno del sale #spezie #cucina #food #spices
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Ecco il nuovo capitolo degli Esercizi spirituali per bevitori di vino che ho scritto per Linkiesta Gastronomika. Qui parlo della necessità.
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Luigi Veronelli, gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo e filosofo, una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano, considerato il padre del giornalismo di settore, viene ricordato su Virtù Quotidiane da antonio paolini in occasione del ventennale della sua scomparsa, il 29 novembre 2004. Leggi l'articolo completo su virtuquotidiane.it #virtùquotidiane #LuigiVeronelli
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