Difficoltà di accesso alle cure e costi crescenti che gravano sulle famiglie: il sistema sanitario italiano, sia pubblico che privato, è in crisi. I punti salienti. Liste d’attesa insostenibili. 📌I tempi per visite specialistiche o interventi nel sistema sanitario nazionale (SSN) sono troppo lunghi, anche per situazioni urgenti. Ad esempio, un intervento spinale è stato fissato dopo sei mesi, un ritardo impossibile da gestire per il paziente. 📌L’inefficienza coinvolge anche prestazioni oncologiche, con attese troppo lunghe per prime visite e controlli. Diminuzione delle prestazioni. 📌Nel primo semestre 2023, sono stati effettuati 100 milioni di prestazioni radiodiagnostiche, 10 milioni in meno rispetto al 2019, nonostante l’assunzione di 40.000 dipendenti in più. Calo dell’assistenza territoriale. 📌L’aumento di anziani cronici ha messo sotto pressione un sistema che non riesce a rispondere adeguatamente ai bisogni. 😓La sanità privata come rifugio costoso Accesso a più velocità. 📌Strutture private distinguono tre liste d’attesa: una per il SSN, una per assicurati e una per chi paga direttamente. Solo chi paga di tasca propria può accedere rapidamente alle cure. Per esempio, pagando 120 euro, una visita specialistica è stata fissata in 24 ore, mentre con l’assicurazione si sarebbe atteso un mese e mezzo. Aumento dei costi. 📌Dal 2018 al 2022, la percentuale di esami pagati dai pazienti è salita dal 26% al 33%. 📌Le richieste di rimborso per prestazioni sanitarie private sono aumentate dal 50% al 65% in un anno e mezzo. Discriminazioni sociali. 📌Il ricorso alla sanità privata crea disuguaglianze: chi ha un reddito sotto i 75.000 euro detrae in media 1.061 euro, contro i 1.922 euro detratte da chi ha redditi superiori. Il settore integrativo in difficoltà. 📌Fondi integrativi e casse sanitarie, a causa dell’aumento delle richieste di rimborso e delle spese, stanno tagliando prestazioni e aumentando i contributi. Impatti sociali La crisi della sanità pubblica ha innescato un “effetto a catena”, trasferendo i problemi anche sul settore privato e integrativo. L’aumento dei costi e la scarsa disponibilità di servizi stanno generando una crescente diseguaglianza nell’accesso alle cure, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario italiano.
Post di Emanuele Lisanti
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"Quello su cui si dovrebbe investire è anche la promozione di un engagement consapevole dei cittadini nella loro fruizione del sistema sanitario nazionale, volto a valorizzarne la dimensione di bene comune, e quindi di corresponsabilità dei fruitori stessi nella sua efficienza e sostenibilità”. È una delle chiavi di lettura delle "attese". Passando dalle infinite ore per i codici a bassa gravità nei PS e arrivando al tempo necessario per avere una prestazione ambulatoriale. Ma nei PS la decisione è del fruitore, per le prestazioni ambulatoriali è di un collega, pressato o meno dal fruitore. E le dinamiche sono diverse. Tra una prestazione ambulatoriale ed un intervento chirurgico, le storie, sono diverse. Nel secondo caso può esserci un problema di risorse, nel primo, su tutto, spicca l''inappropriatezza. Possiamo girarci intorno ma analizzando la questione torneremmo sempre al punto di partenza: le liste di attesa sono generate dalle prescrizioni.
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"I dati dimostrano che la tenuta del #SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di #universalismo, #equità e #uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della #salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate. L’anno scorso la #spesasanitaria out of pocket, cioè sostenuta direttamente dai cittadini per accedere a prestazioni quali visite specialistiche ed esami diagnostici, è aumentata di ben il 10 per cento rispetto al 2022 (+ 3.806 milioni), raggiungendo circa 40,6 milioni. Le persone sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie, con pesanti ripercussioni sui bilanci familiari. Una situazione in continuo peggioramento, che rischia di lasciare l’universalismo del Servizio sanitario nazionale solo sulla carta, visto che l’accesso alle #prestazioni è sempre più legato alla possibilità di sostenere le spese o di disporre di un #fondosanitario o di una #polizza assicurativa. Che, in ogni caso, non potranno mai garantire, nemmeno ai più abbienti, una copertura totale come quella offerta dal Ssn."
Sanità pubblica, 4, 5 milioni di italiani rinunciano alle cure (anche per le lunghe attese). Fondazione Gimbe: «È emergenza nazionale»
corriere.it
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Mentre l'opinione pubblica viene distratta dalla soap opera di Sangiuliano e Boccia, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico continua a sprofondare in una crisi sempre più profonda. La sanità italiana, un tempo considerata tra le migliori al mondo per universalità ed equità, si trova oggi in una situazione di estremo disagio a causa di anni di tagli, mancanza di investimenti e riforme inadeguate. Mentre i riflettori sono puntati su vicende politiche, scollacciate e di costume, il personale medico ed infermieristico è costretto a lavorare in condizioni sempre più difficili. Mancano le risorse per garantire un'assistenza adeguata, i tempi di attesa per visite e interventi si allungano, e le strutture sanitarie sono sempre più spesso sovraffollate e carenti di mezzi. I cittadini sono i primi a soffrirne, con un accesso alle cure sempre più limitato e disuguale, mentre i professionisti della sanità si trovano a fronteggiare una situazione insostenibile. Il degrado del SSN pubblico non è un problema di ieri, ma è il risultato di una sistematica disattenzione politica verso un settore che dovrebbe essere centrale per il benessere del Paese. È fondamentale che il Governo e le istituzioni prendano atto di questa realtà e pongano finalmente in cima alle priorità politiche il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, con investimenti concreti e riforme mirate, affinché tutti i cittadini possano godere del diritto fondamentale alla salute. È il momento di riportare al centro del dibattito pubblico le vere emergenze del Paese. La sanità pubblica non può più attendere... Fausto Tenti, #costituente comunista, Sez prov di Arezzo. https://lnkd.in/d_vJNbRC
Spesa sanitaria pubblica: in Italia nel 2023 è al 6,2% del pil, sotto la media Ocse e fanalino di coda del G7. L’appello Gimbe: “Con manovra serve una rapida inversione di rotta”
quotidianosanita.it
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@pierinodisilverio a @quotidianosanità : “esiste ancora la possibilità di colmare i deficit della nostra sanità”. 📈I continui disinvestimenti degli ultimi 15 anni hanno portato una inesorabile decadenza della competitività del SSN e le continue aggressioni, le denunce a danno degli operatori sanitari in costante aumento testimoniano un graduale mutamento del rapporto medico-paziente da paternalistico a economicistico. Che sia forse anche ‘colpa’ delle modifiche delle forme di comunicazione che fino ad oggi il professionista ha subito è vero, ma è altrettanto vero e indubbio che alla base della perdita di fiducia verso l’operato del medico, giudicato solo fino a 30 anni fa quasi sacro, ci sia il disgregamento di un intero impianto di cure e la difficoltà conseguente che i cittadini hanno nell’accedervi. 😩Preoccupa anche che il cittadino identifichi il medico come responsabile dei disservizi… 😔Di fronte ai tagli lineari subiti dalla sanità ci saremmo aspettati una rivolta popolare, e invece assistiamo a una graduale assuefazione…↔️E qui i dati diventano impietosi: 🔴l’1,8 % dei cittadini italiani, secondo l’ultima indagine del CNEL, si indebita per le cure e 🔴4,5 milioni di cittadini si rivolgono ormai alla sanità privata secondo gli studi GIMBE. 🔴Nel 2023 il 7,6% della popolazione italiana ha rinunciato a curarsi, contro il 6,3% del 2019. 🔴La percentuale di quanti hanno rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (2,8% nel 2019), secondo l’ISTAT. 🔴Ogni 100 tentativi di prenotazione nel SSN, la percentuale di popolazione che rinuncia e si rivolge alla sanità privata è del 39,4% (il 34,4% dei bassi redditi). 💸In questo quadro fosco, i medici italiani sono i meno pagati in Europa, con una diminuzione dei salari del 6,2% tra il 2015 e il 2022, secondo i dati FEMS. Serve 🙌🏻ripartire dalla presa in cura del paziente presso il proprio domicilio, 🙌🏻riqualificare strumenti alla medicina territoriale, 🙌🏻trasformare gli ospedali in luoghi di cura e non di diagnosi,🙌🏻un’azione verso l’appropriatezza e uno 🙌🏻shift immediato verso la prevenzione e la cura delle cronicità, 🙌🏻integrare la tecnologia in sanità per evitare di subirla. 👉https://lnkd.in/dz5yamBS
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⚠️ Il settimo rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale è preoccupante. Mette in evidenza una crisi ormai strutturale. Il progressivo sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale sta compromettendo il diritto costituzionale alla salute per milioni di cittadini, specialmente nelle aree del Sud e nelle fasce socioeconomiche più deboli. ‼️ È inaccettabile che, nonostante i fondi aggiuntivi per la gestione della pandemia, non sia stato fatto alcun passo avanti. Gli aumenti della spesa sanitaria privata e la crescente rinuncia alle cure da parte di molte famiglie ne testimoniano l'urgenza. 📊 Nel 2023, oltre 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, di cui quasi 2,5 milioni per motivi economici: quasi 600.000 persone in più rispetto all’anno precedente. Serve un intervento deciso per ripristinare l'equità nell'accesso ai servizi sanitari. 📍 Queste criticità sono particolarmente forti in tutte le regioni meridionali, che sono in netto ritardo nella realizzazione delle strutture per la medicina del territorio. Chiediamo, quindi, al governo e alle regioni di agire con responsabilità, aumentando il finanziamento pubblico per la sanità, superando la fase dei commissariamenti e la stagione dei piani di rientro, investendo nelle risorse umane e mettendo in atto le riforme necessarie per garantire un'assistenza sanitaria di qualità, accessibile a tutti i cittadini, senza differenze territoriali o economiche. 📢 Soprattutto chiediamo a chi ha responsabilità politiche di attivarsi per governare, con rigore e attenzione, il processo di progressivo scivolamento verso la privatizzazione dei servizi sanitari che, irrimediabilmente, finirebbe per spaccare in due il Paese. ❌ Andiamo verso un Servizio sanitario a doppia velocità che finirà per cancellare definitivamente i princìpi di universalismo, uguaglianza ed equità stabiliti dalla legge e la norma sull'autonomia differenziata, potrebbe allargare ancora di più il fossato dei divari sociali fra il Nord e il Sud dell'Italia. ➡️ Lo ha ribadito il Segretario Confederale Uil Santo Biondo
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La sostenibilità del SSN: LE SOLUZIONI SONO NEI FONDI SANITARI E NEL MIGLIORAMENTO DELL’APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI Desidero richiamare l’attenzione sull’appello che illustri scienziati hanno fatto in difesa del Servizio Sanitario Pubblico alcuni giorni fa: di seguito la lettera originale. Come si potrà leggere, le considerazioni sono tutte giuste e suffragate da dati, ma non propongono alcuna soluzione o meglio chiedono un aumento dei soldi da destinare al nostro Servizio Sanitario Pubblico come panacea, dimostrando di ignorare totalmente i vincoli finanziari che hanno limitato la crescita del fondo nazionale negli ultimi dieci e che certamente nessun governo ha dimostrato di avere la bacchetta magica per risolverlo perché esistono precisi vincoli di bilancio. Va peraltro ricordato che l’attuale governo ha varato misure comunque di aumento della spesa sanitaria anche se non sufficienti proprio perché le ragioni di cui sopra. Il punto quindi è’ come e dove trovare le risorse finanziarie per assicurare la salvaguardia dell’assistenza alla salute che i cittadini hanno goduto in passato e hanno diritto come da costituzione. In realtà la soluzione esiste ma viene trascurata ….perché? A parte agire su interventi di efficientamento e miglioramento dell’ appropriatezza delle prestazioni (per es. alcune integrazioni alla legge sulla colpa medica potrebbero recuperare importanti miliardi di euro spesi in medicina difensiva), un elemento fondamentale di contributo alla spesa sanitaria è’ quello proveniente dai FONDI SANITARI. Mi sto riferendo solo ai FONDI SANITARI e non alla sanità integrativa in generale, cioè a quegli enti che per loro natura non svolgono alcuna attività profit (come le assicurazioni), derivano da accordi tra parti sociali, quelli veri (cioè regolati dai contratti di lavoro firmati congiuntamente da datore di lavoro e sindacati), che hanno la finalità di spendere tutte le risorse raccolte dal datore e dal lavoratore per fornire assistenza sanitaria. Sono stati spesso pregiudizialmente visti come antitetici al SSN da certa parte politica di sinistra o da chi demagogicamente ha interessi non realmente in difesa della salute del cittadino, solo perché enti giuridicamente privati, ma la loro natura non profit e la loro origine adempie a funzioni di interesse pubblico quanto gli ospedali privati del nostro paese che lavorano in regime di convenzione e vengono catalogare come servizio pubblico. Desidero solo fornire un dato che Valore alcuni anni fa ha stimato sulla base dei dati statistici sui contratti di lavoro per fascia di reddito: SE TUTTI I CONTRATTI DI LAVORO prevedessero una destinazione ad un fondo sanitario le risorse di questi a disposizione potrebbero coprire la spesa out of pocket!
Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico
scienzainrete.it
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Ancora una richiesta di incremento dell'offerta per ridurre le #listedisattesa. E' dal 2021 che in varie forme ed a più riprese in Lombardia si insiste su questa strada. Ma se il tema continua ad esistere vorrà dire che forse la strategia non è quella giusta ?? Io continuo a pensare che vada fatta una azione strutturata e convinta sulla appropriatezza delle prestazioni ambulatoriali coinvolgendo in maniera integrata MMG, Ospedalieri ed Infermieri di Famiglia per promuovere e riprendere la strada dei percorsi di presa in carico sui cronici che rappresentano il 70-75% della spesa e trasformare le P (oggi il 70% delle richieste) da programmate a prese in carico. Strada abbandonata completamente dalla prima riforma della 23/2015. Speriamo di vedere nella DGR di prossima applicazione questi spunti. Bene aver ricordato come avevo fatto diversi mesi fa nel mio post l'obbligo di effettuare in Libera una prestazione che non si riesce ad effettuare nei tempi previsti. Bisogna cambiare logica da una medicina di reazione ad una di programmazione e di iniziativa. Dal governo dell'offerta a quello della domanda.. se no le risorse non basteranno mai cosi https://lnkd.in/dJSGqF7k https://lnkd.in/dc3V2YhC
61 milioni per abbattere liste attesa e ambulatori aperti di sera e sabato
https://www.lombardianotizie.online
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Oltre 16 milioni di italiani di 8 Regioni - quasi tutte del Sud - ricevono cure non sufficienti in almeno uno dei tre fronti dell'assistenza: l'ospedale, la sanità territoriale e la prevenzione. La bocciatura arriva dalle nuove “pagelle” del ministero della Salute contenute nell'ultimo rapporto del Nuovo sistema di garanzia che misura la qualità dell'offerta dei Lea, i livelli essenziali di assistenza e cioè le prestazioni che devono essere garantite in tutta Italia dal Servizio sanitario nazionale.
Sanità, ecco le Regioni con le cure migliori e peggiori secondo il Ministero
ilsole24ore.com
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Il Servizio Sanitario Nazionale è in emergenza? Secondo l’ultimo rapporto GIMBE, cresce il numero degli italiani che pagano le prestazioni sanitarie di tasca propria o che rinunciano a curarsi (4,5 milioni di concittadini). Dall’altro lato, cresce il bisogno di medici e soprattutto di infermieri, nonostante la spesa sanitaria complessiva sia salita a 134 miliardi di euro. Contattami per sapere come costruire la tua sanità integrativa che si affianchi a quella pubblica. #protezione #ConsulenzaDiValore https://lnkd.in/dvNNx7XR
Rapporto Gimbe. «La vera emergenza è il Servizio sanitario nazionale»
avvenire.it
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😔 La situazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale solleva serie preoccupazioni. L'attuale dibattito sulla autonomia differenziata, in corso alla Camera, potrebbe avere conseguenze gravi sui servizi sanitari delle Regioni del Sud, che già faticano ad assicurare cure essenziali e un'adeguata qualità della vita. Nel frattempo, al Nord, c'è il reale rischio di un sovraccarico ospedaliero e di prestazioni a causa della mobilità sanitaria. 👁 I dati sono chiari e inquietanti: nel 2022, ben 4,2 milioni di famiglie hanno dovuto limitare le proprie spese per la salute, soprattutto al Sud, mentre oltre 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a cure sanitarie per ragioni economiche. E il futuro non promette miglioramenti: la spesa sanitaria in rapporto al PIL scenderà al 6,3% nel 2025-2026 e al 6,2% nel 2026. ✒ Con il tuo 5x1000 a GIMBE ci sosterrai nella battaglia per difendere il Servizio Sanitario Nazionale, garantendo a tutti un'assistenza sanitaria pubblica, accessibile ed equa! 👉 Scopri come su www.5x1000.gimbe.org #SalviamoSSN #5x1000 #sanitàpubblica #SSN
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