"Quello su cui si dovrebbe investire è anche la promozione di un engagement consapevole dei cittadini nella loro fruizione del sistema sanitario nazionale, volto a valorizzarne la dimensione di bene comune, e quindi di corresponsabilità dei fruitori stessi nella sua efficienza e sostenibilità”. È una delle chiavi di lettura delle "attese". Passando dalle infinite ore per i codici a bassa gravità nei PS e arrivando al tempo necessario per avere una prestazione ambulatoriale. Ma nei PS la decisione è del fruitore, per le prestazioni ambulatoriali è di un collega, pressato o meno dal fruitore. E le dinamiche sono diverse. Tra una prestazione ambulatoriale ed un intervento chirurgico, le storie, sono diverse. Nel secondo caso può esserci un problema di risorse, nel primo, su tutto, spicca l''inappropriatezza. Possiamo girarci intorno ma analizzando la questione torneremmo sempre al punto di partenza: le liste di attesa sono generate dalle prescrizioni.
Post di Marco Luciano
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Difficoltà di accesso alle cure e costi crescenti che gravano sulle famiglie: il sistema sanitario italiano, sia pubblico che privato, è in crisi. I punti salienti. Liste d’attesa insostenibili. 📌I tempi per visite specialistiche o interventi nel sistema sanitario nazionale (SSN) sono troppo lunghi, anche per situazioni urgenti. Ad esempio, un intervento spinale è stato fissato dopo sei mesi, un ritardo impossibile da gestire per il paziente. 📌L’inefficienza coinvolge anche prestazioni oncologiche, con attese troppo lunghe per prime visite e controlli. Diminuzione delle prestazioni. 📌Nel primo semestre 2023, sono stati effettuati 100 milioni di prestazioni radiodiagnostiche, 10 milioni in meno rispetto al 2019, nonostante l’assunzione di 40.000 dipendenti in più. Calo dell’assistenza territoriale. 📌L’aumento di anziani cronici ha messo sotto pressione un sistema che non riesce a rispondere adeguatamente ai bisogni. 😓La sanità privata come rifugio costoso Accesso a più velocità. 📌Strutture private distinguono tre liste d’attesa: una per il SSN, una per assicurati e una per chi paga direttamente. Solo chi paga di tasca propria può accedere rapidamente alle cure. Per esempio, pagando 120 euro, una visita specialistica è stata fissata in 24 ore, mentre con l’assicurazione si sarebbe atteso un mese e mezzo. Aumento dei costi. 📌Dal 2018 al 2022, la percentuale di esami pagati dai pazienti è salita dal 26% al 33%. 📌Le richieste di rimborso per prestazioni sanitarie private sono aumentate dal 50% al 65% in un anno e mezzo. Discriminazioni sociali. 📌Il ricorso alla sanità privata crea disuguaglianze: chi ha un reddito sotto i 75.000 euro detrae in media 1.061 euro, contro i 1.922 euro detratte da chi ha redditi superiori. Il settore integrativo in difficoltà. 📌Fondi integrativi e casse sanitarie, a causa dell’aumento delle richieste di rimborso e delle spese, stanno tagliando prestazioni e aumentando i contributi. Impatti sociali La crisi della sanità pubblica ha innescato un “effetto a catena”, trasferendo i problemi anche sul settore privato e integrativo. L’aumento dei costi e la scarsa disponibilità di servizi stanno generando una crescente diseguaglianza nell’accesso alle cure, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario italiano.
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I dati contenuti nell’annuale Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva APS, presentato alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci, descrivono una serie di criticità nella sanità italiana riassunte dal decremento del numero di prestazioni effettivamente erogate negli ultimi quattro anni
Poche luci e tante ombre (cure primarie, pronto soccorso, liste di attesa) nel rapporto salute 2024 di Cittadinanzattiva - AboutPharma
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"I dati dimostrano che la tenuta del #SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di #universalismo, #equità e #uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della #salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate. L’anno scorso la #spesasanitaria out of pocket, cioè sostenuta direttamente dai cittadini per accedere a prestazioni quali visite specialistiche ed esami diagnostici, è aumentata di ben il 10 per cento rispetto al 2022 (+ 3.806 milioni), raggiungendo circa 40,6 milioni. Le persone sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie, con pesanti ripercussioni sui bilanci familiari. Una situazione in continuo peggioramento, che rischia di lasciare l’universalismo del Servizio sanitario nazionale solo sulla carta, visto che l’accesso alle #prestazioni è sempre più legato alla possibilità di sostenere le spese o di disporre di un #fondosanitario o di una #polizza assicurativa. Che, in ogni caso, non potranno mai garantire, nemmeno ai più abbienti, una copertura totale come quella offerta dal Ssn."
Sanità pubblica, 4, 5 milioni di italiani rinunciano alle cure (anche per le lunghe attese). Fondazione Gimbe: «È emergenza nazionale»
corriere.it
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“Dall’ultimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese emerge che, in Italia, il 79% dei cittadini è preoccupato per il futuro del SSN, temendo di non poter accedere a cure tempestive e adeguate. Il 75,8% dichiara di aver percepito un peggioramento nell’accesso alle prestazioni sanitarie nella propria regione e manca fiducia nell’universalismo del sistema: ben l’89,7% dei cittadini è ormai convinta che solo i ceti abbienti abbiano un accesso privilegiato alle cure”. Cosa possiamo fare noi operatori del settore? OIS Medical Center è nato con l’obiettivo di contrastare l’universalismo diseguale, creando consapevolezza e percorsi non solo di cura, ma prima di tutto di mantenimento e potenziamento della salute, basati sull’idea di benessere globale. Per persone che si prendono cura della propria salute sempre. Con ODONTOCOOP Odontoiatria Ospedaliera, il nostro service odontoiatrico, promuoviamo l’unione virtuosa tra pubblico e privato con l’obiettivo di assicurare cure dentali accessibili e sostenibili per tutti, un modello che abbiamo chiamato Odontoiatria Ospedaliera.
Il servizio sanitario nazionale va salvato: l'appello degli scienziati
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Dopo una settimana di stop a Nuoro riprendono le prestazioni sanitarie in convezione sia quelle prenotate tramite cup che quelli in radiologia tradizionale. Lo annuncia il direttore dello studio professionale Dottor Sebastiano Coinu: «Ciò in attesa della definizione del procedimento amministrativo dell’ARES che effettuerà le ripartizioni di budget fra le strutture convenzionate, confidando che sia confermato per il C.I.D. almeno il budget degli anni precedenti. Ove ciò non accadesse, si rischierebbe di lavorare senza certezza di essere rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale». Intanto l'assessore regionale Bartolazzi rassicura e dice: «Non c'è nessun rischio di mancata copertura delle prestazioni da parte del sistema sanitario regionale per i cittadini sardi che si affidano al privato convenzionato. Gli allarmismi appaiono incomprensibili alla luce delle ultime disposizioni normative regionali che danno il via libera all' incremento dell'acquisto delle prestazioni di assistenza ospedaliera ed ambulatoriale da soggetti privati accreditati nell'ottica di garantire a tutti, in tutta l'isola, prestazioni omogenee in tempi accettabili». «Ricordo che la legge regionale n.13, recentissimamente approvata, autorizza un incremento di spesa di 1 milione e 600 mila euro (più 1%) per l'anno 2024, di quasi 5 milioni per il 2025 (più 3%) e di 6 milioni e 600 mila euro (più 4%) a carico del Fondo sanitario regionale proprio per garantire l'estensione massima delle prestazioni convenzionate erogabili nell'isola, sia in regime ospedaliero che ambulatoriale. Non solo - prosegue l'assessore - viene aumentato lo stanziamento della programmazione triennale destinato alla salute mentale, con 18 milioni e 500 mila euro stanziati per il 2024 contro i precedenti 16 milioni e mezzo, di cui 2 milioni e 500 mila euro destinati ai centri convenzionati per i disturbi dello spettro autistico. Per le annualità 2025-26 il totale assegnato è di 21 milioni di euro annuale, anche qui con un incremento consistente di circa 5 milioni all'anno». «Tutte le cifre stanziate al momento – conclude Bartolazzi - rientrano all'interno dei margini di manovra consentiti dall'attuale deliberazione dei tetti di spesa per il triennio 2024-26 ancora sottoposte al vincolo della spending review, ma in via transitoria. Dopo la sentenza a luglio della Corte Costituzionale che riconosce un ampio margine di manovra potenziale alla Sardegna, stiamo lavorando per incrementare le risorse garantendo contestualmente l'equilibrio economico-finanziario dei conti regionali». https://www.cronachenuoresi. - Clicca e leggi la notizia
Nuoro. Riprendono le prestazioni sanitarie in convenzione. Studi medici: “Rischiamo nuovi blocchi dei rimborsi”
cronachenuoresi.it
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Come salvare il servizio sanitario nazionale, tra disuguaglianze, liste d’attesa e ipermedicalizzazione? Risponde a TrendSanità 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗶𝗼 𝗚𝗮𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶𝗻𝗶, presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri Articolo di Silvia Pogliaghi #SSN #ipermedicalizzazione #disuguaglianze
Garattini: «Assicurazioni e intramoenia fonti di diseguaglianza. Ecco tre ricette per salvare il Servizio Sanitario Nazionale»
https://trendsanita.it
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😔 La situazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale solleva serie preoccupazioni. L'attuale dibattito sulla autonomia differenziata, in corso alla Camera, potrebbe avere conseguenze gravi sui servizi sanitari delle Regioni del Sud, che già faticano ad assicurare cure essenziali e un'adeguata qualità della vita. Nel frattempo, al Nord, c'è il reale rischio di un sovraccarico ospedaliero e di prestazioni a causa della mobilità sanitaria. 👁 I dati sono chiari e inquietanti: nel 2022, ben 4,2 milioni di famiglie hanno dovuto limitare le proprie spese per la salute, soprattutto al Sud, mentre oltre 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a cure sanitarie per ragioni economiche. E il futuro non promette miglioramenti: la spesa sanitaria in rapporto al PIL scenderà al 6,3% nel 2025-2026 e al 6,2% nel 2026. ✒ Con il tuo 5x1000 a GIMBE ci sosterrai nella battaglia per difendere il Servizio Sanitario Nazionale, garantendo a tutti un'assistenza sanitaria pubblica, accessibile ed equa! 👉 Scopri come su www.5x1000.gimbe.org #SalviamoSSN #5x1000 #sanitàpubblica #SSN
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Roma, 10 gennaio - Il Servizio sanitario nazionale sta affrontando "una crisi del personale sanitario senza precedenti", con la perdita di oltre 28 miliardi di euro in 11 anni, più della metà dei quali nel quadriennio 2020-2023. Questo il dato diffuso ieri dalla Fondazione Gimbe, al termine della audizione davanti...Continua a leggere #audizione #cameradeideputati #cartabellotta #commissioneaffarisociali #crisi #definanziamento #fenomenogettonisti #Gimbe #indagineconoscitiva #personalesanitario #riordinoprofessionisanitarie
GImbe: "Crisi senza precedenti del personale sanitario, persi più di 28 miliardi in 11 anni" - RIFday
rifday.it
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Ancora una richiesta di incremento dell'offerta per ridurre le #listedisattesa. E' dal 2021 che in varie forme ed a più riprese in Lombardia si insiste su questa strada. Ma se il tema continua ad esistere vorrà dire che forse la strategia non è quella giusta ?? Io continuo a pensare che vada fatta una azione strutturata e convinta sulla appropriatezza delle prestazioni ambulatoriali coinvolgendo in maniera integrata MMG, Ospedalieri ed Infermieri di Famiglia per promuovere e riprendere la strada dei percorsi di presa in carico sui cronici che rappresentano il 70-75% della spesa e trasformare le P (oggi il 70% delle richieste) da programmate a prese in carico. Strada abbandonata completamente dalla prima riforma della 23/2015. Speriamo di vedere nella DGR di prossima applicazione questi spunti. Bene aver ricordato come avevo fatto diversi mesi fa nel mio post l'obbligo di effettuare in Libera una prestazione che non si riesce ad effettuare nei tempi previsti. Bisogna cambiare logica da una medicina di reazione ad una di programmazione e di iniziativa. Dal governo dell'offerta a quello della domanda.. se no le risorse non basteranno mai cosi https://lnkd.in/dJSGqF7k https://lnkd.in/dc3V2YhC
61 milioni per abbattere liste attesa e ambulatori aperti di sera e sabato
https://www.lombardianotizie.online
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La determinazione della quantità e composizione del personale non può essere guidata da logiche di minutaggio, ma deve essere allineata agli obiettivi di salute. Lo studio RN4CAST, frequentemente citato, non è riuscito ad entrare ancora tra le priorità politiche, nonostante abbia raggiunto un risultato significativo: ha identificato e verificato l’esistenza di interconnessioni dirette tra la dotazione standard di assistenza infermieristica e l’incidenza di complicazioni nei pazienti dimessi dalle strutture sanitarie, oltre a esaminare il rapporto tra il numero di pazienti per infermiere e la qualità dell’ambiente di lavoro. L’indagine ha coinvolto 486 ospedali in 12 paesi europei, tra cui Belgio, Inghilterra, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svizzera, Svezia e Spagna, ed è stata successivamente estesa agli ospedali italiani. Alcuni dei risultati più significativi ⬇️ ✅Ogni paziente aggiuntivo rispetto allo standard gestito da un infermiere aumenta il rischio di mortalità a 30 giorni dalla dimissione. ✅Un aumento del 10% degli infermieri con formazione accademica è associato a una riduzione del rischio di mortalità del 7%. La California ha già adottato leggi sul rapporto infermiere-pazienti nel 1999, il Galles ha seguito nel 2016 e la Scozia si appresta a fare lo stesso, riconoscendo l’importanza di questo rapporto sulla mortalità dei pazienti. Si spera che anche in Italia queste evidenze vengano considerate al più presto.
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Ciao
9 mesiUn nodo individuato ,se le liste d’attesa appaiono generate dalle prescrizioni,occorre investire su formazione del prescrittore